Recensioni di Madame Anna

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Recensione alla storia Pur - 12/04/24, ore 21:12
Capitolo 56: Di burro, zucchero, vaniglia e cacao…
Uomo del popolo, Alain Soisson, uomo che sa perfettamente che il sangue ha lo stesso colore per ogni essere umano, che sa che il rango e il nome sono solo inutili orpelli dietro al quale vengono nascoste e taciute le ingiustizie e le disuguaglianze.
Uomo del popolo, André Grandier, che ha creduto che quella linea sottile e invisibile non potesse essere valicata da un semplice uomo innamorato, che ha creduto che la gabbia dorata fosse l’unico luogo sicuro e adatto ad Oscar François de Jarjayes.
Si scontrano i due diversi modi di credere nel sentimento che non può e non deve essere guidato dal pregiudizio e dall’orgoglio di classe.
Si scontra André con la sua scelta ormai lontana nel tempo, ma che ha dettato altre scelte, altri cammini che hanno incrociato e allontanato dalla sua vita Oscar.
Risulta incomprensibile ad un uomo pragmatico come Alain Soisson, il sacrificio di André, quel suo non chiedere, quella sua determinazione a restare sempre nell’ombra.
Ha creduto di non poter essere abbastanza André Grandier, ha creduto che quel mondo che li vedeva e li voleva diversi, che li voleva fermi e rispettosi del proprio ruolo, fosse l’unico mondo in cui non sarebbe mai stato libero, in cui sarebbe rimasto solo un’ombra persa mezzo passo dietro al Colonnello Oscar François de Jarjayes.
Ha creduto André che il bene, che proteggere Oscar da tutto, anche da se stesso, fosse l’unica soluzione possibile ad un amore impossibile agli occhi del mondo, ed anche ai suoi stessi occhi.
E tornare in quel mondo dorato significa ripercorrere il suo passato, ritrovare ciò che è stato per trovare ciò che è che, André è cambiato rimanendo sempre se stesso, un uomo non corrotto dal mondo che frequentava.
C’è un mondo segreto, nascosto agli occhi dei cortigiani che si muovono entro le sbarre dorate, ciechi e sordi a quel mondo che disprezzano ma senza il quale loro non esisterebbero.
In quel mondo nascosto scaldato dal calore del fuoco, che profuma di inebrianti sapori, André Grandier era stato ciò che era, un uomo gentile e fedele che amava senza speranza.
In quel mondo nascosto agli sguardi del sole dì Versailles, Alain Soisson vede con gli occhi del passato chi è stato davvero André Grandier, chi è davvero André.
Vede, Alain Soisson, la grandezza di un uomo che ha saputo vivere nell’ombra di un amore che non porta con sé la libertà, quella libertà che non si misura con i passi che si possono compiere, ma che è anelito dell’animo.
La libertà di scegliere la partenza è risultata una vana speranza di poter essere davvero libero, perché André sa, ha sempre saputo, che la libertà per lui è sempre stata Oscar.
Diventano certezze le incertezze che hanno sempre accompagnato André Grandier, diventa chiaro ciò che vuole, che ha sempre voluto.
Semplice eppure totalizzante il desiderio di André, poter amare Oscar come solo un uomo può amare una donna, senza titoli, ranghi, pregiudizi o scandali.
È tornato in quel mondo dorato André Grandier, quel mondo aristocratico che non può tollerare che un uomo del popolo possa anche solo sfiorarne le sbarre dorate.
Non può accettare il Tenente Victor Clément de Girodel che un semplice uomo del popolo si ostini a desiderare l’amore, perché l’uomo del popolo deve accontentarsi del semplice fuoco fatto di legno e fiamme, non può aspirare al fuoco caldo e splendente del sole che scalda Versailles.
Se Parigi è l’inferno e Versailles il paradiso, sarà Oscar François de Jarjayes a scegliere perché a volte l’inferno può diventare il paradiso.
