(Segnalazione indirizzata all'amministrazione per l'inserimento della storia tra le scelte) sarà per il fatto che in piccola parte ho contribuito io stesso alla stesura delle idee alla base di questa storia, e che per questo motivo la sento vicina in modo particolare, ma non posso astenermi dal dire che questo sia un lungo racconto che merita l'attenzione dei lettori.
sono solito essere schietto e sincero - forse talvolta anche esagerando -, quindi non nego che non si tratti nè di un capolavoro della letteratura moderna, nè tanto meno di una storia dal dinamismo perfetto: rientra nella categoria degli scritti amatoriali, e per questo presenta diverse, piccole, ovvie imprecisioni e dei ritmi talvolta un po' troppo lenti.
nonostante questi dettagli Jade+ è una storia coinvolgente ed affascinante, che fa della sensorialità e della descrizione il suo asso nella manica: non trovavo da tempo uno scrittore amatoriale in grado di costruire paesaggi e personaggi così ben caratterizzati. di volta in volta, pagina dopo pagina, a funzionare non è solo il cervello, ma anche la vista, l'olfatto, l'udito, il tatto e talvolta incredibilmente anche il gusto: nella stanza non c'è solo il protagonista, ma si sente anche l'odore della cena, così come in soffitta si percepisce il setoso contatto con una vecchia e polverosa ragnatela, e per strada il caos non si muove e basta, ma vive, con tutti i suoi colori ed i rumori tipici delle metropoli. la vita di londra vibra e pulsa tra le righe, ammantando tutto il racconto in maniera travolgente.
la storia solo a volte assume ritmi incalzanti, con particolari che talvolta angosciano ed altre volte incuriosiscono, contribuendo a mantenere alta l'attenzione del lettore; in linea più generale è una storia che va letta con lo spirito di chi non ha voglia di 'leggere per vedere azione', ma che vuole leggere per 'sognare, immaginare ed imparare dalla quotidianità presentata'. in tutta questa prima parte non ci sono inseguimenti con elicotteri, lanci di missili, focose e passionali storie d'amore e risse eclatanti, ma nonostante ciò incredibilmente si riesce a non sentirne la mancanza, e questo è un bene prezioso ed inestimabile.
il realismo dei personaggi è quasi spiazzante: non ci sono 'superfighi' dallo sguardo di ghiaccio, ragazze prime della classe e sapientoni che sanno suonare il violino/pianoforte e si dimostrano all'occasione conturbanti macchine del sesso yaoi.
theodore è tutto ciò che siamo noi, tutto ciò che la magigor parte degli adolescenti ha affrontato nella propria vita e tutto ciò che in molti stanno ancora affrontando: theodore è un inetto (come ci insegna il caro buon vecchio svevo) che solo a sprazzi si ricorda della sua condizione, e che per il resto del tempo soffoca i suoi sensi di colpa con un'abbondante manciata di scuse ( 'sono inetto perchè voglio esserlo' 'io mi comporto bene, sono gli altri a comportarsi male' 'è la società che impone un comportamento di questo tipo' ecc ). come tutti i più classici romanzi di formazione, tuttavia, si preannuncia un cambiamento nell'indole del protagonista, che narra la storia in prima persona presentandocela come ricordo ora falsato e ora narrato con una certa vergogna.
ed ecco che le domande sorgono spontanee: dove è arrivato, theo, alla fine del suo viaggio? in cosa è cambiato? e soprattutto perchè ci sta raccontando la sua storia? cosa gli è successo di così grave da farlo cambiare?
ma torniamo ai personaggi. i genitori di theo non sono la famiglia del mulino bianco e non sono al contempo dei sadici tiranni: sono dei genitori normali, forse un po' troppo pretenziosi, ma che in fondo si comportano così per il bene del loro figlio che irrimediabilmente si dimostra essere una costante fonte di delusioni. vogliono spronarlo e l'esasperazione li ha portati ad utilizzare dei modi più bruschi che -come è ovvio che sia- ha congelato ogni rapporto. alla fine della prima parte la madre di theo mostra i suoi veri sentimenti con un imbarazzo quasi commovente, con un tempismo che forse rinnegherà per il resto della sua esistenza.
il fratello sembra essere perfetto, ma in realtà è solo presentato per come theodore lo vede e lo ricorda: in realtà nei suoi piccoli gesti si possono notare insicurezze ed ingenuità appartenenti a tutti gli adolescenti della sua età. cassie è cinica e bella, ma forse questo suo atteggiamento le sottrae la femminilità di cui dovrebbe farsi potatrice, rendendola più umana e forse anche un po' irritante. anche per quanto riguarda lei il punto di vista di theo gioca una parte importante: cassie per quanto scorbutica è sempre vista -o quasi- in chiave positiva, per via del profondo affetto (sarà forse amore?) che theo ripone nei suoi confronti. si tratta di un affetto mai esternato, e che probabilmente sarà costretto a restare così per il resto delle loro vite. ervin è sì saggio, ma al contempo ingenuo e decisamente poco charmant.
i dettagli non sono inseriti per caso: così come facevano i vecchi scrittori norreni (ricordo la saga di njall o dell'oro dei nibelunghi) i particolari assumono di volta in volta delle caratteristiche fondamentali. è così che l'installazione dei pannelli solari si riscopre essere utile nel momento in cui avviene il colloquio con gli agenti federali, e idem il sogno che ha theo all'inizio di un capitolo (o almeno, lo scrittore mi ha detto che si rivelerà importante anche quello....e io mi fido). il cambio di ambientazione previsto nella seconda parte del racconto preannuncia un ritmo più incalzante ed una profusione di particolari dal sapore più puramente fantascientifico, degno di appartenere a questa sezione del sito. io non posso fare altro che aspettare, anche perchè della seconda parte non ha voluto anticiparmi assolutamente nulla!
insomma, a mio avviso è una storia che vale la pena leggere....poi non so, magari a voi non piace! non scrivevo così tanto neppure nelle schede libro al liceo! ahahahah |