| Recensione alla storia In my name (Fight Club) - 13/07/12, ore 17:26 | | Capitolo 1: In my name | Veramente bella, non avevo ancora letto nulla del genere su efp, e ne sono rimasta molto sorpresa (in senso positivo, s'intende). Ricordi lo stile di Palahniuk, uno stile sciolto e coinvolgente; questa specie di flusso di parole mi ha catturata e riportata per un attimo nel film, scena dopo scena hai racchiuso in una shot quello che secondo me è il messaggio principale: come hai detto tu, se la gente non avesse paura di vivere vivrebbe di più. Questo passaggio è forse quello che più mi è piaciuto, mi ha spiattellato in faccia la mia eterna paura di osare e di buttarmi tra le braccia della vita. A volte è difficile purtroppo, e ci troviamo di fronte a ostacoli più grandi di noi. Beh, vivere forse è questo, è quando ne vale la pena, ma anche quando non ne vale la pena, è quando non pensiamo a passato, presente, futuro, ma ci concentriamo sul vivere e basta. Mi piace il modo in cui sottolinei il tempo che la gente passa al chiuso a respirare aria condizionata, oppure la voglia che viene di prendere il volo sbagliato, o il treno sbagliato nel caso di un bambino; alla fine dimostri che quel bambino è cresciuto, che probabilmente non ha paura di cambiare binario, e vorrebbe gettare in un cestino il cellulare, insieme a mille altre cose tutte materiali. Il finale è ancora più bello, mi ha trasmesso un senso di libertà davvero forte.
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