Recensioni di Camilla85

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Recensione alla storia Figli di Atlantide - 12/02/19, ore 08:59
Capitolo 4: La vita normale
Buon giorno mia diletta. Scusami per il ritardo tremendo con cui recensisco. È stata una settimana interessante, diciamo così. Praticamente sono riuscita a rileggere solo oggi il capitolo e a gustarmelo come si deve!! Anche perché è davvero sublime e ricchissimo, fantasticamente pieno di riflessioni, spunti e un sottotesto incredibile. Non c'è paragrafo che non abbia adorato e apprezzato. Kudos davvero! Forse è quello che fin'ora mi è piaciuto di più.
Mi è piaciuta Nadia, da matti, con le sue complicazioni e le sue insicurezze. Mi è piaciutoa l'evoluzione del suo rapporto/comportamento con Jean, come se stesse finalmente maturando o almeno, prendendo coscienza di sé e della sua ascendenza. E poi Jean e Marie, sopratutto Marie, il mio piccolo raggio di sole in qualunque momento e circostanza.

Poi beh, i due momenti migliori... Rebecca/Grandis e la sua lettera mai scritta (ma poi incontra Electra? Magari tra qualche capitolo? Io ho sempre pensato che alla fin fine un po' amiche lo siano diventate, o almeno che ci sia un profondo rispetto e un pizzico di confidenza).
E la nascita di Etienne, con soprattutto il tuo usare Medina e non Electra. Come se stesse nascendo anche lei! Grazie, è stato un passaggio davvero bellissimo!!!
Quindi grazie ancora e a tra poco! Non vedo l'ora del prossimo capitolo!!!
Baci, Cami
Recensione alla storia Figli di Atlantide - 30/01/19, ore 11:02
Capitolo 3: In viaggio verso l'Europa
Ma buongiorno mia cara! Intanto grazie per l'aggiornamento, ammetto che aspettavo con ansia! La storia mi ha preso tantissimo e non vedo l'ora di leggere i tuoi aggiornamenti. Diventeranno l'appuntamento fisso di inizio settimana... Solleveranno le ore lavorative (tipo ieri che mi sono accorta verso le 17 che avevi pubblicato e sono diventata abbastanza creativa per riuscire a leggere senza farmi beccare!) . Intanto scusami perché non ho risposto al tuo commento di settimana scorsa: fiuuu per fortuna che a pensiamo uguale su Nemo: per quanto lo ami e lo adori, non poteva sopravvivere (e non potevi trovare parole migliori in questo capitolo per "giustificare" il suo sacrificio. Che poi non è giustificare, ma è l'evoluzione del personaggio stesso). Quindi sono molto sollevata anche io. Nemo vivo no, non sarebbe lui. Diciamo che forse più che AU probabilmente vorrei taaanti bei flashback come quelli che stai mettendo, che sono bellissimi! Dolci e meravigliosi, quindi please mettine pure a quintali, che sono sempre ben accetti.
Va beh, smetto di tediardi, passiamo alle cose serie: il nuovo capitolo. Mi piace da matti, ma tanto tanto tanto! Sia come hai sviluppato Jean e Nadia, così fantasticamente perfetti, con tutte le insicurezze di Nadia, con il suo dovere fare i conti con quello che è successo e con il riassestamento della sua vita. Jean è la tenerezza assoluta, come suo solito capisce quello che vuole capire. Tenero piccino! Va beh, gli ho sempre voluto un bene dell'anima!
Ed Electra, la mia cucciola, Dee se sei riuscita a descriverla in modo meraviglioso, con tutte le sue insicurezze e la sua grandissima forza interiore. Mi piace come stia facendo i conti con quello che dovrà essere il suo futuro, ma che tutto sommato, pur che ha una voglia matta di piangere e annullare tutto e tutti, tranne il suo bambino, appunto per lui tira fuori tutta la sua forza. Ammetto che in un paio di passaggi mi è venuto un tuffo al cuore... Però per fortuna ha Raoul con lei. Ah ecco, quindi Echo non sa che Electra è incinta? O qualcosa ha intuito? Anche se non mi sembra sveglissimo, ma in effetti ho sempre avuto il dubbio che almeno lui qualcosa sapesse perché nella scena finale, quando zittisce Nadia, prima che Nemo affidi le sue consegne a tutti, sembra molto disperato, ok che indubbiamente dopo anni e anni anche lui si sarà affezionato e lo veda come una figura di riferimento, oltre che essere il suo capitano, però boh, troppa foga, secondo me qualcosa sa...
