Cara Layla,
è con grande emozione che ho riletto la poesia, mentalmente, dopo la tua interpretazione. Dimostri certamente moltissima umanità e ancor più un sentimento radicato per tuo nonno. Dici giustamente di stare vicino a chi soffre, di percepire la loro emotività il loro dolore, per una vita che passa davanti e non si può fermare. Come ci si sente sapendo di dover lasciare questa terra quando si ha un tumore? Cosa si dovrebbe fare per alleviare il dolore? E come bisogna comportarsi di fronte a una malattia cieca e malvagia? Sono tutti interrogativi che mi sono posto grazie e solamente alla tua meravigliosa poesia. I tuoi versi che mi sono piaciuti di più sono questi:
Tante cose mi insegnasti
Tutte le appresi,
Tante cose volevi illustrarmi ancora
Nessuna di essa purtroppo recepii.
Chi è più saggio di noi ha molte cose da insegnarci, lui ha già percorso molti sentieri della vita e ha risposte e soluzioni per molti problemi, sa come andare avanti con la sua esperienza. Ma anche chi ha venti anni come te mi ha insegnato una cosa pregevole e cioè che, nella vita, non bisogna arrendersi mai, bisogna lottare con tutte le forze possibili e immaginabili, perché si è di esempio al nostro prossimo.
Grazie di esistere Barbara. |