Recensioni di Setsuka

Queste sono le ultime cinque recensioni che l'utente ha lasciato nella sezione nell'ambito del programma recensioni.


Recensione alla storia Your Guardian Angel - 06/06/16, ore 23:56
Capitolo 1: Your Guardian Angel
Sono venuta a sbirciare di nuovo in questo fandom ed ecco che mi prendo una scoccata dritta al petto con Roy nelle veci dello zio migliore del mondo, uno zio che deve a Elycia a causa del suo senso di colpa che lo mangia, ancora, tanto da farlo essere quasi ridicolo: lui quello da consolare.
Nella semplicità di questo testo che descrive in fondo uno spaccato felice, ci sono tanti semi di fiori destinati a sbocciare in qualcosa di ignoto e ci sono piccoli buchi (ma non di trama, o qualità) ma di un'assenza che non rende il puzzle colorato un'immagine completa e felice, è un'assenza importante Maes, che fa male al cuore di una bimba quanto a quello di un adulto, due persone fin troppo diverse ma legate a quel magnifico uomo che riesce a lasciare tracce d'affetto tramite il ricordo di Elycia. Ma qualcosa di Maes vive anche in Roy, la sua vicinanza l'ha comunque contagiato e in qualche modo il nostro colonnello è lì per essere una presenza paterna, per espiare, per fare promesse, per proteggere ciò che di più prezioso il suo migliore amico ha lasciato; dopo aver combattuto insieme, dopo tanti anni di sopportazione, dopo aver incoraggiato il rapporto con Glacier, Maes aveva raggiunto conquiste importanti mentre Roy aveva solo nuove stelle e gradi sulla sua divisa, il patrimonio di Maes diventa quindi parte di quel Roy che non aveva niente e ora ha responsabilità che sente sono state affidate dal suo amico.
Definisci Roy come un "bugiardo sì, ma pur sempre un uomo di parola" e credo che questa sia la miglior sintesi per descrivere questo meraviglioso uomo, una sintesi che si riflette anche in questo stesso testo ed ho trovato emozionante che una frase tanto breve riesca a definire in modo tanto preciso, umano (e quindi con debolezze) ma virtuoso, un personaggio che incarna così tante storie ed esperienze che gli hanno lasciato il segno.
Ti annoto solo, per concludere, di rivedere questa frase: "non dovrebbero esserci quelle ombre, in quegli occhi verdi così dolorosamente familiari", per il resto è un lavoro eccellente, come sempre.
Recensione alla storia Where My Demons Hide - 10/02/16, ore 12:08
Capitolo 1: Where My Demons Hide
Mi piacciono sempre le storie dal punto di vista di Roy o comunque che si fondono con la sua introspezione, forse perché Roy è un personaggio a cui sono profondamente legata e in cui mi rispecchio, chissà... ma nonostante sia facile trovare storie dove Roy combatte contro se stesso (come fosse il suo carburante naturale), dove è debole, preso dagli incubi, io trovo sempre piacevole leggere nuove riflessioni sui suoi conflitti interiori e li assumo come varie sfaccettature di quei demoni che si porta dietro e che sempre esisteranno.
Avevo una versione acustica di Demons in sottofondo, mentre leggevo, ed è stato un piacevole accompagno (nonostante la canzone in se non rientri nei miei gusti) che si è unita bene alle zone d'ombra del tribunale interiore di Roy Mustang. Ma poi ecco che aperti gli occhi non c'è sempre la solitudine ma, piuttosto, a sorpresa Edward, dolce come un accordo di chitarra acustica. E niente, il resto non è pretenzioso ed è puro fluff, ma mi piace, mi piace tanto ora che sono lontana dal fandom, leggere qualcosa di tranquillo e dolce tra i due, uno spaccato d'intimità senza virtuosismi artistici o senza complessi discorsi. Per quanto ami l'angst, per quanto ami le personalità complesse di Edward e Roy, per quanto non sia fluff, il loro rapporto ogni tanto merita di un'eccezione e tu hai dato loro quell'eccezione in una oneshot piacevole.