E a proposito, Grandis? Fantastica, meravigliosa, chapeau e kudos mia cara, è fantastica, fantastica. Indubbiamente non potranno mai essere amiche, lei ed Electra, ma di sicuro ci sarà un infinito rispetto. Magari anche un po' di confidenza. Ma ecco, quell' "è stato felice" mi ha un po' ucciso. In senso buono, certo! È il climax di molte puntate e dell'evoluzione di due personaggi. Vero che nei prossimi capitoli Grandis compare ancora?? E non vedo l'ora di conoscere il pupetto: sai che Etienne mi piace ( qui dici il suo vero nome?? Non credere che mi sia sfuggito il finale della One shot di e con Raoul) e quindi attendo con ansia il prossimo aggiornamento!!
Ah, ti sto recensendo dal cellulare, quindi non fare caso a errori e scempiaggini. Appena ho a disposizione il PC sviscerero' parola per parola! Nel frattempo, grazie e a presto! Baci Cami
Recensione alla storia Figli di Atlantide - 21/01/19, ore 22:28
Capitolo 2: Guardare al futuro
buonasera mia cara, e grazie per l'aggiornamento! ok, lo ammetto, il mio cuoricino, come al solito, si è sciolto. La mia Electra, quanto è meravigliosa in questo capitolo. Pur che hai ripreso certe scene e topic dai "giorni" sei comunque riuscita a renderle nuove e di nuovo avvincenti.
Andiamo con ordine, anche se recensire a caldo non è mai una bella cosa perchè so che mi perderò dei pezzi. Ma non riesco a farne a meno. Per prima cosa mi piace da matti questo capitolo e sono felice di una cosa: la pensiamo uguale su cosa può essere successo al momento dell'affondamento della navicella con cui sono fuggiti dal Red Noah. E' plateale che manchi Electra in quella scena, e anche nei libri usciti all'epoca e nelle varie illustrazioni di Sadamoto non si vede Electra tra quelli che assistono all'affondamento. Quindi o la mia stellina era sotto osservazione da qualche parte o (purtroppo) essendo lei il comandante, si doveva occupare all'atto pratico della chiusura della missione stessa. Poi mi piace come hai ripreso quanto sia cazzuta al momento di riportare l'equipaggio a terra (dai, quel "lascio tutto nelle tue mani" era anche riferito al "riporta a casa questo gruppo". Anche, oltre al pupetto!). Io mi chiedo come mai tanti che hanno sempre detto che Electra non era poi così triste per la morte di Nemo, perchè non piangeva come una matta al momento del rientro sulla Terra, non si rendano conto che piangere in quel momento non era proprio una cosa da Electra. Lei stava eseguendo l'ultimo ordine del Capitano, come Electra e il primo come Medina probabilmente: nella mia testa lui le ha sempre suggerito, nei discorsi tra loro in cui sempre a mia modesta opinione erano perfettamente consci entrambi che Nemo non ne sarebbe uscito vivo, come e cosa fare in futuro. Di sicuro avranno parlato di qualsiasi scenario, e lei le lacrime le piangeva già lì. Magari in privato e senza farsi vedere da Nemo, ma già lì preparava se stessa, sopratutto dopo aver scoperto di essere incinta.
E poi il flashback: ok, brodino di giuggiole!!! quanto è dolce? quanto?
per non parlare del rapporto che inizia ad instaurare con Marie... dai si vede che alla fin fine la adora quella bambina. E Marie tutto sommato vuol bene ad Electra! oh ma il finale del capitolo, un po' mi ha ucciso... il fatto che si immagina come sarebbero stati dei momenti normali tra loro due. Senza Nautilus, senza guerre, senza divise.
