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Recensione alla storia Lost: per ricordare e farsene una ragione - 03/07/16, ore 06:51
Capitolo 1: Lost: per ricordare e farsene una ragione
~Quarta classificata al contest "Le storie vere sembra che parlino di noi"
Menzione speciale per il miglior titolo

TOTALE PUNTEGGIO: 20,5/30
 
Sezione PRESENTAZIONE: 4.5/5
Titolo: il migliore del contest. C’è questo “farsene una ragione” che adoro per come va diretto al punto ed è di fatto quello che io, in quanto fangirl sfegatata di Lost, sto ancora cercando di fare da quando è finita la serie.
Rating, genere, note: coerenti con la storia. Niente da segnalare.
Introduzione in 200 parole: molto buona. Utilizzare una parte del testo non mi fa impazzire, lo ripeto in tutti i giudizi, ma in questo caso ho trovato il brano scelto più azzeccato che in altri.
Incipit: altra cosa ottima del tuo elaborato. Quella bara ha un effetto destabilizzante ed incisivo, che attira l’attenzione rendendo impossibile non proseguire la lettura.
 
Sottraggo punti perché:
- Nell’introduzione non è necessario mettere […] prima e dopo il brano per segnalare che sia preso dal testo, se ci sono già le virgolette del discorso diretto.
- Manca l’avvertimento Missing Moment nonostante il tipo di storia lo richieda;
- Per sfruttare al 100% l’effetto della tua frase d’inizio, avresti dovuto isolarla andando a capo subito dopo, tanto più che la frase seguente non è connessa strettamente a quella d’esordio.
 
 
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Sezione ORTOGRAFIA E FORMATTAZIONE: 3/5
È un ambito al quale io do molta importanza, perché “anche l’occhio vuole la sua parte” e una buona resa grafica permette di essere a proprio agio nella lettura. Nel tuo caso ci sono stati un po’ di elementi penalizzanti come l’utilizzo non perfetto del discorso diretto e qualche errore di ortografia.
 
Sottraggo punti perché:
- «Si, è così.»
- «Si sono reale. Tu sei reale. […]

Sì, come affermazione, va accentato per distinguerlo dal pronome riflessivo.
 
- «Sono morto anche io.» parlò a testa bassa, singhiozzando
- «Ti voglio bene papà.» singhiozzò.
- «Beh, non c'è un adesso, qui.» confessò.

Quando il discorso diretto è introdotto dalle virgolette “basse” ed è retto esternamente - cioè c’è un verbo come parlare, singhiozzare, confessare, posizionato all’esterno delle virgolette per descrivere il dialogo che sta avvenendo - la battuta all’interno delle virgolette stesse deve avere la virgola, non il punto fermo. Ci sono altri casi come questi all’interno del testo.
 
- «Ti voglio bene anche io.»
- «Già.» la risposta dell'uomo fu del tutto spontanea.

 In questi casi, la battuta non è retta esternamente, quindi il punto è giusto, ma deve andare fuori dalle virgolette. Inoltre, la frase dopo deve comunque incominciare con la lettera maiuscola. Ci sono altri casi come questo all’interno del testo.
 
- suo padre -o meglio il corpo-
- sarebbero passati oltre tutti insieme -eccetto qualcuno di loro-.

Negli incisi, ci vogliono gli spazi sia prima che dopo i trattini.
 
- Sayar , il buon vecchio Sayar
Non c’è un personaggio con questo nome, in Lost. Se ho capito a chi ti riferisci, l’ortografia corretta del nome è Sawyer.
 
- Un abbraccio affettuoso […] venne rivolto Desmond […]
Dimenticato “a”
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Sezione GRAMMATICA E STILE: 3/5
Mi piace lo stile del tuo elaborato, va dritto al punto senza girare troppo intorno ai concetti. Il lato negativo si uno stile del genere è che la costruzione delle frasi deve essere cristallina o si rischia di risultare troppo simili alla lingua parlata e di essere percepiti come “piatti”.
 
Sottraggo punti perché:
- «Ti voglio bene papà .»
- «Dove siamo papà?»

