Recensioni di IroccoPerSempre

Queste sono le ultime cinque recensioni che l'utente ha lasciato nella sezione nell'ambito del programma recensioni.


Recensione alla storia Raccolta di mini fanfiction - 05/03/23, ore 23:59
Capitolo 8: Il capofamiglia
Premetto che tutto lo scenario Irocco in cui vedo Diego, poi Rocco e Irene genitori, poi ancora sento la parola “capofamiglia” riferita a Rocco (o a Irene ahahahah, perché sennò lei diventa omicida), già di per sé does things to me…

Poi se ci metti pure che vedo Rocco interagire COSÌ con suo figlio io perdo letteralmente la testa…

Diego che pronuncia il nome “femmine” così come faceva un tempo suo padre; si vede che ha proprio assorbito lo spirito masculo dell’epoca che preferirebbe spararsi un colpo in testa piuttosto che stare in un consesso di donne.

Lui che poi lo vedi essere così ligio al dovere e alle promesse fatte al padre tanto da mandare sui nervi la madre hahaha amore bellissimo…
Mi è piaciuto vedere, anche se brevemente, il rapporto tra Agnese e Irene..
Un sogno che diventi così, sarebbe una relazione mai noiosa dato il carattere delle due, spero di poterlo approfondire anche io un domani.
Grazie amore per aver aggiunto anche il pezzo finale. Argutissima l'osservazione di Diego che intuisce la gerarchia superiore della madre. Ed è inutile dire che sentire che, anche dopo tanto tempo, Irene sarà comunque la sua generalessa mi emoziona tantissimo (tanto per rimanere nell'innocenza)
mi piace tantissimo che Rocco pur avendo imparato meglio l'italiano comunque preserva il suo accento ™️, è parte di lui e vorrei che non lo perdesse mai così da trasmetterlo ai figli
Recensione alla storia Raccolta di mini fanfiction - 09/01/23, ore 17:23
Capitolo 7: Calamity Jane
La cosa più tenera che ho letto è che il primo pensiero di Marcello non è quello di risentirsi perché più di “tirarle fuori qualche risata sporadica, non ha il potere”, bensì quello di essere semplicemente felice che Lobbe (sor)rida in qualsiasi modo avvenga. Certo non parliamo di esseri umani non parenti con cromosoma Y perché le carte in tavola potrebbero cambiare, ahahaha!
“Non è colpa mia, se il tuo cervello è talmente sovraccarico di formule INUTILI da dimenticare le basi” spavaldissimaH, mi fa morire quando Irene fa finta di denigrare il lavoro di Lobbe. La risposta di Roberta è TOP! Secondo me Irene ci si metterebbe un po’ - non so perché ma sento che era una brava studentessa - ma non perfetta. Ce la vedo a innalzare un muro con alcune materie/attività per lei incomprensibili, fije de ndrocchije.
“Stavolta sul suo volto non si legge l'offesa, bensì una sfumatura più sottile che ha colto solo Rocco: la vergogna.” Frase migliore, e te l’ho già detto, ma repetita iuvant. E Rocco che la rassicura alla fine dicendole che sarà una madre imbattibile? VOLO E MI SCIOLGO  Bello anche il passo avanti di Irene di raccontare questo aneddoto di sua spontanea volontà, senza essere forzata. Credo sia un naturale progresso in mezzo alle persone che ama e di cui sa di potersi fidare davvero…. GRAZIE CHICCA PER QUESTE PICCOLE PERLE SCALDACUORE
Recensione alla storia Bisca clandestina - 21/12/22, ore 18:52
Capitolo 1: Bisca clandestina
Chicca, eccomi dopo settordici giorni, causa vita, a commentarti questo piccolo (macché, a ogni fanfic allunghiamo il numero delle parole) grande capolavoro. Ovviamente ogni volta non può mancare un appunto iniziale di disprezzo per i peracottari che stavolta hanno dato il meglio di sé e, dato che vivono nell’universo di Barbie versione piscina o castello Disney, hanno avuto l’ardire di venire a dire (cit.) che le ragazze hanno persino messo paura ai malviventi. OK. Sorvoliamo (i cieli della Videa con delle bombe da sganciare al suolo). Come sempre voglio sottolineare la tua immensa bravura da un punto di vista letterario, in termini di narrazione e dialoghi, che viene fuori in maniera ancora più evidente in quest’opera (basta chiamarla fanfiction, è denigrante) *corale*…. Sicuramente i lavori corali sono quelli che ti vengono meglio, visto che sei bravissima a scrivere le interazioni e la cosa capita a fagiolo visto che le tue ship preferite del paradiso sono circa 70 (LOL!!!!!) e la puntata ha avuto almeno il merito di darti lo spunto/l’occasione perfetta per riunirle tutte assieme. Ti dico già da ora che ti sbaciucchio mentalmente per le numerose menzioni, ed è bellissimo che in molti punti i nostri universi praticamente si sovrappongano <3 (sempre con il dovuto caveat: “per il resto ho fatto