Recensioni per
Sale sulla Pelle
di Blue Drake

Questa storia ha ottenuto 18 recensioni.
Positive : 17
Neutre o critiche: 1 (guarda)


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Recensore Junior
18/03/13, ore 21:01
Cap. 2:

(Questa recensione non è da considerare interna al contest)

Questo capitolo anche se inizia tutto sommato bene, con una bella prospettiva dal "basso" (notare altezza sguardo bambino) dell'arrivo degli adulti, di come essi si comportano, e il giudizio di Derek su di loro; dicevo, dopo questa prima parte -che sinceramente ho preferito- inizia una parte più narrativa, poco descrittiva e decisamente nulla quanto a dialoghi. Mi è parsa quasi un elenco di quanto accade negli anni immediatamente successivi all'adozione, una specie di panoramica. Non si spiega quasi per niente cos'è quest'agenzia, perché ne sono diventati agenti.
Mi consolo con la drammatica storia di Maggie e Jacob filtrata dall'accorato sguardo di Derek. Ben narrata e posizionata bene nel capitolo.

Nel complesso un capitolo di svolta, da cui mi ritrovo a giustificare la fretta con la quale hai voluto chiuderlo. Come si dice? Non si giudica mai un libro dalla copertina, né tanto meno dai primi capitoli. La storia è tutta lì nei venticinque capitoli che mancano, ermetica si nasconde, nasconde il suo cuore pulsante di trama intensa (e SLASHOSA, se mi si fa passare il termine) e io non vedo l'ora di addentrarmici.

Recensore Junior
18/03/13, ore 20:23
Cap. 1:

(Questa recensione non è da considerare interna al contest)

Decido di recensirti così da potermi studiare meglio le varie storie.

In primis, il tuo stile con periodi secchi e precisi si adatta bene allo sguardo con cui un bambino di sei anni può vedere il mondo, e queste frasi si presentano talvolta come verità universali. Un qualcosa che è così e basta, senza troppi problemi. Allo stesso modo col quale Derek si è adeguato alla novità dell' orfanotrofio ponendo principi inattaccabili come l'evitare "di rivolgere la parola a gente al di sotto dei vent'anni".
Quanto alla storia, il tema dell'incidente d'auto, del protagonista orfano è abbastanza abusato, anche se tu vi dai un taglio tale che la fa apparire diversa rispetto alle altre fic della sezione: affronti questo dramma in un unico breve capito, esaurendolo addirittura in poche righe. Da ciò ne deduco che questo non è che un breve preambolo, che alla trama generale tutto ciò non farà che da sfondo.

Complimenti. Mi accingo ora alla lettura dei ventisei capitoli che mi aspettano (Ventisei, argh! *infarto immediato*) Potevi essere un po' meno prolissa?
Oramai mi tocca quest'ingrata sofferenza, almeno lo stile scorrevole e la bella trama mi allieteranno l'arduo compito.

Recensore Veterano
28/01/13, ore 21:28
Cap. 3:

In questo capitolo si entra nel vivo dell’azione, in un certo senso. Non è del tutto corretto perché è di nuovo molto breve e, a parte, una certa curiosità per cosa in effetti venga fatto in questo comitato, di cosa si occupi il Consiglio e che cosa possa significare W, non accade molto altro.
Tutta l’eventuale tensione che poteva essersi accumulata nei capitoli precedenti, purtroppo, viene a mancare. La scena tra i due ragazzi è più utile a mostrare un certo tipo di relazione tra di loro, ossia quella amorosa, piuttosto che alla trama in sé. In questo caso le poche cose inserite che si ricollegano a tutto quanto detto nel capitolo due sono, uhm, surclassate dalla coppia in sé. Non è sbagliato, ma allora ti pongo alcune domande su cui riflettere: perché il lettore dovrebbe interessarsi allo sviluppo di trama e ambientazione, se vengono così poco approfondite? Dovrebbe continuare a leggere solo per i personaggi?
Potrebbe effettivamente interessarsi solo a Derek e ad Arthur, ma a questo riguardo posso commentare che i due mancano di sufficiente introspezione, almeno per ora. Non è semplice fare introspezione nei personaggi, fare caratterizzazione, ma per adesso i due si classificano solo con poche caratteristiche (cinismo e ironia per Derek, intuizione per Arthur) che non mostri davvero, ti limiti a dichiarare.
Il lettore non è tenuto a credere a ciò che dici dei tuoi personaggi e, molto spesso, è molto meglio non “dichiarare” niente e lasciare che siano i lettori stessi a comprendere che carattere abbiano, attraverso le azioni e i pensieri. In questo caso, purtroppo, non succede, e manca l’impressione che i due personaggi siano a tutto tondo.
Da questo punto di vista, ti posso consigliare alcune cose, ad esempio il farsi una sorta di scheda dei personaggi stessi, in cui scrivi ogni più piccola caratteristica del loro essere. Dopo, provare a scrivere una stessa breve scena prima dal punto di vista dell’uno e poi dell’altro, senza mai mescolare le loro sensazioni e pensieri, né intervenendo tu stessa per dire che carattere abbiano. Lascia che si capisca attraverso azioni e parole.
Nella seconda parte del loro dialogo, usi troppo spesso cose come “l’altro”, “l’amico”, “il più grande/più giovane”. Questo rende la lettura molto difficoltosa, perché, non essendo ben definito il pov, il soggetto della frase tende ad essere confuso. Sono inoltre cose che appesantiscono le frasi, sostituzioni evitabili se le proposizioni sono costruite in modo tale da rendere evidente chi stia parlando o agendo. Inoltre, anche se molti non lo sanno, in realtà il nome proprio dei personaggi non è percepito come una ripetizione anche se ripetuto abbastanza spesso, perché immediatamente identificabile e più “leggero”, nel senso che non attira l’attenzione rispetto ad appellativi più pomposi.
Ti consiglierei di rivedere il dialogo e renderlo più chiaro (oltre che di togliere i trattini a fine discorso diretto XD).
Un commento spassionato su due frasi verso il finale: “di quel viso duro e delicato al tempo stesso.” Gli ossimori e le contraddizioni non aiutano in una descrizione, anzi, operano un effetto piuttosto alienante, perché il lettore non sa bene che cosa immaginare. Sono degli espedienti che, in certi casi, è meglio evitare, concentrandosi piuttosto su una descrizione concreta dell’aspetto fisico.
La seconda, “Gli occhi di ghiaccio dell'uno, si specchiano in quelli di ardesia dell'altro.” Benché l’espressione abbia un che di poetico, si distacca del tutto dal tono del resto della scena, e non crea ammirazione riguardo l’aspetto degli occhi. Sono paragoni triti, quelli degli occhi con le gemme, e molto spesso, dato che sono stati molte volte letti e riletti ovunque, generano una certa ilarità.
In generale, sarebbe meglio che decidessi che “tono” dare alla storia. Ha, come ho già detto, tantissime buone premesse, ma la maggior parte a mio parere vanno perse. La tensione che potrebbe offrire l’ambientazione meriterebbe più importanza, legandosi alla storia personale di Arthur e Derek.

