Recensioni di shilyss

Queste sono le ultime cinque recensioni che l'utente ha lasciato nella sezione nell'ambito del programma recensioni.


Recensione alla storia A Fever You Can't Sweat Out - 23/05/20, ore 22:56
Capitolo 4: Con la testa tra le nuvole
Mia cara Lion!
Visto che sono una persona precisa ho preferito mettermi in pari con questa storia e mentre leggevo ho avuto un’illuminazione. Nick Vronski, come il Vronskij di Anna Karenina? Lì non finiva per niente bene, però, devo preoccuparmi? Credo che Micheal sia in una sorta di oceano dei sensi in cui per ora va alla deriva. Da un lato c’è Arthur, coltissimo e più grande, in cui il rapporto insegnante/discente diventa quasi uno scambio amicale, dall’altro il suadente Nick, che sembra quasi ci provi con lui e che non si sconvolge minimamente quando l’altro si eccita al suo contatto. Anzi, fa di tutto per tranquillizzarlo e metterlo a suo agio. Quale che sia il suo orientamento, trovo che Nick sia sicuramente più consapevole di cosa gli piace e credo che ci stia provando con Micheal, sì, è abbastanza palese (o meglio, mi porrei la domanda se li vedessi dal vivo).

Avendo scelto di raccontare la vita in una piccola cittadina isolata e rurale – come del resto sono gli USA a eccezione delle poche, grandi città – è ovvio che la caccia e il ballo rappresentino le attività sociali di punta, quelle in cui si manifesta il ruolo dell’individuo secondo un modello arcaico. In questo la storia che hai scritto si ricollega alla tradizione del romanzo di crescita ed è per questo che troviamo i personaggi congelati in un momento tanto fondamentale come il passaggio dall’infanzia all’età adulta. Questo percorso è stato già intrapreso da Arthur nel dolore di una scelta non accettata, peraltro. Prima di chiudere la recensione (che mi scuso essere giunta tanto tardi, ma non sai che giornate) vorrei spendere due brevi parole anche per il padre di Micheal. È vero, è un ubriacone e sicuramente col figlio sta sbagliando molte cose, ma mi sta facendo tenerezza perché alla fine è vedovo e con un figlio e un lavoro di fatica. Sicuramente potrebbe essere migliore, ma in quella limonata ci ho visto un tentativo di occuparsi del ragazzo, sebbene inefficace, probabilmente. Il modo in cui finisci il capitolo, invece, è interessante. Micheal accetterà che a piacergli sono gli uomini?
Come sempre leggerti è una garanzia ** e tutte le tue storie sono così ricche che recensirti è un piacere <3. Un abbraccio e a presto,
Shilyss
Recensione alla storia A Fever You Can't Sweat Out - 11/04/20, ore 12:42
Capitolo 3: Uccidere Un Usignolo
Ciao Lion!

Anzitutto, perdonami per il ritardo <3, poi sappi che ho letto Il buio oltre la siepe e trovo sia un vero e proprio capolavoro e come sempre ti faccio i complimenti per l’accuratezza storica di certe scene. Non devi scusarti per il discorso della caccia: se tu fai dire o fare a un personaggio un determinato atto, non sei tu, è lui. Inoltre, come dici anche nelle note, nella provincia americana la caccia è una realtà e sarebbe stato improbabile che i tuoi personaggi non abbiano mai sparato o bivaccato, specie perché non stiamo parlando di NY o di un grande centro, ma di una realtà rurale. Micheal è preso tra due fuochi.

Impossibile pensare che non sia attratto da Nick che a volte pare proprio provarci spudoratamente (povera Linda; spero che le darai un lieto fine, sorprendimi <3), ma come resistere al fascino e alla personalità di Arthur? Devo dire che in questo capitolo mi ha conquistata per la sua schiettezza. Non gliele manda a dire, a Micheal. Gli fa capire quanto sia stato infame nei suoi gesti da bulletto senza cervello, è un professore capace che parte dalle basi e il pezzo della madre… beh, quello è struggente. Lì Arthur fa arrivare un messaggio preciso: tua madre era una brava persona, generosa, inclusiva, buona. Una che si rende conto delle difficoltà e ti aiuta senza metterti in imbarazzo (ecco perché Arthur piange: per l’accortezza di questa donna che non sta facendo la carità, ma solo aiutando un ragazzo in difficoltà). Un esempio che Micheal, per seguire degli amici un po’ dementi, non ha fatto suo.

