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Recensione alla storia Cenere - 17/06/13, ore 15:17
Capitolo 1: Cenere
La storia è molto bella e accattivante, degna del capitolo di una biografia su Jim Morrison o più in generale dei Doors. Lo stile è ottimo e soprattutto chiaro e lineare. Si legge con facilità e tutta d'un fiato, senza iterruzioni o attimi di noia. Ha un ritmo sempre cadenzato e regolare e in fine non sembra nemmeno di aver letto qualcosa ma di averla sentita raccontare; anzi, di averla sempre avuta dentro (sopratutto per chi è un fan del personaggio). La figura del frontman dei Doors è esttamente quella che ognuno di noi si immagina ma che pochi ammettono e ancora meno raccontano. Un Jim Morrison immerso in una continua ricerca dell'epifania, da ottenersi in qualsiasi modo, anche tramite il sesso occasionale. In poche righe tuttavia non mi sarei mai aspettato di assitere ad una crescita così esponenziale del personaggio, carartterizzato con minuzia e realtà. Sin dall'inizio assistiamo ai capricci e alle scuse di un bambino che vuole il suo giocattolo, poi alla consapevole spiritualità di un artista a cui non importa la ricerca sfrenata e senza regole dell'estro ma il raggiungimento di questo tramite l'Amore, quello con la "a" maiuscola, che non è altro che l'incarnazione di Pam. Pam...bhè cosa c'è da dire sulla figura di Pam? Poche righe per lei, ma molte emozioni; rabbia, pentimento, rimorso e amore. Certo un character design non molto sviluppato ma giustificato. Infatti Pam non è la co-protagonista e tanto meno l'anti-eroe, lei è solo il frutto del desiderio, l'excalibur di un Artù riletto in chiave bohemienne. Il finale è forse l'unica pecca. Troppo romanzato e privo dell'anima tragica che permea non tanto la storia ma il personaggio principale. Sì, è vero che l'ultima cosa che si legge è la data della sua morte, ma Jim Morrison è un novello Edipo, incatenato nella trama di una società senza pietà e fagocitante anima e corpo del "genio" artistico e quindi non può, anzi non deve morire con la speranza di un domani migliore, bensì deve cadere tra le mani di Thanathos disilluso e consapevole che questo mondo in cui siamo solo un'attimo del tutto non ti offre nessuna speranza di felicità. per il resto devo ammettere chè è un racconto veramente ottimo e ben scritto. Lo vedrei meglio sullo scaffale di una libreria che sul web. Il momento clou per me è assolutamente stato quello della ragazza che si lascia cadere la spallina per attirare "il re lucertola": pieno di pathos e suspance. Continua a scrivere perchè il talento è facile da riconoscere in un mare di mediocrità!