Recensioni per
L'odore del mare.
di junone

Questa storia ha ottenuto 1 recensioni.
Positive : 1
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
31/03/12, ore 20:03

Junone – L’odore del mare 

Grammatica 2.6/5 
Lessico: 5/5 
Originalità e trama: 10/10 
Uso del profumo: 9.5/10 
Uso della citazione: 10/10 
Giudizio personale: 10/10 
Totale: 46.3/50 

GRAMMATICA: 

Mia cara, mi dispiace, ma la grammatica è stata un pochettino imperfetta e ti ha causato un calo di punteggio sostanzioso che forse, facendo un po’ più di attenzione ad accenti ed errori di distrazione, avresti potuto facilmente evitare. 
Molti errori, appunto, sono accenti sbagliati, inversioni di lettere all’interno della parola o punteggiatura errata. 
Per correttezza però non ho potuto non sottolinearli tutti anche se, ovviamente, un errore ripetuto più volte, ma uguale nel suo sbaglio, eviterò di riportarlo più di una volta. 
- “Il negozio si chiamava così, perchè il signor Turner…” L’accento del “perché” è errato. 
-“Per il momento, però, a Joseph veniva chiesto, semplicemente, di riconsegnare, ai rispettabili componenti della comunità che si affidavano all'ingegno e la maestria del signor Turner, i loro orologi rotti, e poi prontamente riparati.” Essendo la “e” congiunzione già una pausa vocale e non fornendo in questo caso un’enfasi ulteriore alla frase alla quale è legata, non trovo necessaria la virgola posta prima della “e” in questione. 
-“Lei entrò, la sera a vorticarle intorno, ed una bellezza lieve dipinta sul viso.” Anche qui vale lo stesso discorso: so bene che la “,e” è accettabile e non considerata da tutti errore e ti assicuro che neanche io la considero sempre tale ma, in questo caso, l’aggiunta della virgola mi sembra ridondante ed inutile poiché, come ho spiegato per la correzione precedente, la congiunzione rappresenta già uno “stop” per la voce e non necessita, in questo caso, un ulteriore “fermo”. 
- “-Vorrei far riparare questo orologio-, disse. - è piuttosto vecchio, ma mi piacerebbe rivederlo in funzione-, aveva una voce lineare, un poco acuta, a tratti persino stridula, ma a Joseph Turner, questo, non importava davvero.” In questa frase ho riscontrato due errorini. Il primo è quello della virgola esterna al trattino nel discorso diretto (errore frequente nel testo) ed il secondo è la mancata lettera maiuscola dopo il punto. “disse. - è piuttosto vecchio” Il punto fermo richiede sempre la maiuscola. 
-“Rimasero, così, immobili, a guardarsi, studiarsi, toccarsi finchè, tutt'a un tratto” Accento errato del “finché”. 
- “Quando camminavano insieme per strada, con quello che poteva sembrare un nulla a dividerli, la gente sussurrava piano, ma senza macare d'esser sentita: "Non è abbastanza bello per lei", con un poco di cattiveria, perchè non potevano vedere le loro dita sfiorarsi, di tanto in tanto, e qualche volta, con un pò più di audacia, intrecciarsi dolcemente.” In questa frase sono racchiusi un po’ di errori: distrazione ed accenti per lo più. 
“Macare” è un chiaro errore di distrazione o battitura. “Perché” è scritto con l’accento errato e lo stesso vale per “po’” che non va con la “o” accentata ma con la “o” apostrofata. 
- “Joseph non si stupì nel scoprirle morbide e sottili, nè si stupì quando assaporando il suo respiro caldo percepì l'odore della salsedine che impregna l'aria quando il mare è quieto. La strinse a sè e non la lasciò andare per quella che gli parve un eternità troppo breve.” Ancora errori di accento: “né” e “sé” sono scritti con l’accento errato. 
- “Il suo amore le aveva permesso di trasciarsi dietro la vita qualche anno ancora…” Errore di distrazione: “trasciarsi”. 
-“ Non gliela lasciarono vedere, dicevano che ne sarebbe morto, che non avrebbe retto lo schoc.” “Schoc” è scritto in maniera errata. Dovrebbe essere “shock”. 
-Ocèane è morta, continuava a ripetersi, a sussurrare, Ocèane è morta, si è uccisa, continuava a ripetersi, a sussurrare, Ocèane è morta, si è uccisa, non la vedrò più, non la bacerò più, non la stringerò più. Se lo ripeteva con lentezza, nessuna incrinazione nella voce.” In questa frase ho notato che non hai aggiunto le virgolette e, nonostante confessi di non essere certa al 100% che questo sia un errore palese, trovo più corretta l’aggiunta delle virgolette stesse o del trattino quando parli come fosse un discorso pronunciato dal protagonista: 
“Ocèane è morta,” continuava a ripetersi, a sussurrare. “Ocèane è morta, si è uccisa.” Continuava a ripetersi, a sussurrare. “Ocèane è morta, si è uccisa, non la vedrò più. Non la bacerò più, non la stringerò più.” 
Come puoi notare ti ho corretto anche la punteggiatura che mi sembrava un po’ confusa in alcuni punti. 
Inoltre, benché questo non sia un vero e proprio errore, vorrei farti notare la ripetizione della frase “continuava a ripetersi, a sussurrare…” che appesantisce un poco la lettura, la fa risultare pesante e distoglie il lettore da ciò che sta succedendo portandolo invece a concentrarsi sulla frase che si ripete. 
In ultimo, “incrinazione” può essere considerato in due modi e credo che, per quello che volessi indicare tu, ovvero “frattura, crepa” nella voce, possa essere ritenuto corretto. Più giusto sarebbe stato “inclinazione” ma, ripeto, anche io preferisco la tua scelta e quindi questo non ti è valso assolutamente come errore. 
- “Qualcuno, nei giorni a seguire, gli fece anche le condoglianze perchè, infondo, tutti sapevano quel che c'era tra loro, lo sapevano da anni, ma nessuno aveva detto nulla, avevano smesso persino di mormorare, con un poco di cattiveria (-)Non è abbastanza bello per lei.(-)”. 
A parte il “perché” nuovamente errato, ti ho aggiunto tra parentesi la correzione che trovavo più giusta. Avrei infatti posto la frase “Non è abbastanza bello per lei”, essendo una frase di discorso diretto, tra virgolette o trattini. 
- “Ruppe quadri, gettò al suolo oggetti fragili, strappò le pagine rilegate di libri ordinati su scaffali lucidi, si liberò l'anima, insomma, del groviglio di rabbia che provava per colei che tanto aveva amato, e che per un certo verso si ritrovava ad odiare.” Anche in questo caso trovavo, per i motivi sopracitati, l’utilizzo di “,e” inutile e ridondante. 
-“Mesi dopo lo sfortunato evento, quando l'autunno inizò a colorare di tonalità calde il suolo e a far crollare le foglie secche dai loro rami sottili, un signore dall'aria elegante ed una colonia particolarmente odorosa entrò in negozio chidendo di Joseph Lionel Turner.” “Inizò” è un chiaro errore di battitura ma, ahimè, non posso fare a meno di considerarlo errore e riportarlo come tale. Stesso discorso vale per il “chidendo”. 
-“Nessuno, dacchè se ne ha memoria, aveva mai rifiutato la torta di mele della signora Turner. Non fino a quel giorno almeno.” L’accento di “dacché” è errato. 
-“Caligrafia elegante, ordinata, leggermente obliqua, come le onde del mare quieto all'alba.” Altro errore di battitura o distrazione: “Calligrafia” e non “caligrafia”. 
- “Sfogliando le pagine del diario, rannicchiato nell'angolo più in ombra della stanza da lui stesso semidistruta tempo addietro, assaporò l'odore della carta consumata e dell'inchiostro ormai secco.” 
Dannati, maledetti errori di distrazione! In “semidistrutta” ha purtroppo mancato un “t”. 
-“…e pianse finchè il sonno non lo ghermì con dolcezza.” Ancora un accento errato di “finché”. 
-“A londra non c'era più un negozio di orologi.” In questo caso “Londra”, nome proprio di città, dovrebbe essere scritto con la maiuscola e non con la minuscola. 