un po’ come caxxo me pareva al solito” cit. yourself, MORTA DECEDUTA IO). E ci mancherebbe pure, DEVI, SEMPER. “A fronte di un’affermazione tra il melodrammatico e il faceto, ma che alle orecchie di Roberta suona estremamente plausibile, si possono intraprendere due strade: immolarsi con sprezzo del pericolo, totalmente incuranti delle conseguenze; o agire secondo coscienza, fermando questa follia finché si è in tempo” Mi piace moltissimo come tu abbia inserito degli elementi per smorzare l’assurdità di volersi buttare, dalla prospettiva di ragazze inesperte, senza alcun ripensamento, in una situazione pericolosa senza sentire il bisogno di conferire con i propri fidanzati e/o, nel caso di Roberta con Marce, persone più esperte. Ho capito il voler aiutare un’amica però farlo ragionando magari?? E chi poteva non sragionare se non Robertina (sai che muoio dalla voglia di scrivere LOBBE, ma vabbè qui in pubblico mi darò un contegno) Fedelissima la tua rappresentazione di un Salvo che si agita e fa di tutto per non cedere al panico. Io debolissima dinanzi al di lui “ti voglio bene” a Roberta. Con quelle tre paroline si evince tutta l’importanza e la concretezza di un’amicizia che trascende i legami sentimentali. “Tutte tranne Irene, s’intende. “In effetti, hai le occhiaie…” aveva osservato e insinuato al contempo, con un sorrisetto malizioso. “Manca ancora qualche minuto all’apertura, vieni che te le sistemo.” si era offerta, paventando già l’occhiataccia che Roberta le avrebbe rivolto, non vista dalle altre. *4 Se ripensa all’espressione di Marcello appena l’ha vista, sente ancora il cuore batterle all’impazzata e le guance imporporarsi. Probabilmente, non si abituerà mai ad essere sollevata in aria come se avesse il peso di una piuma” Muta sooono dinanzi a questo pezzettino che did things to me e sai anche i motivi… *emoji dello sbavo* “Il punto, semmai, è che l’autodeterminazione e la determinazione personale di pensieri e azioni, devono necessariamente dialogare con l’equilibrio della coppia di cui si è parte integrante e attiva. Quando si decide di stare con qualcuno, non si risponde più solamente a sé stessi; la maggioranza delle scelte da intraprendere, inevitabilmente, ricadono sull’altra persona anche solo di riflesso.” 10 e lode con bacio accademico per aver qui racchiuso l’essenza di una relazione sana e come Roberta, che per personalità e giustizia verso il genere femminile a cui appartiene prima non avrebbe mai esitato per consultarsi con il proprio uomo, ora si ponga questi problemi. ANCHE QUESTO does things to me. Equilibrio di coppia is the new hot. “Capace ca Irene ha visto la vetrina di un negozio ca ci piace e vuole capire quando apre domani.” chiosa Rocco; il suo stato d’animo è talmente alterato, che non si stempererebbe neppure se Irene, al termine di quest’insolita avventura, gli cucinasse caponata, sarde a beccafico e cassata. No, forse si tratta di una condizione un po’ azzardata; mettiamola così: al momento, è QUASI incorruttibile. Ahahhahhaha adoro questo “conflitto interiore” di Rocco… del tipo ‘me’ mo non esageriamo, se arrivasse a farmi caponata, sarde e cassata potrei quasi stemperarmi’ LOL! Ora che, finalmente, ne aveva la possibilità, non solo probabilmente Marco si salverà in totale autonomia, bensì ciò avverrà perché, come al solito, qualcuno si è dimostrato più ragionevole di lei. D’altronde, cosa ci si potrebbe mai aspettare da Stefania Colombo? La più giovane del gruppo lavorativo e di amiche; colei cui hanno nascosto la latitanza della madre per 15 anni, e per un anno intero ha praticamente vissuto insieme a Gloria senza conoscerne la reale identità; colei che il padre si è sentito in dovere di informare solo all’ultimo secondo, riguardo la sua relazione con una vedova con figlia al seguito, che si sarebbero trasferite a Milano, invadendo i suoi spazi, intralciando la sua possibilità di creare un legame più solido col padre, dopo una vita di continue e sofferte separazioni. In parole povere: una ventenne che la sua famiglia si è divertita a trattare da bimbetta per una vita; un’amica inaffidabile, dato che spinge le due persone che considera come sorelle a mettersi in pericolo per starle dietro; una fidanzata continuamente bisognosa di un sostegno per non crollare. Mi piace moltissimo questa introspezione (e anche il modo in cui l’hai spiegata) che hai deciso di dare a Stefania, il suo senso di inadeguatezza. Con somma sorpresa di sé stessa in primis, Roberta non fatica minimamente nel far