Recensioni per
Riflesso Di Un'Ombra Insana
di Vulcania

Questa storia ha ottenuto 5 recensioni.
Positive : 5
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
03/07/07, ore 15:34

Questa fic è davvero molto toccante, complimenti, riesci ad esprimere appieno ciò che il Dolore pensa di se stesso.
Io credo che il Dolore non comprenda soltanto la solitudine, ma penso che scrivere tutti le sfacettature di questo sentimento sia davvero difficile, quindi concludo dicendo che questo drabble mi ha colpito molto anche nella sua semplicità.
Bravissima!

Nuovo recensore
22/01/07, ore 20:52

sicuramente scrivi molto bene ma secondo me il dolore è tutt'altra cosa....

Recensore Junior
22/01/07, ore 15:11

Commento per il concorso sulle Personificazioni

Aaaah, una delle fic che mi è piaciuta di più in questo concorso, recensirla è un piacere oltre che un dovere. ^.^

Italiano: Ci sono alcune sciocchezze che mi impediscono, per quanto la voglia ci sarebbe, di dare 10 a questo lavoro, veramente ben svolto dal punto di vista dell’italiano. Riesco anche a scorgervi una musicalità nella scelta delle parole che personalmente apprezzo molto, oltre a una conoscenza veramente alta dell’italiano in ogni sua forma.
Innanzitutto, il fatto delle labbra che sembrano rosse al confronto col pallore del volto. Se un volto è molto pallido lo sono anche le labbra, perché c’è sempre poca irrorazione di sangue, quindi per quanto bella come immagine è decisamente imperfetta. Se il volto è pallido, sono pallide anche le labbra. O se non sono pallide come il volto (naturalmente) di sicuro non possono sembrare rosse, nemmeno a confronto col pallore più cadaverico. E’ una cretinata, ma è un’imperfezione che avrebbe necessitato di una spiegazione data a me a inizio fic.
“Sono come uno di quei fiori avvizziti ancor prima di nascere, ecco come mi sento”. Eliminare il “come” avrebbe dato un’aria più poetica e musicale all’insieme. E trovo quell’”ecco come mi sento” un di più che stona con la prima parte della frase.
Poi, dopo i tre punti di sospensione se indicano la conclusione di una frase ci vuole la maiuscola nella frase successiva, che qui manca.
Quarta e ultima cosa, dopo averla definita un’ombra per tutto il resto della fic (femminile) trovo veramente fastidioso usare il maschile (anche se naturalmente "dolore" è maschile) in questo modo così brusco. Sarebbe stato il caso di rendere questo passaggio meno violento, magari facendo riferimento al RIFLESSO dell’ombra del titolo (che è maschile). Anche se a livello interpretativo non so se sia voluto ma è una vera nota “dolente”! Anche qui, avrei avuto bisogno di una nota esplicativa.
8, in conclusione, più per i fattori grammaticali (e la frase) accompagnati da un linguaggio molto molto buono, ma non perfetto (il 10 è perfezione, d’altronde), che per i problemi interpretativi delle labbra (a quello penso di aver tolto meno di metà punto).
Ma avrei dato volentieri 10.

Originalità. Beh, qui faccio tanto di cappello. Trovo questa visione del Dolore veramente azzeccata e molto originale. Personalmente mi piace molto questa visione del Dolore come ombra che nessuno vuole e nessuno cerca (naturalmente, a meno che non si sia masochisti! XD), come un qualcosa che richiama un po’ anche all’idea del dolore inteso come male fisico (il pallore del volto, sa di malattia. Malattia che viene anche espressa esplicitamente dopo. La malattia è dolore. Ma si impallidisce anche durante un lutto, o quando si muore, che sono le espressioni massime di dolore – specie per chi resta, nel caso della morte). Anche quando non esprime se stesso, il dolore esprime se stesso come ombra. Ci riesce, è vivido, e lo fa in maniera veramente realistica. E visto che nessuno lo cerca, il Dolore passa le sue giornate in un piattume sempre uguale. Dolore come ombra visto nel suo potenziale inespresso, decisamente originale, decisamente 10. Mi convince in ogni sua forma.