Arthur ha accettato di fare lezione al ragazzo perché gli servono soldi, banalmente, ma sta dimostrando a Micheal cosa significa essere adulti e prendersi tutto il peso delle proprie azioni. Il nostro protagonista ha agito come gruppo, vero, ma la sua responsabilità per i gesti compiuti è personale e non collettiva. E implica la delusione che susciterebbe in una madre che invece era tutt’altro. Insomma, se di triangolo si tratta devo dire che sto oscillando verso Arthur, sebbene all’inizio sia rimasta affascinata da Nick ^^. Dopo questa informazione essenziale <3 è tempo delle lodi. Sei bravissima e attenta a ogni dettaglio e leggerti è sempre un piacere grandissimo.
Arthur forever, è uno dei personaggi più intensi e belli che hai scritto.
Grazie per avermi tenuto compagnia in questo sabato di quarantena e a presto,
Shilyss
Recensione alla storia A Fever You Can't Sweat Out - 25/03/20, ore 19:49
Capitolo 2: Vogliono Starti Vicino
Ma ciao Lion!

Nemmeno io saprei chi scegliere, devo essere sincera ^^! Il capitolo come sempre è bellissimo e curato. Ho amato molto come hai messo lentamente a parte Nick dell’affaire Arthur; purtroppo l’uomo in branco mostra sempre il peggio di sé e anche se Mike prova un vero pentimento (a prescindere dai muffin di Linda) verso la situazione, è colpevole di aver partecipato attivamente a quella che è, senza se e senza ma, una persecuzione. Arthur in tal senso accetta, io credo, non solo per soldi, ma perché concedere il perdono ti pone sul piedistallo.

Tu hai subito un torto e sei così magnifico e magnanimo da concedere il perdono – è un concetto interessantissimo. Nick è il personaggio senz’altro più carismatico di tutti. Adoro quando lo fai parlare russo e questa sua perenne ricerca di un contatto con Mike sulla base di questa matrice comune mi piace molto, la trovo un buon inizio per un rapporto che già si fa intrigante dal modo in cui Mike vede e osserva l’altro, trovandolo bello e riconoscendogli fascino. Come abbiamo visto non è l’unico a farlo, c’è anche Linda. So già che uscirà perdente da questo “scontro” perché hai detto che la tua OTP è Nick/Mike. A parte quando ride in maniera stridula ^^’ mi piace molto perché è la classica buona amica che t’aiuta (e in effetti lo fa) e perché le stai dando un background interessante con un padre ubriaco e violento e un lavoro part time non semplice e impegnativo: spero tanto di vedere un suo approfondimento <3.

Da un punto di vista di tematiche sociali, invece, c’è questa cosa interessante che il contesto teen rende particolarmente succosa da indagare. Il persecutore pentito che abbraccia inconsapevolmente la sponda perseguitata. Non è ancora così, sebbene sento che lo sarà e anche la lentezza con cui affronti l’argomento è indice della cura e della perizia che ormai sono un tuo marchio di fabbrica e che apprezzo tanto. ** Te lo confermo, mi rendi la quarantena vagamente più sopportabile <3. Aggiorna presto, questa o Bridge. Io amo entrambe, lo sai **!
Un caro saluto e a presto,
Shilyss :)
Recensione alla storia A Fever You Can't Sweat Out - 13/03/20, ore 17:13
Capitolo 1: I Ragazzi Sono Tornati
Ciao Lion! ♥

