Recensioni di mari74

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Recensione alla storia Bond of Love - 11/08/17, ore 08:24
Capitolo 1: Caduta dal cielo di Kyoto
(Segnalazione indirizzata all'amministrazione per l'inserimento della storia tra le scelte)
Vorrei portare questa storia all’attenzione dell’amministrazione affinché venga inserita tra quelle scelte.
Tengo a precisare che, pur avendo trovato nei vari fandom di EFP altri componimenti ben scritti e degni di attenzione, in tutti questi anni di letture è la prima volta che io stessa apprezzi un racconto e ne venga coinvolta al punto di fare la segnalazione.
Basta un primo approccio a quest’opera per notare la cura mostrata verso l’ortografia e la grammatica, la scrittura in un italiano privo di errori e con un linguaggio ampio e ricercato, a tratti aulico. Lo stile sicuramente elegante non appesantisce la narrazione che risulta invece scorrevole e pulita, caratterizzata da frasi non eccessivamente lunghe né inutilmente complesse.
I dialoghi sono essenziali, limitati a ciò che i protagonisti vogliono e devono effettivamente comunicare e non servono solo a portare avanti la storia come invece spesso accade nei racconti dove il discorso diretto colma le lacune di un’incapacità narrativa.
Più che con le parole, i personaggi si esprimono spesso con gli sguardi, con i movimenti del corpo, con un gesto o un’azione che ne spiegano da soli il valore e l’intenzione. Viene dato molto spazio all’introspezione, all’analisi e allo studio del pensiero e dell’animo umano con tutte le sue sfaccettature. L’autrice riesce a donare spessore, nel bene e nel male, a tutti i caratteri sviscerandone le paure più profonde, la malinconia che a volte li avvolge, i momenti di pura felicità. I protagonisti vivono con intensità le proprie emozioni, lottando e dibattendosi nella ricerca di se stessi e del senso della vita, plasmando un vero e proprio romanzo di formazione.
I personaggi di Captain Tsubasa qui presenti sono molto più simili all’originale di quanto sembri a una prima lettura. Sono solo un po’ più maturi anagraficamente e soprattutto psicologicamente rispetto a quanto siamo abituati a conoscerli. In questa storia diventano esseri umani reali, con problemi concreti, sono persone in carne e ossa per le quali è difficile non provare empatia o comprensione. Ai caratteri canonici si uniscono alcuni personaggi di invenzione dell’autrice, o comunque minori ma poi fortemente caratterizzati ai fini della storia e che si inseriscono in maniera fluida nella narrazione, diventando a loro volta elementi fondamentali per la trama.
Molto apprezzabile a mio avviso la decisione dell’autrice di dare un tema portante a ciascun capitolo, riportandolo nel titolo e nell’incipit iniziale. Il tema richiama un libro, una canzone, un assunto che poi viene ripreso abilmente nel capitolo stesso, motivando, giustificando o chiarendo i pensieri e le azioni dei personaggi coinvolti. In aggiunta a questo leit motiv, sono presenti citazioni e aforismi vari introdotti in maniera fluida nella storia e che vengono poi richiamati e spiegati a fine capitolo dall’autrice.
L’ambientazione e le sceneggiature sono molto varie e ben descritte con dovizia di particolari e i personaggi si spostano da un continente all’altro offrendoci una vasta serie di panorami mondiali. I luoghi sono scelti con cura e attenzione, di questi ci vengono mostrati le tradizioni e le usanze locali, i miti e le leggende che li caratterizzano, diventando anch’essi fondamentali ai fini della trama. Spesso l’autrice riporta in calce a ciascun capitolo note esplicative con foto e descrizioni che approfondiscono le località visitate.
Infine la storia è impreziosita da fanart create ad hoc per ogni capitolo da una collaboratrice dell’autrice. I disegni realistici e curati rispecchiano perfettamente lo stile del racconto e, unitamente al supporto fotografico dei luoghi, contribuiscono ad arricchire visivamente l’opera rendendo i personaggi e la loro collocazione più veri e tangibili.
Essendosi conclusa la storia, colgo l’occasione per ringraziare l’autrice per le molteplici emozioni che questa lettura mi ha fatto provare in questi due anni di pubblicazione. Ho atteso con ansia ogni capitolo, partecipando con trasporto alle avventure di tutti i personaggi, non solo quelli da me preferiti. Ho amato Kojiro, ho palpitato per Tsubasa, sono stata in apprensione per Lisa, ho sofferto per Madalena, ho rivisto me stessa in Sanae.
Immaginando l’enorme lavoro svolto per pubblicare un’opera di questa qualità, credo che la storia meriti ampiamente di entrare tra le Scelte e ne raccomando vivamente a tutti la lettura e la condivisione.
