Recensioni di ggsi

Queste sono le ultime cinque recensioni che l'utente ha lasciato nella sezione nell'ambito del programma recensioni.


Recensione alla storia Assaggi di luce - 07/07/19, ore 07:52
Capitolo 3: 1999 - I benefici di un bel bagno
"Era tanto carino, pensò lei. In verità era oggettivamente affascinante - bello - ma a lei piaceva il suo lato carino. Quei sorrisi giocosi, quasi infantili, che dubitava gli fossero usciti spesso nella vita, serio com'era di solito, quando non stava in sua compagnia. Lei lo aiutava ad essere meno cervellotico, a godersi l'esistenza. Come Arimi, ma da adulta gli dava qualcosa di diverso.

Si facevano del bene a vicenda. Era una buona base per una relazione."

Minako tra lo spiraglio di sentimento e la muta rassegnazione al suo destino. Ma è già innamorata. Lo capisci dai dettagli.
Che sono la cosa che ho sempre adorato del tuo modo di scrivere.
(Sono presa da mille impegni, ma ci sono. E mi fai tanto bene anche tu con queste letture di leggerezza <3)
Recensione alla storia Ours - 13/08/18, ore 19:09
Capitolo 6: Inizio febbraio 1998 - Il matrimonio e i suoi problemi (quinta settimana)
Sono quasi commossa! Finalmente rieccomi! (manco fossi il Papa, ma giusto per farti intuire che ci tenevo un filino ino ino a recensire :D).
Reduce da dieci ore di ritardo aereo e con due di sonno nell’arco di ventisei, mi limito a commentare la parte clou – scritta d’istinto e pensiero in fila al check-in :D – chè devi fare qualcosa mentre aspetti al gate :D
Potrei partire con una sequela di insulti persino in anglosassone antico verso il direttore ma per ora mi soffermo su una lieve sensazione di fastidio nei confronti di... Foster :D
Che quando qualcuno ti convochi con quel tono che sa di carceriere prima di portarti al patibolo (quella cortesia falsa come una carta da sei euro unita a un “Noooo, figurati, non sarà nulla di che!”, per intenderci) è risaputo che la fregatura è lì in attesa.
Nel mio caso è andata così: conoscendomi – questo è un discorso assolutamente personale eh – avrei bloccato Alexander nel momento in cui si fosse prestato ad accompagnarmi! :D (Foster, ok che il quailing nel sacro vincolo del matrimonio ti rende più che zuccheroso, ma questo non comporta attaccarti a “tua moglie” come la provola con la soppressata! Perché se c’è una categoria nella vita umana che mi urta il sistema immunitario è quando ci si sposa e tutto d’un tratto in presenza di estranei ci si s-nomina e si parla del coniuge come “mia moglie”.
A me già lì, per dire, mi è salita la rivoluzione degli anticorpi :D
Ami era chiaramente a metà tra il rimbambimento e il ‘ok, sì, mi sta facendo un discorso di m...’ :D Mentre io ero lì, nell’unico momento in cui mi sono trovata a surfare la stessa onda con il direttore pensando “Questo non è un discorso per famiglie, raus!”
Ammetto che Alexander ha effettivamente risposto come avrebbe dovuto fare Ami, le intenzioni buone c’erano e ha agito per difesa, ma non posso non avvertire una certa dose di intromissione seppure in ottima fede. O forse, aveva intuito una stonatura nell'invito a presentarsi in ufficio ed era già pronto mentalmente - potrei anche dire che era nel posto giusto al momento giusto - ma da un certo punto di vista è risultato come se Ami fosse "difesa e autorizzata" a procedere da qualcuno (da esterna mi pare un discorso tra uomini in cui Ami ha fatto capolino)
Il discorso del tipo ovviamente si commenta da sé. Credo inoltre che non sarà né la prima né l’ultima volta che Ami incontrerà situazioni simili dato il contesto – come hai evidenziato tu: sono situazioni che accadono oggi, figurati prima! Immagino già che tra i colleghi del corso, in un ambiente non solo maschilista ma soprattutto competitivo – qui si paleserà la “responsabilità nei confronti dei colleghi di corso”- non mancheranno battute e frecciatine da parte degli altri studenti (giubileranno all’idea di essersi tolta una simile avversaria e me li figuro in sfottò vari).
Su Alexander: intendiamoci, una persona che ti dà un appoggio incondizionato è quello che tutte vorremmo avere! Ma questa è una battaglia di Ami :) Lo sa già che non sarà una passeggiata ma noi la amiamo proprio per questo :)
Prometto che torno presto appena mi riprendo dal letargo, ma davvero per me era urgente scrivere anche solo metà recensione :D Mi tieni sempre tanto compagnia con i tuoi regalini... e poi Yucchan mi aspetta :D E lì voglio avere il cervello attivo :D Un bacio grande!
P.S.: a pari merito, l’altra cosa che fa sì che con il mio sangue ci si possa fare la passata di pomodoro, è che nel 99,9% dei casi gli askaos non trovino mai qualcuno che li rimetta a posto fin da subito! Metti questo che ha trovato Ami quando avrebbe meritato la Dea con la tizia della lavanderia!
(Recensione modificata il 13/08/2018 - 07:11 pm)
(Recensione modificata il 13/08/2018 - 10:29 pm)
Recensione alla storia Plenilunio - 15/04/17, ore 08:41
Capitolo 10: 1 febbraio 1997 - Ciò che fummo, ciò che saremo
Commento a caldo :DDDD