STILE E LESSICO: 

Anche nel tuo caso stile e lessico sono ottimi. 
Il lessico è curato, vi è stata data notevole attenzione e questo risulta più che evidente. 
Lo stile, invece, risulta ben sostenuto, è maturo e anche ben ritmato ed il tutto conferisce alla storia notevoli punti a suo favore. 
Ci sono però, a mio parere, una o due imprecisioni che riporto alla tua attenzione: 
- “Rimasero, così, immobili, a guardarsi, studiarsi, toccarsi finchè, tutt'a un tratto…” In questa frase, benché il ritmo sia necessario, mi sembra tu abbia abusato un tantino della punteggiatura che, come nel primo caso, poteva tranquillamente essere evitata: “Rimasero così, immobili, a guardarsi, a studiarsi, toccarsi finché tutt’a un tratto…” Non credo che così la frase abbia subito molte variazioni ma almeno, in parte, risulta mento pesante alla lettura e più scorrevole. 
-“Di come, portasse a riva segreti sepolti da anni tra i suoi fondali immobili, di come, talvolta, fosse crudele.” Anche il questo caso, la prima virgola, non è molto necessaria. 
-“Eppure, nonostante tutto, guardando l'alba tingere d'oro e rosa il mondo intero (,) si buttò.” Qui invece una virgola, aggiunta tra parentesi, l’avrei messa. In realtà più che alla frase vera e propria, potrebbe risultare a mio parere utile per sottolineare il gesto estremo, dare una maggior enfasi a quel “si buttò”. 
- “Se n'era andata lasciandolo indifeso e smarrito davanti alla sua perdita, privo di armi da sguainare, o scudi dietro cui nascondersi.” Pignoleria mia, ma quel “dietro cui”, che sicuramente è corretto, avrei preferito un “i quali” che alla lettura scorre meglio e suona più piacevole ad orecchio. 
- “L'uomo, che non si presentò nè sorrise mai, gli porse un bauletto polveroso e malandato, per poi andarsene di (in) tutta fretta senza aggiungere altro che non fosse un garbato congedo. Rifiutò persino una fumante fetta della torta di mele della signora Turner.” Anche in questo caso, non si tratta d’altro che pignoleria. Più che “di tutta fretta” avrei utilizzato un “in tutta fretta” che mi appare più corretto ma ripeto, sono pareri personali e non correzioni. 