Ci vuole la virgola davanti agli appellativi come “papà”
 
- ma gli era altrettanto improbabile credere che fosse quell'uomo a parlargli
“Improbabile” non viene usato come riflessivo, in questo caso è più corretto l’utilizzo dell’aggettivo “difficile”, o l’eliminazione della particella riflessiva “gli”.
 
- Conosceva la verità, sapeva cos'era veramente accaduto, a differenza del figlio, e voleva che quest'ultimo riconoscesse quale fosse la realtà.
È saltata la concordanza: il primo verbo va al congiuntivo (”cosa fosse veramente accaduto”) e il secondo all’imperfetto (”qual era la realtà”).
 
- Cominciò a credere che, in realtà, suo padre non fosse morto e che, invece, fosse accaduto tutto nella sua testa. Ma come sarebbe potuto accadere? Aveva visto il suo corpo privo di vita in Australia.
In questo caso, “accadere” è discordante con il resto del paragrafo. Sarebbe più corretto chiedere “come sarebbe potuto essere possibile?”
 
-L'uomo in giacca e cravatta accentuò un piccolo sorriso fra le labbra
-L'uomo accentuò un piccolo sorriso, vedendo il proprio figlio in quello stato
-Il giovane, dapprima, accentuò un piccolo risolino

La locuzione corretta è “accennare un sorriso”, “accentuare” ha il significato di porre l’accento, enfatizzare.
 
-chiese, poi, in tono rammarico, contorcendo le sopracciglia
La locuzione corretta è “aggrottare le sopracciglia” o “accigliarsi”
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Sezione COESIONE DELL’UNITÀ NARRATIVA: 3/5
Il proposito della storia è ripercorrere brevemente le vicende del personaggio di Jack nell’opera originale e descriverne la scenza finale, “per ricordare e farsene una ragione”, appunto. La narrazione dell’azione che si sta svolgendo - l’incontro fra Jack e suo padre Christian - è punteggiata da momenti di flashback, in puro stile Lost, in cui viene arricchito il sottotesto della narrazione principale. Sulla carta è il modo più corretto di affrontare una fanfiction su questa serie.
Il problema è che nel passaggio dall’immagine alla carta, si va perdendo uno dei punti fondamentali dei flashback di Lost, ossia l’immediatezza. Bisogna raddoppiare gli sforzi per far sì che ci sia un contrasto netto tra i vari livelli temporali e che il lettore capisca quel che lo scrittore si propone di comunicare.
Altro tasto dolente è l’aderenza al prompt: lungi dall’essere la base su cui è costruito l’elaborato, i concetti di “giustificazione”, “sognatore” e “perdere” compaiono quasi di sfuggita.
 
Sottraggo punti perché:
 
- L’aderenza al prompt è migliorabile, come menzionato sopra
 
- Per qualche istante rimase immobile, a fissare la parete di fronte a sé. Con cautela, in seguito, prese coraggio e decise di scoprire chi si celasse dietro quella voce alle sue spalle.
“In seguito” significherebbe che molto tempo dopo essere rimasto immobile, Jack si fece coraggio e si voltò. Dal resto si evince però che l’azione impiega solo “qualche istante” a compiersi, quindi l’uso non è corretto. Un buon sostituto potrebbe essere “alla fine”.
 
- Desiderò per giorni di poter rivedere il proprio padre, dopo così tanto tempo, ma non riusciva a dare complessivamente una spiegazione logica.
Altro piano temporale sfalsato. Il primo verbo andrebbe al trapassato prossimo, in modo da riallineare la sequenza delle azioni che, parafrasando, è “in passato, Jack aveva desiderato rivedere il proprio padre, ma in quel momento in cui lo aveva davanti a sé non riuscì/riusciva a darsi una spiegazione”
 
- La paura, il dolore nel voler rivedere i propri cari , l'istinto di sopravvivenza e di salvezza non stavano più a tormentarli.
Questo passaggio è poco chiaro. Credo che tu intenda il dolore per la mancanza dei propri cari, ma così sembra che rivedere i propri cari sia una cosa negativa.
 
