Ciao! Sai qual è la cosa buffa del mio rapporto con Supernatural? Che in tv ne ho visto pochissime puntate, mentre mi è capitato di leggere un sacco di fic sulla serie, perchè è un fandom nel quale si incontrano storie veramente ben scritte e godibili (alcune anche piacevolmente zozze...). Quindi sono stata contenta di trovare questa tua, che si distingue perchè non si lancia nella descrizione - abbastanza abusata in verità - dell'amore tra Dean e l'angelo o dei loro rapporti con Gabriel, dedicandosi invece ad approfondire i pensieri e le emozioni di Castiel in uno dei suoi momenti più complicati. Cosa penserà mai un angelo relegato come uomo tra gli uomini? Soffrirà per la propria impotenza, si sentirà in colpa verso gli umani per non poterli aiutare? Ci trasmetti esattamente queste emozioni, venate di sofferenza e insieme di rassegnazione per non essere più potente come prima. Commovente la descrizione - resa benissimo con pochi tratti essenziali - della miseria piena di scoramento della giovane madre (lasci intravedere per lei e per suo figlio una vita di fatica e di privazioni), cui si contrappone la fede cieca delll'altra donna.
Azzeccata l'idea dell'autobus come luogo (un pò come il treno) in cui capita di dividere con degli sconosciuti una parte del tuo tempo sapendo che non li rivedrai, verosimilmente, mai più.
Infine, ho amato alcune frasi, che non possono non rimanere nella mente di chi, come me, ha la passione di scrivere:
"Il cielo, in lontananza, lanciò un guaito basso e roco. Le donne alzarono lo sguardo verso le nubi, che si lamentavano quasi come un grande cetaceo spiaggiato e morente".
Ti faccio i miei complimenti, continuerò a leggerti.