Spesso una storia è solo una storia, spesso i personaggi ripetono all’infinito emozioni, situazioni, comportamenti. Talvolta i personaggi escono dagli schemi prestabiliti e si muovono spinti da emozioni vere, non calcolate. Soffrono, crescono in modo imperfetto e reale diventando veri.
Grazie
Anna
Recensione alla storia Pur - 23/03/24, ore 14:39
Capitolo 55: Sì...
Cinismo, egoismo, rispetto delle regole, del rango, incanta l’uomo davanti allo specchio Medusa.
Il riflesso perfetto di un uomo che ha perseguito il suo scopo fino ad ottenere il bramato assenso.
Immagine impeccabile, rigida, senza sussulti del cuore ad alterarne i lineamenti, senza ombre ad offuscarne il puro rango.
È un uomo che ha saputo aspettare, il Tenente Victor Clément de Girodel, che ha saputo riconoscere ogni crepa e sfruttarla a suo vantaggio.
È un uomo che vive e respira la consapevolezza di appartenere ad un ceto privilegiato, nato da sangue puro, destinato a preservare quella orgogliosa purezza, il Tenente Victor Clément de Girodel ha scelto la sola donna che ha dentro di sé la purezza dell’animo.
È un uomo che riconosce la forza e la potenza dell’amore di André Grandier, il Tenente Victor Clément de Girodel, un amore che deve restare solo fedeltà assoluta e cieca, perché il sangue che scorre nelle vene di André Grandier è diverso dal suo.
Riflette un uomo che ha vinto la sua personale battaglia, lo specchio, un semplice cerchietto d’oro a incatenare a sé la purezza e l’onestà.
Vendetta, cinismo, odio, calcolo, impietrisce il pensiero e il sangue, Medusa.
Ha atteso con pazienza, trasformando il suo amore rifiutato in odio, trasformando i suoi sogni spezzati in un incubo ad occhi aperti per colui che ha cambiato per sempre la sua vita. Con assoluto cinismo, Madame Roma ha seguito la sua vendetta con calma, lasciando che il tempo le fosse amico.
Le sue parole paralizzano il suo interlocutore, impotente il Generale Augustin François de Jarjayes vede il suo mondo crollare.
Umiliazione, disonore, condanna sociale, l’erede del casato, il Colonnello delle guardie reali trascinata in uno scandalo non perché è una donna che ama un semplice uomo, ma semplicemente per ciò che è, una donna.
Distruggere per sempre chi è Oscar François de Jarjayes, il suo spirito, la sua anima, è sempre stato lo scopo di Madame Roma, togliere per sempre qualsiasi possibilità di scegliere, di essere libera. Di aprire la porta della gabbia dorata e vivere.
È bastata una bugia disperata, sporca e dolorosa a distruggere la possibilità di scegliere.
Insinua il dubbio Medusa, basta questo ad una sedicente contessa, a Jeanne de la Motte per infangare una intera vita, una divisa e una donna.
Cercare di salvare se stessa a qualsiasi costo, senza preoccuparsi di nessuno, infangare il Colonnello Oscar François de Jarjayes come ultima occasione per cercare di essere vittima e non artefice di un furto.
Annientare Oscar François de Jarjayes, la donna cristallina e integra, il Colonnello delle guardie reali rispettato e ammirato.
Ferisce la ruvida stoffa della divisa sulla pelle, la morbida seta ora come armatura a paralizzare per sempre le ali.
Riportare indietro il tempo, cambiare, con una sola parola, una sola piccola parola, ciò che si è sempre stato per diventare altro. Insinua la sola scelta possibile, Medusa.
Una sola, piccola, semplice parola ad arginare il fango, e a chiudere per sempre la gabbia dorata.
Una creatura libera e selvaggia, in un volo che ha il sapore della speranza, forse ha capito che lo spirito non è ancora annientato, domato.
Ha paura Medusa, perché Oscar François de Jarjayes è libera.
Può essere ancora taciuta quella piccola, semplice parola, può diventare la chiave per aprire la gabbia dorata.
Sembra possibile uccidere Medusa con una piccola, semplice parola.
Sarà Oscar a decidere.