prevalere la determinazione: “Ma con chi credi di parlare? Con una bambina? O peggio, con una donnicciola incapace di intendere e di volere? Continua con questo atteggiamento, e non chiariremo NULLA.” Come ti ho già detto nel vocale non condivido questa reazione di Roberta ma riconosco che sia assolutamente in carattere per lei reagire così soprattutto se attaccata con insinuazioni che alle sue orecchie suonano tendenzialmente maschiliste. Sarebbe ipocrita negare che quella specifica caratteristica, oltre al fatto che Angela e Roberta si somiglino sotto parecchi aspetti, è una delle innumerevoli ragioni per cui la risceglierebbe sempre; c’è chi ha il complesso edipico, ma a lui era toccato smarcarvisi in giovanissima età, per cui Un’ola per la menzione speciale ad Angiulella, ed effettivamente sì, le due si assomigliano molto e anche questo caso siamo stati privati di interazioni tra loro come cognate. MA PARLIAMO DI ROCCO CHE FA DI TUTTO PER NON INCROCIARE LO SGUARDO DI IRENE PERCHé ANCHE IN UNA SITUAZIONE DEL GENERE SI METTEREBBE COMUNQUE A RIDERE… Se questa non è una reazione in carattere per Rocco! “Beh? Cos’è, una riunione di condominio?” sbeffeggia gli intrusi, tradendo immediatamente una marcatissima inflessione dialettale. Si sforzano tutti di restare impassibili; Marcello inarca il sopracciglio destro, pur rimanendo imperturbabile. Quasi piccato per non aver suscitato reazione alcuna, il gentiluomo del Giambellino decide comunque di proseguire nelle provocazioni: “No perché, in quel caso, mi sa che avete sbagliato indirizzo… Di parecchi chilometri.” Silenzio. Mi piace molto questo pezzo, hai reso molto bene la spavalderia da entrambe le parti. Ecc. Non avendo realmente idea del passato del Barbieri, non ha neppure pensato di moderare la portata della provocazione. Una provocazione che Marcello finge volutamente di non cogliere, riservandosi di rivelare i propri trascorsi al momento opportuno; benché la contrazione di ogni suo muscolo -conosciuto e non - localizzabile dalla sommità del capo alla punta delle dita dei piedi, lo tradisca. Questo espediente per Marcello l’ho adorato fin da subito… Lui che sarebbe l’unico a capire e a SAPER fattivamente interagire/farsi ascoltare da queste persone. Anche più avanti: “E come hai fatto a non ricascarci?” incalza Giulio, arresosi all’inevitabile cedimento che seguirà. “Inizialmente, non è stato facile; poi ho iniziato a fidarmi più della mia intraprendenza e dell’affetto di chi mi circondava, che dell’istinto di percorrere la via a cui credevo di essere predestinato. È fondamentale prendere coscienza del fatto che la criminalità non è la tua sola via di uscita.” ---- A quel punto, la spazientita è Irene; con la consueta disinvoltura, scavalca Rocco, Salvo e Roberta, supera Marcello che stava appena dietro Marco e Stefania, e sbotta in direzione dell’Amarelli: “Giulio, non ci siamo affatto; e pensare che contavo proprio su di Lei, per saltare i convenevoli! Fortuna che alla mia amica, stasera, si è sciolta la lingua al punto da risultare sbrigativa.” La mia pazza esagitata. Anche: Irene si tappa automaticamente la bocca, per evitare di sbottare: ‘Costui crede forse di vivere nel periodo precedente alla guerra? O peggio, in India, con quell’improponibile sistema delle caste?’ Naturalmente, avrebbe interpretato il pensiero di tutti; ma sarà meglio percorrere la via diplomatica. Bene che si autocontenga o che in alternativa sia qualcun altro a farlo. ahahahah “Beh, in totale onestà, mi hai fatta sentire un’illusa… Anzi, mi hai direttamente riportata indietro di un anno, quando ero l’aspirante giornalista cui ti fu imposto di fare da mentore, tuo malgradissimo.” Mi è piaciuto molto questo appunto di Stefania, non so se è della puntata oppure l’abbia scritto tu, ma sospetto sia la seconda. Loro due hanno decisamente un modo tutto loro di portarla avanti, fatto di sottintesi e perspicacia, al pari di confronti schietti - condotti da ambo le parti secondo le proprie modalità, ormai perfettamente sincronizzate - che lasciano ben poco spazio a fraintendimenti di qualunque sorta. Ma in questo caso, non sanno veramente come o chi far esordire, né quanto esporsi. Pensa Irene a rompere gli indugi, nella modalità che le è propria: attaccando preventivamente. “Era già tutto sotto controllo, comunque.” asserisce, fissando il pavimento con innaturale insistenza. Spiazzato, ma determinato a non darlo a vedere, Rocco ribatte, atono: “A mia nun mi pari proprio.” Questa piccola scena…. È così significativa