Recensione alla storia La Memoria dell'Acqua - 07/06/17, ore 07:06
Capitolo 2: La memoria del mare

Cara Gratia,
è un piacere ritrovarti di nuovo sul fandom: sai bene ormai quanto apprezzi i tuoi lavori così accurati, ben scritti e che riescono a far emergere con delicatezza le varie sfaccettature dell’animo dei personaggi che descrivi.
E’ difficile spiegare a parole le molteplici emozioni che questo racconto mi trasmette. Ho apprezzato innanzitutto la tua scelta narrativa di ambientare la storia in una fascia temporale diversa da quelle solitamente proposte. La preadolescenza è un periodo che solo all’apparenza può offrire meno spunti rispetto a dei personaggi più “maturi”: qui sei riuscita bene a cogliere quell’attimo prezioso e importante che è l’innamoramento di Sanae verso Tsubasa. Un sentimento che, come sempre quando ti rivolgi a lei, non esplode con fragore ma cresce a poco a poco con il tempo e con la vicinanza al giovane Capitano e di cui in questo istante lei prende finalmente consapevolezza. Un sentimento sussurrato, per usare un termine con il quale ami parlare di Sanae.
Basta un tocco, un contatto di mani, per rendere quella sensazione più definita e identificarla con un colore: il rosso, che pure è sempre stato rappresentativo per Sanae. Ed è significativo, quasi il simbolo di un piccolo salto avanti verso l’adolescenza, come sia proprio il colore della passione e della carnalità – anche se in questo caso trattato ancora in modo delicato e in linea con la giovane età dei protagonisti – a delinearsi nella mente di Sanae dopo aver sfiorato per la prima volta la pelle di Tsubasa. Sanae in questo istante fa un passo avanti verso la sua crescita come donna e verso la scoperta della sua femminilità. E’ il fiume che si getta nel mare aperto e che cambia completamente la sua forma e il suo destino, come scrivi splendidamente. Nella storia originale l’abbiamo vista maschiaccio per i primi anni per poi trasformarsi improvvisamente in una giovane adolescente. Mi piace pensare ed è verosimile che possa essere accaduto un episodio di questo tipo per far avvenire un cambiamento così radicale nella sua personalità.
Tsubasa invece…. È sempre Tsubasa. Non ha ancora scoperto le donne né l’amore, è un ragazzino che è totalmente proiettato con la mente verso un sogno, solo all’apparenza più grande di lui. Ritrovo però in lui i tratti caratteristici della sua personalità: la dolcezza, la gentilezza, la positività, la serietà. Il “sorriso di luce” che scorge Sanae alzando gli occhi richiama tutto ciò, ma è ancora più luminoso per la giovane ragazza che si sta innamorando di lui.
La splendida fanart esprime perfettamente il tutto: Tsubasa con lo sguardo rivolto al mare a contemplare le lanterne che si allontanano, serio, perso nei suoi pensieri, forse immaginando di essere al posto di quel tōrō che avanza verso l’orizzonte e un destino sconosciuto. Sanae, che invece di osservare ciò che le accade intorno, scruta il suo Capitano cercando di delineare i sentimenti che si fanno strada dentro di lei.
Chiudo ricollegandomi all’incipit del racconto, scelto evidentemente con cura e che richiama magnificamente tutti gli elementi e i personaggi della storia: i tōrō che, per quanto siano fragili e indifesi, sfidano con pacatezza e senza timore il mare aperto. Ma anche Tsubasa, già deciso a spiegare le ali verso il cielo e verso un futuro lontano dalla sua patria. E infine Sanae, pronta come la sua lanterna a seguire silenziosa la scia di Tsubasa.
Complimenti come sempre e resto in attesa di leggere i tuoi prossimi racconti.
