Recensioni per
Vapori
di FabTaurus

Questa storia ha ottenuto 14 recensioni.
Positive : 14
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
30/09/13, ore 22:55
Cap. 1:

Oh, finalmente ce l'ho fatta!

Ripeto quello che ti avevo già detto: con le parole ci sai fare.

Ti ringrazio per avermi chiesto il mio parere, perchè probabilmente non sarei riuscito ad arrivare alla fine se non avessi dovuto darti un giudizio: sono un lettore particolarmente pigro al computer, e il tuo racconto è lungo e non subito accessibile. Ma in questo caso, si tratta di connotazioni positive: questa storia è un viaggio, nella nebbia e nelle sensazioni, ed è giusto che sia così.

Hai lasciato libera la tua vena espressiva, e si vede: le parole sono ricercate, scelte con cura e attenzione. Hai reso un fenomeno piuttosto statico come la nebbia un essere mutevole, imprevedibile, sorprendente: da essa scaturiscono "le peggio cose": folletti, draghi, gorgoni, titani, giganti... un vero e proprio mondo.

Probabilmente avrei bisogno di stamparmelo, leggerlo e rileggerlo per apprezzarlo veramente. Non è un semplice raccontino piazzato qui su efp per raggranellare recensioni: è un esperimento poetico. Ti confesso che mi sento un po' inadeguato a recensirlo: ci vorrebbe un letterato ben più esperto di me per darti un parere come si deve. Però vabbè, io sono qui, quindi ti mollo un po' di osservazioni da "tipo qualunque" sperando che possano farti scattare qualcosa (come i tuoi ben più efficaci minestroni, insomma):

"invece di dissolversi erano come precipitate giù, e ora aleggiavano sul bosco."
- quel "precipitare" non mi convince: non ce la vedo una cosa evanescente come la nebbia che "precipita" a terra. Io opterei per una cosa tipo "poggiarsi a terra", che ricordi tipo una piuma che cade (o qualcosa del genere)

"Mulinando le braccia riuscì a non finire col sedere per terra tuttavia tutt'intorno a lei"
-metterei un punto (o una virgola) dopo "terra", per spezzare la frase

"ne spogliò la tinta in un ribollire di colori stinti."
-"spogliare la tinta" mi piace una fracca, ma quel "ribollire" mi pare un po' troppo violento. Magari "in una pigra ebollizione", che so (perdonami per i miei goffi consigli)

"Ombra fra ombre, emergeva fumante d’incubi un titano scolpito in un puro frammento di Buio."
Niente da dire, la volevo solo mettere qua perchè è PAZZESCA

"Incorporee figure di fiere e gorgoni presero vita dal nulla scagliandosi subito verso di lei, mentre maestosi draghi eruttanti vapore, avviluppavano le loro grigie spire attorno alle giovani."
A parte la virgola di troppo dopo "vapore", un'altra superba immagine

Non è la recensione che meriteresti, ma spero che ti abbia fatto almeno piacere. In caso contrario, mi inginocchio sui ceci e chiedo umilmente perdono.

Alla prossima!

Recensore Master
24/09/13, ore 00:55
Cap. 1:

Salve FabTaurus!

Già da tempo avevo intenzione di passare dalle tue parti a leggere e recensire almeno UNA delle tue creazioni.
E dunque eccomi qua. Tra tutte ho scelto questa, perché il titolo mi ha incuriosito. 

Allora! Ho molto da dire su questo racconto. Cercherò di analizzarlo da tutti i punti di vista e cercare di spiegarmi il meglio possibile, dandoti il mio parere.

Innanzitutto ti dico subito che l'ho apprezzato molto. 
Per quanto mi rigurda, l'ho letto così com'è. Non sono stata lì a cercare riferimenti ad altre opere già esistenti come  hanno fatto altri recensori. Hai creato una specie di mondo a parte tutto tuo, che hai solo tu nella mente... è un
dettaglio personale che secondo me non va contestato. 

Mi è piaciuto davvero tanto questo particolare fantastico sulla nebbia. Io non ci avrei mai pensato.
Da una parte lo trovo originale. Lidea in sé è astratta, ma tu sei riuscito a concretizzarla in maniera incredibile.

Il nome della protagonista è bellissimo. Alteria. Un nome fantasy che ci sta bene.
Ho vissuto ogni attimo insieme a lei, ed è stata tipo un'esperienza un po' surreale.
Cioè... come se improvvisamente venissi catapultata in una realtà differente.
Dal punto di vista sensoriale è ottima. L'immaginazione prende il via. Bellissimo.