e rappresentativa della loro essenza. Li posso letteralmente immaginare davanti a me. Del chiarimento Irocco ho praticamente Amato tutto (valga la redunciancia, LOL), soprattutto le movenze e il modo di parlare di Rocco che ho proprio visualizzato nella mia testa (““Semplicemente, non mi va di discutere davanti a tutti; e poi, erano già abbastanza agitati loro.”), però ecco i miei punti preferiti: “Irene non può certo dargli torto: uno dei pochissimi tratti che li accomuna è proprio la riservatezza.” “Bene, accuminciamu ‘sta partita.” risponde a tono, deciso e cocciuto, com’è abituata a vederlo. “Ma tu ti pensi che stare con un altro cristiano significa ca fai comunque quello che ti pare a tia?” (QUA HO URLATO, THE TENSION!) “Perché, avrei dovuto chiederti il permesso?”, pentendosene immediatamente dopo: com’era prevedibile, e a ragione, Rocco la sta fissando indignato e deluso. “Ovviamente, ho pensato a come avresti potuto reagire;” - tenta di recuperare - “semplicemente, bisognava agire in fretta e non potevo permettermi di soffermarmici troppo: tutto qui, davvero.” “Nca ciertu, picchì per essere considerati bisogna prenotarsi nell’agenda!” sbotta lui, spazientito. “Ma chi vi credevate di essere, gli agenti segreti? Poi si stupisce se sto arraggiato, ovviamente.” “Veramente non l’ho ancora capito, in effetti.” (E PERCHé QUI??????) “Picchì tu sotto sotto sei pure paurosa, quindi ti butti nelle cose così non ci devi pensare più. Peccato che poi tocca a noialtri poveri cristiani, tirarti fuori dai casini che ti organizzi tu da sola.”ù “E sotto sotto, pure perché stasera sembravi proprio tranquilla e sicura, sono pure un po’ invidioso; sì, picchì io non sono come te, Irè: se penso che una cosa non si deve fare, non la faccio e basta.” “Tu parti restio, ma una volta che ti convinci, proteggi e aiuti chi ne ha bisogno senza riserve, e di certo non per ‘dovere’.” Non si era mai considerato un ragazzo temerario; figurarsi un sovvertitore dell’ordine precostituito qualora una causa lo convincesse particolarmente. In realtà, aveva imparato ad agire secondo la propria coscienza, e non quella guidata dai precetti inculcatigli, senza neppure rendersene conto. “Mentre io, come hai detto tu, mi do la spinta perché so che, se mi fermassi a pensare, rinuncerei.” (QUESTO DIALOGO è GOLD !!!! ma che dico DE PLATINUM) Però, l’importante è fare comunque la cosa che ti sembra giusta, e tu lo fai. È per questo che ci sto io, no? Così ci completiamo.” !!!!!!! Rocco che usa queste parole, sbavo Due sono le cose: o è improvvisamente impazzito, o deve amarla davvero moltissimo. E a giudicare dal bacio quasi cannibale intercorso, nonché dalla morsa rassicurante dell’abbraccio in cui si lascia cullare senza la benché minima obiezione, Irene propende decisamente per la seconda. (ANCHE QUI HOT HOT HOT, ma SWEETHOT, my favorite!) Del chiarimento Barbegrino ho amato come Roberta si sia finalmente resa conto che il problema, oltre ad aver fatto preoccupare Marcello (che poi manco tanto perché “non mi pentirò mai di aver aiutato un’amica”, che è legittimo), è il fatto che con quel gesto possa avergli risvegliato dei traumi antichi. Mi piace molto questo pezzo e non ho mai visto la cosa da questa prospettiva: “mi immolerei senza pensarci due volte, piuttosto. Se non è egoistico questo,” Ergo, il suo istinto di protezione non è solo, banalmente, eroico, ma è anche un modo per preservarsi e questa cosa è splendidamente imperfetta. GRANDE LA MENZIONE ALLA RESA DI VITTORIO (“E va bene, mi arrendo. Comunque: per la copertina, pensavo di sfruttare l’intuizione di Matilde.” Teresa scuote la testa: è incredibile ripensare a come un tempo, per distrarlo dagli spudorati tentativi di corteggiarla, fosse lei a riportare l’attenzione sul lavoro, per stemperare il proprio imbarazzo.), anche se devo ammettere che mi è andato in pappa il cervello visto che poi nel mentre si parla di Bea che vive nel loro stesso universo e come sai mi piacciono moltissimo anche i Victorinox. AMORE GRAZIE GRAZIE GRAZIE PER QUEST’OPERA SUPREMA, per l’impegno che ci hai messo e per la meraviglia che ne è uscita fuori Grazie, uno sbaciucchiamento con lingua, ancora per le menzioni se non l’avessi detto abbastanza!!!!!! Hasta il prossimo commentum tuo chilometrico di risposta chicchinae
Recensione alla storia I hate the way - 15/11/22, ore 20:44
Capitolo 1: I hate the way
Trottolina, chicchina di riso arborio, valvassina (ecco ho detto tutti i nickname prima così ci leviamo il penZiero LOL!):

