Ho avuto tanti problemi a leggere questa storia. Tantissimi. Perché ogni due secondi mi fermavo e strillavo come un’aquila e saltavo sulla sedia e mi scioglievo in metaforiche (ma mica poi tanto, ho gli occhi lucidi) lacrime da fangirl disperata, perciò sì, ho avuto tanti problemi a leggere questa storia.
Ma quando sono arrivata alla fine, tutto ciò che volevo fare era ricominciare daccapo.
Andrò con ordine, perché ho preso nota di tutto ciò che mi ha fatto reagire come un’indemoniata, quindi, ecco, ho paura che sarà un po’ sconclusionata come recensione, però se non altro, vedi, la buona volontà c’è. o////ò *aria da folle* *cerca di sembrare più normale*
Bon, iniziamo.
- Punto primo: il gargoyle. Naturalmente sai bene che anch’io sto vivendo un amore immenso per Notre-Dame, di questi tempi, e diciamo che il riferimento non mi è sfuggito, ecco – ok, sto sminuendo le cose: quelli sono stati il primo sobbalzo e il primo KYAAAAHHHHH di una lunghissima serie. Ho benedetto la presenza di quel gargoyle presso ogni santo a mia disposizione, e lo farò ancora. Lo sto facendo ancora.
- Punto secondo: l’outfit dello Spaventapasseri human!version. Tu non sai, non saprai mai quanto ho amato la descrizione fisica che ne hai dato. Tipo volevo sfondare lo schermo, precipitarmi nella storia e abbracciarlo. Così a prescindere, sì. u////ù
- Punto terzo: perché era questo che facevano gli sceriffi. Ora, non fraintendermi, ogni minuscola e insignificante parolina che esce dalla tua penna – o tastiera – è perfetta, io lo dico sempre, il tuo lessico è di quelli che uccidono dolcemente; ma quella frase è perfezione assoluta. Non lo so, ce la vedo troppo Emma che cerca di convincersi di star facendo solo il suo dovere di sceriffo; è una cosa che caratterizzava anche la tua prima Golden Swan ed è una cosa che secerne IC.
E già che siamo in tema di lessico, vogliamo parlare dei poli della stessa carica? Lì mi hai finita. Più o meno. (Più o meno, perché ho continuato a morire, ovviamente. Ma procediamo con calma.)
- Punto quinto: LA SIGNORINA EMERALD. E, njdkffggh!!, ho detto tutto.
- Punto sesto: la gelosia di Emma. Lo ribadisco, inserire in una fanfic una cosa che nel fandom non veniva mostrata non è OOC, e non è neppure anticanon; almeno non se il contesto lo giustifica. La gelosia di Emma qui è del tutto IC. Perché lei si odia per il suo essere gelosa. Ed è questo che la rende Emma. E Gold lo sa, sa benissimo tutto quello che le passa per la testa, ed è questo che lo rende Gold.
- Punto settimo: just follow the – non so perché, ma ho adorato il tuo lasciare quel ritornello così in sospeso. BAWWWWW *perde il controllo* *si ricompone*
- Punto ottavo: RAY. ♥ Ok, conosci i miei sentimenti per Ray Bolger, non starò qui a fare la figura dell’ameba balbettante. Basti dire RAY. RAY. RAY. Va bene, sto facendo la figura dell’ameba balbettante.
- Punto ottavo/bis: ALMENO SAREI DEGNO DI TE. *canticchia la versione completa di If I only had a brain* *uccisa dal riferimento* *si ricompone ancora*
- Punto nono: le visioni di Ray, visioni di un pazzo. Leoni parlanti, campi di grano, streghe malvagie e scimmie volanti. Quanto posso amarti per tutto questo? Quanto? Quanto? *non connette più*
- Punto decimo: il ritmo claudicante di Gold, ed Emma che, stupenda, vi si adatta. Questa è perfezione e poesia e sappi che hai appena maciullato tutto ciò che restava del mio cuore e – ah, no, non è ancora finita.
- Punto undicesimo: GOLD CHE PRONUNCIA “IL MERAVIGLIOSO MAGO DI OZ” – fermami. Fermami finché sei in tempo, o non rispondo di me. *sente la voce di Robert Carlyle che formula quelle magiche parole* *(s)viene*
- Punto dodicesimo: Mary Margaret che si defila. Quanto è IC, il defilarsi di Mary Margaret? Non sono brava a quantificare le cose, come avrai notato, ma forse dopotutto è colpa tua perché tu scrivi esagerazioni di perfezione e di canon, ECCO. >////<
- Punto tredicesimo: il cuore. E poi il “Prego?” di Gold. In primo luogo sono morta pensando al Boscaiolo, in secondo luogo sono (ri)morta figurandomi questa spudorata, falsissima innocenza nello sguardo di quell’uomo che il cuore lo ha perso da tempo, e lo sa benissimo che è ancora più facile che perdere il cervello.
- Punto quattordicesimo: la citazione di Pennac. Ragazza, tu mi vuoi male, dillo che mi vuoi male. Puoi confessare, sai, tanto io ti amo proprio per il modo – bellissimo – in cui mi fai soffrire. ;w;
- Punto quindicesimo: il finale. Che non potrebbe essere più perfetto di così. E basta.
Ecco, in qualche modo ce l’ho fatta. Cioè, la meravigliosità(?) di ciò che ho letto va molto oltre tutte queste piccole cose, questi particolari che non sono riuscita a lodare nel più giusto dei modi – ma spero di aver reso l’idea. Spero tanto di aver reso l’idea. Io leggerò questa shot negli anni e nei secoli a venire e ogni volta mi emozionerò come una bambina, come ogni volta che guardo o leggo Il Mago di Oz, come ogni volta che mi incanto a immaginare Gold ed Emma insieme (e anche come ogni volta che penso a Quasimodo).
Semplicemente grazie. Non sai quanto.
Ti voglio bene davvero.
Fabi |