ORIGINALITA’ E TRAMA: 

Credo che il punteggio parli da sé, trovi? 
La trama è ben strutturata, sei riuscita a raccontare una storia completa e non un semplice spaccato di vita. 
Il tempo è ben scandito ed il finale, splendido nella sua tragicità, conclude alla perfezione la storia senza lasciare dubbi su ciò che è accaduto o su come si sia giunti a quel gesto, il suicidio, estremo. 
Anche l’originalità, se non fosse stata compresa in questo parametro, avrebbe guadagnato un punteggio massimo e non solo per la storia in sé, per il suo essere per nulla scontata o banale ma anche e soprattutto per il lessico ricercato, per le metafore e l’attenzione attribuita non solo ai personaggi quanto più alle atmosfere ed alle descrizioni 

USO PROFUMO: 

Il profumo è stato utilizzato bene, tutta la storia ne è immersa grazie anche al continuo riferimento all’elemento da te scelto come fonte del profumo stesso. 
Basando molto la tua storia sull’elemento “mare”, infatti, sei riuscita a dare una chiara immagine visiva ed olfattiva delle sue fragranze e dei suoi odori. 
Hai cercato anche di caratterizzare questo odore a più riprese durante la storia ed infatti, i riferimenti, sono davvero notevoli e continui. 
“- Hai l'odore del mare cucito addosso-, glielo disse anche quel giorno, ma lo fece a bassa voce, con dolcezza, e con la bocca ben premuta sulla sua.” 
“- L'ho visto una sola volta, il mare, da lontano-, commentò quando Ocèane smise di parlare (quando non vi sono punti, di solito, si ricomincia con la maiuscola) - ed è stato bellissimo-, aggiunse sorridendole con garbo. 
Quella non era esattamente la verità. Il signore e la signora Turner, anni prima, avevano deciso che si sarebbero diretti verso la costa per far visita a certi parenti, ed il finestrino rettangolare della carrozza gliel'aveva lasciato scorrere davanti come un fotogramma catturato per sbaglio, mentre l'odore aspro della salsedine era scivolava nel piccolo abitacolo fino a riempirlo.” 
Questi sono i casi in cui, maggiormente e con più attenzione, ho riscontrato le descrizioni del profumo da te scelto, l’intento di caratterizzarlo e di far sì che il lettore ne abbia attraverso le tue parole una chiara idea. 
Devo ammettere però che credo avresti potuto fare di più, e non lo dico come critica ma anzi, come complimento. Avresti potuto aggiungere qualche dettaglio in più, qualche riferimento maggiormente incentrato sull’elemento a livello descrittivo e, così facendo, anche concentrarti di più su quello olfattivo. 
Ad ogni modo questa è solo una mia considerazione per non dire pignoleria e spero la prenderai davvero quale complimento poiché, amando davvero particolarmente la tua storia, e vedendo le tue capacità, te lo dico solo come sprone a fare ancora meglio e non di certo per abbatterti. 
Dimenticavo di aggiungere che, lo stesso nome della protagonista, splendido e molto poetico, rievoca in qualche modo il profumo del mare, il suo odore pungente ma anche dolce, la sua sfumatura che, portata dal vento, rimane nell’aria anche lontano dalla spiaggia. 