Kupò.

Recensore Veterano
28/01/13, ore 19:55
Cap. 2:

Di nuovo iome, con il secondo capitolo. Essendo molto breve, come anche i successivi, ti avrei personalmente consigliato di inserire la prima parte di questo capitolo (primo e secondo paragrafetto) con il primo, dato che ne è più o meno la continuazione e conclusione.
A proposito di questi due primi paragrafi, si ripresenta la stessa sensazione, in certe frasi, che sia tu narratrice a inserirti nel discorso, mettendo nella mente di Derek pensieri che un bambino non farebbe. Questa sorta di racconto didascalico, senza discorsi diretti, molto più raccontato che mostrato, ha purtroppo l’effetto di... estraniare il lettore, come forse avevo già scritto nella precedente recensione. Rende il racconto meno emotivo di quanto meriterebbe una situazione del genere, lo depersonalizza. Sarebbe stato invece interessante mostrare momenti della vita di Derek nell’orfanotrofio e dedicare scene più approfondite a Patrick e Clarissa. Se il tuo scopo era semplicemente fare un prologo alla situazione attuale, dato che alcune frasi estranee al pov fanno intendere che è tutto da classificarsi nel passato, rispetto al tempo attuale della storia, ti avrei consigliato di sfruttare il metodo del flashback. Ciò che intendo è: se credi che dedicare troppe pagine a questo inizio non serva, allora forse sarebbe persino opportuno toglierle e trasmettere tutte le informazioni riportate sull’infanzia di Derek in altro modo, con dialoghi, scene flashback, ricordi.
Il discorso vale in modo identico per questa frase: “Ma non impiegò molto tempo per capire che, da quel giorno in orfanotrofio, in compagnia di Patrick e Clarissa, aveva, forse senza realmente volerlo, ceduto la propria vita ed il suo controllo a persone che l'avrebbero usata unicamente per i loro scopi ed interessi.” Si tratta di un palese intervento di te autrice, che, in un certo senso, “imbocchi” il lettore con delle informazioni inquietanti su ciò che aspetta Derek. In un certo senso questo genera aspettativa, senza dubbio, ma in compenso distrugge tutto il mistero sulle figure che visitano il protagonista, come lo distrugge su ciò che lo aspetta in futuro. (Eccedi anche nell’uso di “ed” quando non è necessario, ma è un appunto del tutto secondario.)
Ti consiglio di rivedere, in certe frasi, l’uso delle virgole e della punteggiatura (come in questa: “Lo osservarono a lungo, tornarono il giorno dopo, e quello dopo ancora, facendo domande discrete alla direttrice ed al personale, ed altre, più strane, difficili e, talvolta, incomprensibili, direttamente a Derek, con la promessa che non ne parlasse a nessun altro.”) Potresti provare a leggere ad alta voce e a vedere dove inconsciamente metti le pause per il fiato, spesso aiuta a sistemare le virgole correttamente. ^^
Passando al paragrafo successivo, in cui narri degli altri ragazzi che entrano a far parte di questo centro, comandato da un nebuloso Consiglio, ti direi intanto che le età sarebbe più opportuno scriverle in parola. I numeri, di solito, si riservano esclusivamente alle date. Allo stesso modo, una cosa che ti è sfuggita, abbastanza ilare. XD “Di qualunque male di trattasse, fu di breve durata. Meno di una settimana più tardi Maggie morì, senza aver mai compiuto i suoi primi 18 anni.” In questa frase, quel “primi” riferito ai diciotto anni... beh, non credo che nessuno possa compiere i “secondi” diciotto anni della sua vita. X°DD
Mantenendo il punto di vista sempre esterno, devo dire che la narrazione ne soffre. E’ come la lunga storia della vita di Derek riassunta in poche righe, un lungo prologo didascalico che non crea molta suspance. La storia di Maggie e Jacob aveva un ottimo potenziale, ma così liquidata in poche righe non riesce a catturare il lettore e a mostrare la tragedia. Allo stesso modo, sarebbe stato secondo me interessante far vedere un po’ di ansia, o curiosità, da parte di Derek sul perché gli altri bambini siano rimandati indietro. Su che cosa sia questo Consiglio, su che cosa richiedano nell’Agenzia, quali attività facciano affrontare ai ragazzi. Nomini addirittura delle esecuzioni. Queste cose meriterebbero un approfondimento.
E’ vero che nel paragrafo successivo parli di un Derek che raccoglie tasselli, ma dato che tutto ciò è raccontato da “te” e non attraverso la psiche dei personaggi, chi legge finisce per non comprendere molto né per immedesimarsi nei personaggi stessi, la cui mente non è sviscerata.
La trama di per sé ha un’evidente potenzialità, tuttavia credo che un prologo così lungo sia superfluo. Se effettivamente non è un prologo (e non dovrebbe esserlo, stando già al secondo capitolo, correggimi se sbaglio), allora avresti un altro motivo ancora per dedicare più attenzione a questi fatti, la cui nebulosità, più che rendere curiosi, rende solo confusi.
Ti consiglierei drasticamente di mostrare il mistero e l’ansia di questa situazione attraverso delle vere scene, eliminando questi paragrafi, scene che lascino il lettore non nei dubbi riguardo a cosa legge, ma nei dubbi dei personaggi stessi – di certo più avvincenti che il venire catapultati in un ambiente affatto spiegato dalla tua personale ed esterna voce narrante.
La storia deve avere la possibilità di far uscire la sua forza, se quindi tutto ciò che c’è fin’ora è solo una “preparazione” al dopo, sarebbe meglio toglierlo oppure dargli tutta l’attenzione necessaria al suo sviluppo.
Consiglio spassionato, naturalmente, non tutto ciò che dico è oro colato. XD

