Recensioni per
Fragole e cioccolato
di Ayame Chan

Questa storia ha ottenuto 5 recensioni.
Positive : 3
Neutre o critiche: 2 (guarda)


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Nuovo recensore
27/08/12, ore 02:24

NOO.. non ci credo *^* sei la stessa che ha scritto fragole e cioccolato.. ma io ti adoro :D sei bravissima..
Iruka <3

Nuovo recensore
03/07/12, ore 15:49

Che bello! Che bello! Che bello!
Finalmente ho trovato una storia che rispetta tutti i canoni che cerco in certe storie, e mi fomenta l'idea che sia stata scritta di nuovo una simile perla rara. È il nuovo “Angelo purpureo”!

Ho letto le altre recensioni ma, senza rispondere a queste -perché andrei contro il regolamento-, sono rimasta perplessa sia dalle critiche che ti sono state mosse, ma anche dai complimenti.

Mi sembra che sia eccessivo dire che questa cosa sia contestualizzata, ma magari posso sbagliarmi, anche se non è argomentata, non è introdotta, i personaggi sono piatti (non basta dire che uno somiglia a una fragola e uno alla nutella -al barattolo?! Ah, no, era il colore!- per caratterizzare un personaggio) e, ultimo ma non per importanza, la storia è inesistente.

Ma, francamente, non so se ho colto lo spirito della storia -che può essere, eh-. Pertanto, spiegami se ho capito bene.
L'anima della storia è questa: questi due crescono insieme, a un certo punto scoprono di essere innamorati (per quanto possano essere innamorati due ragazzini di QUATTORDICI anni), dopodiché uno dei due sparisce dalla vita dell'altro, il quale bellamente lo dimentica; un bel giorno il tizio che soffre di gravi crisi di rimozione (che per comodità chiameremo Nutellino) rivede il suo -dimenticato- grande amore e chiaramente non se lo ricorda. Quando poi la psicotica madre (perché, sì, è psicotica ma di questo ne parleremo in seguito) gli comunica il nome del perduto amore, tutto torna alla sua mente, compresi gli ormoni che aveva sospeso alla partenza di Fragolino (perché ricordiamocelo, il fatto che questo somigli a una fragola, viene ribadito in maniera ossessiva).
Se queste sono le premesse, a questo punto non sembra poi tanto strano che questa storia precipiti ad ogni capoverso.

Okay, neanche volevo parlarti della storia in sé perché i temi e i personaggi sono propri dell'autore, ma poi i dubbi ti vengono.

Innanzi tutto, le virgole. LE VIRGOLE. Ventinove. Sì, le ho contate e sono ventinove su oltre duemila parole.
Ora, le virgole sono un segno di interpunzione debole, hanno bisogno di essere ribadite per avere un po' di valore, povere care, sennò non hanno senso.

Ma, indovina? Non è neanche questa la cosa più grave!
Io non so se convenga elencarti, punto per punto, tutto quello che mi ha disturbato maggiormente (non che mi ha disturbato e basta, perché sarebbe stato troooppo lungo).

Intanto, sia chiaro, questo non vuole essere un insulto gratuito, ma una critica argomentata (a questo servono le bandierine arancioni). Al fine di rendere il tutto un po' più comprensibile, ho deciso di citare testualmente le frasi che prenderò in considerazione.

scappai di mano un sacchetto
il sacchetto non scappa da solo, puoi dire “il sacchetto mi scappò di mano” o, se vuoi proprio fargli compiere l'azione, “il sacchetto scivolò via di mano” o comunque un qualcosa del genere, visto che “scappare” non prevede il complemento oggetto. Ma questo è sicuramente un modo di dire, che io non ho mai sentito, ma non pretendo di averli uditi tutti, però non puoi usarlo nello scritto.

appena iniziai a raccogliere le cose sentii delle gocce d'acqua bagnandomi.
Questa, secondo me, è la tipica frase scritta-modificata-non riletta. Perché uno: il “bagnandomi” lì non c'entra nulla; due: non ci andrebbe il gerundio, eventualmente puoi utilizzare l'infinito (“sentii delle gocce d'acqua bagnarmi”), perché il fatto che senta delle gocce d'acqua implica necessariamente il bagnarsi. Sto anche pensando ad altre soluzioni, ma questa mi sembra la più plausibile, e magari ci hai pensato anche tu.