Dee se mi immagino tante volte questi scenari, quanti AU che avrebbero voluto avere quei due.
quasi quasi cerco di corromperti per farteli scrivere, o almeno qualche scena, tipo un sogno, un qualche flashback, o scegli tu (se ti corrompo con della pizza va bene? XD)
beh, insomma, la smetto, come al solito ti ringrazio perchè le tue pagine sono una ventata di gioia. Grazie, grazie davvero per scrivere!!
Cami

ps: non te lo ripeto più, perchè so che rompo, ma come al solito, stilisticamente, lessicalmente e grammaticamente ineccepibile!
Recensione alla storia Figli di Atlantide - 15/01/19, ore 20:27
Capitolo 1: Prologo
Buonasera mia cara! Sono così felice di ritrovarti, e con ben due aggiornamenti! Mi distraggo due giorni ed eccoti qui! Che bello!!! Bene bene, da dove cominciare? Intanto con il dirti che sono già molto curiosa di come si evolverà la situazione, il prologo mi ha stregato e incuriosito, a tal punto che oggi avrò controllato almeno una decina di volte se per caso avessi aggiornato. La trama e le tue note ovviamente hanno fatto il resto, lasciandomi una curiosità incredibile e millemila domande, situazione e possibili scenari nella testa! Quindi come al solito complimenti per come riesci a conquistarmi!! Quindi per favore aggiorna!! Pensa ad una poverina disperata che temeva tu avessi cambiato fandom (non lo credo possibile, ed infatti qui ne ho la conferma)! Grazie ancora per le tue Fanfiction e a presto! Bacioni Cami
Recensione alla storia Quella notte lui divenne - 20/03/18, ore 00:16
Capitolo 1: Quella notte lui divenne
Ma buonasera mia cara! Sono ancora viva! Ti prego, non alzare gli occhi al cielo, pensando “oh cavolo, questa è ancora qui che rompe!” ehm lo so, rompo, scrivo recensioni senza senso dettate dalla più profonda ammirazione e venerazione e rompo le scatole alla povera autrice che magari ha pure qualcosa di meglio da fare.
Precisazione prima di iniziare con gli sproloqui. Ehm, ti sto recensendo dal telefono. Quindi prendi per buono questo testo sgangherato. Ma non so quando il mio PC tornerà a casa… non far caso ad errori ed autocorrect, prenditela con word.
Insomma, è un piacere ritrovarti!
Ma quanto è meravigliosa anche questa!? Tanto. Molto. Moltissimo! Perché, pur trattando le stesse scene delle altre, pur riprendendo gli stessi missing moments, è assolutamente diversa ed originale. Hai un dono, veramente. Quindi, ti prego e ti imploro, sfruttalo e continua con la serie.
Giusto, a proposito: SCRIVI!!! La POV di Raoul. Lui è il capitano della ship. Il fanboy per eccellenza. Colui che secondo me li voleva menare in certe occasioni quei due. Che se avesse potuto li avrebbe chiusi in un armadio e avrebbe lasciato che la natura e gli ormoni facessero il loro corso.
Lui e tutta la crew della plancia. Perché anche il povero timoniere che gli dà man forte nella puntata 12 per far scendere a terra Electra, secondo me anche lui li shippa. Tutti li shippano. Ecco, idea non richiesta, ma un bel pov di ciascuno!? Di quei poveretti esasperati dalla UST di Nemo ed Electra? (Che poi, a mio avviso, il secondo timoniere, il tipo con i capelli lunghi e sicuri, un po’ ci sbava anche lui su Electra. Mio opinione, però…)
Insomma, come al solito divago. Ma fidati, nel frattempo apprezzo pure. Anche se scopro che hai pubblicato dopo 10 giorni, ma va beh, lascia perdere, leggi la recensione sgangherata e inappropriata, non mandarmi in manicomio e accetta i miei complimenti! Ci risentiamo in fondo!

Avrei voluto... toccarlo.
Anche solo una carezza, anche solo con la punta delle dita.
Ecco, già qui un pochino muoio. Stellina, lo si vede, passi 22 puntate a morire pur di avere un minimo cenno che ancora ti vuole bene. Non dico altro, ma un po’ di affetto. Ma no, rinchiudiamoci nel dolore ed ergiamo muri. Perché il dolore è più comodo da sopportare rispetto alla felicità, vero Nemo!?