Kupò.

Recensore Veterano
19/01/13, ore 21:05
Cap. 1:

Hola. =ç= Sono Sky, o Gaia, qui a recensirti tramite il concorso del “regalami una recensione”. Dovendo commentare cinque capitoli, dividerò il commento in parti dedicate ciascuna a un capitolo solo, e andrò avanti per paragrafi. In questo modo spero di poter parlare in modo più approfondito possibile di quello che leggo, senza però rendere il tutto un papiro troppo confuso. XD
Parlerò in generale dall’aspetto sintattico e grammaticale, che è la parte che si può commentare in modo più omogeneo riguardo tutto il testo, e poi do le mie opinioni sui vari paragrafi. Spero che, a parte la gratificazione della recensione approfondita, quello che dico ti sia in qualche modo utile anche come riflessione.

Parto appunto dall’apparato grammaticale. In questo primo capitolo in realtà c’è ben poco da segnalare e l’unica cosa che non mi sembra convenzionale è il modo in cui gestisci i discorsi diretti, in particolare il trattino alto che metti dopo le virgolette. E’ vero che la punteggiatura e l’uso delle virgolette per i dialoghi sono cose regolamentate in diversi modi, però non ho mai visto usare il trattino dopo il discorso diretto, e non credo in realtà che sia neppure utilizzato. Il modo corretto, in questo caso, dovrebbe essere il punto interno alla battuta “cioè così.” E senza successivi interventi come il trattino.
Dal momento che dal punto di vista della forma non c’è nient’altro da segnalare, passo oltre al resto del capitolo. =ç=

Il primissimo paragrafo è di grande impatto, diciamo, lirico e poetico, ma personalmente credo che sia anticlimatico. Avendo letto l’intero capitolo so che cosa accade al giovane Derek e ai genitori, ma un’introduzione così forzatamente aulica rischia di distruggere l’effetto colpo di scena che interrompe l’idillio della scena successiva. Dal momento che poi descrivi con più attenzione come quella giornata e quel momento cambino la vita del bambino, forse questa introduzione è persino un “di troppo”.

La scena in cui Derek è coi genitori crea una dolcezza che poi distruggi con i fatti che seguono. Stilisticamente, la paratassi può aiutare ad immedesimarsi nella mente di un bambino, che di certo non si spenderà in discorsone. L’immedesimazione, tuttavia, si distrugge un poco a causa della gestione del punto di vista – cosa che succede anche più in fondo nel capitolo, ma ne parlerò dopo. E’ naturale che desideri che il lettore provi empatia per Derek, che perde i genitori così tragicamente, e al fine di raggiungere questo scopo sarebbe sempre bene mantenere il pov (punto di vista) il più interno possibile alla mente del bimbo, così da poterne descrivere con più chiarezza emozioni e pensieri.
Può essere tranquillamente una scelta tua personale, quella di usare un narratore semionnisciente, tuttavia una decisione del genere estrania chi legge dal sentimento intimo del personaggio e fa sentire molto più “pesante” la voce di te narratrice.
Dato questo per buono, una frase come “La madre si volta sul proprio sedile, per poterlo guardare negli occhi chiari - presi dal padre.” è un esempio di quel che stavo dicendo. Se si rimane col pov di Derek, è chiaro che non è plausibile che il bambino pensi di se stesso di avere gli occhi chiari e di averli presi dal padre. XD Si nota con una certa enfasi come quello sia un tuo intervento. Descrivere l’aspetto del protagonista è importante, ma non è sempre essenziale; ossia, in questo caso non è necessario dire che Derek ha gli occhi chiari e che li ha presi dal padre, perché ai fini del capitolo (l’incidente e il cambiamento nella vita del bimbo) non è un dettaglio utile. Volendo aggiungere questo particolare, potresti farlo in scene future (premettendo che ancora non ho proseguito nella lettura) in cui Derek vede una foto del padre e nota come i loro occhi si assomiglino.