Sospirai sapendo che sarà un'altra noiosa cena che gli amici di mia madre e il peggio è che devo per forza stare con loro e sorridere sempre come se m'interessasse di cosa stanno parlando.
DISASTRO!
Okay, procediamo per gradi e citiamoli in ordine di comparizione:
-sospirai sapendo che sarà: “sospirai” è passato remoto, quindi è un'azione che si svolge nel passato, mentre “sarà” è futuro semplice, indica un'azione che si svolgerà nel futuro a partire del presente di adesso. Quindi l'azione sposti l'azione in due piani temporali differenti, dovresti rimanere nel passato e utilizzare un futuro rispetto al passato remoto che hai usato all'inizio. Dunque, “sospirai sapendo che sarebbe stata”, esprime comunque la posteriorità rispetto ad un'azione avvenuta nel passato però stavolta corretta grammaticalmente.
-che gli amici di mia madre: evidente errore di battitura? Perché, se non ti perdi coi verbi, in modi e tempi diversi, è davvero evidente.
-e il peggio è che devo per forza stare con loro e sorridere sempre come se m'interessasse di cosa stanno parlando: ecco. Oh, un congiuntivo imperfetto, che bello! È tipo l'unico verbo azzeccato dopo “sospirai”, che mica è facile utilizzare il congiuntivo imperfetto! Però questo, come avrai capito, è l'unico punto a favore della frase nel complesso. L'unico, perché “sospirai” è al passato, ed è in apertura della frase ed è quindi ciò che imposta il tempo di tutta la frase. Mi sto un attimo spremendo le meningi per trovare un modo di ricostruirla, smontandola e rimontandola. Così, sono giunta alla conclusione che, questa frase può essere rivista così: “e il peggio era che dovevo per forza stare con loro e sorridere sempre,/;/. (scegli quello che preferisci) come se m'interessasse di cosa potessero parlare!”. Perché ho deciso di scrivere “potessero parlare”? Beh, perché essendo Nutellino il nostro narratore e protagonista, non può sapere -perché non è onnisciente- di cosa parleranno a cena, quindi non si può usare in questo caso l'indicativo, modo della realtà.

Prima di passare oltre, parliamo un attimo dei tempi.
In teoria le azioni compiute da Nutellino, che ci racconta la storia, sono narrate a posteriori, quindi dopo che sono successe, quindi ci troviamo di fronte a una narrazione al passato, quindi consecutio modorum del passato con annessi e connessi che ti sono stati esemplificati.

andai a salutargli
Qui ti concederei il beneficio del dubbio da orrore di battitura, se non fosse che ho trovato spesso questo abominio. “Gli” e “li”, ahimè, non sono interscambiabili non avendo lo stesso uso né lo stesso valore. Quindi presta bene attenzione a queste particelle!
Prima di tutto: “salutargli” non esiste nella lingua italiana. Io intuisco che tu stia dicendo “salutare a loro”, ma: 1- il verbo non chiede il complemento di termine, c'è un motivo per cui si utilizza in questo caso la particella “-li”, quindi: “salutarli”, cioè salutare loro. 2- gli è singolare, quindi sarebbe sbagliato anche nell'eventualità -remota- che il verbo reggesse il complemento di termine.

mi venni incontra abbracciandomi.
Qui, spero, ci sono solo errori di battitura. Sennò ci sarebbero dei disguidi tecnici riguardo genere, numero e la stessa coniugazione del verbo “venire”.
Ora, permettimelo, devo necessariamente analizzarla nel dettaglio:
mi = complemento di termine
venni = predicato verbale, passato remoto prima persona singolare
incontra = voce del verbo incontrare: 1- presente indicativo attivo terza persona singolare, oppure 2- imperativo attivo seconda persona singolare
abbracciandomi = gerundio semplice
Quindi: a me io venni egli incontra/tu, incontra! abbracciando me. Testualmente, c'è scritto questo. E magari è un mio errore di analisi.