Recensione alla storia Stay - 13/09/15, ore 16:24
Capitolo 1: Stay
E' un ritratto bello, una meditazione profonda e così dolorosa che mi sento molto più ferita di Edward, per questo mi sto prendendo tempo per smaltire le emozioni e sfogare la rabbia su poveri mostri di un MMORPG, perché la somma delle riflessioni di Edward porta a un risultato preciso: sono due idioti lui e Mustang, per motivi diversi, ma è innegabile la loro idiozia.
La sintassi ritmata da una generosa quantità di punti fermi rende il tutto più straziante, definitivo, tragico ed è la giusta pausa per le lacrime.
Mi è piaciuto tutto, dalla prima all'ultima riga, dopo l'introspezione di Roy hai dimostrato di saper indagare anche nell'animo di Edward, ma la cosa che più ho amato è stata la tua analisi romanzata dei "resta", è una cosa che ho sempre avuto a cuore, alla quale ho sempre pensato e che mi fa mal al pensiero, perché quando avrebbe dovuto fregarsene ed essere esplicito Roy non l'ha detto - forse perché sapeva la risposta? - e Edward l'ha ignorato per le sue questioni importanti, quelle che una volta risolte gli hanno fatto vedere tutto dalla giusta prospettiva, ma che la sua inesperienza sentimentale non gli ha permesso di capire. Se ha capito il significato dei gesti di Winry, di Maes, di Heiderich e di Maria, per capire lo sguardo di Roy non è pronto, è tutto sotto al suo naso, ma l'Ed che abbiamo lasciato era un Edward che per amore vedeva solo Alphonse e che di romanticismo era ignorante, piange ma non sa e forse non è la peggior cosa non sapere, sarebbe il caso di dire in questo frangente beata ignoranza, poiché se realizzerebbe quel che prova sarebbe tutto ancor più tragico.
Anche se non si concludono così l recensioni, grazie per questo angst, non ne avevo forse bisogno, ma per quanto doloroso mi riporta alla mente (e al cuore) alcuni dei motivi per cui AMO questa serie e tra questi c'è anche la loro tenera idiozia, quanto complicata profondità.
Recensione alla storia Vecchia amica - 05/09/15, ore 12:57
Capitolo 1: Vecchia amica
Incollo qui il giudizio del contest:
Era molto, ma molto tempo, che non leggevo qualcosa su FullMetal Alchemist, un fandom a me tanto caro, importante. Ero davvero curiosa di sapere cosa si celava nella combinazione FullMetal Alchemist-AIDS, ma i risultati che mi aspettavo erano diversi, molto, è stata una bella secchiata di originalità del tutto inaspettata e che forse mi preoccupava un poco, ma una volta iniziata la lettura sono stata rapita dalla grande capacità narrativa che si fonde, si infetta, del tema AIDS, la Malattia del Silenzio che mette a tacere anche i discorsi diretti lasciando alle descrizioni di occhi malati (anche d'amore se vogliamo) il compito di raccontare la storia di una battaglia, la costruzione di un epilogo, quello definitivo di ogni persona. I testi senza dialoghi non sono tra i miei preferiti perché tendono a privare una storia di vitalità con il rischio di annoiare, ma è proprio qui che le tue manifeste capacità di scrittura, la proprietà di linguaggio, nonché uno stile che sa distinguersi, mi hanno portata a riconsiderare un testo senza dialoghi. Ironicamente - rispetto al tema trattato - c'è grande vitalità in ogni periodo, c'è azione, come se descrivessi un'avvincente storia di combattimento in cui le fatiche, i colpi incassati, i colpi andati a segno e quelli andati a vuoto trasudano la personalità di Lan Fan, eroina dignitosa, con cui è facile entrare in empatia ma che, allo stesso tempo, non è poi forse troppo eroica, ma non in senso in negativo: è come se lei, forse più di tutti, avesse compreso i segreti della vita, dell'alchimia, come se li avesse padroneggiati. Invero, Lan Fan, nella serie, è un personaggio di cui sappiamo poco e quel poco lo conosciamo tramite le battaglie e le dimostrazioni di fedeltà a Ling, elementi presenti anche nella tua storia, ma allo stesso tempo - facendola combattere contro questa temibile avversaria - si manifesta un lato inedito di lei, più umano, più egoista, più di parte, ma anche più affascinante; c'è il ritratto di una donna nei suoi colori più accesi e delle sue ombre, con curve sensuali ed altre più severe, rigide, che è difficile farsi piacere, che non vogliono farsi piacere, perché è un ritratto non idealizzato, ma realistico.