Sempre parlando di occhi, che introducono il terzo paragrafo dell’incidente, mi viene da concentrarmi sul paragone dello “scuri e caldi come la cioccolata”. Dal momento che Derek è un bambino, questa similitudine acquista del senso, ma se così non fosse stato avrebbe rischiato di diventare improbabile e abbastanza abusata. Per togliere questa impressione potresti enfatizzare il fatto che è il figlio ad associare gli occhi castani della madre a qualcosa di dolce e buono come la cioccolata, scrivendo, ad esempio, “I suoi occhi marrone scuro, che ricordavano a Derek la cioccolata calda…”
Perdonami se ti sembro molto puntigliosa, ma dal momento che di gravi errori nella storia non ce ne sono mi sento di concentrare la recensione di più su tutti gli aspetti di lima. XD Così da migliorarla ulteriormente.
A questo proposito, sempre nello stesso paragrafo, ti segnalo questa: “prima che tutto, intorno, diventi buio e freddo.” E in particolare l’aggettivo “freddo”. Supponendo che ci sia l’incidente, sarebbe forse più realistico mostrare l’urto, piuttosto che un’immagine così retorica come il freddo, che dubito sia una delle sensazioni che qualcuno prova quando fa un incidente d’auto.
Il resto del paragrafo, con la semplicità con cui è scritto, invece si accosta bene alla psiche di un bambino e ne trasmette l’emotività con una certa forza. Stessa cosa dicasi per quello successivo, in cui i dottori comunicano la notizia. C’è sia la negazione della morte che l’incrollabile fiducia di un figlio verso i genitori, messa in discussione soltanto nell’ultima riga.

Si ripresenta il fatto della voce narrante troppo “prepotente” nell’ultimo paragrafo. Da lettrice, mi pare poco plausibile che nella psiche di un bambino ci sia posto per pensieri come quelli espressi in questa frase: “Non avere più i genitori non significa essere uguali gli uni agli altri. Significa solo essere costretti a vivere assieme, volenti o nolenti. Significa solo non avere altra scelta se non quella di finire ancora più soli in mezzo ad una strada. No, loro non sono e non saranno mai uguali a lui.”
Sono davvero oltremodo… ponderati, ecco, con una sorta di intento di riflessione dal carattere un po’ anticonformista che dubito troverebbe posto nella mente di Derek. La sua fanciullezza, a mio parere, andrebbe risolta con meno “polemica”, che potrebbe addirittura scivolare nel cliché, passami il termine, dell’adolescente frustrato dalla banalità altrui (come, ad esempio, in questa frase: “Sembrano tutti quanti manichini, senza volontà. Non hanno idee, e se ce le hanno, sono talmente elementari e patetiche da far cadere le braccia.”) Il fatto che Derek parli addirittura con gente sopra ai vent’anni, avendone solo sei, mi fa pensare che tu voglia dargli una caratterizzazione molto matura, che sfiora quasi il geniale (non ci sarebbe altro modo per cui un bambino di sei anni possa parlare con un ventenne senza che ci sia un’enorme disparità di “ruolo” nella conversazione), e se questo è l’intento allora ti consiglio di lavorare sul punto di vista e di reimpostare i suoi ragionamenti, perché altrimenti quest’idea si perde e si ha l’impressione che sia tu, la scrittrice, a mettergli in bocca riflessioni della tua testa, più che della sua. Vale lo stesso per alcune parole, come ad esempio “disgraziato di turno”: Derek, di sei anni, per quanto arrogante e chiuso in un orfanotrofio, ha una psicologia tale da definire così un suo compagno?
Sono domande banali, ma fondamentali per la caratterizzazione.

La frase finale si rifà a quella sorta di lirismo dell’introduzione e io, personalmente, ti direi quasi di tagliarla del tutto e chiudere in altro modo il capitolo. Questo perché, come altre cose, distrugge l’immedesimazione in un modo troppo, come dire, evidente. Nel senso che si comprende che sei “tu” a scrivere che sono stati momenti sorprendenti, inattesi e terribili, Derek non penserebbe qualcosa del genere a riguardo e il lettore, dal canto suo, lo ha già compreso e dedotto dal resto delle scene. Non necessità dell’imbeccata.
Breve segnalazione grammaticale in merito a questa frase: la d eufonica di “ed” non dovrebbe essere usata a meno che la parola successiva non cominci per e.


