Recensione alla storia La forma dell’amicizia - 24/01/21, ore 22:37 | Capitolo 1: La forma dell’amicizia | Devo ammetterlo: ho letto per la prima volta questa storia senza badare all'introduzione, poi senza ricollegarla al film.
Sarebbe stata comunque un'originale molto evocativa, che mi ha fatto pensare a una delle mie fiabe preferite: "Il fiumicello e il pioppo". Mi sembrava, dunque, la storia d'amore tra due creature femminili, una con radici di terra, destinata a rimanere albero, e l'altra con uno spirito acquatico, che poteva al massimo lambirne le sponde.
Vabbè, mi ero lasciata prendere dalla fantasia ^^'. Ho visto il film qualche anno fa, non al cinema: mi era piaciuto, ma l'avevo trovato anche piuttosto inquietante. E' vero che Elisa (tra l'altro mi chiedo anche se il nome, "cancellata", sia stato scelto apposta), fin dalla prima scena appare legata all'acqua, infatti si trova in una vasca da bagno in cui la vediamo ripetutamente, in una routine ormai consolidata, compiere autoerotismo, poi recarsi al lavoro ed essere comunque affascinata da una distesa acquatica.
Ancor prima d'incontrare il "mostro", dunque, l'acqua era il suo amore e il suo destino, la sua vera voce.
Per quanto riguarda Zelda, invece, è sicuramente una potente alleata, una donna più "terra terra" nel senso più buono e onesto del termine. Non avrei mai immaginato che si esprimesse con tanta poesia, ma tu sei riuscito a renderla credibile, perché l'amicizia è rallegrarsi per la felicità altrui, anche quando l'amico in questione ci viene portato via per sempre. Complimenti per l'idea!
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