Recensioni di

Queste sono le ultime cinque recensioni che l'utente ha lasciato nella sezione nell'ambito del programma recensioni.


Recensione alla storia Vederti - 08/05/20, ore 17:27
Capitolo 1: Vederti
Recensione premio 2/2 per il Contest “Tematiche delicate in 100 parole”

Ciao, eccomi di nuovo qui con la seconda recensione premio ^^
Ho apprezzato tantissimo anche questa Flashfic e, ancora una volta, mi sono rispecchiata in ciò che hai scritto.
Forse non del tutto perché non ho mai vissuto un momento così bello insieme alla persona amata, ma anche io amo il buio e concordo sul fatto che tutto si amplifica quando “non si vede”, quando è talmente buio che avere gli occhi aperti o meno non fa alcuna differenza.
Hai descritto un momento molto bello in cui tutto è amplificato grazie all'assenza della luce, dove tutto ciò che conta viene percepito dagli altri sensi, dal tatto soprattutto.
Ma ancora più importante, ci sono cose che solo il cuore può percepire, come il desiderio di essere una cosa sola con la persona amata, la felicità che si prova standole accanto e godendo di quei bei momenti semplici che sono preziosi proprio per questo, per la loro semplicità che offre così tanto.
La frase finale, poi, l'ho trovata un tocco di classe. Esprime perfettamente tutto ciò che la Flashfic voleva raccontare perché alla fine è anche al buio che si ha modo di scoprire la vera essenza di qualcuno.
Ti rinnovo i miei complimenti per questo scritto e ti ringrazio per la piacevole lettura ^^
Alla prossima!

Harriet;
Recensione alla storia Yellow - 08/05/20, ore 16:29
Capitolo 1: Yellow.
Recensione premio 1/2 per il Contest “Tematiche delicate in 100 parole”

Ciao, eccomi qui con la prima recensione premio ^^
Ho davvero apprezzato questa Flashfic, in particolare perché penso che descriva qualcosa di universale e nella quale ognuno, a modo proprio, riesce a rispecchiarsi.
Hai descritto qualcosa che, secondo me, ci porta a compiere piccoli gesti quasi disinvolti che ormai facciamo quasi in automatico a causa dell'abitudine – ma non abitudine in senso negativo, bensì è qualcosa che ormai fa parte di noi.
Così come la protagonista cerca sempre di intravedere la bicicletta gialla dai manici blu e il suo proprietario quando si trova all'Università, io ormai sono anni che non faccio altro che gettare lo sguardo nella casa che si trova in piazza vicino alla scuola elementare nella speranza di vedere, anche solo di sfuggita, una persona che ha fatto parte della mia vita e che ancora oggi per me è molto importante, anche se ci siamo lasciate in malo modo.
È per questo che dico che ciò che hai scritto è universale, perché può essere una bicicletta gialla dai manubri blu, una casa in particolare, una panchina dove si era soliti sedere, può essere qualsiasi oggetto o luogo che in noi risveglia delle sensazioni e ci fa compiere dei gesti che ci vengono quasi istintivi, naturali, perché ci portano a pensare a persone a noi care, ai bei momenti condivisi, o anche solo a qualcuno che è entrato nel nostro cuore senza saperlo e si mantiene una distanza che pare quasi incolmabile.
È stato uno scritto molto bello e delicato, l'ho letto con immenso piacere e anche una punta di malinconia – una malinconia bella.
Complimenti e alla prossima!

Harriet;
Recensione alla storia Racconti di eccezionale ordinarietà - 21/04/20, ore 21:33
Capitolo 1: Andrea
Ciao, eccomi qui!
È la prima volta che leggo qualcosa di tuo e da amante dei testi introspettivi ho subito adocchiato questa storia.
L'idea di base la trovo molto interessante, così come il fatto di rendere ogni capitolo una storia a sé stante.
In questo primo capitolo ho avuto modo di leggere una storia nella quale ognuno potrebbe rispecchiarsi.
Forse non per alcune vicissitudini o per i lavori che svolgono i personaggi, ma quante volte ho vissuto momenti del genere col mio migliore amico, che sia estate o inverno, primavera o autunno; quante volte mi sono confidata con lui, quante volte l'ho fatto quando ero mezza brilla e quante volte lui mi ha ascoltata pazientemente, consigliandomi e standomi accanto.
E lo stesso vale per me, è una fiducia e uno stare bene reciproco che ho ritrovato anche in questo scritto mentre leggevo di Alessio e Andrea.
Il loro rapporto mi è davvero piaciuto perché si vede che si vogliono bene, si vede che si fidano l'uno dell'altra e si vede che Alessio, nonostante sia stato molto diretto e senza filtri, desideri solo aiutare la sua migliore amica in quella che è una relazione nella quale ci ha creduto talmente tanto da esserne spaventata.
Comprendo bene quando dice e spiega di quanto le faccia paura essere felice, in certi momenti, e di quanto ormai stia cercando di abituarsi il più possibile alla lontananza con Gabriele a causa del loro lavoro.
Personalmente parlando, ho sempre trovato altamente distruttivo il fatto che sia proprio il lavoro il fattore scatenante di una separazione, specie quando è un lavoro che fai con passione e per il quale ci si è impegnati tanto.
Per questo mi ha fatto molto piacere leggere il finale, quando Gabriele arriva e si ricongiunge con Andrea.
Solitamente i finali aperti non sono il mio genere, ma questo perché sono io stessa a essere molto insicura e a necessitare di rassicurazioni; in questo caso, però, devo dire che è perfettamente in linea con l'intero scritto perché la relazione tra Andrea e Gabriele alla fine è stata un vero salto nel vuoto in cui si sono lasciati andare e hanno vissuto dando tutto senza riserva alcuna, quindi il finale aperto mi infonde un senso di nuovo inizio, di un secondo salto nel vuoto, come se fossimo “tornati alle origini”, ecco.
In conclusione, hai svolto un bel lavoro e l'ho apprezzato.