Essendo il secondo capitolo molto breve, come anche i successivi, ti avrei personalmente consigliato di inserire la prima parte di questo pezzo della storia (primo e secondo paragrafetto) con il primo capitolo, dato che ne è più o meno la continuazione e conclusione.
A proposito di questi due primi paragrafi, si ripresenta la stessa sensazione, in certe frasi, che sia tu narratrice a inserirti nel discorso, mettendo nella mente di Derek pensieri che un bambino non farebbe. Questa sorta di racconto didascalico, senza discorsi diretti, molto più raccontato che mostrato, ha purtroppo l’effetto di... estraniare il lettore, come forse avevo già scritto nella precedente recensione. Rende il racconto meno emotivo di quanto meriterebbe una situazione del genere, lo depersonalizza. Sarebbe stato invece interessante mostrare momenti della vita di Derek nell’orfanotrofio e dedicare scene più approfondite a Patrick e Clarissa. Se il tuo scopo era semplicemente fare un prologo alla situazione attuale, dato che alcune frasi estranee al pov fanno intendere che è tutto da classificarsi nel passato, rispetto al tempo attuale della storia, ti avrei consigliato di sfruttare il metodo del flashback. Ciò che intendo è: se credi che dedicare troppe pagine a questo inizio non serva, allora forse sarebbe persino opportuno toglierle e trasmettere tutte le informazioni riportate sull’infanzia di Derek in altro modo, con dialoghi, scene flashback, ricordi.
Il discorso vale in modo identico per questa frase: “Ma non impiegò molto tempo per capire che, da quel giorno in orfanotrofio, in compagnia di Patrick e Clarissa, aveva, forse senza realmente volerlo, ceduto la propria vita ed il suo controllo a persone che l'avrebbero usata unicamente per i loro scopi ed interessi.” Si tratta di un palese intervento di te autrice, che, in un certo senso, “imbocchi” il lettore con delle informazioni inquietanti su ciò che aspetta Derek. In un certo senso questo genera aspettativa, senza dubbio, ma in compenso distrugge tutto il mistero sulle figure che visitano il protagonista, come lo distrugge su ciò che lo aspetta in futuro. (Eccedi anche nell’uso di “ed” quando non è necessario, ma è un appunto del tutto secondario.)
Ti consiglio di rivedere, in certe frasi, l’uso delle virgole e della punteggiatura (come in questa: “Lo osservarono a lungo, tornarono il giorno dopo, e quello dopo ancora, facendo domande discrete alla direttrice ed al personale, ed altre, più strane, difficili e, talvolta, incomprensibili, direttamente a Derek, con la promessa che non ne parlasse a nessun altro.”) Potresti provare a leggere ad alta voce e a vedere dove inconsciamente metti le pause per il fiato, spesso aiuta a sistemare le virgole correttamente. ^^
Passando al paragrafo successivo, in cui narri degli altri ragazzi che entrano a far parte di questo centro, comandato da un nebuloso Consiglio, ti direi intanto che le età sarebbe più opportuno scriverle in parola. I numeri, di solito, si riservano esclusivamente alle date. Allo stesso modo, una cosa che ti è sfuggita, abbastanza ilare. XD “Di qualunque male di trattasse, fu di breve durata. Meno di una settimana più tardi Maggie morì, senza aver mai compiuto i suoi primi 18 anni.” In questa frase, quel “primi” riferito ai diciotto anni... beh, non credo che nessuno possa compiere i “secondi” diciotto anni della sua vita. X°DD
Mantenendo il punto di vista sempre esterno, devo dire che la narrazione ne soffre. E’ come la lunga storia della vita di Derek riassunta in poche righe, un lungo prologo didascalico che non crea molta suspance. La storia di Maggie e Jacob aveva un ottimo potenziale, ma così liquidata in poche righe non riesce a catturare il lettore e a mostrare la tragedia. Allo stesso modo, sarebbe stato secondo me interessante far vedere un po’ di ansia, o curiosità, da parte di Derek sul perché gli altri bambini siano rimandati indietro. Su che cosa sia questo Consiglio, su che cosa richiedano nell’Agenzia, quali attività facciano affrontare ai ragazzi. Nomini addirittura delle esecuzioni. Queste cose meriterebbero un approfondimento.
E’ vero che nel paragrafo successivo parli di un Derek che raccoglie tasselli, ma dato che tutto ciò è raccontato da “te” e non attraverso la psiche dei personaggi, chi legge finisce per non comprendere molto né per immedesimarsi nei personaggi stessi, la cui mente non è sviscerata.
La trama di per sé ha un’evidente potenzialità, tuttavia credo che un prologo così lungo sia superfluo. Se effettivamente non è un prologo (e non dovrebbe esserlo, stando già al secondo capitolo, correggimi se sbaglio), allora avresti un altro motivo ancora per dedicare più attenzione a questi fatti, la cui nebulosità, più che rendere curiosi, rende solo confusi.
Ti consiglierei drasticamente di mostrare il mistero e l’ansia di questa situazione attraverso delle vere scene, eliminando questi paragrafi, scene che lascino il lettore non nei dubbi riguardo a cosa legge, ma nei dubbi dei personaggi stessi – di certo più avvincenti che il venire catapultati in un ambiente affatto spiegato dalla tua personale ed esterna voce narrante.
La storia deve avere la possibilità di far uscire la sua forza, se quindi tutto ciò che c’è fin’ora è solo una “preparazione” al dopo, sarebbe meglio toglierlo oppure dargli tutta l’attenzione necessaria al suo sviluppo.
Consiglio spassionato, naturalmente, non tutto ciò che dico è oro colato. XD



