Recensioni per
Il mondo di prima che ora non c'è più
di _ivan

Questa storia ha ottenuto 16 recensioni.
Positive : 16
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
03/04/13, ore 02:07

La cosa che mi è piaciuta di questo racconto è il fatto che riesca a mescolare speranza e malinconia allo stesso modo. Il cuore si fredda con la spettacolare e desolante vista del mare pieno di relitti (un'immagine che mi ha colpito davvero molto), per poi riscaldarsi quando Hope si dichiara fiero di avere i pidocchi (gran bella invenzione anche questa). Il lettore può vederla come una storia triste o una storia di speranza: in quanto noiosone buonista, propendo per la seconda. Ho due domande da farti: la prima, se la storia è ambientata in Italia, come mai i personaggi che vengono nominati hanno tutti nomi anglosassoni? Immagino faccia parte della voluta nebulosità che vuoi dare alla storia, ma chissà, magari un motivo c'è... Seconda:"Rimarremo qui per la notte nella speranza che non arrivi nessuno. Ma tanto non arriva mai nessuno." Non ho capito se il protagonista è felice o no che arrivi qualcuno: stando alla prima frase pare che non gradisca visite, ma nella seconda pare quasi che se ne dispiaccia. Illumina un povero rintronato come me. È sempre un piacere leggerti. Alla prossima! P.S. Sì, Fallout 3 è una brutta chiusa.

Recensore Veterano
04/12/12, ore 11:26

Accidenti.
Questa storia trasuda malinconia da tutti i pori...
Del resto, visto come sono andate le cose è naturale che sia così.
(Come mamma, ammetto che mi ha fatto venire i brividi)

L'immagine generale che sembra tanto uscita da un Fallout o Mad Max... è costruita davvero bene.
Secondo me, è una buona base per una long (o almeno una storia di più capitoli)... ci sono un po di cosette che IMHO
andrebbero chiarite ed approfondite meglio. Per dare maggiore profondità sia ai personaggi
che alla vicenda... etc etc

Ora non voglio scrivere troppo, perchè odio l'idea di fare spoiler in una recensione.
Ad ogni modo questo tuo racconto non era niente male, l'ho apprezzato.
Appena ho più tempo, magari leggo anche qualcos'altro ;)
Ciao ciao

Recensore Veterano
30/11/12, ore 12:43

Ciao!
Eccomi qui a recensire questa tua ff!
^____^
Lo sai? dalla prima parola si intende già l'atmosfera in cui ci si imbatterà durante la lettura, un atmosfera così nostalgica e piena di amore di un padre!
Davvero ben scritta!
Complimenti!

alla prossima!
;)

ciaoooo!!!

Recensore Veterano
27/11/12, ore 11:20

Mi è sembrato più che ovvio venire a sbirciare fra le tue cose... questa storia è semplicemente bellissima! hai mai letto La strada di McCarthy? ecco, è la stessa cosa! immagino che un pò di ispirazione tu l'abbia tratta da li...in ogni caso, bella bella bella! non ha ualcun punto debole, se non forse la troppa somiglianza con il lavoro citato qui sopra... ok? Baci e abbracci, Nini :D

Recensore Master
25/10/12, ore 14:48

La descrizione è così vivida, che mette la pelle d'oca.
Già dalla prima frase si capisce come ciò che si ta andando leggere è scritto da una persona dotata e che sa ciò che scrive.
Leggo tanto e non smetterò di farlo e così credo di poter dire con sicurezza che hai talento.
Mentre scorrevo le righe, da te scritte, sentivo di poter vedere davanti ai miei occhi, come in un film, Hope e il suo incubo, l'avere bisogno delle piccole cose, perché proprio quando tutto si perde si capisce il valore che avevano.
Proprio come scrivi tu!

Complimenti
DreamNini

p.s la frase che hai messo all'inizio della tua presentazione dovrebbe esere condivisa da tutti. Recensire è importante, e lo è ancor di più farlo con sincerità, altrimenti le nostre parole vuote non servirebbero a niente, anzi danneggerebbero l'autore. Piccole bugie per fare bella figura magari, non servono a niente, vero?