Però, dai, questa era divertente!

qualche ora fa.
Ripetiamo, ancora una volta, la questione temporale che ti confonde drammaticamente. E comincia a confondere anche me.
Abbiamo appurato che non si tratta di una storia narrata al presente, e “fa” può essere usato solo in quel caso, altrimenti usi “prima”. È come “ieri” e “domani”, sono indicazioni temporali troppo specifiche del presente.

-S-si...
Okay, questa è rapida! Il sì affermativo si accenta, altrimenti è riflessivo. O nota musicale.

-Sembri una fragola... e una molto deliziosa.
Permettimi, ancora una volta, di tradurre questo dolcissimo complimento:
“Il tuo viso, allungato e leggermente informe, dalla pelle rossa, porosa e butterata... sembra molto buonissimo”.
Il fatto stesso che la fragola tipo, nella migliore delle ipotesi, abbia forma triangolare già preclude il fatto che il viso del nostro Fragolino sia gradevole alla vista; non è solo la forma della fragola a rendere il complimento un insulto neanche troppo velato, perché la stessa superficie della fragola non è liscia e dal tenero incarnato, quindi questo mi fa supporre che il giovine sia almeno affetto da una forma acutissima di acne(?), perché seriamente le fragole sono butterate, e butterate di brutto.
Poi, ho scritto “molto buonissimo” perché “delizioso” di per sé è un superlativo assoluto alla stregua di “buonissimo”, il che implica che l'utilizzo del rafforzativo “molto”, non solo sia sgradevole ma anche scorretto.

Lui era stato il mio primo vero amore e quasi mi vergognavo perchè non l'avevo riconosciuto.
Allora, io non volevo essere cattiva, ma Nutellino ha davvero problemi seri, l'unica cosa che spiegherebbe una tale amnesia sarebbe un grave trauma cranico.


Peccato però che la nostra storia durò poco perchè qualche mese dopo che mi ero messo insieme a lui ha cambiato casa e il mio rimpianto era che non gli avevo regalato tante belle memorie insieme, l'unico nostro contatto fu solo un bacio a fior di labbra ma il suo viso a forma di cuore e quelle piccole lentiggini che aveva mi erano sempre rimaste in mente perchè il suo viso davvero assomigliava a una fragola.
Argh! I disastri non vengono mai da soli!
Eh, i tempi! Poverini, ma che ti hanno fatto? Sono loro che scappano, ammettilo, perché se rileggessi la storia -magari è per questo che non l'hai notato- c'è una discrepanza grave nei tempi. Nei santissimi tempi verbali.
Oltre alla presenza di una virgola delle ventinove contate in tutta la storia, una sola su una frase di cinque righe? Mh, bene, fosse una frase di facile comprensione, ha troppi verbi e, di conseguenza, troppe subordinate. Ho provato ad analizzare il periodo, ma è davvero complicato. Indovina perché? La frase è costruita DAVVERO male.
Come minimo andrebbero rivisti tutti i verbi, la struttura stessa della frase. Quell'unica virgola che hai messo, mi pesa ammetterlo, doveva essere un punto. La frase “l'unico nostro contatto etc...” ha un soggetto diverso dalla precedente e un periodo in cui cambia il soggetto lascialo costruire a chi lo sa fare, perché ahimè, mi dispiace ammetterlo, ma qui ci sono davvero tanti problemi di grammatica e questa frase e quella di cui abbiamo già discusso, ne sono un esempio.


io assomiglio a una fragola, se solo avessi i capelli rossi.
Qui non ci sarebbe molto da dire, ma comunque qui è evidente un problema: manca qualcosa, o il verbo è sbagliato (io opterei, francamente, per questa) oppure mancano i puntini di sospensione. Quindi potremmo trovare una soluzione di sostituzione verbale in questo modo: “Hai detto che io assomiglierei ad una fragola, se solo avessi i capelli rossi”; oppure puoi lasciare questa inflessione ma aggiungendo i puntini di sospensione: “hai detto che io assomiglio a una fragola, se solo avessi i capelli rossi...”. Vedi tu cosa preferisci.

