Recensioni di 9Pepe4

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Recensione alla storia Uneven - 24/10/13, ore 13:15
Capitolo 1: Uneven
Okay. È l'ennesima volta che tento di commentare questa storia... spero solo sia quella buona.
Da dove cominciare? Loki e Sigyn sono due figure della mitologia norrena che mi intrigano da morire, e mi è piaciuto molto come li hai raffigurati in questa storia.
Tanto più che, sin dalla prima frase, hai saputo creare un'atmosfera implacabile, in un certo modo... la sensazione che il passo che sta facendo Sigyn sia qualcosa di davvero enorme, qualcosa da cui non potrà tornare indietro.
L'idea di inserire gli avvertimenti che sono stati dati a Sigyn mi è piaciuto molto. Non solo aumenta la sensazione che lei si stia davvero cacciando in una brutta situazione (e, da brava amante dell'angst, non posso non adorare questa cosa), ma dà un bel ritmo alla storia. Il pezzo riguardante il cuore di Sigyn mi ha dato i brividi (in particolare quel Non lasciare che lui lo veda e lo imprigioni nei suoi occhi, e l'ho apprezzato ancor di più quando è stato richiamato in i suoi occhi trasparenti come ruscelli d’alta montagna. Quanto male si può celare dietro uno sguardo tanto limpido? Quante catene? e anche, forse in maniera ancora più forte, in l’incanto dei suoi occhi, quei suoi occhi troppo limpidi, mi ha già afferrata). Comunque, se vogliamo parlare dell'interlocutore non meglio identificato, alla prima lettura ho immaginato che fosse una balia, alla seconda il padre della ragazza... ma sono più incline alla prima interpretazione :)
Mi piace anche come Sigyn si ripete quei consigli nella mente, perché allo stesso tempo si avverte che... non so come dire... che lei non riesce (per usare un'espressione un po' colloquiale che stonerà con tutto, ma amen... non saprei come altro dirlo :D) a ficcarseli in testa davvero.
E quando Loki le fa quell'apprezzamento, ecco che i consigli sembrano svanire, evaporati come acqua sotto il sole.
Inquietante, ma ho adorato il ritmo della parte:
Prima bugia.
Io arrossisco, lui sorride.
Primo errore.

Quando poi Loki le domanda se lei gli sarà sempre fedele, e Sigyn risponde affermativamente... non ho potuto fare a meno di pensare a come finirà, mi si è chiuso lo stomaco. In un certo senso, il destino che si è preannunciato già dalla prima riga si è qui ripresentato, con maggiore insistenza.
Tornando un attimo indietro, ho apprezzato anche quando viene presentata la differenza tra come Sigyn immaginava il suo matrimonio e come il suo matrimonio effettivamente è... Senza fiori, senza sole, solo pietra e gelo (ed è in qualche modo terrificante, ma tanto da Loki, il fatto che il dio usi l'assenza del sole per fare quel suo complimento alla propria sposa).
Mi è piaciuta anche la frase che chiude la flashfic, così impietosa e definitiva... Perché no, il fatto che Sigyn non possa imparare a mentire... non mi è sembrato affatto positivo. Non ho tirato un sospiro di sollievo, né mi sono detta: "Okay, anche se è la sposa di Loki si conserverà innocente". Ciò che ho avvertito, è che Sigyn è immensamente vulnerabile... e le bugie avrebbero potuto servirle da scudo contro quelle di Loki. Ma è troppo tardi. Non succederà.
Complimenti!
Recensione alla storia Dauðalagið - Canto di morte - 07/10/13, ore 21:28
Capitolo 1: Dauðalagið - Canzone della morte
Non so se riuscirò a trovare le parole giuste per dire quanto mi è piaciuta questa storia.
Da brava masochista quale sono, mi trovo irrimediabilmente attratta da Loki, Sigyn, e da tutta la loro (terribile) vicenda.
E ho trovato magistrale la maniera in cui ne hai parlato, con quell’alternarsi di ricordi e tempo presente, con quella frase («Questa, mia cara bambina, è una menzogna») che intervalla e scandisce il tutto, donando dei brividi nient’affatto trascurabili.
La punizione di Loki, almeno a parer mio, comunica la giusta dose di orrore (tra i dettagli che mi sono rimasti più impressi, i capelli di Sigyn come sangue rappreso e il pus sul volto di lui… non parliamo poi di ciò che mi ha fatto la menzione delle risate e delle grida dei suoi bambini assassinati che Sigyn ha seppellito dentro di sé…).
Riguardo la caratterizzazione dei due personaggi, poi… Mi è piaciuta da morire. Sia lui che lei sono ben delineati e, soprattutto, sono vivi (non so se è chiaro ciò che voglio dire… a volte, però, mi succede di scrivere di certi personaggi e di avere l’impressione che vengano fuori smorti, banali… Ecco, senza dubbio i tuoi Loki e Sigyn non hanno avuto un tale destino…).
Un punto che mi è piaciuto molto è stato quando Loki puntualizza che Sigyn ha utilizzato i verbi potere, dovere e volere con troppa libertà (considerato quanto il Dio dell’Inganno sa giocare bene con le parole, mi è parso un discorso più che azzeccato per le sue labbra)… E la replica di Sigyn è perfetta.
Bellissimo anche come hai gestito il loro primo incontro (e l’accenno a tutti i bastardi generati da Odino mi ha quasi fatto sorridere… Loki non ha tutti i torti…), e il sorriso da lupo di Loki è dannatamente da lui (altra cosa che mi è piaciuta da morire? Sigyn che, in tutta serietà, pensa che la faccia di lui gli si squarcerà a forza di sorridere così).
Oh, diamine. Dovessi elencare tutto quello che mi è piaciuto, potrei andare avanti sino a domani mattina. Va bene, mi limiterò a menzionare poco altro: Sigyn davanti alla finestra del primo pezzo, che sente la veste gonfiarsi e pensa che il vento possa portarla via; dal primo al secondo pezzo la trasformazione da sogno a realtà, coi vari dettagli che paiono mutare; Loki che riesce a compiacersi del divertimento che riesce a guadagnare con le sue menzogne e i suoi scherzi.
Per finire… Per colpa di questa immagine, ho sempre immaginato il Loki mitologico coi capelli neri al pari di quello della Marvel, nonché Sigyn bionda… Dopo aver letto questa storia, però, mi chiedo come farò a non pensarli coi capelli rossi lui e neri lei…
Riguardo lo stile, l’ho amato. È scorrevole in modo meraviglioso, ho letto tutto senza mai distrarmi o perdere il filo.
Solo due appunti. Nel passaggio:
“Spalancò la finestra all’improvviso, senza averci nemmeno pensato sopra, e il vento si caracollò verso di lei […]”… Quel sopra… in realtà non so se è giusto definirlo un errore… Insomma, un su probabilmente mi suonerebbe meglio, ma non so se sia dovuto al fatto che è sera (e oggi il mio cervello si è già scollegato); riguardo a si caracollò, credo che il si andrebbe cancellato… Non mi risulta che esista il verbo “caracollarsi”.
E in:
“Appeso com’è, con le catene che gli segano i muscoli delle braccia e i piedi inchiodati al pavimento i suoi movimenti sono limitati e scomodi […]”, mi pare che dopo pavimento andrebbe aggiunta una virgola.
In conclusione, ti faccio tutti i miei complimenti!
(La storia, c’è bisogno di dirlo?, finisce dritta tra i miei preferiti…)