Innanzitutto morta per l’introduzione: cfr. (Abbreviazione di cui scoprirai l’utilità in fase di scrittura tesi di laurea): “è una fix it-fic ma ci sono personaggi che sono beyond redemption e pure se fossero al di qua della redemption a me nun me ne po frega de meno”
ahahahahah
Amò devi ammettere che sei PEGGIO di me. Persino io redensi Maria, nonostante io la voglia giù per un precipizio bello profondo.
MalO molto MalO. “Il primato di cattiva è solo mio” cit. Irene
LOL

Ma veniamo a noi. Già le prime righe sono gioia per i miei occhi: Rocco “casalingo” che ripone un piatto che ha appena asciugato nella credenza + fa i complimenti a Irene in SICILIANO (io sempre morta quando parla in dialetto) + SOGNA di lei incinta. È praticamente un’equazione letale per me quindi GraziO.
Ma d’altronde sai da sempre ciò di cui ho bisogno.

La reazione di rigidità di Irene l’hai descritta in maniera perfetta, quel misto di attrazione e repulsione/senso di inadeguatezza che Irene sente verso il concetto di gravidanza e poi questo passaggio mi ha sciolta per altri motivi “Irene stessa non riesce a levarsi dalla mente l'immagine di un bambino con i ricci di entrambi, scuri com'è il colore dei capelli di lui, e con gli occhi verdi come lei; e di una sé stessa in miniatura, ma con gli occhi nocciola, caldi e profondi del suo Rocco... Di quello che sarebbe suo padre. “ *languorino*.

“ogni qualvolta Irene Cipriani avverte l'ombra di una precisa aspettativa su di sé, o peggio, di un’imposizione, con tutte le implicazioni del caso, svicola con la naturalezza e l'agilità di una gazzella tra leoni, pronti ad azzannarla per cibarsene con gusto.”
Perfetto per descrivere tutto il disagio che Irene sente dinanzi a CERTE convenzioni sociali che le stanno strette.

Mi piace come mamma e figlia si rendano subito conto di cosa si sta parlando senza che lei debba essere più specifica sul significato della “bomba sganciata”.

Sei stata credibilissima nell’interpretazione che hai voluto dare ai gesti e alle intenzioni di Gloria e al passato da cui attingono.
Frasi preferite in questo passaggio:

“quell’uomo bellissimo, dagli occhi color carta da zucchero, limpidi, profondi e al contempo con una vena ironica, svegli, pronti a leggerle dentro in ogni istante, aveva scelto proprio lei, da amare, rispettare, far sentire speciale ogni giorno della loro vita insieme. Fondere i loro corpi e le loro anime per dare alla luce Stefania era stata una naturale conseguenza. Aveva sempre amato quel nome, il suono che producevano le loro voci nel pronunciarlo ad alta voce….. Certamente, mai avrebbe potuto immaginare che, per 16 anni, su di lei sarebbe pesato il significato tradizionale religioso di Stefania, riferito alla corona del martirio”
Adoro IL SUONO CHE PRODUCE cit. tutto questo passaggio mentre lo leggo nella mia mente *melts*

“perché il fatto stesso di individuare un oggetto d’amore, di accantonare l’idea astratta del sentimento, fa sì che il bisogno vada di pari passo con la volontà“ QUESTA FRASE SUONA COME UNA POESIA

Credibilissima anche questa interpretazione del perché Gloria secondo te ha idealizzato Ezio: “Il vero punto di criticità consiste nel fatto che non sempre le fiabe di riscatto mantengono intatta per sempre la magia; e l’aver passato ben 16 anni separati, portando alle stelle, insieme al picco di dolore, anche quello di idealizzazione di Ezio, non ha certamente aiutato un ritorno più morbido alla realtà“ e come ciò ha influito su di lei.

Mi piace moltissimo tutta la descrizione sulla vita di Diana (che come ben sai mi sta profondamente a cuore), singolarissimi e piacevolissimi questi particolari della sua vita: che era una ballerina di danza classica e (ancor più intrigante) che era così legate ai suoi effetti personali. Questi peculiarissimi particolari sono proprio le cose che ti spingono a volerne sapere di più su un personaggio mai neanche visto (e neanche descritto) nelle puntate.

Il mio cuore ha fatto crack a queste parole “mi sembra privo di senso inventare storie che mia madre non può più ascoltare” e mi ritorna in mente quel post che feci quando uscì la 88 dell’ultima stagione Irocco, in cui scrissi che Lei e Rocco creerebbero storie per i propri figli nei giorni piovosi.. adoro questo collegamento che è nato così senza esserci consultate (qui nella tua lo suggerisce Gloria alcune righe più avanti).

Ancora perfette queste descrizioni che fai di Irene: “Irene sa essere tanto ermetica quanto un libro aperto; il punto è che, del libro, a pochissimi eletti viene concessa la chiave … La fiducia e il rispetto si concedono a chi dimostra di meritarli poiché ne riconosce il valore; e un pregio indiscutibile di Irene Cipriani è l’istinto affinatissimo che la porta a non sbagliare mai nelle sue scelte, che vanno dal giusto abbinamento di abito e accessori alle questioni di vitale importanza, come questa”
LA VEDO ESATTAMENTE COSì.

Per quanto riguarda i Palomas, come ti ho detto anche a voce, dall’idea che mi sono fatta di Marco, mi sembra proprio di sentirlo parlare ascoltando le tue parole .. il (San)sarcasmo e quella capacità che ha di mischiarlo con delle parole rassicuranti, senza però sembrare “strutturato”, bensì genuino.

Sulla parte in cui Stefania dice di saper scrivere solo su argomenti che la (s)muovono particolarmente, mi è sembrato di sentir parlare te di te stessa e delle tue remore sulla scrittura-come-professione. <3

Molto bella letterariamente parlando questa frase: “come al solito, conosce sempre la chiave da usare, il momento in cui farla girare nella toppa, e quando ritirarla”.

