Parole inannellate, che insieme danno origine ad una melodia. Un pò come nelle Chansons de Geste francesi, dove la poesia diventa musica. Riusciresti a rendere bella persino una digressione sui metodi di riproduzione dei lombrichi (niente contro i lombrichi, eh!).
Hai ragione: delle figure dei tre giudici infernali, solo quella di Radhamantys è stata un minimo approfondita (più in LC che altrove, in verità), mentre per quel che riguarda le altre due gli autori si sono mantenuti molto sul vago.
Un giudice infernale che regna nel cuore della terra ma che, paradossalmente, sogna il cielo; l'aquila, il simbolo dell'altezza, presa a modello nella vita prima, nella rinascita a Spectre poi.
Sullo sfondo, la devozione verso Ade, signore dagli occhi azzurri come la volta celeste e i ricordi di tante vite passate, dal mito alla più recente, che si accavallano gli uni sugli altri con unico punto in comune, che è, ancora una volta, il cielo.
Bellissimo, seppur appena delineato, il rapporto tra la Viverna e la Garuda: solenne, ma confidenziale ed in qualche modo anche affettuoso. Fratelli da tempo immemorabile, che condividono lo stesso credo e la stessa saggezza antica.
Come recensione è un pò -tanto- misera. Ma hai già detto tutto tu, ed il tempo è quello che è... a me non resta che farti i complimenti, ancora ed ancora :)

Splendida poesia (perchè una lirica sublime è, non un racconto) che trascina il lettore verso l'alto cielo dove volano le aquile. Un delizioso affresco delle vite dello Spectre di Garuda, ove si incrociano passato/i e presente. Nonostante la mia poca simpatia per Eaco e gli Spectre in generale, è impossibile non farsi trascinare dalla corrente della lettura. Ottima, come sempre, la scelta dei vocaboli, alcuni preziosi per arricchire le proprie conoscenze su culture diverse. Affascinante l'ambientazione himalaiana.