L’autrice ha afferrato o no il tema assegnatole? Non totalmente. Mi spiego meglio. Per quanto riguarda il potenziale inespresso del dolore, l’ha inteso e perfettamente. Ha colto l’intima essenza di questo sentimento in maniera decisamente originale e geniale, e un 10 non gliel’avrebbe tolto nessuno. MA, ed è il ma che mi fa decidere per questo voto, secondo me manca una visione completa del Dolore, inteso come Dolore che si esprime, il Dolore che non vive una scialba giornata da ombra, il dolore che non si annoia. Ecco, mi sarebbe piaciuto vedere cosa ne pensa il dolore quando arriva una giornata che non è noiosa, ripetitiva e sempre uguale. Se ci sono giornate di questo genere o anche quando il Dolore arriva è sempre cadenzato dalla noia. Questo manca.
Quindi direi 8/9. Perché la parte analizzata è veramente bella.

In breve, la media è del 9-. Un lavoro originale e ben costruito che afferra una parte (non la totalità, cosa che mi ha impedito di darle un 10 anche al punto 3) del sentimento assegnatole in maniera magistrale. E i miei complimenti, se l’autrice se ne fa qualcosa! ^_^

Nuovo recensore
19/01/07, ore 15:45

Il Giudice col Testosterone™ così parlò:

Italiano: 8. Sicuramente un buon lavoro sotto questo punto di vista, anche se forse ho sentito un po' la carenza di vette in tal senso. Anche se un paio di passaggi, soprattutto quello delle labbra rosse di sangue che fanno da contraltare alla pelle bianca, li trovo più che buoni.
Originalità: 7. Non mi ha convinto del tutto. Probabilmente sono troppo entrato nell'ottica del giudice severo e anche un po' stronzo, ma come personificazioni del Dolore me ne vengono in mente di migliori. Più che altro per un motivo che spiegherò al punto successivo.
L'autore/autrice ha afferrato il tema assegnatogli/le: 6,5. Durissimo, lo so. Ed esplico subito il perché: la rappresentazione fatta da Pink è anche bella, per carità, ma non la trovo intrinsicamente collegata al Dolore. Cerco di spiegarmi meglio: il sentimento descritto io lo vedo più come Solitudine che come Dolore. È verissimo che sono interconessi, ma non credo sia necessario essere soli per soffrire. Anzi, potrei portare mille esempi di come questo non è un collegamento automatico fra i due sentimenti/stati d'animo. Per ribadire meglio il tutto con una frase emblematica: è vero che se si è soli si soffre (che poi anche questo è opinabile se proprio vogliamo, ma non sono qui per arringare nessuno), ma non è per forza vero che si soffre da soli. Questo, per quanto mi spiaccia dirlo, mi fa pensare che l'autrice non abbia del tutto centrato l'argomento assegnatole. Sia chiaro che è solo il mio modesto e questionabilissimo punto di vista sulla situazione.
Media assolutamente non aritmetica: 8. Ma come, sei e mezzo sul punto forse più importante e poi un voto finale così alto? Beh, inanzitutto c'è un motivo se ci metto quel "assolutamente non aritmetica". Il voto finale, per quanto mi riguarda, non è la semplice somma delle parti diviso tre. È qualcosa di più. E quel qualcosa di più, qui, c'è. Perché la drabble, pur con tutti i dubbi sull'attinenza al sentimento Dolore che io personalmente possa avere, è sicuramente una gran bella lettura. Si ripresenta un po' il mio conflitto che già era spuntato fuori con la Zia Esmy: un lavoro di livello "sporcato" da differenze di vedute fra giudice e autrice. Pertanto non mi sento in diritto di stroncarla, semplicemente ne esalto gli aspetti positivi, non indifferenti, pur rimarcando che sono in sostanziale disaccordo sul modo di vedere il sentimento in questione.

elaisa
17/01/07, ore 16:41

Commento alla Drabble, seconda classificata al concorso delle Personificazioni

E i miei personali complimenti all'Autrice, perché la sua è una delle drabble che più mi è piaciuta.