Nuovo recensore
16/10/12, ore 10:52

Questa storia è così...non so, triste? No, non proprio. Drammatica? Neanche. Grigia? Ci siamo. Questa storia è grigia, ma non grigia nel senso di "insipida", anzi. Sono le atmosfere che crei così magistralmente ad esserlo. Quando hai descritto il mare mi hai tolto il fiato, è proprio come me lo sarei immaginato, grigio appunto, come il cielo, e con imponenti carcasse di navi affondate. Il contrasto poi tra la disperazione del paesaggio e la felicità del bambino è commovente. Grande l'idea della colonna sonora. Anche a me capita a volte di scrivere una storia ispirata ad una particolare musica, anche se devo ammettere che la colonna sonora di Final Fantasy non mi ha entusiasmato troppo (sono molto pignolo su musica e film, perdonami) e prima che potesse rovinarmi il racconto (:P) l'ho sostituita con un'altra di Thomas Newman, che è un vero genio. E devo dire che ha funzionato. Ne ha fatto risaltare tutti gli aspetti come un buon vino fa con una bistecca saporita. Sì, perché il tuo racconto sarà grigio e buio, ma la nota che si sente in fondo è di speranza e risuona nei pensieri del protagonista. Un'eco quasi impercettibile, ma c'è. Ancora i miei complimenti. Ah, giusto, non ho potuto fare a meno di notare la somiglianza con "La Strada" di Cormac McCarty (grande scrittore, se ti capita leggi "Suttree" o "Non è un Paese per Vecchi"(e se ti capita guarda "Non è un Paese per Vecchi" dei fratelli Coen che è un capolavoro, ma qua stiamo divagando))? E' molto simile., soprattutto la descrizione del mare. In parte mi ha ricordato anche "Fallout 3", un videogioco di qualche anno fa, ma che per me rimane uno dei migliori del genere. In particolare per lo strano contrasto tra le atmosfere drammatiche, disperate, post-apocalittiche e una colonna sonora che invece ripropone le grandi canzoni dell'America anni '50, sicuramente tutt'altro che tristi. Immagina per farti un esempio la tua storia inscenata con una musica del genere http://www.youtube.com/watch?v=bgDF2xfcbv8.
Altra cosa: i nomi. Bella la scelta di "Hope" per il bambino, l'unico a portare una piccola luce di speranza in corpo, in un mondo che altrimenti ne è privo. Mi chiedo se Hans e Christian siano un qualche riferimento a Hans Christian Andersen, o solo due nomi presi a caso. In caso affermativo, è un richiamo che ha a che vedere con il racconto o è solo un tuo velato riconoscimento allo scrittore?
Ti saluto e ancora complimenti.
Alla prossima,
Luca.

Recensore Veterano
29/09/12, ore 18:23

Dai, mi faccio perdonare per la recensione di questa mattina! Questa è un'ottima storia. Come al solito profonda, che dà spazio sia alla caratterizzazione psicologica dei personaggi sia alle tu abili descrizioni dell'ambiente.
L'intera vicenda è molto realistica, a tratti cruda, eppure anche ricca di sentimento.
È una storia toccante, molto ben riuscita, complimenti.
Se posso permettermi un paio di appunti, però, il titolo io lo citerei una volta sola: così a me pare ripetitivo, e poi questo è un diario, ed è difficile che qualcuno scriva in questo modo.
Infine la parte della malattia, anzitutto viene subito dopo il pensiero per Sarah, e sembra all'inizio che siano collegati; poi il fatto che lui non ne voglia prendere consapevolezza è realistico e funziona molto bene, ma visto che questa è una cosa che sta scrivendo e non pensando e che non presenti tu dall'esterno come autore, non è come prenderne comunque atto?
In realtà l'ultimo è più un mio dubbio che un vero appunto.
Comunque a me la storia è piaciuta davvero, in barba a tutte le cose che ti faccio notare.

Nuovo recensore
19/09/12, ore 20:11

Il racconto associato alla canzone è un colpo al cuore. Duro. Immensità, hai detto bene... questa musica, insieme alle parole che hai scritto, alle descrizioni (non solo di paesaggi, ma anche di emozioni) fanno pensare all'immensità. A me è venuto in mente come un film... una inquadratura di quelle aeree che scorrono veloci e inquadrano la solitudine straziante di quelle lande desolate di cui parli, di quel mare che "somigliava tremendamente a una città inondata"... e poi i due protagonisti che camminano, sotto il sole, camminano e camminano.
Il piccolo Hope è tenerissimo e si stringe il cuore a pensare al modo in cui dovrà cavarsela senza il padre (di cui non si sa neanche il nome... e questo lascia, oltre che una grande inquietudine anche un senso di mistero). Alla fine si può immaginare il peggio...un bambino solo, piccolo, in un posto deserto in balia di tutto e tutti... o forse no. Nonostante la malinconia mi piacciono gli spiragli di speranza. E poi che dire... il tuo linguaggio e stile manco li commento più ché sennò mi ripeto! :D
Con affetto
Rory

Recensore Master
04/09/12, ore 12:11

Leggendo questo racconto mi è venuta in mente la locandina ed il trailer di "The road" (di cui mi sono ripromessa di leggere il libro, appena possibile). Non so se tu ne abbia preso spunto o meno, ma davvero, non come ti sia riuscito di calarti tanto bene in questo ipotetico e desolato futuro. Le considerazioni del padre sul suo passato ed il raffronto col presente, così diverso, distante, vuoto, sono di una tale tristezza da sembrare vissute realmente sulla propria pelle. Emerge prepotente il rapporto col figlio, le sue preoccupazioni, il bisogno per lui di un futuro migliore. O, quantomeno, accettabile.
Il dettaglio della casa cadente, della cena a base di spezzatino e pesche sciroppate, la marmotta fuggita. Il mare incancrenito eppure splendido per un bambino.
Uno stralcio struggente e grigio di un grande affetto.
Alla prossima!