-Christian Shephard era stato un chirurgo […] quando decise di operarlo pur sotto l'effetto dell'alcool. Sin dall'inizio, non comprese il motivo per cui suo padre si trovasse in quel luogo […]. Poi tutto si fece più chiaro: aveva una figlia, Claire, in Australia.
Il soggetto cambia nella seconda frase e cambia ancora nella terza, senza mai essere esplicitato, causando un po’ di confusione in chi legge.
 
- Il volo Oceanic 815, per quanto potesse sembrare assurdo, aveva comunicato lo smarrimento della salma
Altro passaggio poco preciso: dovrebbe essere la compagnia (la Oceanic) a comunicare lo smarrimento, non il volo aereo. Anche l’inciso “per quanto potesse sembrare assurdo” non è contestualizzato bene.
 
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 Sezione ORIGINALITÀ: 3/5
Per i missing moment è arduo essere originali, soprattutto per quelli molto fedeli al canon come il tuo. Anche il colpo di scena finale (Jack vede suo padre, che è morto, perché è morto anche lui) è già contenuto nell’opera originale, quindi niente di “groundbreaking”.
 
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Sezione RICCHEZZA DEI CONTENUTI: 4/5
I personaggi di Jack e Christian sono piuttosto ben delineati; Jack, rispetto all’adulto forte che vediamo nei diversi episodi della serie, sembra quasi ritornare ragazzino davanti al padre che, bonariamente, lo illumina sulla realtà di quanto accaduto (o non accaduto, per meglio dire) da quando il volo Oceanic 815 si è schiantato.
Christian svolge il ruolo di mentore, accompagnando Jack verso la consapevolezza che ci sono diversi livelli di realtà e gli eventi che hanno contraddistinto i suoi ultimi anni, pur rimanendo comunque in qualche modo reali, sono accaduti dopo la morte di Jack.
Il lessico è, tutto sommato, buono, anche se non ricercato. Non ci sono ripetizioni che risultino troppo fastidiose durante la lettura.
 
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Sezione GRADIMENTO PERSONALE
La storia è snella, lineare e riprende fedelmente il finale di una delle mie storie preferite. È stato bello leggerla e assaporare le immagini evocate dallo scorrere delle righe, mi hai fatto venire voglia di riguardare la serie!
 
Recensione alla storia Some of us are meant to be alone - 03/07/16, ore 06:43
Capitolo 1: Some of us are meant to be alone
~Quinta classificata al contest: Le storie vere sembra che parlino di noi
 
TOTALE PUNTEGGIO: 19/30
 
Sezione PRESENTAZIONE: 4/5
Titolo: mi piace, è una citazione non banale del fandom di riferimento, nel senso: non è il titolo dell’episodio dal quale è tratto, è un’affermazione fatta dal protagonista della storia in un dialogo avvenuto nello stesso periodo del missing moment che hai deciso di narrare.
Rating, genere, avvertimenti: coerenti con la storia. Niente da segnalare.
Ottime le note: sono ben sfruttate e sottolineano la cura che hai messo nei dettagli del componimento.
Introduzione in 200 parole: la sinossi è corretta e fa il suo lavoro, cioè illustrare brevemente quello che sarà poi sviluppato nella storia.
Incipit buono, sin dall’inizio viene inquadrato il contesto: Sawyer deve fare un bilancio dei danni subiti dalla sua casa, certo, ma anche dalla sua vita, guardandola per un momento “come se vi entrasse per la prima volta”.
Percorre il corridoio lentamente, guardandosi intorno come se vi entrasse per la prima volta – la vernice ocra un po’ macchiata, così come quella bianca dell’armadio a muro – notando velocemente quanto il tutto sia stato un po’ ammaccato dalla recente esplosione.
 
Sottraggo punti perché:
- La parte dell’introduzione presa dal testo disorienta un pochino senza incuriosire o coinvolgere il lettore; andrebbe snellita un po’, se non addirittura tolta;
- Ci sono una ripetizione (un po’ macchiata […] un po’ ammaccato) e un contrasto semantico (Percorre […] lentamente […] notando velocemente) che rendono il tuo incipit alquanto cacofonico se letto a voce alta.
 
