Ero un po' indecisa su come muovermi nello stilare questa recensione.
Avrei potuto spendere le mie solite quattro paroline, dirti cosa ho apprezzato e cosa no, segnalarti alcuni miglioramenti e infine complimentarmi. Lo sai, solitamente è così che mi muovo quando sono una personcina serena. Al momento, però, sono parecchio irritata e infastidita da tutto ciò che mi circonda, quindi credo che farò quel che faccio di solito, apportando tuttavia quel che ti ho detto su Facebook.
E già che ci siamo, partiamo proprio dal giudizio, dato che questa fanfic l'hai scritta appostitamente per un contest.
Non sono d'accordo. Per niente. Non ho letto le altre storie, non so se qualcun altro abbia parlato di Sirius e James e, onestamente, non mi interessa nemmeno. Però ho letto la tua.
Ci sono due cose che non mi piacciono di quel giudizio: l'opinione sullo stile e sulla caratterizzazione. Ora, il giudice era libero di giudicare come gli pareva, il contest era suo e se lo gestiva come meglio riteneva, non voglio mettere bocca in questo, quindi mi limiterò ad esporre quello che IO penso.
E quello che io penso è che il tuo stile è ben lungi dall'essere acerbo. Non c'entra il fatto che non sei una scolaretta alle prime armi né che di progressi ne hai fatti molti da che ti conosco (e ti conosco relativamente da poco e questo è tutto dire); c'entra più che altro il tuo modo di trasporre ciò che pensi in ciò che scrivi.
Ciò che è stato definito come acerbezza io invece lo chiamo ermetismo. Come da tua stessa ammissione, tendi a fare dei personaggi soggetti estremamente combattuti con se stessi, spesso isolati dalla realtà e questo loro modo di fare - che è quello che tu immagini - si riflette direttamente sul tuo modo di impostare il tutto, sul tuo stile.
Uno stile, che si è visto anche in questa fanfiction, estremamente rigido, ermetico, che per ogni cosa che dice ne lascia intendere almeno altre cento.
E non escludiamo poi quel tocco quasi poetico (avvertibile tramite le metafore e le altre figure retoriche di cui ti avvali), che lo avvalora.
Ecco, in questa fanfiction ho ritrovato tutto: la rigidità delle dinamiche emotive dei personaggi, il modo quasi sconnesso con cui ne parli, come se un momento prima la mente del personaggio sia aperta e l'attimo dopo inesorabilmente serrata, i gesti misurati e pensati, le parole e gli sguardi che dicono molto più di quanto sembri.
E non è che quel che sembra sia poco.
Il tuo punto di forza, in questo contensto specifico, è stata la facilità con cui hai fatto percepire la rabbia di Sirius e lo sgomento di James limitandoti unicamente a sguardi e parole. E qualche gesto. L'ho notato: le descrizioni sono carenti, stringate, per nulla esaustive. Eppure. Eppure sei riuscita a descrivere tutto con poche, essenziali parole. Questo è uno dei tuoi cavalli di battaglia, uno dei tuoi punti di forza.
Avevo parlato anche della caratterizzazione. Bene, partiamo dal presupposto che il Sirius che viene descritto nei libri è la somma delle più negative esperienze che lo hanno riguardato nei tredici anni precedenti; non dico che questo lo distacchi totalmente dal sé del passato, ma per buona parte, sì.
Resta comunque il fatto che Sirius è un tipo ribelle e impulsivo. Cosa c'è più a riprova di questo se non lo scherzo giocato a Piton, vittima mancata di Remus in versione mannaro? Uno scherzo stupido, dettato dall'istinto del momento, quello stesso istinto che abbiamo visto ampiamente nel terzo, quarto e quinto libro: la visita in Magnolia Crescent, quello al campo di Quidditch in Ottobre, le due apparizioni nel camini, la comparsa inopportuna al Ministero.
Tutto questo panegirico per dirti che no, il tuo Sirius, in questa fanfic, non mi è parso affatto OOC. Quello che vediamo è un Sirius che si muove sull'onda delle proprie emozioni e degli eventi. Un Sirius arrabbiato, deluso, ferito, talmente offuscato dall'ira da non riuscire nemmeno a formulare un discorso ragionevole (ma, d'altra parte, quello bravo con le parole è Remus, no?). Un Sirius che agisce seguendo l'impulso (ancora) della violenza, che prende a pugni James, che lo aggredisce non solo fisicamente, ma anche verbalmente, tramite un linguaggio forte che, a parer mio, non stona affatto. Semmai rafforza il concetto e aiuta a comprendere meglio il contesto.
Su James, poi, credo, ahimé, che ci sia ben poco da dire: la Rowling l'ha fatto fuori molto prima che iniziasse la storia del Bambino Sopravvissuto, l'ha fatto comparire di quando in quando in qualche flashback. Da quello che si evince, però, James Potter era un uomo pronto a morire, a privarsi della sua stessa vita se questo fosse servito a preservare quella di chi amava. E questo la dice lunga. Mette in evidenza che finalmente ha messo la testa sulle spalle; forse non ha avuto il tempo (e come avrebbe potuto?) di maturare completamente, ma una cosa è certa: non era più la testa di cazzo che girava per i corridoi di Hogwarts a spaventare i primini.
