| Recensione alla storia Stanchezza - 08/06/14, ore 01:04 | | Capitolo 1: Stanchezza | Com'è assurdo.
No, devo dirlo, è assurdo che tu abbia pensato di scriverne (no, seriamente: COME?) ed è assurdo quello che accade. E se è assurdo, allora è perfettamente calzante con l'opera di Beckett. Se aspettare è insensato, perché Godot non verrà, effettivamente Vladimiro ed Estragone sono in quanto aspettano. Esistono come personaggi solo nell'atto di aspettare quel Godot che non compare se non nel titolo. E l'idea di farli perciò morire, così, subitaneamente, perché si sono stancati di attenderlo (perché sanno che non verrà? Perché hanno perso la speranza? Ed è proverbiale, una volta morta quella...) è semplicemente perfetta.
Non lo so, si presta a quella infinita serie di interpretazioni, tutte fastidiosamente possibili, che sono sottese anche all'opera originale. Mi è piaciuta moltissimo, anche se con quella punta di irritazione che mi ha sempre dato il teatro dell'assurdo, perché ti lascia insoddisfatta. E tu lo hai fatto apposta - e hai fatto benissimo - ad aggiungere quel "Se verrà" a chiusura, che è la chiave di tutta l'opera, perché altrimenti si rischiava di essere soddisfatti all'idea che questo benedetto (più maledetto) Godot sarebbe arrivato e avrebbe trovato i loro resti. Qualcosa finalmente sarebbe accaduto. E INVECE NO.
Per chiudere decentemente questa recensione troppo seriosa lasciata ad un'ora troppo tarda, ti dico che ho sempre pensato che Vladimiro ed Estragone fossero nomi da contraccettivi e al liceo sbandieravo questa opinione come una critica letteraria molto fondata. La mia professoressa, curiosamente, non era d'accordo.
I miei complimenti e tanti biscotti.
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