Come ti ho già detto a voce, per me in questa ficche non c’è un personaggio più in carattere di Rocco e di lui adoro il fatto che in questo frangente particolare cerchi di essere paziente ma si faccia allo stesso tempo anche “sentire”, rivendicando il rispetto che si sarebbe meritato in questa situazione così delicata.

Frasi preferite: “Sì.” risponde seccamente. Peccato che per Rocco sia un po’ arduo fare il sostenuto, da quando hanno abbandonato le vesti di amici; a meno che Irene non lo faccia infuriare sul serio…. Chi riuscirebbe a resistere alla sfumatura calda - in questo caso, poiché intrisa di un evidente quanto raro e insperato senso di colpa - che sanno assumere quegli occhi azzurro ghiaccio? Non ci prova neppure”.

A MENO CHE IRENE NON LO FACCIA INFURIARE SUL SERIO… è questo che adoro: Rocco sa di avere la facoltà di arrabbiarsi, ma sa anche di dover capire che in questo caso c’è bisogno di comprensione.

“Vedendola confusa, chiarisce: “T’ho sentita.”
A quel punto, il sorriso di Irene diventa incontenibile: l’ha aspettata; le ha lasciato i propri tempi. E pensare che esiste la tendenza a sottovalutare questo tipo di attenzioni, non apprezzandole appieno. Rocco sa amare tanto coi silenzi, quanto con le poche parole che sceglie con cura, efficaci e dirette.”

PASSAGGIO PREFERITO DI TUTTA LA FIC nonché migliore descrizione mai sentita della personalità di Rocco in relazione a Irene.

E qui continua la perfezione:

“Irè, ma ti pensi che per me è stato facile? Io provo a spiegarti un mio desiderio, e tu te ne scappi, come se ti avessi chiesto, anzi, COSTRETTA a fare questa cosa immediatamente. Ma invece di parlare con le amiche tue, non potevi parlare cu mia? Pensi ca sugnu babbu, ca nun capisciu? … Per l’appunto. Con poche, semplici frasi, ha esternato tutta la propria angoscia, le proprie incertezze”.

Chapeau per aver mantenuto i piedi ben fissati a terra e non aver messo in bocca a Rocco una soluzione magica (come invece feci io in Didì) sulla questione della gestione dei figli in conciliazione con il loro lavoro.
Adorabile faccia da schiaffi Rocco che la butta sullo scherzo perché effettivamente una risposta non ce l’ha… ma è proprio questa la differenza di lui rispetto a Irene:
Pur avendo avuto il trauma del genitore assente per un motivo o un altro, e una famiglia monca praticamente, hanno reagito in maniera diversa: Rocco si abbandonerebbe/e si abbandona con totale irrazionalità al suo desiderio di genitorialità (dice dopo: ha sempre voluto avere bambini, non per una questione di costrutto sociale, ma perché si sente portato per averci a che fare, gli danno gioia; il resto, come in tutto, verrà da sé.
), Irene ci rimugina tanto che la metà già basterebbe.

Capolavoro totale tutto questo passaggio a tal proposito di cui davvero non saprei sottolineare una frase che emerge. Fantastico TUTTO:
“Benché Rocco sia perfettamente a conoscenza del fatto che lei covi un animo da casalinga più inesistente che nascosto, le risulta comunque più complicato del previsto ammettere chiaramente il proprio profondo senso d’inadeguatezza dinanzi al figlio e nipote di una dinastia di donne siciliane specializzate nel partorire e crescere frotte di bambini; soprattutto perché non si tratta di uno stereotipo, visto che ha davanti ai propri occhi gli ineccepibili risultati di tutto ciò.
E se lei fosse in grado solamente di allevare figli destinati a diventare ancor più ingestibile di lei?
O peggio, di trasmettere loro tutto il ‘corredo dei blocchi relazionali’ al completo; perché non è possibile che siano tutti il risultato della perdita della madre e dell’educazione rigida ricevuta.”

“Finché eravamo amici, era tutto più semplice; ora che siamo una coppia a tutti gli effetti, sento il peso delle aspettative” <3 TU SAI #friendstolovers

E cosa potrebbe essere più in carattere di un Rocco che esordisce (spezzando malamente la solennità di una conversazione) con ““Senti, ma… Io c’ho fame.”
???
Niente, niente è più in carattere di questo.
(Ps. Petizione per inserire in retroattiva le pizze da asporto nel ’63)

Che saluto più autentico della loro essenza se non questo :

…. si volta verso Irene prima di uscire: “Ti amo.”
Lei sorride, ammicca: “Lo so.”
Lui sbuffa, incredulo: “Preferivo ‘grazie’. Almeno significa che non mi dai per scontato.”
Lei ridacchia. “Che scemo che sei. Ti amo anch’io.”

Chicca mia che dire, mi hai resa felice tanto che mi fai tornare la voglia di scrivere.
Recensione alla storia Sentire l’urgenza di amarsi davvero e far ripartire ogni cosa da zero - 15/10/22, ore 12:45
Capitolo 1: Sentire l’urgenza di amarsi davvero e far ripartire ogni cosa da zero
Sistah, eccomi con un commento scritto.
Guarda, innanzitutto inizio col dirti che eri partita così bene, quindi che mi significa sta descrizione tristissima appena dopo l’inizio del capitolo??? MA IO TI ACCOPPOO!
Ecco riformuliamo, “Irocco EBBENE Sì! C’è qualche problema? Se qualcuno ne ha, che sloggiasse dal mio profilo!” LOL.