Mari
Recensione alla storia Bond of Love - 27/11/16, ore 07:11
Capitolo 36: In mezzo scorre il fiume

Il viaggio alla riscoperta di se stessi e di chi si è stati è la sola cosa che può aiutare Narumi a rimuovere quel blocco mentale che si è auto imposta dopo la morte di suo figlio. Deve essere difficilissimo riuscire a superare questo tipo di traumi, a volte il dolore non lascia una via di ritorno. Narumi, per quanto donna forte e di carattere, è stata inghiottita dall’oscurità e per proteggersi e tentare di andare avanti ha iniziato a ricercare in maniera ossessiva quella perfezione che le è sempre stata imposta fin da piccola dai genitori e dall’ambiente severo e formale in cui è cresciuta. La cura del giardino e la magnificenza delle sue rose non sono altro che il suo modo per ricreare quel mondo dettato da regole e gestito dal padre che le ha dato garantito una rassicurante protezione da piccola. L’arrivo di Richard poi ha letteralmente fatto a pezzi la sfera di cristallo in cui ha vissuto fino all’adolescenza, facendole conoscere l’amore, il desiderio, la trasgressione e tutto ciò che a una ragazza di buona famiglia di un Giappone chiuso nel suo passato le hanno sempre fortemente vietato. Ma alla fine Narumi non è altro che una ragazza come tutte che, malgrado la rigida educazione, ha solo bisogno di amare qualcuno. Tra lei e Richard c’è in fondo un colpo di fulmine e in quel momento il loro destino viene scritto: Richard ha personalità, sa quello che vuole dalla vita ed è una persona di successo. Ha combattuto come un leone per la mano di Narumi, come ci hai già mostrato in passato, e alla fine l’ha avuta vinta.
In fin dei conti si tratta di un percorso simile alla storia di Lisa e Kojiro. Lei di buona famiglia, lui non è Gaijin ma è comunque un diverso rispetto all’estrazione sociale di Lisa, un indegno. Non sappiamo fino a che punto Narumi si sia cristallizzata sulle idee di suo padre a causa dell’incidente o se già da dopo il matrimonio con Richard abbia ricominciato a farsi influenzare dalla sua cultura e dalla mentalità dei genitori. Di sicuro il fatto che dopo la morte del figlio abbia smesso di parlare con Lisa non ha aiutato la complicità tra le due donne. Il fatto però che, come Lisa accenna, sua madre non le abbia mai parlato fino alla fine del modo in cui lei e suo padre si siano conosciuti svela che comunque non ci sia mai stata una comunicazione profonda e sincera tra di loro.
Ma qualcosa finalmente è cambiato. Narumi rivede se stessa in Lisa, con l’aiuto del marito che la sprona a ricordare chi è stata. Riesce forse a provare per la prima volta comprensione verso sua figlia che commette i suoi stessi errori e rimane incinta nel momento sbagliato. Non tutto il male però viene per nuocere e se Narumi alla fine credo sia stata felice ed appagata per la sua famiglia, lo stesso accadrà anche per Lisa. I due giovani in fondo si amano e Kojiro ha dimostrato una volta di più di essere un vero uomo e di avere il carattere e le capacità di prendersi le sue responsabilità – non solo sul campo da calcio – e di poter mostrare tatto e sensibilità verso le persone che gli stanno vicino.
In tutto questo il fiume che scorre, dividendo e unificando al contempo, segnando i confini tra territori diversi tra loro che però alla fine fanno parte di un’entità unica, mi sembra la metafora perfetta della storia di Lisa, Kojiro e dei personaggi che ruotano loro intorno. Bellissime anche le citazioni che hai scelto di far esprimere ai protagonisti, le trovo di un’immagine visiva davvero potente.
Complimenti infine come sempre a Kaori per lo splendido disegno, delicato e sensuale, che incornicia il lieto fine delle tribolazioni di Lisa e Kojiro e segna l’inizio per loro di una nuova vita a tre.
A presto.
Mari

Recensione alla storia La Memoria dell'Acqua - 17/11/16, ore 07:02
Capitolo 1: La memoria della pioggia
Mi è piaciuta molto questa tua idea di scrivere una raccolta di storie a tema legate a “Bond of Love”. Sono come delle fotografie, delle immagini che danno una chiave di lettura in più dei personaggi che hai caratterizzato nella tua opera principale. Direi che quest’ultima si presta bene ad un’integrazione con delle one shot, in quanto i protagonisti sono molto sfaccettati e ricchi di sfumature e ogni singolo episodio che ci riporti con questo nuovo filone di narrazione spiega qualcosa in più del loro modo di essere.
Mi sembra interessante la scelta dell’acqua come filo conduttore della raccolta. Aldilà della sua importanza nella vita di tutti i giorni, è in effetti spesso presente all’interno della storia principale come parte attiva e scatenante delle azioni (a partire da quello stesso temporale che agita qui e altrove le notti di Madalena e che è presente bene o male nei momenti di maggiore intimità spirituale e fisica tra i due ragazzi), oppure come elemento che influenza i personaggi e le loro idee (penso a Sanae e alle sue lunghe riflessioni sulla spiaggia di Miho, o al suo sentirsi “porto” e non “nave” mentre guarda l’oceano con Yukari) o anche solo come sfondo (ricordo una bellissima immagine di Kojiro sotto una pioggia torrenziale faccia a faccia con il padre di Lisa).