C'era qualcosa, in me, che era teso verso di lui da sempre, da ancora prima che capissi che lo amavo. All'epoca, da ragazzina, intuivo che avesse a che fare con la tragedia di Tartesso. Ora, donna adulta, so che era il sapore di un dolore condiviso.
Ecco, appunto! Ps… oh dee, quando adoro questa frase. Il sapore di un dolore condiviso. Perfezione.!
Col tempo imparai a leggere la sua espressione, a comprenderlo senza bisogno che mi parlasse. Imparai a capire quand'era nervoso e non dovevo disturbarlo, quando invece era di buonumore. Quando, infine, pensava al passato.
Cosa che invece un certo Capitano ha tralasciato. Per comodità , per paura, perché tutto sommato incapace ad esprimere i sentimenti, perché frastornato dal dolore.
Ora so che fu il dolore a renderlo tale. So che oltre il muro che s'era costruito intorno batteva un cuore appassionato, ferito e dolcissimo. Un cuore che mi donò senza riserve né dubbi, in quattro mesi che sembrarono un sogno.
Ecco, questa è una cosa per cui non smetterò mai di elogiarti. Come sei riuscita a rendere perfetta e credibile Electra a 15 anni. Che è il momento in cui le crolla tutto addosso. 15 anni sono pochi per tante cose. Per scoprire la verità su Tartesso, per iniziare a dominati i propri incubi. Per capire che tali incubi te li porti dietro. Soprattutto perché le crolla un castello di certezze che aveva passato gli ultimi anni a costruire. Veramente, sei riuscita a fare un lavoro eccellente.
Erano i sogni di un'ingenua.
Inafferrabili.
Non di un’ingenua, ma di una ragazza innamorata. Stellina, quando dolore.
I suoi occhi erano gelidi, imperscrutabili.
Ok, ha solo 16 anni, te lo concedo Nemo. Ma a 20 eh!? No, anche solo a 18? Ma accidenti, ascolta un po’ quel pover uomo di nome Raoul. Prima che gli prenda un embolo. No, trincerati dietro la tua imperscrutabilita’. Che secondo me l’ha sempre fatto. Già è introverso di carattere, poi con tutto quello che ha passato. Dai, almeno Electra è onesta con se stessa. Per carità, per riuscire ad esserlo cerca di uccidersi e di ucciderti. Ma almeno è coerente e onesta.

Se per un solo istante il suo stomaco si strinse nello stesso modo in cui lo fece il mio mentre lo guardavo, fu bravo a non farmelo capire.
Primo errore ragazzi, primo errore. Cioè, più colpa di Nemo… ok, è giovane, ok sulla carta è tua figlia, ma ripeto, ti capisce con uno sguardo. Ma tientela stretta. Molto stretta. Sa esattamente cosa hai passato. Sa cosa aspettarsi. Ma no, riducimela in questo stato.
Scoprii della Torre di Babele e la forza con cui lo odiai fu pari a quella con cui odiai me stessa perché, nonostante tutto, continuavo ad amarlo. Avevo la risposta per quel che riguardava il suo dolore, quello che avevo abbracciato prima ancora di conoscerlo davvero. Non cambiava niente, per me. Non poteva cambiare, perché io comprendevo la sua sofferenza. Quello che amavo era un uomo che viveva nel rimorso, convinto di aver preso la sola decisione possibile ma che ugualmente non riusciva a perdonarsi. Amavo un uomo che portava addosso il dolore del mondo, che aveva perso tutto, che strenuamente lottava per la sua – nostra – vendetta. Amavo la sua solitudine, la sua intima tristezza. Non avevo paura, di lui non ho mai avuto paura.
Non sono mai stata così debole.
Di questo lui s'è accorto.
Ecco, appunto. Discorso di cui sopra. Tra l’altro, ma quando è bello questo pezzo!? Quanto!?
Ha capito che ero forte abbastanza da affrontare i suoi fantasmi, da quietarli anche solo per un attimo. Per questo mi ha scelta, infine.
Santo cielo bimba, in qualche modo ti tiri fuori da un PTSD da sola, più o meno ammaccata, ma ce la fai, perché lo sguardo che hai nell’ultima inquadratura quando tornano sulla Terra è lo sguardo di una con i contrococomberi, ovvio che ti sceglie. Sei abbastanza cazzuta per entrambi.