Il mio plauso va alla figura di Victor Clément de Girodel, è sempre difficile descrivere un personaggio rendendolo così reale, hai saputo cogliere l’essenza di un nobile, di un aristocratico che crede fermamente in una teoria, in un pensiero, che affonda le sue radici nel tempo, che crede fermamente nella purezza del sangue.
Pensiero che ebbe nefaste conseguenze.
Commentando Orwell, Simon Leys scrisse che il diavolo abita più spesso il dominio delle idee che quello dei semplici fatti. È ciò che accadde quando una truffa, un raggiro ordito per semplice avidità, offuscò i semplici fatti, rendendo vero ciò che era semplice fantasia.
Ancora una volta la Storia entra nella tua storia con incredibile veridicità.
Anna
Recensione alla storia Pur - 15/02/24, ore 21:31
Capitolo 54: Rouge ou blanc
In una Parigi che è davvero madre accogliente, che non giudica i suoi figli, che non pone loro domande, due mondi convivono.
Il mondo dai ricchi Palazzi, tra le cui mura nobili signori trascorrono la vita tra giochi di potere, piccole rivalità, grandi invidie.
Tutto pur di mantenere e ottenere altri privilegi. Come fiori che volgono le loro corolle colorate e profumate al sole, i nobili signori si muovono con naturalezza tra le belle strade di Parigi dove scorre lieta e frivola la vita.
Ma, affinché possano a vivere e fiorire, hanno bisogno della luce e dello splendore del sole che brilla un po’ lontano da Parigi, hanno bisogno del sole di Versailles.
L’altro mondo lì a Parigi, è quello dei poveri palazzi, affollati, sporchi, cadenti, bui e freddi, tra le cui mura uomini e donne fanno di tutto per sopravvivere.
Tutto pur di poter sfamare una piccola creatura nata da quella miseria profonda, che non chiedeva altro che vivere, che non è un errore da allontanare dalla mente come pensiero molesto.
Mani gentili ad offrire un po’ di calore fatto di scampoli di lana avanzata in un ricco Palazzo, come unica ricchezza.
Le mani infantili che seminano fiori che volgono le loro corolle colorate e profumate al sole di Parigi che non chiede nulla per brillare.
In un ricco Palazzo, questi due mondi si sfiorano, diventando sempre più consapevoli di non poter convivere perché due soli diversi li illuminano e li scaldano.
È tornato indietro nel tempo, André Grandier, in quel tempo in cui è sempre stato un passo indietro, ombra invisibile agli occhi di chi non ne coglieva nemmeno la presenza.
Ha compiuto una scelta André, con la sua scelta ha reso se stesso libero di uscire da quell’ombra.
È libero André, ma ogni libertà, ogni scelta ha un prezzo.
Scegliere è la più grande libertà di un uomo, ma resta un salto nel buio.
Nella scelta non ci sono certezze, si può scegliere la strada sbagliata da percorrere, o quella più pericolosa e piena di ostacoli.
Nella sua scelta, per André Grandier è impossibile tornare indietro, in quel mondo dorato, sicuro e falso dove tutto ha un prezzo.
Nella sua scelta, per André Grandier è impossibile chiedere ad Oscar François de Jarjayes di lasciare quel mondo dorato e sicuro in cui può essere al sicuro da ciò che l’altro mondo potrebbe avere in serbo per lei.
Nella sua scelta, André Grandier non ha altro da offrire che se stesso.
Accettare la scelta di Oscar François de Jarjayes è la prova più difficile da affrontare, André Grandier è libero di essere solo colui che amerà per sempre Oscar.
Ha scelto Oscar, ha scelto di restare nella sua gabbia, è libera di decidere, qualunque sarà la sua scelta finale.
Che ci sia seta o ruvida stoffa della divisa sulla pelle, Oscar François de Jarjayes resta una donna che ha in mano il suo destino.
Destino che solo Oscar può decidere quale sia più giusto per lei.
È rimasto ciò che era il Conte Hans Axel di Fersen, un uomo che ama senza futuro, che si è piegato al suo destino senza combattere, accettandolo semplicemente.