ITALIANO:
Direi molto buono. Ottimo, in vero.
La Drabble scorre bene alla lettura, se non per alcune piccolezze che però non minano all’ottima riuscita finale, tanto piccole che mi viene da pensare siano date solamente da un gusto personale nell’uso della punteggiatura.
Ad esempio, nella seconda riga, credo che personalmente avrei spostato la prima virgola, per rimarcare maggiormente il concetto del ripudio, mentre, per quanto riguarda l’altra cosa che mi è saltata all’occhio, tra la quinta e la sesta riga, avrei usato il punto fermo nella frase “Sono come uno di quei fiori avvizziti ancor prima di nascere, ecco come mi sento.” sempre per spostare l’attenzione del lettore sulla gravità del suo stato d’animo, e del suo stato d’angoscia.
< Ma salvo queste due cose, che sono in effetti piccolezze dovute al personale gusto nell’usare o meno un particolare tipo di punteggiatura, direi che è molto buona.
Anche l’uso delle parole scelte l’ho trovato pienamente azzeccato per quello che volevi esprimere, ricercato ma semplice, facile da leggere e che trasmette … dolore.
Voto: 9

ORIGINALITA':
Direi che sì, questa rappresentazione del dolore, è in sé originale e ben concepita.
Un uomo sciupato, un uomo smunto che si guarda allo specchio e prende atto della sua condizione, irrimediabile, che non cambia perché se cambiasse non sarebbe più adatta a lui stesso.
L’emarginazione, dovuta al fatto che nessuno vuole provar dolore, il relegare il Dolore stesso ad una vita da ombra, anzi “un’ombra che striscia nel silenzio, che nessuno vede e nessuno cerca” (ho amato questa frase!), l’ho trovato un buon espediente per rendere umana una sensazione cattiva, che appunto nessuno vuole, e che tutti sfuggono (ma che nessuno pensa mai di rappresentare in tal modo, perché io stessa avrei rappresentato il Dolore come un male, una sensazione perversa e a volte sadica); e direi che, nonostante io tenda a pensare che un sentimento, o un’entità, non possa provare emozioni, ho il piacere di ricredermi dopo la lettura della drabble.
Questo che vi ho letto è un Dolore che prova Dolore.
La Drabble stessa mi trasmette Dolore.
E chi, più del Dolore, sciupato e relegato ad un’esistenza emarginata e solitaria, al punto da doversi guardare allo specchio per trovare un briciolo di compagnia, ha diritto di provare dolore?

Questa tua bravura nell’aver unito la personificazione alla sensazione stessa, mi fà affermare che questa drabble mi è piaciuta, tanto.
Voto: 10

L'AUTRICE HA AFFERRATO IL TEMA ASSEGNATO:
Direi di sì, salvo un’imprecisione.
Personalmente mi rendo conto delle difficoltà che puoi avere incontrato nella personificazione di un sentimento che ha talmente tante sfaccettature che spesso nessuno riesce a ricordarle tutte; il dolore ha molte forme, molte facce, molti perché.
E tu, nonostante questo, hai trovato un’idea per renderlo nella sua quasi interezza, per quello che il dolore è per sé stesso, per come lui si vede osservandosi allo specchio.
L’essenza del dolore stesso.
Il Dolore che prova dolore. (e personalmente trovo stupenda quest’immagine! Tanti complimenti, davvero!)
L’unica cosa che, forse, posso trovare di poco corretto nella drabble, e che mi fa dare un mezzo punto in meno, riguarda la frase finale.
Si tratta forse di un’imprecisione, che però non è definibile sciocchezza; la giornata del Dolore, per quanto solitaria, emarginata da quella della società, colma di dolore stesso, non la definirei affatto piatta. In quanto entità anch’egli avrà il suo ben da fare, nonostante le persone non vogliano provare la sua essenza –trovarsi faccia a faccia con lui- egli deve andare da loro. E’ il suo lavoro, il motivo per cui esiste.
Detto questo, il mio voto è 8,5.

Come note finali direi che la storia mi è piaciuta, tanto, per molte cose che spero d’aver segnato nella mia recensione.
Salvo qualcosina qua e là, che però non disturba affatto la lettura e il mio personale gradimento della drabble, è una buona storia; complimenti! Media: 9-