Perdonami se ti ho fatta aspettare questa settimana! Sono molto contenta che tu abbia iniziato questo nuovo progetto e gli abbia dato un ambiente teen, ma sono ancora più curiosa di vedere gli anni Ottanta americani: un decennio difficile e complicato soprattutto per il tipo di mentalità esistente, incredibilmente differente da quella attuale. Inoltre, non paga, hai scelto – e di nuovo qui la mia curiosità è altissima – una minoranza particolare, quella russa. Il pezzo che ho sentito più intensamente è quello riferito alla madre di Mike scomparsa. È un pezzo ben scritto, doloroso e struggente soprattutto in quella spasmodica ricerca di un profumo che faccia sentire a questo ragazzone spavaldo che va a scuola con la barba lunga e guida una cadillac la nostalgia della mamma. Col padre, abbrutito dalla perdita e prima ancora provato dal Vietnam, c’è un rapporto conflittuale che in parte ricalca i modelli di distaccamento genitore/figli propri del dopoguerra e velati da una punta di disprezzo (Mike non vuole rinunciare alla possibilità di una vita migliore, possibile unicamente frequentando il college), mentre dall’altro c’è un velo di pietà per un uomo che beve dal primo mattino e che lo fa vivere nella miseria.

Rispetto alla combriccola di amici devo dire che il personaggio secondario che più mi ha catturata è stato sicuramente Nikanor, questo sfacciatello newyorchese finito nella piccola cittadina. Mi piace e mi ha subito incuriosita e credo che abbia incuriosito anche Mike, che con tutta probabilità vedrà in lui un interesse amoroso che confiderà all’amica Linda (ipotizzo, dato che è già stato detto come la ragazza non rappresenti una papabile fidanzata, ma sia solo un’amica fraterna). Come sempre apprezzo tanto la cura dei dettagli che metti nelle storie. In questo caso c’era la diversità del sistema scolastico americano rispetto a quello italiano da riprodurre e wow! Ci sei riuscita. La consulente scolastica, l’ufficio del preside da cui andare in caso di cambiamenti, le lezioni più libere rispetto alle nostre e tanti altri piccoli dettagli sembrano cose così e invece so benissimo che ti sono valse ore di studio **. Non ho fatto menzione della componente sociale perché è solo il primo capitolo, ma sappi che come sempre apprezzo tanto l’interesse che metti nel fotografare alcune realtà. Sei bravissima e le tue storie rendono la quarantena meno schifosa. Ecco, l’ho detto. Un abbraccio forte nonostante il metro di distanza, come da decreto,
Shilyss :)
Recensione alla storia La forma dell’amicizia - 21/09/19, ore 15:45
Capitolo 1: La forma dell’amicizia
Ciao yonoi!
Avevo promesso che mi sarei rifatta viva, come recensorA free, e infatti... eccomi qui! ^^
Ho fatto un salto per vedere da dove cominciare a stalkerarti stavolta e sono rimasta invischiata nella rete di questa drabble bellissima e poetica. “E io che ho radici di terra.” Ma quanto è bella questa tua frase?
Amo Del Toro. Ho visto tutti i suoi film, adoro la sua poetica e vedere il modo in cui sei riuscito a sintetizzarla in poche parole cogliendone la profonda essenza mi ha resa immensamente felice. L’amore che lega la creatura marina e la donna è dei più particolari: sono entrambi dei diversi nel loro mondo di appartenenza. Elisa non è solo capace di guardare la bellezza racchiusa nella bestia, ma è essa stessa una creatura marina, volenterosa di abbracciare la sua natura altra, onirica, umorale, bestiale, mostruosa e oscura, rispetto a un mondo gretto, pragmatico, asettico che usa la scienza nel modo peggiore.

L’occhio di Zelda sulla vicenda chiude il cerchio di sensazioni che lo spettatore ha provato guardando il bellissimo film e sei stato bravissimo nel voler anche sottolineare la pesantezza della figura della narratrice: una donna di mezza età che fa un lavoro pesante a un orario spesso ingrato che si trova ad assistere a una vera e propria fiaba e riconosce la natura dell’amica Elisa accettandola come creatura che appartiene, col cuore prima che con il corpo, al mare. Un bellissimo esempio di drabble sensibile, attenta, canonicamente ineccepibile e scritta benissimo. Ma questo è quasi superfluo.
A presto sulle ultime minilong belle corpose,
Shilyss :)