E ha il sapore del pregiudizio più grande la determinazione con la quale ha cercato in tutti i modi di lasciare Oscar François de Jarjayes chiusa entro il destino scelto per lei da altri.
Racchiuso nel suo mondo fatto di cinismo, rango, onore, rispetto delle regole, il Tenente Victor Clèment de Girodel assume il ruolo a cui ha sempre aspirato, essere presenza costante e rassicurante che rispetta e ammira. Ma che in fondo non ama Victor Clèment de Girodel, rinchiuso nel suo mondo di pregiudizi, che non accetta che possa vivere un amore che offre solo se stesso, senza rango, titolo o ricchezze.
Sarà Oscar a scegliere se l’amore è una colpa da soffocare, da dimenticare.
Sarà Oscar François de Jarjayes a scegliere se la gabbia dorata è davvero un nido sicuro in cui vivere, se vale la pena essere sporcata dal fango.
Seta o ruvida stoffa sulla pelle, sarà Oscar a scegliere.
Anna
Recensione alla storia Pur - 04/02/24, ore 15:07
Capitolo 53: Le coeur de Paris
Nel cuore di Parigi si cerca la verità. Nascosta, imbavagliata, sotto mentite spoglie, la verità la cerca un popolo, la cerca il potere di un Re, la cerca una donna.
È nuda la verità, e ferisce e confonde, perché mette tutto in discussione.
Ciò che è stata una intera vita, ciò che si credeva di conoscere, chi si credeva di conoscere.
È nuda Oscar François de Jarjayes, davanti ad una verità che non ha mai immaginato possibile.
Senza difese, senza più mezze verità a confondere la mente e il cuore.
Rispettare le regole, restare un’ombra spettatrice, per non mettere André Grandier in pericolo, questa è la prima amara verità che comprende Oscar François de Jarjayes.
Perché i loro mondi sono divisi, sono lontani e rispettano regole diverse.
È nuda davanti alla verità Oscar François de Jarjayes, la verità che ha il sapore della colpa e della responsabilità che quella colpa trascina con sé.
È nuda davanti alla verità Oscar, la verità che ha il sapore acre della realtà, quella realtà in cui non ha visto ciò che accadeva intorno a sé, non ha capito che tutti agivano per proteggere lei.
Proteggere Oscar François de Jarjayes dal fango, dall’amore fuori dalle regole, proibito, perché amare André Grandier sarebbe stata una colpa che avrebbe ucciso Oscar François de Jarjayes trascinandola fuori dalla sua gabbia dorata, dal suo mondo.
Tutto ciò che è accaduto, il dolore, le scelte, le sofferenze subite da André, tutto è accaduto per lei, ed è una verità che può distruggere.
È rimasta nascosta dietro il velo del ricordo di un amore verso il conte Hans Axel di Fersen, aveva sfiorato quel velo il dubbio, ora la verità lo ha squarciato e ciò che vede Oscar François de Jarjayes la mette davanti a se stessa.
Ha rivelato la verità André, mettendo a nudo il suo disperato modo di amare Oscar.
Dentro l’uniforme Oscar François de Jarjayes è al sicuro, amico, amica, figlia, erede, ogni ruolo una sbarra della gabbia dorata in cui vive. Ogni bottone chiuso dell’uniforme ogni mattina ad ammansire e soffocare qualsiasi desiderio di fuga.
Rigide regole e senso dell’onore a soffocare chiunque Oscar voglia essere o diventare.
Diventa figura rassicurante il tenente Victor Clèment de Girodel che nulla chiede o pretende, solida terra che non fa tremare il sangue, che tenace aspetta.
Resta un’ombra, la possibilità che il conte Hans Axel de Fersen possa rivelare le ultime verità, quelle più oscure e dolorose.
Cerca la verità il popolo di Parigi, un popolo che vuole vivere e non più sopravvive. Che vuole conoscere ciò che accade in quel mondo che può solo guardare da lontano.
Cerca la verità il popolo, vuole capire come annullare quel baratro di disuguaglianze, di povertà in cui è sprofondato.
