Recensioni per
Il mondo di prima che ora non c'è più
di _ivan
La cosa che mi è piaciuta di questo racconto è il fatto che riesca a mescolare speranza e malinconia allo stesso modo. Il cuore si fredda con la spettacolare e desolante vista del mare pieno di relitti (un'immagine che mi ha colpito davvero molto), per poi riscaldarsi quando Hope si dichiara fiero di avere i pidocchi (gran bella invenzione anche questa). Il lettore può vederla come una storia triste o una storia di speranza: in quanto noiosone buonista, propendo per la seconda. Ho due domande da farti: la prima, se la storia è ambientata in Italia, come mai i personaggi che vengono nominati hanno tutti nomi anglosassoni? Immagino faccia parte della voluta nebulosità che vuoi dare alla storia, ma chissà, magari un motivo c'è... Seconda:"Rimarremo qui per la notte nella speranza che non arrivi nessuno. Ma tanto non arriva mai nessuno." Non ho capito se il protagonista è felice o no che arrivi qualcuno: stando alla prima frase pare che non gradisca visite, ma nella seconda pare quasi che se ne dispiaccia. Illumina un povero rintronato come me. È sempre un piacere leggerti. Alla prossima! P.S. Sì, Fallout 3 è una brutta chiusa. |
Accidenti. |
Ciao! |
Mi è sembrato più che ovvio venire a sbirciare fra le tue cose... questa storia è semplicemente bellissima! hai mai letto La strada di McCarthy? ecco, è la stessa cosa! immagino che un pò di ispirazione tu l'abbia tratta da li...in ogni caso, bella bella bella! non ha ualcun punto debole, se non forse la troppa somiglianza con il lavoro citato qui sopra... ok? Baci e abbracci, Nini :D |
La descrizione è così vivida, che mette la pelle d'oca. |
Questa storia è così...non so, triste? No, non proprio. Drammatica? Neanche. Grigia? Ci siamo. Questa storia è grigia, ma non grigia nel senso di "insipida", anzi. Sono le atmosfere che crei così magistralmente ad esserlo. Quando hai descritto il mare mi hai tolto il fiato, è proprio come me lo sarei immaginato, grigio appunto, come il cielo, e con imponenti carcasse di navi affondate. Il contrasto poi tra la disperazione del paesaggio e la felicità del bambino è commovente. Grande l'idea della colonna sonora. Anche a me capita a volte di scrivere una storia ispirata ad una particolare musica, anche se devo ammettere che la colonna sonora di Final Fantasy non mi ha entusiasmato troppo (sono molto pignolo su musica e film, perdonami) e prima che potesse rovinarmi il racconto (:P) l'ho sostituita con un'altra di Thomas Newman, che è un vero genio. E devo dire che ha funzionato. Ne ha fatto risaltare tutti gli aspetti come un buon vino fa con una bistecca saporita. Sì, perché il tuo racconto sarà grigio e buio, ma la nota che si sente in fondo è di speranza e risuona nei pensieri del protagonista. Un'eco quasi impercettibile, ma c'è. Ancora i miei complimenti. Ah, giusto, non ho potuto fare a meno di notare la somiglianza con "La Strada" di Cormac McCarty (grande scrittore, se ti capita leggi "Suttree" o "Non è un Paese per Vecchi"(e se ti capita guarda "Non è un Paese per Vecchi" dei fratelli Coen che è un capolavoro, ma qua stiamo divagando))? E' molto simile., soprattutto la descrizione del mare. In parte mi ha ricordato anche "Fallout 3", un videogioco di qualche anno fa, ma che per me rimane uno dei migliori del genere. In particolare per lo strano contrasto tra le atmosfere drammatiche, disperate, post-apocalittiche e una colonna sonora che invece ripropone le grandi canzoni dell'America anni '50, sicuramente tutt'altro che tristi. Immagina per farti un esempio la tua storia inscenata con una musica del genere http://www.youtube.com/watch?v=bgDF2xfcbv8. |
Dai, mi faccio perdonare per la recensione di questa mattina! Questa è un'ottima storia. Come al solito profonda, che dà spazio sia alla caratterizzazione psicologica dei personaggi sia alle tu abili descrizioni dell'ambiente. |
Il racconto associato alla canzone è un colpo al cuore. Duro. Immensità, hai detto bene... questa musica, insieme alle parole che hai scritto, alle descrizioni (non solo di paesaggi, ma anche di emozioni) fanno pensare all'immensità. A me è venuto in mente come un film... una inquadratura di quelle aeree che scorrono veloci e inquadrano la solitudine straziante di quelle lande desolate di cui parli, di quel mare che "somigliava tremendamente a una città inondata"... e poi i due protagonisti che camminano, sotto il sole, camminano e camminano. |
Leggendo questo racconto mi è venuta in mente la locandina ed il trailer di "The road" (di cui mi sono ripromessa di leggere il libro, appena possibile). Non so se tu ne abbia preso spunto o meno, ma davvero, non come ti sia riuscito di calarti tanto bene in questo ipotetico e desolato futuro. Le considerazioni del padre sul suo passato ed il raffronto col presente, così diverso, distante, vuoto, sono di una tale tristezza da sembrare vissute realmente sulla propria pelle. Emerge prepotente il rapporto col figlio, le sue preoccupazioni, il bisogno per lui di un futuro migliore. O, quantomeno, accettabile. |
É vero, c'è molta speranza in questo testo, nelle parole del padre di Hope... (tra l'altro: mi piacciono queste tue storie con personaggi senza nomi, c'è questa incompletezza che non fai mai pesare, viene compensata da tutto il resto). |
Affascinante come al solito, non credo ci sia molto altro da aggiungere. |
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Non so che dire, è... è bellissima. |
'mondo di prima e che ora non c’è più' Questa frase dà il senso di quanto possa essere fragile la nostra esistenza. Le certezze di oggi potrebbero non essere più tali domani. Leggendo la tua one-shot, l'inquietudine mi ha assalito sempre più prepotentemente e alla fine l'angoscia mi ha annientato. Complimenti! |
Intrigante! Trovo che il non sapere praticamente nulla di cosa sia successo per gettare il mondo in questa condizione, e in generale avere solo pochissimi indizi su quale sia lo scenario in cui effettivamente sono costretti a vivere, dia un senso di immedesimazione nel loro essere un po' "allo sbando". |