Certo che Anno poteva approfondire un pochino di più invece di fare quelle 10 puntate a caso. Si ok, non le supervisionava lui, ecc ecc, ma dai, la Gainax è tua, imponiti. Aborri quello scempio inutile.
A proposito di figlie, c'è una cosa che vorrei puntualizzare: io non ho mai odiato Nadia, mai. So bene che lei è stata vittima delle circostanze forse più di tutti quanti noi.
Concordo e confermo. Pur che in certi momenti mi viene voglia di menarla, tutto sommato Nadia è una vittima anche lei.
Grandis Granva si chiamava, colei che me l'ha fatto capire nel più brutale dei modi. Col senno di poi dovrei esserle grata.
Ma si, bimba! Alla fin fine non ti odia nemmeno lei. Ora non credo siano bff, ma una qual certa amicizia alla fine nasce. Anche perché nel mio trope personale Rebecca (sorry, è dal 1991 che la chiamo così e continuerò a farlo) la mette in riga nei momenti in cui ad Electra sembra mancare la terra sotto i piedi dopo il finale della serie. Come hai ben esplicitato nei Giorni, secondo me durante la gravidanza, tra baby blues, ormoni e giusta depressione, non credo fosse propriamente un fiorellino di sanità mentale. Ecco, Rebecca la riportava sulla retta via. Almeno, io la penso così.
Io, maldestra e goffa, cercavo di marcare il territorio mentre lei mi superava ogni volta, con quei costumini stretti e delle grazie palesemente esibite che avrei guardato anch'io se fossi stata un uomo.
A bimba! Se ne viene via con te e le dice pure di mettersi qualcosa addosso, secondo te!? Eh!?
Ricordo la frase di Raoul, il capo-macchinista: “È pur sempre un uomo”.
Come a dire che sarebbe stato naturale se lui l'avesse ricambiata.
Beh, gli occhi per guardare spero ce li avesse, pover uomo! Anche solo per un qual certo apprezzamento. Come si apprezza l’arte, insomma. Io mi sarei preoccupata del contrario.
E dietro al silenzio crescevano il rancore, la rabbia, la gelosia. Cresceva una me stessa che non riuscivo a perdonare ma che non ero abbastanza forte da ricacciare indietro.
Fino al punto in cui tutto andò in pezzi.
L'ho fatto per te.
Ho voluto salvarti.
Non potevo permettere che anche tu...
Fu l'attimo in cui qualcosa, in me, si spezzò definitivamente.
Momento in cui puntualmente, ogni volta che riguardo la serie, anche io vado in pezzi. Dee la faccia che fa al momento della realizzazione dell’errore compiuto. E lo sguardo di Nemo quando glielo confessa. Non so tu, ma mi uccide un pochino ogni volta.
Quello che mi arrivò, però, fu il dolore di uno schiaffo.
Crollai a terra, piangendo.
Vedi sopra… Dee, odi et amo questo pezzo, odi et amo.
Pensa a quello che devi fare, mi disse.
Aveva capito da tempo, da uomo perspicace qual era, che c'era qualcosa che mi logorava.
Aveva capito che quel qualcosa riguardava lui.
Però per riuscire a dirlo la fai precipitare all’inferno!? Ma ti strozzerei Nemo, ok non sia esprimerti, ok hai sofferto, ma cacchio, sveglia! Ecco, lo adoro in questo pezzo. Lo pesterei a sangue ma lo adoro. Lo adoro perché ha capito di aver tolto una seconda volta la pietra dalla torre di babele. Solo che almeno stavolta, in qualche modo, riesce a salvare il tutto.
Sulla plancia di comando del Nautilus si era trovato davanti una donna che chiedeva di morire. Una donna talmente divorata dalla paura, dalla gelosia e dall'incertezza da essere arrivata a rifiutare la vita. Forse non aveva compreso quanto profondo fosse il mio desiderio di morte fino a quel momento. Se n'era accorto quando gli avevo proposto di suicidarci col Nautilus. Solo allora davvero aveva capito.
Ecco, appunto!