«Certo. Ci sarà un altro matrimonio quel giorno, quindi dovremmo adeguarci a una decorazione standard.»
«Cosa?»

La Dea campionessa mondiale di deep breathing :D (vedi che lo yoga serve a qualcosa? :D)

Ikuko notò che stava cercando di dosare il disappunto.

Ma no, cara, è tutta impressione :D Michi sta giusto parafrasando il famoso adagio :D :

Della plebaglia, stretta la foglia/ Del fashion sia larga la via/ Mater, dì pure la tua/ Che la parola ultima sarà la mia

(Arrivata a quel “Cosa?” ho letteralmente sentito il caffè nelle radici! Morire così soffocata è stato grandioso :D )
Recensione alla storia Plenilunio - 13/02/17, ore 11:48
Capitolo 9: 22/31 gennaio - Traversie
Allora... levando per un momento il dato di fatto oggettivo – esigenze di copione ellephedriano! - secondo cui “sto matrimonio s’ha da fà!” e quindi Ikuko e Kenji alla fine devono arrendersi (uh, la felicità di quest’uomo! :D), vogliamo concentrarci tre secondi sulla big face de cul di Usagi-chan? :D “Shhh, ché svegli papà e mi becca sul davanzale modalità furtiva”, “No, mica è la prima volta che lo faccio! Mamo-chan mi prenota pure il taxi!”. Ragazza mia, Rei non ti ha insegnato nulla?! Mentire sempre! (I know, Ikuko non è scema e il rumore delle mani di Usagi che sarebbero inevitabilmente scivolate dal muro a cui si sarebbe aggrappata l'avrei avvertito pure da sotto casa mia :D). Poi non lamentarti che sulla testa di tua madre non è che girino le rotelle, bensì ci sia il sempre nominato movimento di rotazione e rivoluzione planetaria! Che poi, aggiungiamo l’onore al self-control di questa donna che si vede a chilometri di distanza che non è per niente la tipica madre italiana :D La mia, per dire, come minimo mi avrebbe detto: “Ah sì, ti piace fare la scimmia?! E arrampicati, su! Chè se cadi ti do pure il resto!” :D Ikuko la glaciale, no: lei, della vendetta, ha un'idea ben definita: "Vuoi passare la notte da Mamo-chan? Rivolgiti a tuo padre!". Applausi!
Mai big face de cul come quella di Chiba! Roba che se consulti il vocabolario francese alla definizione “faux-cul” c’è il suo nome! (Il film “Il padre della sposa" è onnipresente in questa raccolta nella mia testa :D)
Comunque, c’è da dire che come futuro marito vale :D Perché a noi donne il regalo domestico fa molto “ti ho scambiato per la tappezzeria della casa e non ti vedo più come femme fatale”, ma sull’asciugatrice l’universo femminile fa un’eccezione e concorda :D
Ma ora, ladies and gentlemen, mettiamo da parte i dolori della giovane Usagi (che ancora sto qui a ridermela della prova di valore dei lavori domestici – ma non erano le sarte di Michiru che venivano schiavizzate al “Ritmo di battaglia!” alla Ben Hur, o sei tu? :D NdR: Shingo per me avrebbe tranquillamente usato le sue, di manine, invece di fare il furbo! Ikuko, almeno lui, redimilo in tempo!)
Veniamo a lei! L’unica donna sulla faccia della terra di fan fiction capace di farti sentire a tuo agio (da popolano!) come la madre di Rose con Jack durante la cena di galà in prima classe sul Titanic!
Quello che ho capito io, della Dea, è che per essere anche solo suo conoscente devi prima mostrare un ISEE che valga la pena di stampare :D Però c’è da dire che dimostra autonomia: siccome non esiste atelier in questo sporco e volgare globo che possa valorizzare la sua figura, gli abiti se li disegna da sola, mi pare ovvio :D Nei panni del suo stilista di fiducia (capito, donne che andate da Primark?!), mi sentirei un miracolato :D
“Valutare l’operato della wedding planner giapponese”: oh, mon Dieu, gliel’avete detto, a quella poverina, di procurarsi dei farmaci contro lo stress?! :D
