Ciao!
Avevo pensato di recensirti ogni capitolo, ma alla fine ho deciso di lasciare un unico commento un po' più lungo, almeno posso darti una mia impressione complessiva dell'idea e del lavoro fin'ora svolto.
Intanto ribadisco che mi piace moltissimo il tuo stile, perchè con poche parole e brevi frasi riesci a descrivere piccoli attimi apparentemente insignificanti e a trasmettere un'impressione, un pensiero spezzato, lo stimolo a interrogarsi e riflettere su eventuali verità o possibilità taciute. E' una scelta molto bella e una capacità per niente banale, che una persona come me può solo ammirare, anche perchè non sarei capace di fare qualcosa del genere, quindi mi interessa molto studiare la tecnica altrui.
Parlando nello specifico di ciascun capitolo, ti dico che il primo e quest'ultimo sono stati certamente i miei preferiti: credo tu abbia delineato perfettamente l'animo di Misa ed Elle, o meglio il loro modo di vedere Light, di vivere l'attaccamento che nutrono nei suoi confronti. E infondo entrambi si sono costruiti un personaggio, una maschera (quella della ragazzina fragile che ha bisogno del suo uomo, per il quale farebbe di tutto, e il detective geniale e distaccato che non ha bisogno di nessuno) che alla fine si rivela una trappola che non gli permettere di chiedere di più alla persona che vogliono, alla vita in generale.
Tralaltro volevo dirti una cosa su questo capitolo che oggettivamente non c'entra nulla con la tua idea, ma che, avendo dato un'occhiata al tuo profilo e ai tuoi gusti musicali (ottimi almeno quanto quelli letterari, complimenti!) ho pensato potrebbe farti piacere: io non conosco il gruppo da cui hai preso i testi delle canzoni, anche se a questo punto mi sono incuriosita e penso che rimedierò; però appena finito di leggere queste righe ho avvertito il desiderio di ascoltare "Dolcenera" di De Andrè. E ti assicuro che chiunque riesca, con la propria scrittura, a evocarmi Faber, ha la mia stima!
Quanto agli altri due capitoli, ho trovato anch'essi molto ben fatti, specialmente il secondo, dove la freddezza di Near viene sofferta da Mello come un dolore non solo mentale ma anche fisico, accentuato dalla consapevolezza di una realtà alternativa e perduta in cui lui per l'albino non era semplicemente una delle varie pedine da giocare nella propria partita contro Kira.
E la fredda staticità di Near sta in contrapposizione con la realtà vitale e fuori dagli schemi che Mello si è ricreato con Matt.
Penso che potrei andare avanti a lungo a descrivere i vari pensieri che queste drabble mi hanno suggerito, ma è giusto che ognuno si faccia i propri e sopprattutto non vorrei rischiare di uscire troppo dall'argomento.
Quindi ti faccio i miei vivissimi complimenti e attendo il prossimo capitolo!
Un saluto da Iri! |