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Sezione ORTOGRAFIA E FORMATTAZIONE: 4,5/5
Nessun errore di battitura, buon utilizzo del corsivo.
 
Sottraggo punti perché:
- Manca il rientro all’inizio del paragrafo. È un dettaglio, infatti tolgo solo mezzo punto, ma combinato al fatto che (per caso o volontariamente) hai scritto paragrafi di lunghezza molto simile, senza dialoghi o altre parti visivamente più “leggere”, dà l’idea che il testo sia incasellato in una serie di riquadri.
 
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Sezione GRAMMATICA E STILE: 2,5/5
Ho riletto la storia più volte e devo ammettere di aver fatto fatica ogni volta. I periodi sono generalmente molto complessi: in una storia di 1250 parole ci sono 24 periodi, quindi la sola media aritmetica è di più di 50 parole a periodo. All’inizio, poi, i periodi sono particolarmente lunghi (record di 120 parole in quello che hai riportato nell’introduzione) e tra qualche virgola saltata e l’abbondante ipotassi, diventa complesso seguire il filo del discorso.
 
Sottraggo punti perché:
-[…] cercando di farsi coraggio perché tornare in questo posto ora così diverso […]
In questo esempio, e in altri che non riporto, ci vuole almeno una virgola, o meglio due, per dividere le varie subordinate.
 
- Non sa come ha trovato il coraggio di tornare qui
- […]non ci sarà nulla che potrà cambiare la sua nuova condizione, niente che potrà restituirgliela.
- […]realizzando quanto si sente in colpa […]

Queste subordinate necessitano dell’uso del congiuntivo: “abbia trovato”, “possa cambiare”, “possa restituirgliela”, “si senta in colpa”.
 
-Non è andata come voleva […]
Qui invece servirebbe il condizionale: “come avrebbe voluto”.
 
- […] appeso alla parete il quadretto storto, forse dall’esplosione, che raffigura […]
Se “storto” è un attributo del quadretto (nel senso che è sempre stato storto), allora non è giustificato il complemento d’agente “dall’esplosione”. Se invece, come credo, il quadretto è storto in seguito all’esplosione stessa, allora serve una forma passiva come “stortato” che regga il complemento d’agente.
 
-Rallenta il passo, cercando di farsi coraggio perché tornare in questo posto ora così diverso – le tende sdrucite della cucina e la tappezzeria malridotta e sporca di fuliggine – di per sé già gli provoca una grande malinconia, ma gli occhi gli diventano lucidi quando arriva in fondo e appoggia una mano allo stipite della porta – anch’esso non più bianco com’era un tempo –, osservando la stanza che era sua, fino a qualche tempo fa, quella dove ha condiviso così tanto con lei che adesso è solo un ricordo, un pensiero costante e doloroso nel suo cuore ferito.
In questo esempio, e in altri che non riporto, sarebbe meglio dividere il periodo in parti più semplici: la congiunzione avversativa “ma” è usata impropriamente (non c’è un vero e proprio contrasto tra la prima e la seconda parte del periodo) e un punto fermo sarebbe servito meglio allo scopo.

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Sezione COESIONE DELL’UNITÀ NARRATIVA: 3/5
La struttura della storia è semplice, forse un po’ dissonante con lo stile che hai scelto per narrarla che, come ho già detto, è invece piuttosto articolato.
Vediamo Sawyer, protagonista incontrastato, rientrare nella propria ormai ex casa dopo l’esplosione che l’ha devastata e gli ha portato via Juliet, l’amore della sua vita. Torna per fare i conti con l’ineluttabilità della morte e per raccogliere quel che resta dei suoi sogni infranti, simboleggiati dall’anello con cui avrebbe voluto chiedere a Juliet di sposarlo e, invece, non è riuscito a farlo.
L’aderenza al prompt è buona, e se il “profumo” è solo una nota accennata, un ricordo nelle narici di Sawyer, il “coraggio” del fare i conti con le proprie responsabilità e il proprio essere “vittima” degli eventi e della paura di scoprirsi deboli sono ben rappresentate nella storia.
 