Ms Mitchell, “Non riuscirai a passare la barriera di Corrinna”, eh? Questo perché ancora non conosci la potenza del raggio di superpotere fashion della Dea! Mirad, tu spara in aria un “Merveilleux” e Michiru tua saprà che potrà lavorarti come vuole lei :D
Meno male che Usagi, con l’età, è maturata :D Perché sentirla presentata come “creatura di luce” e immaginarla quando si strafogava di pasticcini mi fa anche un po’ sorridere :D
In ogni caso, sti artisti sono tutti un po’ suonati :D Gli parte l’embolo del “Vedo della forme nella mia testa” e si eccitano manco fossero presi dalla febbre del quailing :D
Direi che tutto è fashion,ciò che finisce fashion :D Ma vuoi mettere la sensazione del passare dall’’ “I can’t get no, papapààà, satisfaction cause I try and I try” al “We are the champions, my friend”? Che quando afferri il comunicatore per dire ad Usagi che, sì, ce l’hai fatta - e che in fondo, mica è stato faticoso! – l’asse che si forma mentre te la tiri è lungo quanto la distanza tra Mercurio e Plutone?? :D
Perché detto fra me e te, elle, Michiru avrebbe preferito portare l’Anello a Mordor piuttosto che presentarsi al cospetto delle cinque popolane con l’alone della sconfitta! Già me la vedo a scrollarsi la chioma e dire: “Be’, che ci vuole a contattare uno stilista di grido? Ma che ne sapete voi sciocche piccole borghesi!”.
In ogni caso, l’impennata di fortuna è tutta merito di Haruka del quailing propiziatorio con tanto di accappatoio apri e chiudi per spettacolo privé :D
Al prossimo allenamento da guerriera lasciatela sola con quel Janus, mi raccomando :D
Chiudo genuflettendomi per le risate di questo capitolo :D Il Comitato ellephedriano pro fashion ritiene Kaiou a tutti gli effetti insieme a tutte queste comparse una vera Dea :D
Abbiamo parlato così tanto di questa scena che non vedevo l’ora di recensire :*
PS: ma sto stilista lo sa che dopo quest'incarico lo aspetta una secchiata di popolarità??
PPS: come riuscire nell'impresa e beccarsi pure un abito tutto per lei per l'esibizione: roba da Michiru :D
(Recensione modificata il 13/02/2017 - 01:48 pm)
Recensione alla storia Di fiamme e quiete - 19/09/16, ore 22:33
Capitolo 5: 15/24 febbraio - Conseguenze
Avvertenza: commento Yuichiro-centrico (e vabbe’, sono sacrifici :D)
Voglio avere il tempo per recensire per bene i singoli capitoli, ma al tempo stesso ho sulla punta della lingua tutto un ragionamento su Kumada-chan (sortito dopo un fine settimana ellephedriano comprensivo di tutta la tua produzione di fanfic :D – ripeto, sono sacrifici :D)
Io voglio tanto ma tanto di quel bene a questo ragazzo, ma delle volte vorrei dirgli che la parte del tonto è quella del cavallo inutile (Helios :D), non deve interpretarla lui.
Ma dico, no, non puoi star lì, mio caro amico dei capelloni anni ‘70, a ignorare la somma verità (o meglio, non tacerla a te stesso): tu, nell’azienda di papi, anche se respiri fai stare gli altri sull’attenti. E poi quando chiede il permesso: guarda, Yucchan, non te l’hanno detto in faccia solo per non perdere il posto ma l’espressione sarà stata qualcosa tipo… “Ma mi stai prendendo per i fondelli?!”. O ci sei o ci fai :D
Perché noi ellephedriani conosciamo gli antefatti, ma gli altri no :D
Ma il mio non vuole essere un cazziatone fine a se stesso (per Kumada solo love!).
Immagino Yuichiro sotto una pressa in attesa che il motore si azioni e lo schiacci. Pressione, dico davvero. E ansia, tanta ansia da prestazione. Cioè, ho quasi voglia di aprirgli una porta e mostrargli la via di fuga. Persino quando chiede al nonno di poter restare al tempio, promettendogli di non abbandonare le sue mansioni… be’, mi sembra una richiesta di aiuto.