La malattia, tra le più infami, poteva davvero essere trattata in tanti modi, tanti modi che potevano scendere nel patetismo, nelle lacrime, invece hai scelto un approccio dignitoso in cui sullo sfondo la malattia fa stragi fisiche e psichiche, essa non è certo più gentile con la nostra protagonista, ma lei stringe i denti, impedisce al pianto di sopraffarla, vivendo la tragedia aggrappata a dolci e sensuali ricordi, ad azioni che non vuole rinnegare, a gesta non epiche, ma umane e dettate da qualcosa di più grande: l'amore. Potrebbe forse sembrare un modo incurante il tuo, perché Lan Fan non è piegata al dolore, ai segni orribili che la malattia può sfoggiare, alle deformazioni, invece esse ci sono ma non sono per lei perché questo è il suo modo di combattere, come nello stesso modo ha perso il braccio, viverla in modo diverso forse avrebbe fatto commuovere di più chi legge, ma non sarebbe stato da Lan Fan, sarebbe piuttosto diventato un testo distaccato da lei.
La parte finale è stata sicuramente la mia preferita, qui la morte avanza, ma non sotto veli di mistero e paranormale, ma come ospite attesa ed amichevole perché facente parte della natura umana, una natura che ha deciso di dare a Lan Fan questa sorte invece di altre e a cui lei non si oppone e vince, in qualche modo, sul piano ontologico della vita, accettando addirittura la sua ultima conversazione con Knox come un arrivederci, una scena che mi ha scaldato il cuore (un po' perché amo il loro rapporto, un po' perché sono la mia insospettabile crack ship preferita), una scena importante che rende l'inevitabile epilogo dolce, mostrando questo essere umano sì inevitabilmente fragile, ma anche meraviglioso, come la vita in fondo.
Confesso che non ho mai letto tante fanfiction sul tema del HIV, mi sono sempre limitata a leggere e a vedere essa in libri e film importanti che sfociavano nel genere del documentario, mettendo il suo nome tra i prompt ero molto preoccupata per come potesse esser trattata e mi aspettavo che sarebbe stata considerata in una storia slash/yaoi, invece sei andata oltre, ricordando col tuo testo che essa ha molti volti e non è "la malattia degli omosessuali", ma un virus che si diffonde anche tra eterosessuali e ciò, molto spesso, viene pericolosamente dimenticato. Ho apprezzato dunque non solo il testo in se nella sua forma e nei contenuti, ma anche nel approccio originale per come il prompt è stato trattato.


Correttezza grammatico-morfo-sintattica con punteggiatura: 10
Originalità: 10
Trattazione tema: 9
Caratterizzazioni: 10
Gradimento personale: 9
Bonus: 5
Totale: 53
Recensione alla storia They Stare, They Cannot See - 17/08/15, ore 23:04
Capitolo 1: They Stare, They Cannot See
Non credo di meritare una dedica così bella ed elegante, ma ho sentito i fuochi d'artificio quando l'ho letta, perché il mio amore per FullMetal Alchemist non ha eguali e quando ne suggerisco la visione spero sempre che chi lo veda possa percepirne la bellezza, cerca di consigliarlo a coloro che secondo me potrebbero capire quelle emozioni e sentirti parlare dunque di dono, mi ha emozionata, perché sì, chissà... forse inconsciamente voleva esserlo, ma non mi aspettavo ritorni di tributi mustangiani, invece l'hai scritto, hai scritto di Roy, mi hai donato il Roy della tua ispirazione che è quello che amo, quello che sorride beffardo, quello che se può cerca di dar ossigeno ai pettegolezzi che gli scivolano addosso, lo divertono, lo distraggono... potrebbero ferire, ma chi si lascia ferire dalle parole non è chi ha fatto la guerra, chi ha fronteggiato orrori, chi vive nella consapevolezza di non aver mai avuto la cosa più importante con se, per se. E quindi questi fiumi di parole e teorie sono credibili, sono tanti e li hai gestiti senza perder il filo del discorso e senza permettere alla scrittura