Sottraggo punti perché:
- […]nonostante sia venuto qua con un obiettivo ben preciso, non poteva non fermarsi a riflettere su quanto ha perso nel giro di pochissimo tempo, su quello che Juliet aveva portato nella sua vita solamente con la sua presenza.
In questo caso, e in altri che non ti segnalo, c’è una frattura nell’arco narrativo. Tutta la storia è narrata al presente, quindi la costruzione più coerente sarebbe “sia venuto qua”, “non può”, “abbia perso”, “ha portato”. Così com’è, sembra che queste azioni di Sawyer siano riferite ad un tempo precedente rispetto a “venuto qui”.
 
-[…]lui e i suoi compagni non possono ritenersi fortunati […] ma oggi più che mai si sente una vittima […]
-Era cominciata quasi per gioco […] e si erano ritrovati […]

In questi casi, e in altri che non ti segnalo, il soggetto è cambiato ma rimane sottinteso, creando una discordanza. È un errore in cui è tanto più facile cadere quanto più il periodo è complesso.
 
- In generale, il punto di vista del narratore non è lineare: inizialmente sembra esterno alle vicende, come se osservasse dall’alto Sawyer che entra nella casa, poi appare sempre più coinvolto via via che la storia va avanti fino a fare una vera e propria invettiva nell’ultimo paragrafo. Anche la qualità della narrazione cambia via via: dopo un inizio di ampissimo respiro, l’anello viene recuperato in un paio di frasi, quasi sincopate.

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Sezione ORIGINALITÀ: 3/5
È difficile per un missing moment brillare per l’originalità, essendo necessariamente incasellato nella storia di appartenenza. Come ho già detto, la storia ha uno sviluppo semplice e non presenta colpi di scena o risvolti particolarmente sorprendenti.
 
 
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Sezione RICCHEZZA DEI CONTENUTI: 2/5
Qui arriva il vero e proprio tasto dolente, e mi dispiace. C’erano delle ottime basi di ricerca per quanto riguarda la ricchezza del contenuto: la descrizione della stanza è fedele a quella mostrata nell’opera originale e le citazioni sono coerenti e spiegate da delle note chiare e comprensibili.
Il lessico che hai scelto di utilizzare purtroppo non è all’altezza di queste premesse: capisco la volontà di mantenere dei termini semplici, ma ci sono tante ripetizioni che potevano essere evitate con l’utilizzo di sinonimi altrettanto comuni, senza dare un tono aulico all’elaborato. Ad esempio “stringere forte” è ripetuto 4 volte; “occhi” compare 8 volte, sia associato alla vista che alle lacrime; “sguardo” e “guance”, che potevano essere delle valide alternative per l’uno e l’altro caso, non compaiono affatto. Oltre a ciò, ci sono alcuni costrutti propri della lingua parlata più di quella scritta. Questo è molto penalizzante perché si fa fatica a distinguere le varie sfumature di significato e ci si rigira sempre attorno agli stessi, pochi, vocaboli.
 
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Sezione GRADIMENTO PERSONALE
Ci sono tanti errori che ti hanno penalizzata in questo contest, è vero, ma niente che non si possa risolvere rileggendo la storia e facendo le opportune correzioni! Se non vorrai farlo per questa, per le prossime volte ti suggerisco di leggere a voce alta mentre correggi, se qualcosa non “suona” è un segnale che va corretta la frase. Il mio cuore sanguina perché non posso premiare una storia che tratta del mio personaggio preferito di uno dei miei fandom preferiti, in un punto della storia che mi piace particolarmente: adoro Sawyer, e lo adoro ancora di più quando finalmente lascia perdere Kate e si innamora finalmente di Juliet. Mi piace la loro storia, è una storia semplice senza troppe dietrologie, una ventata d’aria fresca in quell’enorme casino che è Lost, quindi a prenscindere dal risultato, ti ringrazio di aver scritto di questo argomento!