Recensioni di Dadasopher

Queste sono le ultime cinque recensioni che l'utente ha lasciato nella sezione nell'ambito del programma recensioni.


Recensione alla storia Sinner - 29/07/13, ore 16:56
Capitolo 47: Passi.
Ultimamente sempre più spesso sono incapace nel produrre frasi che si discostino da semplici schemi

grammaticali e me ne dispiace perché non volevo commentarti la storia con sintagmi nominali o verbali

legati da connessioni logiche trasparenti, mi sarebbe piaciuto farlo trasportata dalla creatività del

linguaggio, la stessa che colora gli spaccati ipotetici di vita di Takanori. Forse questa espressione non

calca a pennello, perché in fondo vediamo il riflesso di idee originali, che si muove ma soprattutto pensa

ed agisce seguendo i capricci dell'altro o viceversa. è una raccolta sui patimenti e gioie derivati da un

legame, inutile dirlo, inscindibile. Pur quando si è traditi, pur quando veniamo feriti è sempre l'oggetto dei

nostri desideri a muoverci e a essere mosso da una irrazionalità che nemmano i fauves che tu hai citato

riescono a imprimere sulla tela. è troppo irrazionale ma tangibile, e sai perché? L'egoismo lascia tracce

sull'altro, su quella persona che ne divide il letto e lì trasudano tutto ciò che fin fa quando si sono

conosciuti e forse amati li unisce.
Se questa piccola persona di Takanori di cui tu ci hai parlato in "Passi" esistesse realmente, io gli direi

che ha sprecato energie inutili, chi è solo lo rimane per sempre nella propria stupida solitudine. E io un

Ryo in tal modo l'ho conosciuto dal vivo; si può capire è vero, però rimane sempre l'egoismo a vincere su

ll'amore.

"Un animo messo a nudo non ha nulla di poetico: somiglia più ad un feto appena nato, rumoroso, sporco,

viscido, corrotto. "

Mi ha lasciato senza parole, sono commossa. è la frase più bella e vera che abbia mai letto sull'uomo e

universale.

Perché Guren, perché continuare a nascondersi sotto il velo? A Takanori hanno mangiato il coraggio o

l'amore l'ha ucciso.

Ti copio una citazione di una delle mie opere preferite.

"Ciascuno composto dalla propria sofferta, irripetibile, unica, inutile, odiosa complessità. Ciascuno, come

l’atomo del nucleo, racchiuso nell’impenetrabile corazza della solitudine. Due miliardi di abitanti della

terra, due miliardi di eccezioni alla regola. Ma nello stesso tempo anche la regola. Tutti disgustosi, tutti

infelici. Nessuno può cambiare e capire nulla. Il punto, l’atomo, la cui anima sprigiona milioni di volt. Ora

la disintegreranno."

<3

Scusa questo commento scarno, orribile, non riesco a tirare meglio di fuori sul momento. Le frasi mi

muoiono in gola.

PS: come ti ho già detto la maturità non serve a nulla e quest'anno è stata proprio una farsa. Dimostra

chi sei a quelli che dovranno giudicarti dopo. Sei una persona brillante, acuta, sensibile ricordatelo. Non

