Recensioni per
Beyond the door
di Milla Chan

Questa storia ha ottenuto 4 recensioni.
Positive : 4
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
19/06/12, ore 23:58

Che... che tristezza assurda...
Mamma mia, ora mi hai depressa. Brava, complimenti, niente più Kinder Cioccolato per te. 
/Se hai capito chi sono, forse i Kinder Cioccolato te li do lo stesso.~♥/

Complimentissimi, in realtà ti seguivo da un po' di nascosto, ma SHHHH, non dirlo a nessuno(?).
No, ok, va bene. Prometto che recensirò anche gli altri capolavori che ho letto, sìsì, perché sei semplicemente fantastica.

Hai tirato fuori quello che secondo me /è/ Ísland, in tutto per tutto, senza tralasciare nessun minimo particolare in questa breve fic stracolma di pensieri d'una povera isola glaciale, fuori fredda come un ghiacciolo (appunto), dentro calda e rovente come la lava, che aspetta solo di poter venire fuori.
Povero Ísland, mi fa pena però. </3

Davvero, complimentissimi. E speriamo che presto o tardi qualcuno vada dal depresso(?) Ísland...
Se non ci va nessuno, ci vo' io. ~♥

Un bacio da Aisu, Mati, Jóhann, Kinder, e non so chi altri.~♥

Recensore Junior
19/05/12, ore 23:31

Questa è l'ultima storia che ho deciso di recensire per stasera, ma forse era meglio se avessi fatto a cambio con la DenNor del temporale, almeno spegnevo il pc in allegria e fluff. °-°
Detto questo, è veramente molto bella e toccante, trasmette tantissima solitudine ma non rassegnazione, perché Ice è disperatamente triste, sì, ma continua a tendersi verso quella porta, quel "crudele pezzo di legno" (approposito, bellissimo questo pezzo), nella speranza che qualcuno senta, sappia o almeno capisca il suo bisogno di un contatto umano. Non di qualcuno qualsiasi, di qualcuno che lo ami e lo protegga, lo faccia sentire speciale, importante. Non mi sembra che chieda molto e verrebbe voglia di bisbigliargli di aprire la porta e inoltrarsi fuori da quella casa, perché di sicuro, se non subito oltre la soglia, qualcuno a cui importa di lui c'è.
La cosa che mi ha colpito di più è stata la ragnatela sulla maniglia. Sembra proprio che non esca da lì da molto tempo e io sono quasi in lacrime. T-T
Spero che sfogarti scrivendo questa storia (da quel che ho inteso c'è molto di te nei pensieri di Ice) ti abbia aiutato un po', cara, e perdonami se non sono brava a scrivere recensioni dove si capisca davvero quanto mi piace quello che leggo. ç*ç *abbraccia timidamente*

Recensore Veterano
16/05/12, ore 05:53

Ok, ho letto abbastanza storie allegre, stanotte, per arrivare a questa. La considero quasi peggio di Buret, sappilo, nonostante sia, prima di tutto, molto più corta e molto meno tragica.
Insomma... meno tragica. Lo è in modo diverso.
C'è tantissima tristezza, in questa storia, talmente tanta disperazione, il senso di solitudine e, peggio, quella sensazione che nessuno risponderà mai alle grida mentali di Ice.
Che si sente solo, sì, che è un'isola e quindi è naturale, ma che ha un bisogno disperato di qualcuno accanto.
E tutt'intorno a lui è desolato ed impolverato, come se, in quella casa, non ci vivesse veramente, come se rimanesse sempre in un punto a sopravvivere e basta.
Ma Islanda deve aprirla, quella porta. Deve, non può tirarsi indietro, perché dietro, forse non subito dietro, ma qualche metro più in là, ci sono sicuramente tante persone che tengono a lui, perché, appunto, nessun uomo è un'isola. Mai veramente. :)

Recensore Veterano
10/05/12, ore 23:23

Millina mia....
Questa cosa è di uno struggimento che mi fa piangere sangue dal cuore. E' tristissima, ti entra dentro, un pochino ti distrugge.
Ti fa male perchè non ci sono lacrime, ma c'è tanta stanchezza e rassegnazione. E non c'è speranza.
Ora devo dire due cose: la prima è puramente e solamente correlata alla fanfiction, e sono i miei complimenti per saper scrivere delle cose così belle e tristi assieme. Mi piace sempre come riesci a descrivere scene di questo tipo senza cadere mai nel patetico o nel melodrammatico; fai tenere con il fiato sospeso i lettori, che soffrono assieme al personaggio.
Proprio per questo ho sentito anche io un pochino il dolore di Islanda, e questo ci porta al punto due.
Che è un po' una mia speculazione. Forse mi sbaglio.
Vorrei solo dire ad Islanda che deve avere coraggio, non deve perdere mai la speranza e la gioia di vivere qualunque cosa accada. Che deve aprire la porta, deve uscire ed andare da tutte le persone che di sicuro lo stanno aspettando fuori. Nessuno di noi è solo, c'è sempre qualcuno che ci vuole bene e ci aspetta. Se fa il primo passo, il più difficile, tutto poi diventa più facile. Basta girare il pomello e spingere la porta.
Un bacione ed un abbraccio enorme.