Ooooooh, finalmente!
Ecco, dopo tre libri di noia totale potrei anche chiudere qui la recensione, con questa esclamazione liberatoria, perché finalmente riesco a leggere quello che mi era stato promesso e che i libri non hanno mantenuto.
Invece di arrancare nella lettura ho letto tutto d’un fiato, aiutata dal tuo stile asiutto prosiutto che è perfetto per questo genere di storie. Niente buonismi; i ragazzini hanno fame, i ragazzini cercano cibo dove possono, anche staccando la carne dal corpo dei morti. Niente gente che scivola su una buccia di banana cadendo inavvertitamente su un pugnale messo dritto, rimangono in due, devono combattere, combattono.
E niente gente caduta dal pero, oh, ma guarda te, qui l’accetta rimbalza, no, un consapevole “giocare con il confine”, giocare per uccidere, perché siamo agli Hunger Games e non al campeggio delle Giovani Marmotte.
E poi la scena che ho preferito, quella in cui Haymitch guarda il volto della ragazza che ha ucciso, si ricorda i brillantini e cerca di rimetterglielo insieme, perché sono ragazzini che si devono ammazzare e no, non è una cosa bella, non è una cosa facile e i kattivi perkè sì lasciamoli nei libri, grazie. A noi piace la gente vera.
Muy muy linda, bebe! |