scriveresti queste cose altrimenti.
Un bacione immenso e in bocca al lupo per tutto carissima <3
Recensione alla storia Sinner - 28/04/13, ore 22:43
Capitolo 46: Famiglia (II).
Eccomi che clandestinamente sbarco sulla tua pagina, quasi con una punta di vergogna perché leggo sempre le tue storie in estremo ritardo. Ma alla fine è importante esserci, no?^O^ Come ti ho scritto nel messaggio, mi spiace (egoisticamente) che troncherai la raccolta a metà, più che altro perché nei rari momenti in cui posso accendere il pc, rilassarmi e leggere tu non ci sarai più con le tue perle di reiruki a risollevarmi il morale, a insegnarmi a vedere le cose da angolazioni differenti, non ci saranno più questi due ometti variopinti cui ci hai fatto affezionare ad allietarmi la vita, a farmi pensare ai "se" di coppia, a farmi scappare un sorriso tra le labbra, a farmi scendere qualche lacrima dagli occhi.
Volevo chiederti prima di iniziare la recensione vera e propria se quando pubblicherai la prossima drabble mi avvisi, anche su fb <3 Come hai detto te, sembra una forzatura, tipo "leggi" , però posso assicurarti che non è affatto così. Conoscendoti ormai interpreto la cosa come "guarda è lì, se vuoi passare fai pure x3" (sì, con lo smile puccio puccio *^*) e del resto feci lo stesso l'altra volta per la mia storia con lo stesso spirito, non perché uno debba andare a leggere per forza. A parte che leggere le tue storie è un piacere, come in generale il semplice immergersi tra le parole di qualcuno che destreggia bene la grammatica italiana e non, ma poi voglio dire nel nostro rapporto di stima costruitosi lungo questi mesi fraintendimenti del genere mai ci sono stati ;D quindi NO problema! Lo riscrivo pure qui che magari può dare l'impressione. Credo che sia un fattore tempo a portarci via dalla lettura, è inevitabile. Del resto ognuno ha il suo da fare quotidiano e questo spazio serve proprio per far sì che il nostro universo tangibile acquisti dei colori vivaci, ameni in grado di portarci in sfere sensoriali (e non solo) a noi sconosciute. Di viaggiare, ecco. E devo dire che con questa storia per merito dei nomi orientaleggianti ho fatto diversi chilometri, se non che il setting più uniformizzato alla realtà europea mi ha spinto a indagare lati sconosciuti del circostante. Sconosciuti perché con volti a me non noti, che in qualche modo cerco di delineare con la forza della mia inventiva e l'aiuto dei tuoi colori narrativi. Essenziale, sì, pochi dettagli, come Van Gogh pennellate brevi, decise, belle forti impresse sulla carta sotto forma di punti. La tua organizzazione sintattica mi ricorda molto il modo (eclettico) di fare arte all'olandese. Breve e concisa. Ci vogliono più riletture per cogliere quel dettaglio che dà adito a tutta la storia. Cornice interessante. Esserci e non esserci, le presenze sono dettate da un verbo esistenziale e forse anche i rapporti che intercorrono tra le varie persone. L'intimità finale spiazza. Uno si aspetta a fiato sospeso l'azione, che in verità passa tacita da una stradina secondaria facendo lo sgambetto alla aspettativa del lettore. Un lettore che come al solito si aspetta una fine scritta secondo la logica della consequenzialità ma si ritrova davanti sbattuta una realtà di fatto: un letto caldo condiviso da due persone, senza fronzoli familiari.
Un'atmosfera che piano piano va rilassandosi e si sfuma in una risata, io me la immagino cristallina, per poi terminare in un laconico punto fermo. Penso sia una delle tue drabble più "silenziose" e comunicatrici in assoluto. Comunicatrici come appunto un quadro da essere letto ed ermetiche perché stanche di dover svelare i suoi punti di intimità al mondo. Capitemi se volete capirmi, sennò apprezzate la mia bellezza esterna.
Spero di aver colto almeno qualche idea che ti eri preposta nello stendere questa storia. Attendo un tuo prossimo aggiornamento con immensa gioia.
Ci leggiamo presto, bacioni.
La tua Spin
Recensione alla storia Sinner - 03/01/13, ore 12:11
Capitolo 45: Morte (II).
Riemergo dal fondale dei morti dimenticati seppelliti dall'oblio per non tacere della mia prolungata mancanza e dare testimonianza del mio passaggio di qui. Avevo sbirciato la storia a essere sincera ma visto il titolo non mi ero sentita psicologicamente pronta ad affrontarlo prima, quindi scusa il mio ritardo nel recensire. Le mie aspettative sono state fortunatamente tradite dalla tua bravura, ormai so che ogni tua storia riesce a cogliermi sempre di sorpresa nonostante il titolo sia indice di una parola "comune" che da te poi viene magnificamente trasformata in vita propria e illusoria. Illusorie come le aspettative di Takanori rese tali dal banalizzante rapporto carnale, dal darsi scontato e ancora più fisico -qui- di Ryo. Una illusione divenuta disillusione con la prima spinta e fattasi gradualmente volgarità. Esistenze strette come maglioni rimpiccioliti insaturabili, incapaci di riecheggiare amore al di fuori del corpo caldo, dato dallo stesso corpo intorpidito e inanimato. Un fuoco spento, cenere ormai sterile che mai potrà far rinascere la fenice della vita dal suo utero igneo. E così la storia di un amore spentosi sullo stesso ritmo discendente di un requiem fresco a Isshi.
<3
(Recensione modificata il 03/01/2013 - 12:12 pm)
Recensione alla storia Sinner - 14/11/12, ore 12:25
Capitolo 44: Nero.
