Storia partecipante all’evento recensioni del gruppo facebook: “Come far conoscere le tue storie di EFP”
Bene, ora che sono riuscita a riappropriarmi del mio computer, posso tentare di lasciarti una recensione che si avvicini alla decenza. Avrei voluto recensire questa storia prima, ma visto che ero in vacanza e visto che ho potuto appurare che per me è troppo complicato scrivere un commento serio e abbastanza corposo dal mio cellulare, mi sono ridotta a recensirti solamente ora.
Allora, per quanto riguarda la caratterizzazione dei personaggi, a me sembrano quasi perfetti. Non credo che tu sia sfociata nell’OOC, sicuramente non in quello ‘grave’, se così possiamo definirlo. L’unica cosa che potrebbe far storcere un po’ il naso, ma che in realtà può benissimo essere parte integrante del carattere di Cato, è il suo romanticismo quando si immagina a baciare Clove, spostandole una ciocca di capelli dietro a un orecchio. Ecco, soggettivamente parlando, quest’ultimo fatto l’ho trovato poco probabile come azione compiuta da Cato. Non tanto per il desiderio di baciarla, quanto per quel tirarle indietro i capelli. Insomma, per farla breve, io mi immagino che se lui dovesse baciarla lo farebbe in un modo un po’ più ‘rude’, senza troppe manifestazioni affettuose. Comunque, ciò non toglie che sia una scena molto dolce e romantica, anche se è solo immaginata tra i pensieri del ragazzo.
Ho particolarmente apprezzato tutti i riferimenti alla famiglia di Cato, alla ‘frivolezza’ dei genitori di Cato e Clove di fronte agli Hunger Games, a questo loro entusiasmo per questi famelici giochi, che sembra quasi ritrarli come indifferenti alle sorti dei loro figli, alle loro vite. Anche i sogni di Cato li ho trovati molto inerenti alla sua personalità, condizionati, già da quand’era più piccolo, dalle folli pretese di suo padre.
Mi è piaciuta tantissimo l’idea di Clove che lancia un coltello contro un suo compagno, a scuola, ce la vedo benissimo a fare una cosa del genere, proprio come la vedo bene isolata dal resto dei compagni, mentre li guarda con uno sguardo sprezzante. Tra l’altro ho letto che hai intenzione di scrivere una fan fiction proprio su questa piccola scena!
Ho un piccolo dubbio, anche se forse sarebbe meglio chiamarla curiosità: ma la Mietitura non iniziava con il sorteggio del tributo femmina? Non ricordo bene se era solo una sciocchezza voluta da Effie per il distretto 12, oppure se fosse una ‘regola’ valente per tutti i distretti.
Comunque, ritornando alla storia, devo dire che mi piace questo Cato che di fronte alla morte diventa ‘umano’, capisce di aver sbagliato a proporsi come volontario, che gli Hunger Games non sono altro che uno spettacolo in cui dei poveri ragazzini innocenti vengono costretti a uccidersi tra loro; oppure ancora il fatto che si riscopra innamorato di quella ragazza così fastidiosa, ma anche così interessante.
Ed è tristissima la sorte che gli tocca alla fine, torturato dagli ibridi, senza nessuno che lo possa ‘sostenere’, senza una compagna da guardare negli occhi e senza poter sussurrare a quella ragazza che la ama.
Come ultima cosa mi permetto di farti notare giusto due cose:
1# non che la cosa sembrasse scalfirla, vista l'assoluta impassibilità che Clove ostentava in ogni sua espressione. = così, leggendo, trovo che esplicitare quel ‘Clove’ alla fine non serva, se lo ometti si capisce comunque che ti stai riferendo a lei.
2# speravano che uno di voi foste scelto = qui, invece, hai sbagliato la ‘persona verbale’ (oddio, passami questo termine), perché ti riferisci a ‘uno’, quindi dovresti scrivere di conseguenza ‘fosse’.
3# Oh, ma scommetto che Clove sarebbe in grado di farcela. Io so che sua figlia è molto brava con i coltelli, non è così? = anche qui credo che potresti omettere quel ‘io’, perché si capisce lo stesso che è la madre di Cato che continua a parlare.
Beh, ti rinnovo i miei complimenti.
Mi è piaciuta molto questa storia! |