In questo capitolo si entra nel vivo dell’azione, in un certo senso. Non è del tutto corretto perché è di nuovo molto breve e, a parte, una certa curiosità per cosa in effetti venga fatto in questo comitato, di cosa si occupi il Consiglio e che cosa possa significare W, non accade molto altro.
Tutta l’eventuale tensione che poteva essersi accumulata nei capitoli precedenti, purtroppo, viene a mancare. La scena tra i due ragazzi è più utile a mostrare un certo tipo di relazione tra di loro, ossia quella amorosa, piuttosto che alla trama in sé. In questo caso le poche cose inserite che si ricollegano a tutto quanto detto nel capitolo due sono, uhm, surclassate dalla coppia in sé. Non è sbagliato, ma allora ti pongo alcune domande su cui riflettere: perché il lettore dovrebbe interessarsi allo sviluppo di trama e ambientazione, se vengono così poco approfondite? Dovrebbe continuare a leggere solo per i personaggi?
Potrebbe effettivamente interessarsi solo a Derek e ad Arthur, ma a questo riguardo posso commentare che i due mancano di sufficiente introspezione, almeno per ora. Non è semplice fare introspezione nei personaggi, fare caratterizzazione, ma per adesso i due si classificano solo con poche caratteristiche (cinismo e ironia per Derek, intuizione per Arthur) che non mostri davvero, ti limiti a dichiarare.
Il lettore non è tenuto a credere a ciò che dici dei tuoi personaggi e, molto spesso, è molto meglio non “dichiarare” niente e lasciare che siano i lettori stessi a comprendere che carattere abbiano, attraverso le azioni e i pensieri. In questo caso, purtroppo, non succede, e manca l’impressione che i due personaggi siano a tutto tondo.
Da questo punto di vista, ti posso consigliare alcune cose, ad esempio il farsi una sorta di scheda dei personaggi stessi, in cui scrivi ogni più piccola caratteristica del loro essere. Dopo, provare a scrivere una stessa breve scena prima dal punto di vista dell’uno e poi dell’altro, senza mai mescolare le loro sensazioni e pensieri, né intervenendo tu stessa per dire che carattere abbiano. Lascia che si capisca attraverso azioni e parole.
Nella seconda parte del loro dialogo, usi troppo spesso cose come “l’altro”, “l’amico”, “il più grande/più giovane”. Questo rende la lettura molto difficoltosa, perché, non essendo ben definito il pov, il soggetto della frase tende ad essere confuso. Sono inoltre cose che appesantiscono le frasi, sostituzioni evitabili se le proposizioni sono costruite in modo tale da rendere evidente chi stia parlando o agendo. Inoltre, anche se molti non lo sanno, in realtà il nome proprio dei personaggi non è percepito come una ripetizione anche se ripetuto abbastanza spesso, perché immediatamente identificabile e più “leggero”, nel senso che non attira l’attenzione rispetto ad appellativi più pomposi.
Ti consiglierei di rivedere il dialogo e renderlo più chiaro (oltre che di togliere i trattini a fine discorso diretto XD).
Un commento spassionato su due frasi verso il finale: “di quel viso duro e delicato al tempo stesso.” Gli ossimori e le contraddizioni non aiutano in una descrizione, anzi, operano un effetto piuttosto alienante, perché il lettore non sa bene che cosa immaginare. Sono degli espedienti che, in certi casi, è meglio evitare, concentrandosi piuttosto su una descrizione concreta dell’aspetto fisico.
La seconda, “Gli occhi di ghiaccio dell'uno, si specchiano in quelli di ardesia dell'altro.” Benché l’espressione abbia un che di poetico, si distacca del tutto dal tono del resto della scena, e non crea ammirazione riguardo l’aspetto degli occhi. Sono paragoni triti, quelli degli occhi con le gemme, e molto spesso, dato che sono stati molte volte letti e riletti ovunque, generano una certa ilarità.
In generale, sarebbe meglio che decidessi che “tono” dare alla storia. Ha, come ho già detto, tantissime buone premesse, ma la maggior parte a mio parere vanno perse. La tensione che potrebbe offrire l’ambientazione meriterebbe più importanza, legandosi alla storia personale di Arthur e Derek.



Concludo qui la lunga recensione. =ç= Ho deciso di unire in un’analisi singola gli ultimi due capitoli, per non dovermi troppo ripetere.
D’altronde, i consigli non mutano molto da un paragrafo all’altro, e questo a partire dal primo del capitolo quattro, in cui esegui una poetica descrizione dei caratteri contrapposti dei due protagonisti, Arthur e Derek. Mi limito in questo caso a complimentarmi riguardo l’utilizzo di certe figure retoriche, suggestive e in certi casi piuttosto inedite, dato che già in precedenza ho spiegato come sia sempre meglio definire i caratteri attraverso parole e azioni, piuttosto che con delle descrizioni da prendere per buone.
Infatti nel paragrafo del dialogo si incontra una sorta di problema, se così può essere definito, ovverosia: il modo in cui parli dei due nelle descrizioni non corrisponde del tutto alle loro azioni. Ad esempio, Derek che balbetta nonostante sia definito freddo e osservatore, e neppure capisce che Arthur lo sta prendendo in giro.
Mi sembra di aver compreso che si tratta del momento in cui Arthur e Derek si sono scoperti come coppia, e forse marcare meglio questo salto temporale con un corsivetto eviterebbe un iniziale accenno di confusione.
Prima di tirare le somme dei primi cinque capitoli, passo direttamente al quinto.
Penso che quarto e quinto, data la brevità, avrebbero potuto tranquillamente essere uniti.
La gestione delle descrizioni dei gesti è, a mio parere, ottima, dal momento che sono vivide, non sono monotone. Rischio invece di esserlo io nel ripetere le stesse cose riguardo la caratterizzazione. XD So bene che non è semplice creare personaggi a tutto tondo e non mi sento di giudicare del tutto negativamente, tuttavia si ripresenta il fatto che le effettive azioni e reazioni di Derek e Arthur non sempre corrispondono a quello che ci dici di loro. Certe volte, per evitare questo inconveniente, è sufficiente porsi domande come, tipo, “è consono che per un personaggio presentato come riflessivo e arrogante quale è Derek siano usate espressioni come ‘tenere il broncio’ oppure un dialogo molto arrendevole come nella scena lovelove con Arthur?” E via dicendo. E’ naturale che una persona non è sempre fedele a se stessa e l’uomo è fatto di contraddizioni, ma queste dovrebbero comunque seguire la linea di massima del carattere impostato o avere uno sviluppo di coerenza.
Non ci sono segnalazioni grammaticali di sorta da farti, escludendo qualche virgola vagante che, a una rilettura, noterai certamente da sola. Ricordati la convenzione generale per cui le virgole vanno solo tra una subordinata e l’altra, per separarle, per sottolineare gli incisi e non tra due verbi o tra un soggetto e un verbo che sono collegati tra loro.



