Ciao!
Bellissima storia, complimenti!
Hai usato bene la prima persona, riuscendo a entrare bene nella testa di entrambi i personaggi e rendendoli credibili. I pensieri di Ran sono autentici e coerenti: la immagino, dopo l'ennesima volta che Shinichi le dice che deve stare lontano per il “caso complicatissimo in cui sono impicciato da un’eternità”, arrabbiarsi come una furia e cercare di fare ordine in tutti quei sentimenti contrastanti che si ritrova ad avere, perché sa che la distanza e l'aspettarlo la fanno soffrire, ma sa anche bene che soffrirebbe di più se decidesse di metterlo da parte definitivamente. Sei riuscita a rendere benissimo la sua confusione iniziale, ma, al contempo, anche la sua certezza finale di amarlo e di essere disposta ad aspettarlo anche per sempre, se necessario, come Penelope aspetta il suo Odisseo (o Ulisse, che dir si voglia). Questo tuo paragone mi è piaciuto tantissimo e lo trovo molto azzeccato (da ex
classicista quale sono, non potevo non apprezzarlo!)
Anche i pensieri di Shinichi sono perfetti: sa di essere egoista nel volere che lei lo aspetti per sempre, ma non può fare a meno di pensare che le lacrime che Ran versa sono il sinonimo del sentimento nei suoi confronti che è ancora forte in lei e, da una parte, non può che esserne sollevato, perché gli dimostra che è ancora nei suoi pensieri. Lui ha paura di perderla e sarebbe disposto a tutto per tornare al suo fianco
"Ti prometto, Ran, che torneremo a sorridere insieme. Sconfiggerò quella dannata Organizzazione, metterò a ferro e fuoco il Giappone se sarà necessario. Ma tornerò da te, in un modo o nell’altro."
Ancora brava!
Spero di non averti stufato con questa lunghissima recensione!
A presto,
myellin |