Come sempre, quello che ha la meglio è il piccolo Near dentro di te. Sono i suoi occhi, e li ho percepiti subito, a guardare la fragilità di Mello, una fragilità nascosta fra le pieghe di un cuscino. Una fragilità buia, ma non sorda: gorgoglia e germoglia nell'orecchio di Matt.
Matt che sente, che sa, che lascia scivolare l'unica certezza che possa avere, l'unica carezza che riesca a concedere.
Un'intesa che non ha bisogno di parole, di spiegazioni, di domande.
Un'intimità che ha anche delle incomprensioni, che ha sogni pregni di realtà, che non pretende nulla.
Una semplice e amara condivisione, anche se si tratta ancora della loro infanzia, si avverte il rapporto che segnerà quello che è il rapporto fra queste personalità così contrastanti eppure così bisognose l'una dell'altra.
E Near, sembra lo sguardo del mondo, che si intromette, senza mai rendersi palese. Near dallo sguardo vuoto, ma colmo fino all'orlo, uno sguardo silenzioso ma fragoroso di risate, agli occhi di Mello, occhi che piangono, agli occhi di Matt, occhi che si inteneriscono e si sorprendono.
Come sempre la tua narrazione sembra partire da un punto solo per diramarsi ed intrecciarsi in modo fitto ed implicito. Davvero complimenti.
Grazie alle tue storie apprezzo sempre di più Near, mi sento più vicino all'orgoglio spigoloso di Mello e amo, definitivamente, amo Matt...
Grazie! <3
Un bacio, M. |