Un qualcosa ce va a braccetto con il nonsense, con parole che fra di loro cozzano e periodi che si annullano a vicenda, ma è perfetto così. Uno stile introspettivo che catapulta il lettore in un mondo impalpabile che sa di sogno.
Diciamo che da come inizia la storia già mi aspettavo il finale tragico, a prescindere dal contest a cui partecipa. Per equilibrare la storia, che inizia con una pace interiore invidiabile e che per forza di cose deve finire in maniera macabra e destabilizzante, che colpisce la psiche del personaggio. L’attinenza al tema c’è, il finale strappacuore dei due amanti che si uccidono.
I personaggi non sembrano persone a loro stanti. I personaggi sembrano la personificazione di due gruppi ben distinti nel mondo, come se fossero mille persone tutte racchiuse in uno.
C’è lui, l’amato mostro, quello che (interpretazione mia) ormai non c’è più e vuole ingannare la controparte.
Poi c’è lei, che sembra aver accettato la realtà, sembra aver accettato la scomparsa del suo Lui e che riconosca il mostro anche se ha le sembianze di colui che ama. Lei mi sa di purezza d’animo d’altri tempi, e lui di Uomo Nero moderno.
Difficilissimo interpretare una nonsense, poi forse, in via privata ti invio la mia interpretazione. Sempre che poi ci sia una possibile interpretazione della storia. Ma è proprio per questo che mi è piaciuta. Questa trama non trama che racconta uno sprazzo di vita o di sogno, che più o meno ognuno interpreta a suo modo in base ai proprio sogni. |