Concludo tutto quanto dandoti la mi impressione generale sulla storia.
Senza ombra di dubbio l’ambientazione è affascinante e presenta innumerevoli spunti per una trama articolata e una certa qualità e varietà di personaggi. E’ per questo che, secondo me, il fare capitoli così brevi può penalizzare la lettura: al quinto ancora il lettore non è nel vivo della narrazione e le premesse che gli sono state date sono abbastanza blande (se si esclude la primissima parte in cui c’è un’interessante presentazione del protagonista.) Ti sei soprattutto concentrata sulla relazione tra Derek e Arthur, preparandole il terreno coi primi due capitoli e ruotando su di essa dal terzo in poi, che è una scelta apprezzabile, se non fosse che in questo modo purtroppo si perdono molti altri spunti.
Come ho già scritto in precedenza, il tutto meriterebbe una cura ulteriore, soprattutto lavorando sull’ansia che può effettivamente provocare questa “organizzazione”, sulle sue caratteristiche, di conseguenza sul punto di vista da adottare, svelando segreti sfruttando i personaggi. E’ vero che se il lettore è mantenuto all’oscuro di tutto la storia si ammanta di un certo mistero, ma in questo modo va persa gran parte della possibile trama. Sarebbe, secondo me, interessante seguire Derek nelle sue scoperte ai riguardi dell’organizzazione e dei suoi compiti. E’ probabile che questo accada nei capitoli successivi al quinto, tuttavia già da adesso ci sarebbe l’occasione di mettere in atto quello che dico.
D’altronde, altrimenti, chi legge resta anche all’oscuro del perché i dirigenti dell’organizzazione dovrebbero uccidere Derek e Arthur per una banale relazione. Sono contro il semplice avere dei rapporti d’amore con qualcuno? Questo non è spiegato e lascia una certa perplessità, dal momento che non si hanno altri dati, sembra una questione atta solo a creare un po’ di dramma.
Non mi fraintendere, non c’è niente di male nel volersi concentrare semplicemente sui due amanti e di far preponderare le scene “tenere” o quelle erotiche rispetto al resto della trama e alla parte che può generare drammaticità, ma in questo particolare caso è veramente un peccato e a parer mio una perdita il non sfruttare tutto quello di cui hai gettato le basi. Recuperare i personaggi dell’inizio, ad esempio, che hanno prelevato Derek dall’orfanotrofio, sarebbe stata una buona cosa, essendo già al capitolo cinque.
Ti consiglio quindi in generale di approfondire il mondo in cui i protagonisti vivono e di fare attenzione al modo di presentare e giostrare i personaggi. =ç=
Spero che, al di là del contest, il commento ti sia stato utile e spero di non aver infastidito con tutte le mie puntualizzazioni.
A presto. **

Kupò.
(Recensione modificata il 04/02/2013 - 06:07 pm)

Recensore Junior
25/10/12, ore 23:40
Cap. 21:

Io continuo a leggere!
Sarà una recensionelampo perchè è tardi, ma dato che non ho mai lasciato la mia opinione me approfitto ora.
La storia mi piace, peró ho sempre paura che da un momento all'altro accada qualcosa di brutto ad ary, chesso magari li beccano e li puniscono.. sto sempre nel terrore. Mi piacciono troppo Q.Q non li beccheranno mai vero?
E poi quello che hanno fatto i 'ragazzi' è stato molto coraggioso, dopotutto è per far valere i loro diritti.
Spero che a Derek non accada nulla di male..
Alla prossima! :)

Recensore Veterano
30/05/12, ore 14:08

La storia è davvero bella e tu scrivi benissimo :3 spero che tu possa aggiornare presto :) un.bacione
E.
P.s spero ci siano momenti più spinti XD

Recensore Veterano
20/05/12, ore 16:50
Cap. 7:

Ciaooo!! scusa se leggo e commento solo ora,ma in questi giorni non ho avuto proprio il tempo materiale di connettermi. Quest'anno sono di amturità quindi mi è un pò difficile trovare sempre il tempo per passare un attimo di tranquillità!! vabbè=)
Ma che fine ha fatto Arthur?Spero di sbagliarmi,ma ho il presentimento che gli sia accaduto qualcosa..spero proprio di sbagliarmi. Magari è solo occupato o non ha pensato di avvisare Derek..spero sia così!!
Spero lo trovi presto,altrimenti non credo che Drek riuscirà a finire entro i tempi stabiliti il suo lavoro..non può permettersi distrazioni.ma non può fare nulla ffinchè ciò non accada.
Vorrei tanto sapere cosa deve fare questo gruppo di preciso..quale sarà il loro compito..letale squadra di "pulizia"...chissà in cosa consiste!!Spero di scoprirlo presto.
Comunque,probabilmete sarò ripetitiva,ma la cosa che mi piace di questa storia è che il lettore "cresce" e conosce i dettagli insieme ai personaggi della storia,come se noi fossimod ei semplice spettatori che osservato i fatti che sisvolgono. Cerchiamo di trarne le nostre conclusioni dai pochi dettagli che ci vengono forniti. I persoanggi ci ignorano e non si preoccupano di fornici dettagli che per noi sono essenziali mentre per loro sono scontati e ovvi.
Non vedo l'ora di leggere il prossimo capitolo..sono troppo curiosa di ottenere maggiori dettagli. Mi paicerebbe veramente che la tua storia fosse maggiormente seguita perchè secondo me,merita veramente tantissimo!! Però sappi che,in ogni caso,un fan c'è: IO =)
Un bacio alla prossima ciao ciao
Emy

Recensore Veterano
09/05/12, ore 20:24

Ciao!! che bello hai aggiornato =) Scusami se ho recensito in ritardo,ma avevo un pò di storie e recensioni accumulate quindi le ho svolte in ordine cronologico!!
Questo capitolo mi ha incuriosito..uff Derek da per scontate troppe cose..potresti avvisarlo che ci sono persone che stanno seguendo le sue vicende e non sanno tutte le cose che sa lui? ahaha XD dai lasciamo da parte le scemenze.
Dovrò aspettare per sapere la cose,seguendo le vicende a pari passo insieme a Derek!! Sto ancora cercando di farmi venire qualche idea per assocciare il soppranome W a qualche cosa..ma credo che per scoprirlo dovrò aspettare ancora Dereck!!
Sicuramente da questo capitolo ho notato che Derek non si fa mettere facilmente i piedi in testa da nessuno...non per nulla l'hanno scelto per un compito che a quanto pare sembra così importante. Deve aver suscitato l'invidia di molte persone,penso che chiunque lì vorrebbe essere al suo posto.
Spero presto di avere ulteriori dettagli..sono troppo curiosaaa=)
Ancora complimenti per la storia,alla prossima
Emy

