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Recensione alla storia A Fever You Can't Sweat Out - 02/05/20, ore 21:15
Capitolo 1: I Ragazzi Sono Tornati
Tesoro, ciao!
Dunque, premetto che leggo questa storia da profana, perché non ho visto né l'uno né l'altro film da cui sono tratti i protagonisti di questa tua storia, quindi perdonami se dirò delle cose scontate che magari per chi li ha visti sono lampanti.
Dunque, inizio con il farti di nuovo i complimenti per questo meraviglioso modo che hai sempre di delineare l'ambientazione, rendendola curata e realistica. Qui ci proponi un'America degli anni Ottanta, contesto davvero molto interessante, soprattutto per la cultura e la mentalità del tempo, che per noi sono forse quanto di più distante possa esserci, ma che trovo comunque molto affascinante. Un'eco di tutto ciò si ritrova non solo nel rapporto conflittuale tra questo padre distaccato e suo figlio, causa morte della moglie, ma anche del Vietnam (poi ci tornerò sopra), ma anche delle voci che il gruppo di amici di Mike ha messo in giro su Arthur, cosa che ha precluso al ragazzo la possibilità di farsi assumere da qualcuno in città. Ecco, questo è uno spaccato vividissimo di quella che era la realtà del tempo.
Venendo a noi e procedendo con ordine. Ho trovato molto interessante che tu abbia deciso di focalizzarti sulla minoranza etnica russa, così come ho trovato molto interessanti i personaggi che hai tratteggiato in questo primo capitolo, soprattutto Mike. E partendo proprio da lui, quello che ci ritroviamo davanti è un classico ragazzo della sua età, che non va tanto bene a scuola e che ha un gruppo di amici un po' sopra alle righe. Questo è il quadro che emerge in prima battuta, quando lo guardiamo attraverso gli occhi e i severi giudizi di Piotr, ma poi scopriamo che c'è dell'altro, che c'è molto di più e quella che è stata grattata è solo la superficie. Innanzitutto, veniamo a conoscenza della miserevole vita che Mike e Piotr conducono, per via dei problemi con l'alcool di quest'ultimo. Il giudizio che suo figlio ha su di lui è molto duro e mi ha davvero spezzato il cuore, perché vedere queste due persone soffrire, ognuna a modo loro e per una causa comune, ma non sapersi parlare, non riuscire a trovare un punto d'incontro è terribile. Piotr soffre per il Vietnam (CIONNI, sei tu?!), ma anche per la perdita della moglie. Quello che s'intuisce è il riflesso di una famiglia in un certo senso bella: l'affetto dei due per la defunta donna è innegabile, così come lo è anche quello che li unisce, al di là del muro di ghiaccio che hanno eretto tra loro. Mi piace questo rapporto familiare tormentato che hai tratteggiato (e ormai sai QUANTO io adori questo genere di cose), lo trovo terribile e triste, ma anche bellissimo e ricco di spunti di riflessione e sviluppo dei personaggi.
La morte della madre spiega anche i brutti voti a scuola di Mike: certo, non dà l'idea di essere mai stato il classico secchione, ma nemmeno uno che alla scuola non ha mai dato importanza, tanto più che vede nel college la sua unica possibilità di riscatto, per non ritrovarsi a fare l'operaio come il padre. La morte della madre, che si è abbattuta ingiustamente su di lui, lo ha inizialmente privato di tutto, svuotato di qualunque cosa, e com'è naturale e normale che sia, i suoi voti ne hanno risentito.
La parte in cui descrivi cosa abbia significato la morte della madre per Mike è stata sicuramente la mia preferita di tutto il capitolo: è intensa, ben analizzata e così realistica che non può non piangerti il cuore quando ti ritrovi a leggerla. Soprattutto, mi ha stretto il cuore leggere di questo ragazzo anticonformista e spaccone, che ricerca conforto nell'odore della madre, un modo per riempire quella mancanza che lo logora. Mi ha fatto davvero molta tenerezza leggere che si addormenta tutte le sere con la sua camicia da notte tra le mani, piangendo e chiedendosi il perché debba essere successo proprio a lei. Quest'evento l'ha davvero devastato, più di quanto voglia mostrare a suo padre o a chiunque. Quello che cerca di fare è andare avanti con la sua vita, ma la ferita è ancora fresca, e alcune cose sono difficili e dolorose da lasciar andare e lui non ha ancora del tutto accettato quella perdita. Si è preso il suo tempo, per disperarsi e non avere voglia di far nulla, ma poi in qualche modo è ripartito, anche grazie a quegli amici che per lui sono essenziali, perché non solo lo hanno aiutato a riprendere una parvenza di normalità, ma lo hanno anche compreso. Hanno compreso le sue esigenze, e quando voleva la solitudine piuttosto che loro intorno. Hanno rispettato il suo dolore e gli sono stati accanto. Per quanto scalmanati, non si può certo dire che non siano dei buoni amici.
Arthur qui viene appena accennato, ma ciò che dici di lui me lo ha reso subito davvero molto interessante e non vedo l'ora di approfondirlo. Ciò che gli hanno fatto passare Mike (che pure si è pentito) e compagnia è davvero terribile, considerata la mentalità di quei tempi. Per lui deve essere stato tutt'altro che semplice vivere quell'anno sabbatico che sarebbe dovuto andare molto diversamente da com'è stato. Mi domando cos'è che l'abbia riportato in una città da cui è presumibile che voglia stare quanto più alla larga possibile. Sono davvero curiosa di scoprire il motivo del suo ritorno.
Intanto, fa il suo ingresso sulla scena un altro personaggio che mi ha subito colpita e che voglio adottare, perché l'ho adorato: Nikarov, un altro russo direttamente da New York con furore, che fa subito colpo su Mike, anche se il ragazzo non si rende bene conto in che modo. Mi è piaciuta subito la sua spontaneità e anche la sua spavalderia nel difendere Mike davanti al preside, nonostante sia l'ultimo arrivato e quindi magari fare bella figura sarebbe più conveniente. Ma, come lui stesso dice, non è così superficiale e di certo a New York era abituato a ben altri ambienti e approcci. Sarei davvero molto contenta se decidesse di rovinarsi la reputazione avvicinandosi a Mike, perché la prima interazione tra questi due è stata davvero molto interessante e intrigante e sono curiosa di veder approfondito questo rapporto e, soprattutto, di vedere dove andrà a finire.
Insomma, tesoro, questo primo capitolo mi è piaciuto davvero moltissimo: ho amato i personaggi che hai presentato e le loro impeccabili introspezioni. Ho amato la situazione che hai delineato e la strada che hai tracciato. Mi piace, mi piace, mi piace! E non vedo l'ora di proseguire con la lettura. Questa storia non mi ha delusa affatto, ma da te non ci si poteva di certo aspettare diversamente.
Un bacio e a presto ♥