Poi mi toccò la guancia con la punta delle dita, lì dove mi aveva colpito.
Medina, mi chiamò. La mia Medina.
E io sentii lo stomaco stringersi, quasi piansi.
Eh ma qui piango io! Perché da qui in poi ti sei superata! È un crescendo di meraviglia. Non potevi scrivere nulla di più meraviglioso, calzante, perfetto e stupendo.
Mi abbracciò.
E con quei pensieri indegni nella testa mi scostai appena, inspirai e poggiai le labbra sulle sue. Almeno quello ce l'avevo ben chiaro, così come il fatto che non avevo proprio più niente da perdere. Non mi importava come sarebbe finita. Non mi importava che il cuore mi battesse all'impazzata, che avessi il terrore di venire scacciata. Fu un bacio caldo, lieve, un tocco di labbra che mi lasciò le gambe deboli come acqua. Lui mi sorresse.
Due cose non dimenticherò mai di quel momento.
Il tremito lieve della sua bocca ancora sulla mia e gli occhi con cui mi guardò subito dopo.
Occhi incerti, perfino spaventati.
Non dimenticherò mai l'esitazione che vi lessi.
Erano gli occhi di chi non sa che strada prendere, forse per l'unica volta nella sua vita.
Io, invece, lo sapevo benissimo.
No, no, lo sa anche lui cosa fare… ti sta “solo” chiedendo di poterlo finalmente fare, di perdonarlo definitivamente. Di dargli ancora una possibilità.
Capii che, in tutti quegli anni, avevamo sempre e solo avuto paura.
Paura di essere felici.
Avevamo avuto paura di perdonarci, che la felicità ci distogliesse dalla vendetta.
Avremmo scoperto quant'era più bello combattere per garantire un futuro a chi amavamo.
Ma quanto è bello, perfetto e calzante questo pezzo!? È pura perfezione. Anche perché finalmente questi due si mettono un attimo il cuore e l’animo in pace e finalmente, finalmente danno la priorità a ciò che conta.
Poi il bello è la tragedia finale, ma va beh, non sarebbero loro due se tutto fosse rose e fiori (anche se mi immagino sempre scene in cui alla fin fine tutti vivono, quel fix-it non richiesto e assolutamente OOC per Nemo, ma che tutto sommato fa bene al cuore delle shippers).
Non avevo ancora idea del fatto che avremmo trascorso insieme ogni notte, da lì in avanti.
In verità ero convinta che sarebbe stata davvero l'avventura di una volta.
Piccola, dolce e tontolotta! La adoro! Riesce costantemente a mettersi in discussione, in secondo piano. Io la adotto e passo la giornata a coccolarla.
Pensavo che lui l'avesse fatto per farmi un favore, quasi, per pietà verso di me.
Idem come sopra.
Non era così. Elusys era una persona corretta fino all'estremo, non avrebbe mai giocato con me o coi miei sentimenti e in seguito mi sarei data della stupida per averlo anche solo pensato. Però ero giovane e molto bella e lui, dopotutto, un uomo. Avevo la consapevolezza che sarei potuta essere anche solo il capriccio di una notte e che non mi importava. Mi sarebbe andato bene anche così. Lui, però, aveva esitato. Rivedo ancora quegli occhi da bambino impaurito. Non è che temesse me o se stesso. Sapeva bene che io per lui non ero un gioco, non ero mai stata un gioco. Solo che baciarmi o fare l'amore con me significava scavalcare un muro che per tredici anni era stato insormontabile. Significava ammettere di essere feriti, ammettere di aver bisogno di amare. Ammettere di essere vulnerabili, di desiderare.
Furono i mesi più belli e intensi della mia vita.
Perché mi vuoi far piangere!?
Solo una volta ci incrociammo in corridoio e lui mi sfiorò le dita con la mano. Appena appena, così di sfuggita da farmi dubitare che l'avesse fatto casualmente.
Ecco, sono solo io che penso che quei due, se erano un attimo da soli, le mani di dosso non se le toglievano!? E non solo in senso piuttosto carnale, ma semplicemente lo sfiorarsi, una carezza o simili.
E secondo me una volta Raoul li ha beccati che si baciavano, non una roba sconvolgente neh, ma che gli abbia fatto esclamare un “oh finalmente!”
