Recensioni per
Lullaby for a stormy night
di Selene Silver
Hai ragione, qui si sente più fratellanza che amore, ma a me non dispiace (forse anche perché sono piuttosto indifferente a Thorki). È bella perché è vero, Loki ha sempre voluto essere come Thor, apprezzato e forte come lui. Anche ad un certo punto del film (non mi ricordo se Avengers o Thor), dice a Thor che lui non voleva il trono tutto per se o rubargli la gloria, avrebbe voluto solo condividerlo, essere di pari grado a suo fratello. Mi piace molto la tua storia, |
Di solito non mi piacciono le Thorki, perché mi imbatto sempre in storie sconclusionate che sembrano voler soltanto sfogare la perversione di un fan, senza motivazioni o psicologia di fondo. La tua storia è tutto tranne che questo. E' uno splendido racconto, delicatissimo e a tratti veramente poetico, narrato con una maestria da brividi. L'idea di partenza è assolutamente originale e affascinante - la pioggia d'oro, un'immagine (e metafora) stupenda, che svolge il ruolo di filo conduttore della storia. Ed è un filo conduttore per niente invadente, ma discreto, che introduce i momenti salienti della vita di Loki senza però diventare un particolare opprimente. Mi è piaciuta molto anche la divisione dei paragrafi, ciascuno dei quali affronta un momento particolare e illustra alla perfezione il modo in cui Loki, lentamente, si evolve. Bellissimo il fatto che l'ultimo paragrafo rivolga l'attenzione invece a Thor, con una sorta di colpo di scena inaspettato, mostrandoci ad un tratto anche cosa pensi l'altro fratello, finora visto solo attraverso gli occhi di Loki. |
Ma che dolci *.* E' la prima fanfiction che leggo in cui Loki si riappacifica con l'amato/odiato fratello; non mi è mai piaciuto particolarmente il personaggio di Thor, ma grazie a questa ff ho visto anche i suoi lati positivi :) |
Meraviglioso. Mi sembra di sentire la pioggia, ed entrambi che cercano in un certo senso di farsi lavare via i ricordi brutti, gli inganni, i fraintendimenti... |
Loki non ricordava di aver mai avuto paura di qualcosa, da bambino, se non di se stesso, di quel non essere abbastanza. Era solo un'inquietudine sottile, che gli strisciava nelle ossa, come un serpente avvolto attorno al suo scheletro; avvoltolato lungo la sua spina dorsale, infilava la testa nel suo cervello, lo accarezzava con una velenosa lingua dardeggiante, sussurrando strane parole. Era come lo spiffero che arrivava da una porta chiusa male nel buio. |