Sistah, che dire, innanzitutto ho amato il tuo modo di descrivere sapientemente Irene e il suo rapporto con il suo concetto di amore; lo so che l’hai esplorato più volte e approfonditamente nel corso della letteratura (!) Irocco, ma in qualche modo questa cosa ti riesce sempre meglio man mano che vai avanti. Le mie frasi preferite:
[…..alternava il desiderio matto di correre verso la prima chiesa disponibile e urlare ‘sì lo voglio’ davanti a un qualsiasi prete che non fosse don Saverio (!!!!! LOL), così da rendere tutto ufficiale e poter finalmente vivere la vita come meglio credeva, alla luce del sole. Poter stare con Rocco, sotto ogni aspetto, e vivere insieme, come mai avevano realmente fatto da quando erano diventati una coppia. D’altro canto, però, non si sentiva ancora pronta. Quelli erano pensieri teorici, ma quando li tramutava in concretezza, allora il cuore iniziava a batterle all’impazzata e l’idea di diventare una signora, una moglie, di doversi trasferire e lasciare tutto, di rischiare di diventare madre, beh, allora in quel momento tutto l’entusiasmo che aveva provato si affievoliva come polvere spazzata via da una folata di vento.]
[…. Aveva passato la vita a ripetere quanto non vedesse l’ora di trovare un uomo, di sposarsi, di avere qualcuno al proprio fianco, e adesso che ce l’aveva capiva quanta strada ci fosse in mezzo tra il dire e il fare. Una relazione richiedeva sacrifici e, soprattutto, cambiamenti. Veri cambiamenti. E in cuor suo sapeva perfettamente di essere disposta a farli, per Rocco non aveva dubbi, però non poteva negare che la spaventassero a morte. Non era più una ragazzina che parlava per fantasie, adesso la sua vita aveva preso una piega più adulta, alle cui parole dovevano seguire dei fatti.]

Mi sono ritrovata moltissimo in questo tuo modo di vederla dilaniata da dubbi che sappiamo bene essere molto peculiari di Irene. In qualche modo lei fa la spavalda ma
1. Non è vero perché in queste cose non si sentirebbe all’altezza 2. Ha ancora quella sana immaturità (o, se vogliamo invece, razionalità e realismo) che le impedisce di abbandonarsi in modo cieco e senza esitazioni al concetto di “sacrificio per amore”. E adoro questo aspetto di lei; ne esce fuori tutta la sua complessità e profondità.

La tua descrizione del rapporto con Agnese in questo capitolo è stata più breve ma penso ancora più rappresentativa dell’evoluzione del loro rapporto. Adoro il modo in cui le tiene testa e le risponde a tono senza più aver paura di un rimprovero e di una rottura. Lo vedo come un rapporto ancora più alla pari e libero di prima.

Ti commento già da ora il regalo del portachiavi, che si svelerà solo molto dopo: mi è piaciuta tantissimo l’idea e anche la realizzazione. È un loro segreto e la trovata di farla incidere appositamente è così tenera e lontana da Irene che mi permettono di amarla ancora di più.

Veniamo a Rocco: oltre all’immenso lavoro che hai fatto su di lui in questo capitolo e che commenterò dopo, un piccolo particolare che inserirò anche io (ed è bellissimo arrivare alle stesse conclusioni senza essersi consultate): il fatto che anche a lui piaccia un buon pettegolezzo! LOL! Lui dice dice di Irene, ma poi anche lui, che curtigghiaro impunito! LOL! Bellissimo anche il lavoro che hai fatto sul suo rapporto con Giacomo (dici che ti rimane ostico parlare di personaggi inventati invece Giacomino ormai me lo immagino già grazie alle tue parole <3), Frase preferita in questo pezzo:
[Per lui manco le dive del cinema erano belle come la sua Irè. Giacomo lo prendeva in giro ogni volta che lo beccava con la foto di Irene tra le mani, neanche fosse l’immagine della Madonna (IO MORTA QUI), ma Rocco era una rarità. Non gli interessavano davvero le altre ragazze, nella sua testa c’era solo lei. Certo, non era un santo e gli occhi li aveva come tutti e quando vedeva tutte le ragazze che Giacomo gli portava a casa, non poteva negare di trovarne qualcuna molto attraente (COM’è GIUSTO CHE SIA!). Ma mai al punto da spingersi a compiere un gesto dal quale non sarebbe più potuto tornare indietro. E Irene non era il tipo che avrebbe messo una pietra sopra davanti a un suo possibile passo falso. ]