USO DELLA CITAZIONE: 

Ottimo, non ho proprio nulla da ridire sullo splendido uso che hai fatto della citazione e, del resto, il 10 pieno non dovrebbe far altro che confermarti ciò. 
Credo che tu sia riuscita, partendo proprio da quella meravigliosa frase, a costruirle una storia attorno, a conferirle un valore che solo grazie alla storia da te narrata può essere pienamente comprensibile. 
Ho apprezzato anche moltissimo l’analisi che della citazione stessa viene fatta durante la storia. 
Mi spiego meglio, all’inizio Ocèane cerca di lottare contro le sue ferite, di sopraffare il dolore immergendosi in un amore nuovo, vitale; ci prova con tutte le sue forze a far cicatrizzare le ferite, si aggrappa spasmodicamente alla vita benché, in realtà, la sua vita sia solo un trascinarsi come la marea, un fluire lento ma che non le permette di compiere dei veri passi avanti. 
Crede con tutta se stessa nell’amore, ma alla fine non riesce comunque a dimenticare il dramma che porta dentro, l’amore che, più forte di quello verso un uomo, le è stato strappato in maniera tanto dolorosa. 
Ecco, è questo che intendo con analisi e sviluppo della frase: darle un ruolo importante ma anche dimostrarla, in un certo senso, spiegare cosa voglia dire e come, a volte, non sia possibile trasformarla in realtà. Questo perché alcune ferite sono semplicemente insanabili e, per quanto si ci prova, tornano sempre a sanguinare. 

GIUDIZIO PERSONALE: 

Meravigliosa, la tua storia mi è piaciuta davvero tantissimo. Mi ha coinvolta, emozionata, rapita, fatta commuovere. 
Potresti non credermi, anche se mi auguro che lo farai, ma davvero non sono riuscita a trattenere l’emozione per quel finale tanto triste, drammatico, per le parole di vita e d’arresa lasciate sul quaderno, per l’amore di Joseph che, a distanza di anni e a dispetto della vita che per lui è continuata, non è diminuito né stato dimenticato. 
Mi ha colpita molto l’atmosfera, quel paesaggio marino dalle tinte sfumate, quasi dipinte, così come sfumata, eterea e fragile, mi è parsa Ocèane. 
Durante tutta la lettura, parola dopo parola, non solo mi sono sentita parte della narrazione, spettatrice silenziosa di tutto ciò che accadeva, ma mi sono ritrovata invischiata nella storia fino ai capelli tanto l’identificazione con i personaggi è stata alta. 
Anche questo, forse, potrebbe sembrarti strano, ma ho sempre avuto l’impressione di un cielo grigio che accompagna perennemente la narrazione; un cielo che promette pioggia ma che, alla fine, non lascia mai cadere le sue lacrime. Un po’ come Ocèane che, nonostante appaia tanto fragile nella sua esteriorità, che sembra cedere da un momento all’altro, lasciandosi andare alla disperazione, mai in realtà cede a quel sentimento, mai si lascia andare completamente e neanche nell’atto estremo, quello del suicidio, ho letto in lei un vero essere sconvolta, un essere sopraffatta dalle emozioni. 
Il suo gesto è controllato, è silente, quasi volesse soffrire in silenzio, senza che il mondo potesse esserne infastidito; è un gesto estremo ma pieno di grazia anche quando, sfracellatasi al suolo, il suo corpo perde la compostezza solita, la sua raffinatezza e grazia. 
E’ una storia splendida davvero, mi ripeto lo so, ma non posso fare a meno di dirtelo ancora. 
Ad ogni modo, anche per te, come per molte delle storie, ho sottolineato qualche frase o periodo che mi hanno particolarmente emozionata, coinvolta e impressionata. 
“…le lancette proprio non ne volevano sapere di riprendere a muoversi. Se ne stavano immobili, di quell'immobilità che è la comprensibile conseguenza di chi non ha più le forze per sostenere il peso del tempo sulle spalle. Se ne stavano immobili, insomma, a segnare le cinque e venti, sebbene, le cinque e venti, fossero passate da un pezzo ormai.” 
Non te l’ho detto prima ma, moltissimo, mi è piaciuta anche l’idea di un negozio di orologi. Sono affascinata dal tempo, dal modo poetico di trattarlo e da quello che, il tempo stesso, significa per l’uomo; proprio per questo non potevo non amare particolarmente questo pezzetto che mi è parso pura poesia. 
- “Joseph Turner ed il suo amore portato a riva dalle onde di quel mare che siamo soliti chiamare destino.” 
- “Il cuore di Ocèane corse all'impazzata senza sapere dove andare…” 
Sono frasi semplici eppure, proprio nella loro semplicità, mi hanno catturata completamente, emozionandomi oltremodo e misura. 
- “Il mare è bestia e splendore al contempo, Joseph. Quel giorno fu bestia, mio figlio il suo pasto.” 
Questa frase è davvero splendida; è un modo poetico e molto originale di descrivere la tragedia di cui Ocèane e il suo bambino sono stati protagonisti. 
- “Il negozio di orologi si chiamava Ocèane, affacciava sul mare, e del mare aveva persino l'odore.” 
Non potevo non citare anche la meravigliosa conclusione che, ancora, mi fa tremare al ricordo della tragedia di cui Ocèane e Joseph sono stati protagonisti. 

Ria-chan