“dato che se non è Angst non ci piace
Condivido e sostengo questa affermazione, sante parole, hai davvero ragione!
Questa storia mi ha fatto provare una stretta al cuore, l’ ho trovata sia bella che triste.
Innanzitutto perché hai tentato di dare una spiegazione al fenomeno “ Hibari Kyoya”; è uno di quei punti essenziali che la Amano sensei sembra per adesso intenzionata a tralasciare ( e dico “sembra per adesso” perché confido nel fatto che un giorno la mangaka ci regali capitoli, un extra in cui parla del passato di tutti i personaggi). Se ci pensiamo lui non è affatto una persona normale, qualcosa deve esserci nel passato del moro, è impossibile che si sia autogenerato da Namimori ( una spiegazione piuttosto interessante comunque XD) e che abbia fin da subito acquistato la fisionomia che conosciamo.
Che vi sia una sorta di trauma infantile ci può anche stare, quello che siamo oggi d’ altronde è il frutto di quello che è avvento in passato.
La cosa bella è che proprio nel momento in cui Kyoya cominciava a vacillare, quando quella sorta di imperativo, che maledettamente la madre gli trasmette, sembra cominciare a perdere di significato, proprio quando Dino Cavallone è come circondato da una luce particolar e ( si, proprio come quella del principe azzurro), basta una frase, una stupida frase detta senza cattiveria e con leggerezza, a far ripiombare il buio nel cuore di Hibari, che amaro sorride e rimprovera se stesso per essere stato così debole e aver creduto che le eccezioni esistono.
È una one- shot che mi ha emozionata parecchio, va tra le preferite.
Complimentissimi!
Saluti da Kyoite. |