La verità è che – qui il discorso del padre non fa una piega – Yuichiro non vorrebbe mai ritrovarsi in un ufficio, men che meno a dare ordini. Capirai, è fuggito a gambe levate alla prima occasione buona.
Però, mettendo da parte per un attimo l’indole caratteriale sicuramente pacata e lontana dall’ambizione sfrenata – non è assolutamente un peccato essere una persona modesta di sentimenti e desiderare una vita semplice e noi lo adoriamo per quello che è, un vero tesoro! – secondo me lui si trova in quella strana fase di transizione tra il rifiutare a priori una strada che considera foriera di grandi patemi e costrizioni (e qui parte il motto: “Io non sono capace né all’altezza”) e il sano rodersi nel rendersi conto di aver rifiutato di mettersi alla prova. La vita semplice, per quanto possa piacere – e indubbiamente fa per lui – va scelta, non deve essere una via di fuga né un alibi per nascondersi al mondo. E Rei probabilmente è solo una scusa per metterlo di fronte a questa cosa. Cioè, ci credo quando dice che lei non c’entra.
Yuichiro è un motore a diesel. Non lo noti subito, ma lo apprezzi nel tempo. Forse non sarebbe nemmeno tipo da colloquio di lavoro, perché lì devi avere un’adrenalina tale che in venti minuti devi mostrare il meglio e far vedere che il mondo te lo mangi a colazione. Non è un difetto tout court, ripeto è carattere, ma è limitante. Prova ne è che i lavori svolti da Yuichiro sono stati tutti umili o, come fa anche notare Rei, è stato pure sfruttato da qualcuno più furbo (furbo, non più intelligente). E obiettivamente parlando, non avrebbe avuto difficoltà a trovare qualcosa di meglio rispetto lo spazzare le scale del tempio. Lungi da me dire che sia una vergogna, anzi, ogni lavoro nobilita, ci mancherebbe, ma essendo lui un ragazzo in gamba avrebbe avuto la potenzialità di qualcosa di più, indipendentemente dall’azienda paterna. Quello che sto cercando di dire è che il focus della questione è che lui si nasconde, non si mette in mostra e quando lo fa o fa figuracce e si dà alla risata imbarazzata stile anime o si mostra talmente umile che non viene preso in considerazione alla giusta maniera. Con Rei in fondo è successo questo: sono dovuti passare quattro anni e un quasi addio perché lei si accorgesse della sua esistenza. E nel mentre ci sono stai tanti: stupido, idiota, inetto, incapace. Difatti lui si sentiva così.
Si capisce che sul lavoro nessuno ti aspetta – o dopo quattro anni, usando l'unità di misura servita per conquistare Rei - chissà quante promozioni ti sei perso - anzi, tutto corre troppo veloce, così tanto che dacché metti piede in ufficio finché non ne esci devi dimostrare che c’è un motivo per cui ti tengono lì. Un motivo produttivo. A meno che tu non sia il figlio del capo e allora ti puoi anche permettere di “giocare” a fare l’impiegato. Così facendo Yuichiro non avrà mai autorevolezza, le persone non notano l’affabilità e la spontaneità perché non lo conoscono. Quello che per lui è modestia per altri è “fa il simpatico, ma in realtà ci monitora”. Non è convinto né è convincente, ecco perché il padre arriva alla conclusione che il figlio abbia cambiato idea solo a causa di Rei. Inevitabile e logico.
Come dicevo prima, Yuichiro sta a metà tra il “non sono capace, voglio un tempio di sola pace” e l’essere solleticato dal pretendere qualcosa in più. Che è un qualcosa che si paga con la fatica e il sacrificio. Se Rei c’entra in qualche modo è solo in positivo – tra parentesi nel capitolo sull’abito e della penna lunare stavo entrando nella storia a farlo ruzzolare per tutte le scale per la sua tontaggine! (commenterò a dovere). Una compagna di vita può anche migliorarti. Non perché ti voglia diverso – non sarebbe amore – ma perché tu sfrutti il meglio di te. perché in fondo nemmeno ci hai provato a metterti in discussione. C’è un motivo per cui credo che Yuichiro non si senta degno di lei e non è la posizione lavorativa né l’ambizione: a lui manca – e ne è consapevole – il coraggio di osare. Fare l’apprendista al tempio è un’attività rispettabilissima ma è stato anche un modo per starsene tranquillo e non avere il fiato sul collo. Peraltro sempre con una carta di credito a disposizione che gli permette un soggiorno in hotel costosi.