Recensore Veterano
02/05/12, ore 19:17

Ciao !! eccomi nuovamente qui!! Mi è piaicuta molto l'immagine che hai dato a Derek in questo capitolo,perchè nonostante sia forte e tutto..ha dimostrato anche diavere un lato più "debole",più sensibile,che teme quello che potrannoc hiedergli di fare. Sono felice del fatto che senta di potersi fidare di Arthur e dirgli tutto di sè,perchè tutti al mondo abbiamo bisogno di questa figura secondo me. Non possiamo portarci tutto dentro. Questa "coppia" mi piace motlo,mi sembra quasi che oltra ad essere contrari tra di loro per alcuni aspetti,per altri siano affini e si completino a vicenda.
Un'altra cosa che mi piace è il modo in cui tu parli della storia. Sembra quasi che questi fatti non vengano fuori dalla tu amente,ma che tu li stia riportando e che i fatti sfuggano dalla tua volontà. Mi è piaciuto quando hai parlato della privacy dei personaggi e che quindi non potresti riportare quei pensieri.
Mi piace molto il tuo modo di scrivere e pian piano che vado avanti in questa storia me ne accorgo sempre più. Spero di poter leggere presto il seguito,ancora complimenti ciao ciao.
Un bacio Emy

Recensore Veterano
01/05/12, ore 12:46
Cap. 4:

Ciao!finalmente mi sono riportata in pari con questa storia. Tra una cosa non avevno nè letto nè commentato due capitoli,scusa ancora!!
Ora abbaimo scoperto anche com'è iniziato il rapporto tra Arthur e Dereck,ha avuto molto coraggio facendo la prima mossa e soprattutto sapendo che l'Organizzazione disapprova questi comportamenti...ciò significa che con Dereck non ha affatto voglia di scherzare.
La descrizione iniziale dei due personaggi presenti mi è piaciuta molto. Dai pochi dettaglia che io ho capito dei persoanggi,mi è parso che quelle descrizioni calzassero veramente a pennello (bè chi conosce i personaggi meglio dello scrittore?).
Sono veramente curiosa di sapere come questa storia di evolverà..spero di avere presto maggiori dettagli. Ancora complimenti per la storia ciao ciao.
Un bacio Emy

Recensore Veterano
01/05/12, ore 12:34
Cap. 3:

Ciao! scusa tanto se commento solo ora il capitolo nonostante sia passato un pò di tempo dalla pubblicazione!!
Devo proprio ammettere che il personaggio di Derek mi intriga,è così misterioso e sembra che nasconda qualcosa di troppo grande...non sò è una sensazione che mi trasmette il suo personaggio. Anche io come Arthur sono molto curiosa di scoprire cosa signifi il soprannome W.
Una cosa che mi piace nella tua storia è che scrivi l'essenziale. Nel capitolo non ti perdi in inutili pomposità,ma sai andare dritto nel segno. Scrivendo l'essenziale, ho come l'impressione che si volgia focalizzare maggiormente l'attenzione su ogni minimo dettaglio..magari mi sbaglio =)
Ora leggo il prossimo capitolo.
Volevo farti ancora i complimenti per la storia perchè mi sta veramente incuriosendo..ciao ciao
Un bacio Emy

Recensore Veterano
26/04/12, ore 23:44
Cap. 4:

Questo capitolo ha risposto alle mie domande, ma non a tutte. "W" che vuol dire?
E' solo la finale del cognome di Derek?
Almeno ho trovato un'ipotesi ... Mi è piaciuta la dichiarazione di Arthur "Ma che ti prende?" "Mi prendi tu" molto calzante! Hai la mia approvazione di autore! Comunque, a parte questo flash back molto carino fra i due, che ne sarà di loro? Dove vuoi arrivare? E questa specie di agenzia dalla quale sembra non esserci via d'uscita, che scopo ha? Cosa vuol formare? C'è una sorta d'ispirazione a Nikita, in questa storia?
Spero di ricevere presto una risposta. =) Adesso chiudo e ti saluto, dicendoti che sono ancora incuriosito e che aspetto l'aggiornamento. Che ne sarà di Derek?
Conte

Recensore Veterano
26/04/12, ore 23:39
Cap. 3:

No ...
Voglio sapere anche io che cosa significa "W" anche perché sono completamente privo di ipotesi, il che non è da me ... in genere, almeno una stronzata mi passa per la testa XD ma quì no. Osservo che Derek s'è fatto cinico e alquanto ironico. Sembra affrontare la vita con burla e battute. Non si lascia scalfire da nulla e pensa a come farla in barba al consiglio.
Di che natura è la relazione fra Derek e Arthur?
Sono amanti occasionali, fidanzati ... che cosa? Più che altro, esattamente di che si occupano? sono agenti di polizia?
Io li vedo così ...
Conte

Recensore Veterano
26/04/12, ore 23:35
Cap. 2:

Ciao,
La storia sembra quasi prendere una strada poliziesca ... Non ho ben inquadrato che cosa sia questa agenzia. Comunque, noto che Derek ha fatto un salto d'età notevole dal primo capitolo al secondo. Mi domando dove tu voglia arrivare. Clarissa non mi ha fatto una bella impressione ... Cioè, ancora l'hai mostrata poco ma mi è parsa arrogante, nel suo discorso al piccolo Derek. Ha 6 anni, insomma, che cosa doveva capire?
Comunque, la storia continua a incuriosirmi.
Jacob, deve essere il nome ... Come è stato introdotto, come soffre per la perdita di qualcosa. Povera Margaret Magic ...
C becchiamo alla prossima recensione. Però, mi piace, voglio sapere il seguito ...
Conte

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