Non mi aveva detto che potevo tornare da lui.
Chissà, magari ero stata davvero lo sfizio di una sera.
Oppure ero stata un errore.
Non me l'aveva neppure proibito.
Andai.
Stellina, meno menate mentali che credo vi siano bastati ad entrambi gli ultimi anni di sofferenze… secondo te!? Ti sembra il tipo da una botta e via!?
Mi baciò la fronte, poi le palpebre, lasciò un piccolo morso sulla punta del naso e io sbuffai perché mi fece il solletico. M'accorsi che sorrideva. Gli sorrisi a mia volta e lo baciai sulle labbra.
Ma quanto sono pucciosi!?
Il corpo di Nemo, però, aveva una cicatrice. L'impronta di un colpo di pistola vicino alla spalla, spiccava sulla pelle scura come una luna pallida dai contorni slabbrati. Conoscevo anche la storia di quella.
Ehm, ci sarebbe anche una qual certa biondina di mia conoscenza con una cicatrice… sarebbe possibile una oneshot a tale proposito!? *torna nel suo angolino a rammaricarsi per la faccia tosta*

La nostra fu una relazione molto carnale, non ho problemi ad ammetterlo.
Certo non sei rimasta incinta grazie alla pietra azzurra. Né alla forza di una galassia lontana lontana… coff coff!
Acquisimmo quell'intimità che derivava dallo stare a stretto contatto l'uno con l'altra, imparammo a parlarci liberamente poiché tutti i nostri errori erano dipesi dal silenzio. Io continuavo a non avere occhi che per lui e lui era ancora il capitano. Solo che, al contempo, era più sereno.
Sorrideva.
E credo che lo adorasse, pover uomo. Probabilmente sono stati gli unici 4 mesi sereni, non dico felici, ma almeno sereni della sua vita. O insomma, degli ultimi 13 anni.
Lui fece molto di più. Mi fece capire che la felicità, quella che credevo perduta per sempre, esisteva. Medina, sussurrò come per caso, come a se stesso. La mia adorata Medina. Così capii che mi amava davvero. E capii che il mio solo desiderio era stargli accanto fino alla fine, per sempre.
Vuoi che muoro!?
Ci pensò un po', tanto che dubitai avrebbe risposto. Poi mi prese una mano, se la portò alle labbra. Usò il presente.
Voglio sposarti.
Perché non sapeva dove stesse il futuro.
Ok, vuoi che muoro! No, uccidimi ti prego. Perché questa frase, giuro, me la tatuo. È la perfezione. La perfezione più totale. Il punto di non ritorno.
Ecco, hai mai avuto, anche solo per un attimo, quella sensazione di essere riuscita a toccare l’infinito? La completezza, il passato, il presente e il futuro insieme? In tutti i modi e mondi quantistici!? Ecco, questo è quello che mi ha dato questa frase.
Scusami, lo so che ti sembro una demente in questo momento, ma ecco. È così. Scusami davvero. Ma è perfezione, assoluta perfezione.
E mi sposò davvero.Una settimana dopo, nella quiete di quella stessa stanza.Mi mise la fedina d'argento al dito e io piansi, stretta a lui come una bambina.
Aveva sul volto un sorriso che non dimenticherò mai.
Ti amo, mi sussurrò.
Ti amo, mia Medina.
E qui, scatta la lacrimuccia, ma che lacrimuccia, lacrimoni! Come al solito, magistrale e impagabile.
Basta dire grazie!? No, non credo! Nemmeno un Excellion di grazie potrebbero bastare. Però, va beh, sono sinceri. Perché spesso è volentieri, rileggendo i tuoi scritti, le giornate diventano un po’ più sopportabili. Quindi grazie, davvero! Alla prossima.
Sparisco prima che tu mi possa odiare, per una recensione tanto lunga quanto a sproposito.
Ma è fatta con il cuore e sincera ammirazione.
Grazie quindi.
Grazie davvero.
Cami

Ps… forse te l’ho già detto/chiesto, ma ehm, conosci Nemo dei Nightwish!? Nel caso, ti consiglio quella live @Wembley arena, con Floor Jansen. Nel caso, ne parliamo!
A presto!