quei occhi marroni
Ho già espresso la mia opinione su questo genere di errori, però davvero a tutto c'è un limite, nel parlato tu dici “i occhi”?!
È distruttivo leggere un testo in questo modo, è davvero faticoso, mi sto domandando -e sto sperando- che tu non sia più a scuola e che soprattutto sia straniera. O magari a casa parli una lingua diversa? O a scuola? Magari vai a scuola francese? Non per essere cattivi, ma perché se sei a scuola puoi ancora colmare queste lacune. Tranne che questa mancanza non sia dovuta a una patologia concorrente oppure all'incapacità di tutti gli insegnanti che ti sei trovata davanti. Io fossi in te leggerei un tantino di più, non per altro, ma semplicemente perché i libri sono amici e leggere anche delle cose semplici ti evita di fare questi errori perché questa è grammatica, io spero sia battitura, ma, a forza di trovarne così tanti, comincio a disperare.
Se magari invece si trattasse solo di errori di distrazione, ti consiglierei di rileggere un paio di volte. E di farlo rileggere a qualcuno che l'italiano lo conosce, che magari non è dislessico, o con qualsiasi tipo di aprassia.

il ragazzino mi aveva tenuto stretto a se 
Allora, qui invece troviamo un problema di tipo pratico, non so come definirlo meglio, e un problema di accenti.
Partiamo dall'ultimo, che è più sbrigativo: se scritto in questo modo, cioè non accentato, è una particella ipotetica, quindi introduce un periodo ipotetico, vuol dire una cosa che forse succederà. Invece, qui tu intendevi sé, accentato, pronome. Indica l'individuo che compie l'azione, in questo caso Fragolino.
Ora, arriviamo al problema “pratico”, questi due hanno la stessa età? Se sì, perché Nutellino chiama Fragolino “ragazzino”? Se invece non hanno la stessa età, torniamo al problema che sta a monte: perché non l'hai detto? Ma di questo ne parleremo più avanti...

per avergli dovuto separare
Di nuovo? Di nuovo? Seriamente, ne vogliamo riparlare? Posso anche fare copia e incolla, eh. Ho già esaurito gli argomenti... qui ci andava “averli”. E comunque anche “dovuto”, qui ci andava “dovuti”: hai un serio problema di concordanza genere e numero, e per ovviare a questo si può scrivere “per aver dovuto separarli”, mi raccomando “SEPARARLI” e non “separargli” -separargli è sbagliato grammaticalmente per i motivi di cui sopra.

E sentii entrambi le voci ridacchiare e prima che la porta si chiusa sentii
Ancora una volta c'è un problema di concordanza genere. Le voci sono femminili quindi bisognerebbe scrivere “entrambe” sono voci. Spero che il “si chiusa” sia un errore di battitura, e quindi dovrebbe esserci scritto “si chiuse”, nel qual caso ci sarebbe un errore ancora più grave perché è un errore di coniugazione verbale, infatti, ci andrebbe scritto “prima che la porta si chiudesse”.

E poi c'è una doppia ripetizione a distanza di neanche dieci parole, non dico righe, dico PAROLE, del verbo “sentii”.
La lingua italiana è molto varia, d'accordo che la media delle parole assimilate dal cervello umano non supera le quattromila e per molti neanche si arriva alle tremila, ma ci sono decine di sinonimi, soprattutto per i verbi percettivi.

Poi ho trovato un “che le dita”, che non so magari è un intercalare locale, magari è un errore di battitura, però è anche vero che non è la prima volta che l'ho trovato, quindi non so, visto che è difficile ripeterli più e più volte.