di diventare pesante, piuttosto c'è una sottile ironia che come un filo trascina periodi che nella loro assurdità, dipingendo un mostruoso Mustang, ne fanno da tributo perché - chi legge - sa, il lettore sa chi è Roy e questa pioggia di veleno ed invidia trasfigura il resto del mondo, le male lingue, bruciandosi come acido, svelato chi è l'alchimista di Fuoco, è un bel effetto contrario quello che dai, un effetto che porta un concatenamento di altre emozioni, tra cui il desiderio di averlo vicino, di poterlo abbracciare, ma lui di quel amore, di quell'ammirazione di pochi è grato, ma non sa che farne e le ha viste, le lacrime negli occhi del Tenente Hawkeye. Roy è andato via lo stesso, in questa breve breve frase c'è tanto, non può non colpire, l'amore di una donna forte, una donna che lo merita, che lui merita, ma anche la determinazione che da sempre brucia nel suo personaggio e che lo rende affascinante, un eroe romantico che può lasciare misteri dietro di se, ceneri su cui costruire castelli di fantasie, di fiabe, ma di cui alla fine c'è poco da dire, l'atteggiamento silenzioso dei misteriosi a volte è solo assenza, dentro, nel profondo. E l'assenza che lo ha cambiato si chiama Edward Elric, un Ed con il quale hai fatto una bellissima analogica riflessione, un Ed in cui Roy ha sicuramente sempre visto se stesso e che da adulto continua ad essere un po' lui, inconsapevoli condividono un destino, un passato, un presente, un futuro... pur ignorandosi, pur lontani, come gemelli agiscono come legati insieme, come burattini mossi da un unico burattinaio. E la verità più dolorosa per entrambi, più dolorosa da leggere è che Roy, come Edward, non può tornare a casa. Nessuno dei due ce l’ha più, una casa. In questa semplicità c'è forse la tragedia maggiore di tutta la serie, quel dramma che il tempo rende più doloroso, che trasforma la nostalgia in altro, una nostalgia che Edward, da bambino, ha cercato di sopprimere bruciando la sua casa, ma che Resembool non può certo cancellare, né i sorrisi o le lacrime di Winry, né la lapide di Trisha, né la luce della torcia nel buio della campagna; le difficoltà, gli ulteriori drammi hanno segnato una distanza con quelli creduti punti fermi e sono diventati così tragedia, dolore, esattamente come il Roy che, nel guardarsi indietro lui sente gli spilli, non si sente nostalgico, è così facile con una frase simile comprendere il presente Mustang.
Ho provato, coinvolta, ad immaginare lo smarrimento di Edward che cammina fuori dal suo mondo, in quello che sembra una replica beffarda, la descrizione mi ha lasciata immaginare una nave nel mare in tempesta, ho pensato alla nausea che poi è diventata spilli.
Forse può sembrare un lavoro introspettivo banale, ma non c'è MAI banalità quando si scrive col cuore, quando si pesano le parole, le virgole e chi legge si ritrova a fermarsi su un singolo periodo per il forte impatto emotivo, solo una scrittura potente ed empatica può far questo, averla è Bellezza (da scrivere con la maiuscola, sì, perché mi riferisco alla Bellezza nel iperuranio) e questo scorcio introspettivo è sublimemente bello, nonostante dia pugni, dia amarezza, è quella che si chiama bellissima tristezza che rimane, ti avvolge, ti fa sentire piccolo, ma quando passerà poi avrà lasciato qualcosa in te, qualcosa che non sono solo lividi perché alla fine c'è un tentativo di omicidio:
Solo lui lo sa.
Tutto torna.
Tutto, tranne Edward.

Ma si può rinascere da queste parole che sintetizzano e lasciano contemplare l'intera bellezza di Roy Mustang, che è tutto lì, tra quelle tre frasi, spezzato, amareggiato, innamorato, ma con ancora una sottile speranza, quella che i conti possano tornare, un giorno. Un giorno che purtroppo mai arriverà e per il quale una come me legge con occhi lucidi e profonda gratitudine questa perla.