Aveva passato le ultime ore a rimuginare su tutto ciò che era successo, e si era ritrovato la testa traboccante di dubbi e domande senza risposta, sopratuttto su cosa fosse "giusto" e cosa "sbagliato". Non aveva mai avuto bisogno di differenziare le due cose in vita sua, ma adesso non poteva più far finta di niente e chiudere gli occhi: da egoista modello qual era, solo ora che aveva provato sulla sua pelle il significato di perdere qualcosa, riusciva a trasporre la sensazione sugli altri.
E più ci pensava, più si sentiva sprofondare e aveva l'impressione di essersi perso ed aver perso a poco a poco durante tutta la vita "prima".
Ecco. Visto che si parlava di psicologia dei personaggi (sono reduce dal papiello con cui ho risposto alla tua recensione), non posso che riportare queste righe, che racchiudono con la consueta, straordinaria efficacia una fetta importantissima di quella di Tony, senza la quale non è possibile avere una visione vera e completa della sua personalità. Queste parole contengono la svolta, il momento esatto in cui tutte le certezze si frantumano come cristalli, vengono spazzate via come foglie autunnali (sono in vena di metafore oggi) e, dalle ceneri di quanto avvenuto ("Phoenix docet") nasce un uomo nuovo. Nasce oppure viene fuori, emerge, perchè non è detto che non ci fosse già da prima e fosse stato semplicemente seppellito da un passato (infanzia e adolescenza, in modo particolare) tutt'altro che felice che, come più volte ho detto, a mio avviso ha forgiato la versione pre-Afghanistan di Tony. Stark è l'emblema di come la vita, con i suoi avvenimenti e i suoi imprevisti, sia in grado di plasmarti come un artigiano con l'argilla e di cambiarti all'improvviso (solo la vita può riuscirci. Il vero cambiamento è sempre frutto di qualcosa che ti è accaduto, mai di una scelta consapevole. Almeno, questa è la mia opinione).
Quando si tratta di stati d'animo e introspezioni, sei imbattibile, non c'è niente da fà: non solo hai saputo dipingere, a tinte forti e vivide, il passaggio dal "nuovo" al "vecchio" Tony, ma hai descritto con altrettanta, magnifica efficacia sia la confusione e il panico iniziali (m'è parso di vagare con lui in mezzo al deserto e di provare la stessa identica sensazione di soffocamento e stordimento) sia l'esaltazione e l'euforia finali, tipiche di chi coglie un'insperata luce in fondo al tunnel in cui è intrappolato e rafforzate, in questo caso, dalla consapevolezza che la propria vita non è soltanto salva, ma anche irrimediabilmente diversa (e migliore). Il tutto condensato in quell'"Aveva vinto. Finalmente aveva vinto" che è la più bella ed icastica delle conclusioni.
Ormai è ufficiale: quello tra te e Tony è un vero e proprio idillio (sono gelosa, e non te dico Pepper).
*la sommerge di cuori e complimenti*
Porterò avanti al più presto la mia opera di stalkeraggio ("starkeraggio" è la cosa più bella che i miei occhi abbiano mai letto) nella tua pagina. Diverrò il tuo peggiore incubo (probabilmente lo sono già) *risata malefica*
Alla prossima! |