Nuovo recensore
23/08/12, ore 19:13

É vero, c'è molta speranza in questo testo, nelle parole del padre di Hope... (tra l'altro: mi piacciono queste tue storie con personaggi senza nomi, c'è questa incompletezza che non fai mai pesare, viene compensata da tutto il resto).
Leggendo, chissà perché, mi sono immaginato Hope da grande, senza il padre ma col ricordo di lui e la speranza di poter ricostruire un mondo migliore, anzi lo immagino come qualcuno che, proprio grazie a questa sua "purezza", riesce a fare grandi cose.
Insomma, come sempre fai venir voglia di sapere il resto, perché in un semplice e breve testo riesci a mettere così tanti stimoli, tanti dettagli, che il lettore raccoglie avidamente. Fai desiderare che non finisca mai, di saperne sempre di più!
Ovviamente lo stile è perfetto, c'è qualche concetto lasciato a sé stesso qua e là, qualche parte troppo "compatta" che sarebbe stata più efficace se fossi andato a capo più spesso, ma sai che ti dico? É una pagina di diario, che diamine, è giusto che sia così!
Il personaggio che ha scritto questa pagina avrà avuto poco spazio, poca voglia di chiudere ogni concetto, quindi è normale che cominci (per fare un esempio) a parlare di un libro sulla follia senza arrivare da nessuna parte, semplicemente citandolo e ammettendo di non sapere nome e contenuto, ma scrivendolo per il semplice fatto di buttar giù due righe!
In sostanza, è una storia molto ben curata, personaggi ben delineati nonostante la brevità, una piccola perla.
Penso sia uno dei tuoi scritti brevi migliori, complimenti!

Recensore Junior
27/07/12, ore 14:43

Affascinante come al solito, non credo ci sia molto altro da aggiungere.
Se non che adoro l'innocenza di Hope e il desiderio di suo padre che essa si conservi il più a lungo possibile. L'amore che li lega è palpabile, e non traspare semplicemente dalle parole dell'adulto, ma irrompe nella mente del lettore con la stessa forza che spinge il padre a prendersi cura del suo bambino, con la stessa tenacia con cui lotta perchè possa garantirgli un futuro migliore. 

Di tutto ciò che hai scritto finora, questa pagina di diario è - secondo me - il testo che ti è riuscito meglio.
E' da tempo nelle mie "ricordate" , ma non l'avevo ancora letta. Era lì in Stand-by, per quando fossi stata alla ricerca di qualcosa da leggere. Quasi mi pento di non averla letta prima! Ora vola subito tra le "preferite"!

Ottimo lavoro,
credo tu abbia davvero del talento!

tazzina

Recensore Master
20/07/12, ore 15:30


Rieccomi, ho letto anche questo racconto come da tuo suggerimento.
Mi è piaciuto molto lo stile che hai usato, il fatto che sembra proprio di leggere una pagina del diario del protagonista, una lettera o delle memorie…
Molto bello l’inizio quando ritrovano una vecchia fontana che diventa motivo principale di gioia. Mentre continuavo a leggere non ho fatto fatica ad immaginarmi le varie scene e i paesaggi desolati. Apprezzo molto il tuo modo di descrivere. Il paesaggio che mi ha colpito maggiormente è stato senz’altro la spiaggia piena di carcasse di navi mezze distrutte, e la casa decadente: adoro le case antiche e fatiscenti, mi danno l’idea del tempo che è trascorso, mi fanno pensare e fantasticare riguardo la vita dei precedenti abitanti.
E il finale… c’è un misto tra rassegnazione e speranza nelle parole del padre di Hope: quando c’è un minimo accenno di speranza mi dà l’impressione che tutta la vicenda acquisti una nuova luce.
Non so che altro aggiungere… ti faccio i miei compliementi! :)
 
Alla prossima
Monique

Nuovo recensore
13/07/12, ore 23:31

Non so che dire, è... è bellissima.
Imponente, perché ti fa affrontare tutta la mole dei retroscena che puoi soltanto immaginare; bellissima, sia stilisticamente sia dal punto di vista del contenuto. Il diario di un padre lasciato più a se stesso che ai posteri.
Ogni capitolo, ogni one-shot che passa, io stimo i tuoi scritti e la tua mente sempre di più.

Recensore Veterano
04/07/12, ore 14:24

'mondo di prima e che ora non c’è più' Questa frase dà il senso di quanto possa essere fragile la nostra esistenza. Le certezze di oggi potrebbero non essere più tali domani. Leggendo la tua one-shot, l'inquietudine mi ha assalito sempre più prepotentemente e alla fine l'angoscia mi ha annientato. Complimenti!

Nuovo recensore
02/07/12, ore 23:35

Intrigante! Trovo che il non sapere praticamente nulla di cosa sia successo per gettare il mondo in questa condizione, e in generale avere solo pochissimi indizi su quale sia lo scenario in cui effettivamente sono costretti a vivere, dia un senso di immedesimazione nel loro essere un po' "allo sbando".

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