Era diventato un ragazzo ragionevole, impulsivo certo, ma sempre pronto a pensare al benessere dei suoi amici.
E così è stato in questa fanfiction; si percepisce chiaramente che vuole evitare di parlare con Sirius. Mostra l'intenzione di farlo, certo, ma la sua titubanza, tutto ciò che si agita nei suoi occhi, è la prova certa della sua contraddizione, del suo vorrei ma non vorrei. È un James chiaramente avvilito - sebbene lo manifesti in maniera tutta sua - per il comportamento apparentemente inspiegabile di Sirius, che assume un senso quando il ragazzo gli rivela di non aver saputo nulla sull'acquisto dell'anello, quando gli sbatte in faccia la scusa che James stesso ha rifilato a Remus, quella secondo cui era impegnato.
Ed è a quel punto che balza fuori tutto quel bel giretto di parole che ho fatto poco più su: James si scusa, sostenendo di aver agito per il suo bene (così come farà in seguito per sua moglie e suo figlio), per il loro rapporto.
Se James non è in tutto questo, dimmi tu dov'è.
E questo era quanto avevo da dire sul giudizio che hai ricevuto - che non condivido, ma che rispetto ugualmente.
Prima ho accennato al fatto che avrei voluto dirti cosa ho apprezzato e cosa no.
La scena che più mi ha colpita è stata esattamente questa:
“Ho accompagnato James a comprare l’anello per Lily, stamane. Diagon Alley non è cambiata affatto, ma è molto meno affollata e più ombrosa, ecco. Avresti dovuto esserci, Pad. Sembrava l’undicenne fuori di testa di sette anni fa. Peccato che tu fossi impegnato.” Impegnato, certo. Impegnato a non saperne nulla. Ma hai ingoiato il dolore, premendolo con le dita giù per l’esofago e hai sorriso a Remus, promettendo che ti saresti rifatto presto per organizzare un addio al celibato con i fiocchi, a quel cervo da strapazzo. Hai accennato una risata di circostanza e ti sei fiondato fuori dopo avergli rifilato un paio di scuse da adolescente depravato. Un tè da Andromeda, forse. Come se sapesse prepararne uno decente, la tua cuginetta. Probabilmente Remus non se l’è bevuta. Lui sa sempre tutto, prima che gliene si parli. Ma è un buon amico, sa quanto pesino i segreti, sa come sigillarli nello stomaco.
Inspiri a fondo, cercando di sedare la rabbia ripresentatasi e tutta quella delusione. Ci provi, ci provi davvero, ma l’istinto è sempre in grado di mettere nel sacco la tua razionalità. E lui, l’istinto, ti mette all’angolo non appena James apre bocca."
Questa è la parte che ho avvertito con maggiore intensità, che poi è il fulcro della storia, il vero motivo della lite. In queste poche linee di testo sei riuscita a ritrarre Sirius meglio che in un'intera oneshot. C'è chiaramente la sorpresa e lo sgomento di lui, il suo solito fingere per non cedere, il suo volersi preservare.
Ci sono dei momenti specifici, in questo spezzone, in cui viene fuori il lato impulsivo di Sirius di cui ti parlavo prima.
Esattamente, qui: "Impegnato, certo. Impegnato a non saperne nulla" e qui: "E lui, l'istinto, ti mette all'angolo non appena James apre bocca".
Ecco, in queste due, brevissime frasi hai spalancato la porta, hai puntato tutti i riflettori sulla matassa di pensieri e sensazioni e sentimenti che era la sua mente e il suo corpo. E poi, d'improvviso, hai spento le luci, hai serrato le porte: nel dialogo successivo, infatti, è trasparente come Sirius cerchi di trattenersi, di appellarsi alla ragione.
Questa, suppongo, sia stata la parte che mi ha più colpita.
Avevo accennato anche ad una parte che non mi è piaciuta, vero? Be', ce n'è solo una: il bacio. Il contatto fisico che, come sempre nelle tue storie, riesce ad esprimere molto più di quanto possano fare le descrizioni. Ma non mi è piaciuto non per come l'hai scritto, ci mancherebbe. È che, lo sai, io sono un'inguaribile Jily.
E questa ship proprio non riesco a mandarla giù, spiacente. Anche se tu riesci a farmela piacere, assieme a Jules. Ecco, questo devo riconoscervelo.
Ho altro da dire? No, non mi pare. Ho detto tutto quello che mi passava per la testa e probabilmente verrà fuori un tema che ti annoierà a morte.
Compatiscimi, devo sfogare la mia rabbia da qualche parte.
E adesso ti saluto, Pulce, ché voglio andare a scribacchiare qualcosa su Peeta *ammicca*.
Ti abbraccio forte,
la tua Bee. |