Ora che abbiamo ampiamente trattato e argomentato la parte grammaticale, possiamo un attimo soffermarci su alcuni concetti.
Prima di tutto si tratta di una storia tra uomini e la prima volta per un uomo che in questo caso riveste il ruolo di recettivo (insomma lo prende) è abbastanza traumatica, più della donna, perché l'uomo, da un lato l'uomo ha un orifizio ben meno elastico di quello femminile, e inoltre non è naturalmente, fisiologicamente lubrificato. L'uomo ha bisogno di qualcosa che aiuti l'ingresso. La preparazione adeguata, serve a far abituare la parte, ma non basta una stimolazione di trenta secondi per aiutare far abituare il povero fondoschiena, non bastano neanche se poi vai a infilare praticamente tutta la mano. Anche perché qui, Nutellino, a secco, infila un dito dopo l'altro nel punto nascosto del povero e gracilissimo Fragolino. E poi, dopo questa stimolazione minima, inserisce la sua appendice senza alcuna lubrificazione. Te lo dico io, questo resterà traumatizzato a vita.
Oltre al fatto che abbiamo detto che Fragolino è molto gracile, per tua stessa ammissione, e la posizione nella quale si ritrova in questo momento, con quell'altro che esplora le sue profondità, certo non aiuta ad apprezzare a pieno la situazione, senza contare che l'apertura in quella posizione non è di certo facilitata.
E poi le madri, dio mio, le madri. Risultano due psicotiche, due maniache, che prima di tutto origliano il rituale di accoppiamento -e i conseguenti gemiti- dei rispettivi figli, ma soprattutto sono incoerenti. Oltre all'evidente stupidità del trasferirsi dopo un bacio a fior di labbra per poi ritornare e permettere loro di recuperare il tempo perduto, ma il problema è che si sono allegramente messe d'accordo. Stanno lì, origliano, si sono anche affacciate. È malato. È insensato. E poi, cavoli, invece della Nutella un pacco di preservativi proprio no? Cioè siete madri! Tranne che la Nutella non sia il lubrificante che loro non hanno usato, non si spiega la sua ragion d'esistere nella storia, la motivazione di chiedere di portare su in camera, pur sapendo come sarebbe andata a finire, un qualcosa che è più inutile di una bomboniera. Stanno spingendo i figli a fare dei giochi erotici, col cibo. O almeno questa è l'unica spiegazione plausibile che mi sia venuta in mente.

approfondire il bacio iniziando una dolce lotta al gusto di fragole e cioccolato.
Ora, questa è l'ultima citazione, lo giuro. Ho riscontrato un problema riguardo questa affermazione: anche al primo bacio -a fior di labbra-, tranne che non ci sia stata un'esplorazione abbondante dopo aver mangiato sei cucchiai di Nutella, oppure essersi sbrodolati allegramente con Nutella e marmellata alla fragola, difficilmente potresti sentire un sapore simile.
Soprattutto quando si tratta di un bacio a fior di labbra. Oppure, magari questi due si mettono un lucidalabbra al sapor di Nutella uno, e alla fragola l'altro. Sennò davvero non so che altro ipotizzare.

Quindi, in sostanza, deve esserci rimasto un residuo di cibo sulle labbra perché queste abbiano un sapore così definito.

E, infine, sì, eccoci arrivati al tanto atteso momento riguardante i personaggi.

Spendere due righe nella descrizione dei personaggi non è mai male, soprattutto in questo caso visto che i protagonisti sono originali e io per poterli immaginare in modo definito ho bisogno di un'introduzione di qualche tipo. Non posso pensare che Fragolino sia una fragola con le gambine, le manine gracili e la vocina (che poi diventa vociona, perché all'inizio dici che ha la vocina, e poi dopo ha la voce bassa... ha problemi ormonali? Ha qualche altro tipo di patologia alla trachea? Tracheiti, polipi... qualcosa? “A voce bassa” vuol dire una cosa definita, vuol dire che le parole che dice sono pronunciate a volume basso, appena percepibili, sussurrate.) so solo che è molto gracile e ha l'ossatura piccola: da quelle tre parole che hai speso per descriverlo sappiamo che ha le manine da ragazzina, i capelli tinti e delle lentiggini strane che diventano più intense quando arrossisce (tranquilla, che non succede nella vita reale). Mentre di Nutellino so solo che è più alto di Fragolino, di molto, ma è possibile che lui sia nella norma, cioè intorno al metro e settanta-ottanta, e l'altro sia drammaticamente basso (probabilmente non è ancora entrato nella pubertà? Sto solo facendo ipotesi perché davvero non so niente dei personaggi), e che ha i capelli e gli occhi color cioccolato. Però, per quello che ne sappiamo noi, potrebbe benissimo essere uno di quei barattoloni di Nutella alti quanto un essere umano.

Questo è solo per sdrammatizzare, visto che ci sono davvero dei buchi che potrebbero essere colmati con minimo sforzo.