Harriet;
Recensione alla storia My gun and I - 19/04/20, ore 21:48
Capitolo 1: My gun and I
Recensione premio 1/3 per il Contest “Tematiche delicate in 100 parole”

Ciao ^^
Come recensore sostitutivo seguirò tutte le dritte che avete lasciato alla Giudice del Contest, quindi eccomi qui a recensire la prima storia che le avevi consigliato.
Questo scritto penso sia universale: chiunque potrebbe rispecchiarsi e ritrovare una parte di sé in queste parole.
Io stessa, mentre leggevo, ho avvertito questa sensazione: è come se raccontasse anche di me.
La metafora che hai utilizzato è fortissima e l'hai sviluppata davvero bene: “uccidere” nella nostra mente una persona che ci ha fatto un torto significa andare avanti, significa riuscire a voltare pagina e non guardarsi più indietro.
Riflettendosi nella realtà, significa dimenticare quelle persone e non avere più nulla a che fare con loro, cosa che spesso e volentieri facciamo e per i motivi più svariati.
Mi è piaciuto il modo in cui hai sviluppato questa storia perché hai raccontato di come nella nostra mente possa accadere di tutto, anche, per l'appunto, uccidere qualcuno.
Se rimane confinato nella nostra testa andrà tutto bene; inoltre, è chiaro il fatto che uccidere qualcuno significhi proprio tagliare i ponti e non avere più a che fare con una persona, nonostante l'immagine molto forte che le hai attribuito.
Infine, la dura verità: siamo noi stessi la causa primaria del nostro dolore.
Ed effettivamente è vero, è proprio così: spesso siamo noi stessi i primi a farci male e il fatto che la protagonista rimanga intrappolata nella stanza nonostante abbia ucciso tutte le altre persone – e soprattutto lei non si può uccidere – significa che si è fatta molto più male rispetto a quello che le hanno fatto tutti gli altri.
È stata davvero una lettura intensa e ti faccio i miei complimenti per come sei riuscita a condensare tutto quanto in un testo relativamente breve.
Complimenti!

Harriet;
Recensione alla storia Occhi - 08/04/20, ore 17:29
Capitolo 1: Occhi
Eccomi di nuovo qui ^^
Mi è piaciuta molto anche questa One Shot, sicuramente è il degno sequel di quella che ho letto prima.
Entrare nella mente di Chris è stato interessante, forse perché non mi aspettavo un risvolto del genere e quindi la lettura è stata ancora più coinvolgente.
Qualche indizio penso fosse già presente nel prequel, infatti se non erro era già stato accennato qualcosa circa il coprire i volti delle vittime con il sacco, ma qui possiamo dire che abbiamo la rivelazione effettiva della fobia e l'ho trovata perfettamente in linea col personaggio e i suoi trascorsi.
Non solo hai descritto molto bene cosa turba Chris al punto tale da farlo stare così male, ma ci hai fornito anche delle delucidazioni molto importanti sul suo background che è stato a dir poco traumatico.
E comprendo bene Eric quando pensa tristemente che forse Chris non sarà mai completamente suo, così come comprendo il suo desiderio di aiutarlo pur non potendo fare molto.
Non conoscevo l'Ommetafobia prima di partecipare al Contest di Soul, quindi è stato anche interessante leggere di una fobia a me sconosciuta, senza contare che unita a un personaggio così politicamente scorretto come Chris penso sia un “macabro” tocco di classe.
Tantissimi complimenti e in bocca al lupo per il Contest! ^^

Harriet;