Io ci credo che Yuichiro abbia questa vocazione, di fondo, che sia un tipo immerso nella natura e nella pace, ma vorrei vederlo fare questa scelta dopo aver capito che lui può fare anche qualcosa di diverso. O meglio: Yuichiro può anche convincerti che a lui piaccia questa vita semplice (nessun bisogno di farlo: è chiaro che lui ami ed aneli questo), ma non devono esserci riferimenti a quanto brave siano le sue sorelle manager e quanto indietro sia lui. A quanto capace sia la sua fidanzata mentre lui si ritiene inferiore. Lì sento che manca qualcosa, forse il rimpianto di non averci provato. Forse la paura di provare. Non perché lui voglia una vita ai piani alti, ma perché ne è fuggito senza affrontare seriamente l’ostacolo. È lì lo scarto. C’è una differenza sostanziale quando dici a te stesso: ok, non voglio essere così, però so che posso. Altrimenti resti a guardare gli altri che si muovono mentre tu ti crogioli su insicurezze varie.
La pressione: quella di un futuro in cui gli altri lo guarderanno e lo giudicheranno esattamente come la sua famiglia. Persone che si aspetteranno da lui concretezza, autorevolezza. Quelle stesse che oggi lo incrociano in ufficio ed esigono risposte alle loro domande: che ci fai tu qui?
E tempo, che ora gli sembra che sfugga tra le mani. Perché esattamente come Usagi e gli altri anche lui ha solo qualche anno di tregua. E lui fino a ieri non sapeva nemmeno com’era Rei senza vestiti e ora vuole sentirsi degno di un futuro non richiesto. Ma che può essergli d’aiuto per migliorare senza rigettare se stesso e la sua natura.
Infine una nota positiva che Yuichiro deve avere presente.
Non tutti nascono manager, dirigenti o comandanti. Il fatto di ritrovarsi faccia a faccia con una realtà che ha fatto sfuggire volutamente dalle mani gli deve servire solo per un’autostima personale. È il mezzo, non il fine. In fondo, metaforicamente parlando, un orologio funziona per gli ingranaggi dentro, non perché vedi muovere le lancette. Vedo grandi potenzialità, in vista di un futuro di potenti, in uno che fa dell’empatia una chiave di vita. Il fatto di riuscire a farsi benvolere, di rappresentare solidità e sicurezza e anche, perché no, giovialità e simpatia, lo rendono una persona facile da apprezzare e da seguire. Si può essere leader anche così. Chissà quante cose sarà in grado di fare per la gente, tra la gente, uno come lui.
Quello che fa ora sarà tutto per quel momento: tutto lo stress, la disciplina, il sacrificio. Mettendosi in discussione, senza più nascondersi dietro i muri di un tempio che l’ha fatto sentire protetto dall’esterno, potrà poi esprimere quello che è. Decidere di mettersi al servizio della giusta causa. Scegliere con convinzione la sua strada perché sa già di aver percorso le altre.
Il grande paradosso è che Yuichiro, dopo aver allontanato il potere di un’azienda di famiglia, si ritrova ad abbracciare un futuro di dominio. E il suo contributo sarà dei migliori :)
Oh, elle, tu dai tanto dei tuoi personaggi che è proprio bello raccontarti quello che trasmetti ^_^
Tra parentesi, ho talmente tante cose da scrivere su questo personaggio che credo pure di essere stata sintetica... modificherò sicuramente 3:) E continuerò capitolo per capitolo :D