D'accordo che il narratore sa com'è fatto e magari si potrebbe ritenere sciocco fargli perdere tempo ad autodescriversi, ma potrebbe anche solo pensare a un raffronto in relazione a Fragolino, oppure, Beth potrebbe anche uscirsene con un “Oh, mi ricordo quando eri piccolo, adesso invece ti sei fatto proprio un bel ragazzone, alto... gli occhi sono sempre gli stessi... eccetera”. Insomma, hai capito.

Questo, ripeto, non per attaccarti in qualche modo ma, visto che sono cose che si possono rimediare, è bene indirizzarti.

Prima di lasciarti, ti prego, chiudi i colloqui. Tu utilizzi i trattini, i trattini vanno chiusi in presenza di un verbo di dire che segue la battuta. In assenza di questo, e quindi si passa alla battuta successiva, il trattino cade e si va a capo con un nuovo trattino, se invece devi far compiere l'azione mentre si parla, allora bisogna per forza chiudere il trattino, perché poi incontri delle difficoltà di incomprensione. Perché se io leggo “-Ciao. dissi muovendo la mano.” Posso tranquillamente pensare che “dissi muovendo la mano” è parte del discorso diretto, perché grammaticalmente, tecnicamente, è quello. Se non chiudi il trattino il dialogo resta aperto.

Comunque, in conclusione, riguarda la grammatica, che quella è la parte davvero più difficile da sopportare, da affrontare. Se anche la storia fosse stata graziosa -e come ho detto all'inizio ci sono delle gravi mancanze che implicano una non gradevolezza a mio parere- sarebbe stato impossibile arrivare alla fine senza danni neurologici gravi davanti a un tale scempio. È, scusa il termine, un abominio. È illeggibile, e non lo dico per cattiveria è un dato oggettivo, visibile a tutti.

Ora tu dirai “E allora perché l'hai letta?”. Bene, perché ci sono capitata per sbaglio e ho riso tanto. Non potevo fermarmi perché era ridicola, dovevo sapere fino a che livello potesse arrivare e volevo contare gli errori. Seriamente. Non sono neanche tremila parole, siamo intorno alle duemilacento-duemiladuecento e, dagli esempi e dalle citazioni sopra riportate, puoi notare che c'è qualcosa di sbagliato, che c'è qualche lacuna cui si può ancora porre rimedio.

Leggi, leggi tanto. E soprattutto riguardati la grammatica.

Recensore Junior
22/06/12, ore 12:56

Bel testo, spero che sia uno dei primi che hai scritto, non per male ma perchè non so mi da l'idea non di una storia ma di un "prototipo" scusa non sapevo che termini poter usare.
Magari il problema di questa storia sono principalmente gli errori, personalmente mi hanno bloccato un pò la lettura questi 2 errori :
Verso casa cercai in tutti i modi si ricordarsi di lui...?? volevi metterci si o DI ??
l'altro errore che mi ha bloccato un pò la lettura fermando un attimo il filo del tesco che in generale è abbastanza scorrevole è questo :
ero sotto shock ma solo pemchè non avevo riconosciuto il mio prima amore...?? Prima?? mi sa primo.
Mi spiace molto averteli evidenziati di nuovo ma mi hanno dato abbastanza noia

Nuovo recensore
12/06/12, ore 08:59

É una storia davvero molto carina. É stata sviluppata bene e i due personaggi principali sono caratterizzarti abbastanza bene. L'unica pecca che c'é sono alcuni errorini di scrittura. Io ne ho notati un pó di battitura e solo 1 o 2 di grammatica. Personalmente ti consiglio di riguardare le storie prima di pubblicarle. Comunque la storia mi é piaciuta tantissimi quindi continua cosí!
Baci:
Nefos :)

Recensore Junior
07/06/12, ore 23:36

molto molto carina, dolce  e frizzante.
Will e sean  sono  tenerissimi, ma c'è un elemento  che  mi  ha strappato  molti sorrisi, ossia  le due  mamme che agiscono e accttano  la relazione dei  lòoro figli, senza dimenticare il loro ruolo di genitori, ma altresì  non  storcendo  il naso  di fronte al legame dei due ragazzi.
Hai veramente dato  un gran  bel  messaggio di uguaglianza e  speriamo che  presto  siaano  molti  di  più i genitori e  i figli che agiscono come  i personaggi della tua  bellissima  storia.
Complimmentissimi

Arialle