Cerca un modo che permetta alla verità di venire alla luce un Re per salvare il nome e l’onore della sua Regina.
Tutti dimenticano che bisogna saperla ascoltare la verità, che bisogna essere pronti ad accettarla la verità.
In quel miasma di verità, mezze verità, calunnie e parole pronunciate con leggerezza, i diamanti di una collana divennero pietre da lanciare contro la Monarchia, alla fine rimase il fango da cui non poté più uscire una Regina.
Se il loro personale inferno sarà il loro destino, solo Oscar e André possono saperlo, c’è sempre un modo per uscire dall’inferno, dovranno solo trovarlo.
Anna
Recensione alla storia Pur - 07/01/24, ore 14:12
Capitolo 52: Un souffle de vent
Non sempre amarsi è sufficiente a cambiare la propria vita.
Non sempre l'amore e la libertà camminano insieme.
La vita con tutte le sue regole, le imposizioni, gli obblighi, aspetta Oscar Francois de Jarjayes fuori da quella piccola stanza di Parigi.
La vita che diventa una gabbia dorata entro la quale la libertà di Oscar non esiste più.
Quasi paradossalmente, è la sua stessa nascita ad aver privato Oscar Francois de Jarjayes della libertà.
Quella libertà che una donna del popolo come Rosalie Chatelet ha e che ad una donna nobile non è concessa.
Ora che sa di amare, Oscar comprende che amare potrebbe non essere abbastanza.
Le barriere imposte dalla società sono tutte davanti a lei, insormontabili con il loro carico di responsabilità.

È sospesa tra due mondi, Oscar, tra quella Parigi povera e disperata dove può essere libera e sentirsi viva, e Versailles ricca e ipocrita dove è ciò che altri vogliono che sia.
Non si è piegata alle regole di quel mondo chiuso dove regna il pregiudizio, Oscar François de Jarjayes, vede le persone e non il loro titolo o la loro ricchezza.
È consapevole, Oscar François de Jarjayes, che tutto ciò che erano stati, tutto ciò che sono, lei e André Grandier li rende diversi, quasi incompatibili. Tutto sembra contro di loro lontano da Parigi, vivere il momento è l’unica certezza per Oscar e Andrè, diversi eppure uguali nell’amore che li unisce.
Magnifico il duello di parole tra due uomini così profondamente diversi che nulla accomuna.
È padre, André Grandier, perché ha scelto di esserlo, è padre perché ama.
È padre, il Tenente Victor Clément de Girodel, non prova nulla, non ama, non sa essere padre, non vuole essere padre.
È una donna libera, Oscar, agli occhi di André, solo una donna che vuole essere libera, che vuole vivere la sua vita.
È una immagine irraggiungibile, intoccabile, che nulla e nessuno deve toccare o infangare, Oscar François de Jarjayes, per il Tenente Victor Clément de Girodel. Una creatura quasi irreale che aspiri ad essere libera, che continui a vivere rinchiusa in una gabbia dorata, ad osservare la vita senza viverla.
Ribelle domata, lì tra le mura di Versailles.
È amata per ciò che è Oscar François de Jarjayes, senza nessuna maschera o catena, come è sempre stata agli occhi di André Grandier.
È amata per ciò che rappresenta e possiede Oscar François de Jarjayes, chiusa dietro cancelli dorati, come è sempre stata agli occhi del Tenente Victor Clément de Girodel.
Chi è davvero Oscar François de Jarjayes crede di saperlo il Tenente Victor Clément de Girodel, deciso a tenerla lì, chiusa in un mondo dorato e artefatto, affinché sia sempre pura e immortale.
Egoismo contro semplice amore, il duello di parole è tra due modi assolutamente differenti di amare.
Chi è davvero Oscar François de Jarjayes, chi vuole essere Oscar può deciderlo solo Oscar, ed è un bellissimo cammino da fare accanto a lei.
In questa Parigi in fermento, il Re è nudo e con lui tutta la Corte, illuminata dai bagliori dei diamanti che getteranno nel fango lo scettro e la corona.
Anna