Presa da una esaltazione interiore non so se prima scusarmi per il ritardo o ringraziarti o commentare la tua stupenda storia. Mi hai colta impreparata, lo ammetto! Mi sembra doveroso aprire la mia insulsa recensione con un ENORME ringraziamento, quasi da panegirico ecco! Dovrò ingegnarmi e invoco l'aiuto delle muse per cogliere un modo originale di impostare il mio ringraziamento! Innanzitutto lo sai che mi ha dato un immenso piacere , oltre che essere stato tale, leggere le tue storie. In esse vi ho trovato una fonte inesauribile di sapienza, bravura, dialogo che si può solo in minima parte esprimere! Del resto rende speciale il rapporto tra lettore e pagina quel detto non detto implicito, il quale spesso rimane silenzioso nella testa di chi sta gustandosi le righe di una certa lettura prelibata, e tale è stata questa! Non mi è umanamente possibile esprimere la gratitudine verso le splendide parole che hai speso per i miei piccoli e umili scritti. Forse hai elogiato troppo qualcosa che non si merita una simile declamazione e complimenti, ad ogni modo, davvero GRAZIE. Ho ricambiato con affetto il gesto, mettendo nel secondo capitolo dell'angelo sentiti apprezzamenti verso ciò che scrivi (meravigliosamente!).
Veniamo a questo nuovo pezzo di bravura da parte della tua penna sapiente. Le parole respirano, hanno vita propria, sembrano giocare scherzosamente tra di sé nel testo riconcorrendosi gioiosamente fra riga e riga come se ricordassero l'atmosfera botticelliana nella primavera. Ho trovato straordinariamente fresca e fuori dal comune modo di intendere un ormai divenuto luogo comune dei colori. Sono sbalordita realmente dalla tua inventiva instancabile, tra l'altro notando una tua spiccata crescita stilistica delle descrizioni e costruzioni sintattiche che posso definire con tranquillità MERAVIGLIOSA. Tengo molto ad analizzare le tue storie anche stilisticamente perché sono pregne pure da quel lato di intensità e non come altre che si limitano ad esprimere concetti inarrivabili in una prosa modesta e sintatticamente "da bambino di quinta elementare". Tu con le parole ci scherzi e gli consigli come disporsi nel testo, tu ci sai fare ragazza!
Cara mia Guren ora devi perdonarmi se ti darò una mia chiave di lettura magari sbagliata ma vorrei che tu mi accompagnassi passo per passo a livello interpretativo con tanta pazienza e amore per le righe della tua storia, dandomi il punto di vista autoriale!
Innanzitutto, ritengo doveroso sottolineare il genio proteiforme che ha sviluppato due direzioni orientative particolari: una, che dirige da A a B mediante una linea continua nel suo intento di far pervenire a B ciò che da A proviene e allo stesso tempo discontinua -perciò inscrivendo in sé la seconda ipotesi interpretativa- poiché da ogni tappa interposta tra i due limiti di partenza e fine si dirama una serqua di possibilità di sottotracce inimmaginabili. È evidente il carattere complessivo della storia in sé, apodittico direi. Eppure come nei compiti di geometria piana quei punti tante volte fregano l'occhio risolvendosi in veri impicci di ingegno!
Ecco dopo la seconda e terza frase si apre quella fase di infinite possibilità di cui poc'anzi ho parlato. Tu parti da A, "gli chiedevano perché si vestisse di nero" per arrivare a B "non tutti comprendono che nonostante l'oscurità la vita viene da lì" aggiungendo la frase finale che a mio modestissimo parere sta da sé in tutta questa postulazione e discussione matematico-logico-geometrica ( e spero che la mia analisi razionale non ti induca a dispiaceri sommi!).
Veniamo al "corpo di testo" o dimostrazione vera e propria, perché gli intenti finali si sono già scritti da sé sul foglio e alla fine il "come volevasi dimostrare" (la gente ha molti pregiudizi infondati) è stato perfettamente corroborato dall'unione ordinata e consequenziale dei punti.
Teoria del comun pensante: Z (nero)= Y (morte o tristezza) -> tende a un limite di "inesistenza" ovvero assenza dell'essere, esistenza.
Teoria di Takanori: Z (nero) non ha una definizione che ne fissi dei limiti precisi, è un colore che dal contesto si plasma e come la tela aliena da ogni forma artistica o la tavoletta aristotelica di argilla, sulla cui superficie ci si esprimono, tracciano linee di idee e inquietudini.
E qui l'espressione matematica dà una spiegazione limitatamente esaustiva, perché di qualcosa così "irrazionale" solo i legami logici possono in parte trasferire l'ampiezza della teoria attraverso esempi alfa-numerici. Rimane fuori la cosa più importante.
Si uniscano ai concetti razionali i mezzi espressivi percettivi del colore e forma. E quindi accentua il contrasto "io" e "voi": loro i colori mica li creano, mica li adattano ma si limitano ad USARLI passivamente. Il Lui-io di Takanori sicuro della loro funzione comunicativa e non estetica-finalistica non aveva necessità di dominarli sempre visivamente. Andava oltre. Questa dimensione metainterpretativa e tante volte metaestetica gli ha permesso di scavalcare il muro interpretativo da cui deriva la frase finale "dall'oscurità viene vita" sennò perché "i sogni arrivano di notte"? <3 la tua Spin~
Recensione alla storia Sinner - 14/11/12, ore 10:43
Capitolo 43: Morte.
Ammetto di avere visto l'esistenza di questa piccola storiellina già da diverso tempo ma non riuscivo ad affrontarla. Mi faceva molto male leggerla, ecco. "Essere usati" in una relazione è tremendo, specialmente a scopo sessuale. Non che mi sia ritrovata nelle circostanze precise ed esatte fattuali ma in parte ho rivisto un lasso di tempo di una mia relazione e ne ho avuto paura. Temevo di confrontarmi col mio fantasma di tanti anni fa...ma ora eccomi qui a recensire, anche se a livello di commenti c'è poco da aggiungere. È un fine gioco di parole, come tu sola sai fare. Breve ma diretta come immagine. L'idea di essere un numero o una tacca è rivoltante, essere un piccolo trofeo da esporre. Brrrr. passiamo alla fiction dopo va :D