Questa one shot, relativa ad un passato ormai piuttosto lontano della vita di Diego e Madalena, mostra una volta di più come il legame tra loro sia inscindibile. Nato nel sangue, si è rinforzato con le premure amorevoli che Diego ha sempre avuto per cercare di curare le ferite profonde nello spirito e nel corpo della ragazza. Un rapporto che ha queste basi difficilmente può essere cancellato o dimenticato.
Io credo che lo spaccato che hai voluto dipingere qui sia alla fine il vero attimo di innamoramento tra i due ragazzi. E’ difficile in generale capire quando nasce l’amore: spesso origina da piccoli episodi e cresce dentro di noi senza che ce ne accorgiamo. Diego e Madalena secondo me si sono piaciuti fin dall’inizio, dalla volta in cui si sono visti a Paraisopolis. Però quello che hai descritto ora è il momento in cui si trovano veramente per la prima volta, si confortano a vicenda, capiscono che stanno bene l’uno nelle braccia dell’altra e che basta questo a loro per andare avanti. Forse è solo ancora una percezione sfumata, una sensazione che però inizia ad insinuarsi sotto la loro pelle e a gettare le basi per una dipendenza reciproca che non si può evitare, neanche quando le circostanze sembrano fare di tutto per ostacolare questo legame. In questo attimo è come se si fossero scelti per sempre e abbiano scritto inconsapevolmente il loro futuro.
Attendo di poter leggere altre piccole perle come questa, impreziosite come sempre dagli splendidi disegni di Kaori.
A presto.
Mari
Recensione alla storia Bond of Love - 25/10/16, ore 06:19
Capitolo 35: L'alchimista
Un magnifico paesaggio, dove gli elementi naturali dominano la scena, fa da sfondo ai primi momenti di intimità tra Diego e Madalena. I due giovani, che possono finalmente vivere senza riserve la loro storia d’amore, non potevano scegliere luogo più ideale di Praia Bianca per ritrovare la felicità insieme. Questa casa è il luogo dove hanno forse condiviso più che altrove la loro vita, cercandosi e mai trovandosi veramente fino a poco tempo fa per una serie di riserve reciproche che Madalena ha qui espressamente svelato. La paura di portare l’ombra nell’esistenza di Diego è stato un freno che l’ha trattenuta troppo a lungo dal poter ricercare quell’amore che aveva avuto sempre al proprio fianco e di cui era consapevole da tempo. Per fortuna questo fantasma è sparito ed ora i due ragazzi sono liberi di frequentarsi senza temere il passato, a cui Diego non ha poi mai dato così tanto peso, né il giudizio di coloro che sono loro vicini.
Il segno più tangibile di questo cambiamento è da ricercarsi anche in questo caso in un fenomeno naturale: il temporale, che agita l’oceano, illumina il cielo con i suoi lampi e cerca di insinuarsi con l’ausilio del vento dentro la casa sulla spiaggia dove vivono i due innamorati. Ma Madalena non ha più timore né della tempesta, né del fragore dei tuoni perché ha un uomo che riempie la sua esistenza, le è vicina e la fa sentire sicura e protetta. Neppure il terribile ricordo della madre che l’ha abbandonata per sempre, e che lei ha sempre associato a questo evento, può più impaurirla, segno che forse anche su questo punto dolente della sua vita è riuscita a trovare dentro di sé una riconciliazione. E tutto sempre grazie a Diego che l’ha aiutata a superare questo grande trauma e a colmare il grande vuoto affettivo che ne è inevitabilmente derivato.
Adesso ai due ragazzi non resta che amarsi, unirsi carnalmente oltre che spiritualmente. Non mi soffermo sulla descrizione del loro rapporto, da te narrato come sempre in modo realistico e sensuale, se non per dire che hai raggiunto in questo capitolo una capacità di raccontare l’amore in modo diretto ma delicato al tempo stesso che non ha eguali con i precedenti. Sarà una maggiore maturità narrativa, sarà che ami particolarmente questi personaggi che ti appartengono più degli altri in quanto tue creature. Non è facile mantenere un livello alto svelando il lato più fisico dell’amore: si rischia sempre di inciampare e cadere in aspetti vuoti o addirittura volgari, o ancora peggio nelle banalità. L’ambientazione curata e fine alla storia, l’approfondimento psicologico e l’analisi che Madalena fa del suo vissuto unito al superamento psicologico del suo passato oscuro rendono questo capitolo un piccolo gioiello.
La richiesta di matrimonio di Diego a una commossa e finalmente felice Madalena e il futuro pieno di speranza che si prospetta loro davanti chiudono il cerchio in modo romantico donando ai due ragazzi un lieto fine che non poteva essere più meritato.
A presto.
Mari