Recensioni di _Hikari

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Recensione alla storia I Giorni che Restano - 06/09/14, ore 21:26
Capitolo 1: I Giorni che Restano
Ciao! :) Sono Kaori_ – ed ho cambiato nickname per l’ennesima volta.
Incomincio la recensione porgendoti i miei complimenti per questa fanfic.
Ogni personaggi è stato mantenuto indubbiamente IC. La Anne che ci hai presentato è una donna stanca, esausta, spossata dalle perdite, dai dolori fisici e dall’umiliazione inflittale dal consorte.
Ciononostante, è riuscita comunque a trovare la forza necessaria per reagire; riprendere in mano la propria vita. A tale proposito, ho apprezzato moltissimo la figura di Katherine (in effetti, vederla in “The White Queen” sarebbe stato interessante), mi ha trasmesso l’idea di una fanciulla dall’integrità morale, l’animo buono e assolutamente devoto.
E sono contenta che siano state le sue parole a scuotere la regina. D’altronde, se odio genera altro odio, l’amore genera altro amore, no? Quindi, il bene prodigato da Anne le è stato – per così dire – “restituito”.
Allo stesso tempo, anche Richard è fedele all’originale. Oppresso dal peso della corona e ormai pronto a tutto pur di dare un senso al dolore patito.
Tuttavia, contrariamente a quanto mostratoci nella serie tv, non solo la sovrana è ancora in vita ma addirittura lo ha sostenuto, riemergendo dal limbo della sofferenza. Invero, mi è piaciuto ipotizzare che sia stata proprio la vicinanza della donna ad aiutarlo, a supportarlo psicologicamente durante la battaglia.
Insomma, – passami l’espressione – alla faccia dei Lord: Anne Neville si è rivelata fondamentale su più fronti.
Vorrei inoltre soffermarmi sulla scena intima fra RIII e sua moglie. Palesa amore – sono dell’opinione che Richard si sia interessato ad Elizabeth principalmente per disperazione (l’attrazione è stata un punto a favore della ragazzetta) – e angoscia ad ogni gesto.
Il finale. Oh, il finale. Il finale è equivalso a dolcezza pura. Inutile dire che mi ha fatta sorridere. Spero solo che stavolta il parto si sia concluso con un neonato sano e forte. ♥
Uhm, bene, non credo di aver altro da dire… Anzi, dimenticavo: tale tratto mi ha particolarmente colpita. “lei era rimasta sola, ad allevare i figli degli altri, quei bambini che, nonostante tutto, non sarebbero mai stati davvero suoi”. Non so, mi ha trasmesso un’amarezza sconfinata – dunque, tanto di cappello!
Adesso smetto sul serio di tediarti, un abbraccio.
Recensione alla storia Le Confessioni di Padre Edmund - 22/08/14, ore 18:02
Capitolo 1: Le Confessioni di Padre Edmund
Ciao! :)
Una storia comica, leggera e originale (l'ideale per chi come me ha visto ieri la 1x10). Ognuno dei personaggi è stato da te magistralmente caratterizzato, adattato al contesto AU senza venire snaturato!
Sei riuscita a farmeli amare tutti, a partire dal protagonista: uomo buono, paterno e sempre pronto a dare una mano – o meglio, un consiglio – a chi è in difficoltà. Una sorta di psicologo personale, insomma.
Vedere i fratelli sfilare uno ad uno per domandargli aiuto mi ha strappato più di un sorriso. Addirittura George – il George a cui ho trovato impossibile non rivolgere tutta la mia inimicizia – è ai miei occhi risultato simpatico. Merito del quarto figlio di York, però (e tuo, ovviamente).
Tuttavia, i miei prediletti sono stati Richard e Anne. ♥ Lui ha preso coscienza solo adesso dei propri sentimenti ed è stato pervaso dalla gelosia.
Lei, completamente innamorata, ancora risentita per i fatti avvenuti tempo addietro, ha cercato di ostentare caparbia inimicizia nei confronti del giovane. Per fortuna però padre Edmund conosce bene i propri amici/famigliari. In sostanza, sa come riscuoterli ed invogliarli a guardare dentro se stessi.
Dimenticavo: Tuo fratello è impazzito!” [...]
“I miei fratelli sono tutti pazzi a modo loro: tu di quale stai parlando?”

Ho semplicemente adorato queste battute, ecco. Sono la perfetta descrizione dei fratelli York.
Cosa dire dello stile? Scorrevole, gradevole e semplice. L'ho molto apprezzato. Ah, inoltre hai gestito egregiamente la prima persona singolare presente. Cosa non affatto semplice: si rischia perpetuamente di sfociare in un tono – come dire? – “banale”.
Bene, ora smetto di tediarti. Ancora complimenti, K.