Ma vogliamo parlare di quanto io riesca a immaginarmelo parlare?! Sei fantastica nello scrivere i loro dialoghi, soprattutto quando se ne esce con “Susemuni”/Alziamoci amunì, Irè” - “Portati il cappotto e du cosu…”
“Il foulard?” “Fulà, fazzulettu, è la stessa cosa” o come molto dopo la prende in giro per come russa???? #marriedcouple vibes.
Frasi preferite in questo pezzo:
[Irene non se la sentiva proprio di chiedere qualche giorno per raggiungere Rocco a Roma per una festa tanto poco influente come quella. Non sarebbe stato per nulla professionale. Ma a loro non importava, che fosse un giovedì o un sabato, l’importante era stare insieme. Anche in differita.]
[Ogni tanto, durante la visione del film, Irene alzava la testa per guardarlo e assicurarsi che fosse ancora lì con lei. E ogni volta si stupiva di vedere i suoi occhi aperti e attenti su ciò che accadeva sulla scena. Era abituata a sentire il rumore del suo respiro pesante ogni volta che andavano al cinema, a meno di non vedere qualche film comico scadente di quelli che potevano piacere soltanto a lui.LOL! ]
È stupendo vederlo così “presente” nella coppia, propositivo, l’uomo che lei si era sempre aspettata sarebbe diventato.

Piccola parentesi, non meno importante [“Andiamo a casa?” le chiese dopo qualche secondo passato a rimirare quel portachiavi.
Irene avvertì un tuffo al cuore che la destabilizzò. A casa.] ANCHE IL MIO CUORE, IRENE, SI è AMPIAMENTE DESTABILIZZATO ALL’IMMEDESIMARMI IN QUESTA SCENA!

Successivamente, è stato davvero pura perfezione vedere come, anche nel corso dello stesso capitolo, Irene sia arrivata a fare quel passo, quell’intenzione di sacrificio che tanto temeva a inizio capitolo [“Un lavoro a Roma lo trovo, sono stanca di questi viaggi in treno, di momenti rubati, di dover guardare l’orologio ogni volta che sto con te” … Adesso era pronta, lo avrebbe fatto. Rocco era più importante.]

E cosa ancora più bella come entrambi abbiano pensato la stessa cosa durante la conversazione sul loro futuro: [Voleva Irene, certo, ma la voleva felice e soddisfatta.] / [..ma perché sapeva che non era quello che Rocco voleva veramente. Voleva che fosse felice e realizzato, non che si sacrificasse per poter stare con lei.] La decisione di Rocco di ritrasferirsi a Milano che va ad accordare quell’”unica nota stonata di una sinfonia praticamente perfetta” cit. mi ha fatto sentire un dolceamaro in bocca perché so che da quel momento in poi arriverà il drama ahahahahah, ma la sistah è anche e SOPRATTUTTO questo e ci piace così!

Ma ora veniamo a LA scena….
… scena che per me è stata ancora più bella perché tutta l’introspezione sui sentimenti, su quanto siano certi l’una dell’altra nonostante le paure, nonostante le distanze, era iniziata molto prima, con tutte le conferme interiori che entrambi singolarmente hanno avuto nel corso del capitolo. Come ti ho già detto tante volte, è fortemente in carattere per Rocco che il fatto di lasciarsi andare sia arrivato solo dopo una promessa, che il fatto di avvicinarsi al pensiero di lei non sia mai un “calpestare” il proprio bensì sempre un’apertura e un arricchimento <3
Della delicatezza e attenzione con cui hai descritto la scena in sé non cambierei davvero nulla, ma se dovessi evidenziare la cosa che mi ha fatto emozionare di più direi che è la specularità (per la seconda volta dopo averlo fatto già sopra <3) nel loro “percorso interiore” prima di arrivare a dire quel sì, quel parallelismo dove vediamo che ognuno dei loro dubbi individuali scompare guardando l’altro/a o affidandosi all’altro/a.

Per Rocco: [Non credeva possibile poter aspettare mesi, forse anni, prima di stare con Irene. Eppure trovava inconcepibile anche farlo. ..Si allontanò per un attimo dalla bocca di Irene e la guardò dritto negli occhi. Così grandi e belli, così limpidi e sinceri. In quel momento così carichi di aspettativa e desiderio. Lì vi leggeva la verità. …. e in fondo sapeva da solo quale fosse la cosa giusta da fare. La cosa giusta per sé. ]

Per Irene: [Il panico iniziò a impossessarsi di lei e per un attimo fu quasi tentata di dire a Rocco di fermarsi, di aver cambiato idea. Ma non aveva cambiato idea. Aveva solo paura. Quella naturale che ogni donna conosceva. 
Non sapeva se avesse afferrato con troppa forza i capelli di Rocco o se lui avesse percepito i suoi timori, ma si risollevò e tornò a guardarla. 
“Sei sicura, Irè?” gli chiese con voce roca, ma premurosa. 
Lei annuì, e le sembrò che il suo cuore scoppiasse d’amore. E IL MIO CON IL SUOOOOOOO!!!!! Sentire la sua voce la riportò a contatto con la realtà, la ancorò a un presente ancora tutto da scoprire. Rocco le aveva fatto superare tante paure che non credeva nemmeno di avere.]

Grazie sistah di cotanto splendore (ps. dì la verità, preferivi i vocali-tortura da 17 minuti vero? LOL <3)
(Recensione modificata il 15/10/2022 - 12:52 pm)