Ora, io me la immagino in un certo modo la Città Mutevole! E mi piace. Trasmetti delle immagini uniche ed è bello perdersi in un posto simile. A volte però, c'è quasi da aver paura. 
Comunque... Trovo il tuo modo di scrivere particolare e poetico. Almeno... in questo racconto appare così. devi proprio stare attento a non perderti neanche una parola, altrimenti perdi il senso significativo delld frasi.
Alcune descrizioni le ho trovate sensazionali. Come per esempio già all'inizio... scusa, ma devo riportare il pezzo, 
è bellissimo: "Scorci di foresta emergevano dal grigiore fluttuante come immagini viste attraverso vetri opachi, mentre altri vi svanivano, inghiottiti irrimediabilmente da pigri vortici slavati. In tutto questo lento schiumare,  ondeggianti tentacoli della bruma, come alghe di un oceano fantasma, saggiavano l’aria alla ricerca di qualcosa cui avvinghiarsi" Dai cavoli... è stupendo! E anche il resto lo è. Boh, a me hai fatto un bell'effetto. 

Penso anche che questo racconto racchiuda un po' del tuo essere interiore. Io non ti conosco, non so chi sei veramente, ma per creare un mondo fantastico del genere ci vuole una certa dose di sensibilità. Mi sbaglio forse?
C'è qualcosa di profondo nell'intero racconto. E mi piace.

La fine da te scelta mi è piaciuta. Che fosse persa in un sogno era la spiegazione più adatta. L'ultima frase mi è piaciuta molto (cito): "Di come stesse solo squarciando con la lama dell’immaginazione il Velo del reale per intravedere lembi di sogno."  Stupendo. 

Per quanto riguarda il testo in sè, l'unico appunto che mi permetto di lasciarti è questo: secondo me ( e ripeto SECONDO ME) dovresti revisionare il testo riguardando un po' la punteggiatura. Perché sinceramente, a tratti l'ho trovato poco scorrevole. Mi è sembrato mancassero delle virgole in alcuni punti. Poi non so, magari mi sbaglio. 
Per il resto non ho niente da contestare. Il tuo stile è ammirabile, anche perché elevi ad un altro livello alcuni elementi. 

Dunque, cosa manca all'appello? Vediamo...
Ah sì! Mentre leggevo ho pensato: adesso ci manca solo la colonna sonora 
per ogni scena e atmosfera e siamo apposto. Davvero, sembri quasi richiamare  anche della musica d'accompagnamento. Con violini e flauti. Bellissimo!

Quindi niente... credo di aver detto tutto. Spero che questa recensione ti abbia fatto piacere!

Non mi resta che farti i più vivi complimenti!
È stato un vero piacere leggerti!

Un saluto e alla prossima! Bye! 

Recensore Junior
07/02/13, ore 15:30
Cap. 1:

È assolutamente incantevole. Pura poesia, piena di immagini meravigliose. Non avevo mai letto una cosa simile, davvero stupefacente, soon ancora stordita. Complimenti, davvero. =)
E.

Recensore Master
07/11/12, ore 10:55
Cap. 1:

Come promesso, eccomi qui.
E' una storia molto strana ed il fatto che la recensione sia neutra non vuole essere un segnale negativo, al contrario. Semplicemente su questa indicazione hanno pesato alcuni elementi "formali" che mi accingo a spiegare.
Il racconto ha molti elementi di leggenda, spunti narrativi di un certo impatto e atmosfere degne di un capitolo di Tolkien. L'idea che la nebbia celi un mondo incantato e pericoloso si rifà -suppongo- ad alcuni miti celtici, ma l'hai rielaborata in maniera non scontata e personale, lasciando volutamente in sospeso alcuni dettagli, come ad esempio l'essere misterioso che spinge Alteria verso il masso. Anche la Città Mutevole ed i suoi abitanti sono figure ben studiate: la loro inconsistenza e bellezza, per quanto appena accennate (come è giusto che sia, vista la loro composizione), tratteggiano quello che ha tutta l'aria di essere un mondo di fiaba. L'inganno però si rivela con la prima uscita dalla Città, quasi che oltre a stuzzicare la curiosità della ragazza, volesse già darle un assaggio di ciò che l'aspetta, una sorta di ammonimento: una spinta e la successiva caduta che la metteranno in salvo, ma solo una volta. Lei però si fa tentare e precipita.
Devo dire che la conclusione mi ha lasciata abbastanza perplessa: è rapida e succinta, a tratti poetica, ma sembra essere quasi completamente slegata dall'atmosfera sognante che hai creato sin dall'inizio. E' un elemento di rottura fortissimo, che se ben calibrato può veramente cambiare faccia a tutto il racconto, imprimergli un valore anche morale se vogliamo, ma risulta un po' debole. Forse dipende dalla palese differenza di peso che gli hai dato: i paragrafi precedenti sono molto densi, carichi di spunti e dettagli, mentre questo è scarno, martellante nella brevità delle frasi. Anche il momento di stasi, in cui tutto esplode e si rivela agli occhi di Alteria, sembra preludere ad un finale da orchestra, che però resta una sorta di incompiuta.
Infine, un elogio è doveroso per il tuo lessico, la correttezza grammaticale e la capacità di creare immagini: eccellenti. Come suppongo saprai, qui su EFP spesso ci si trova a leggere degli autentici orrori, dei requiem della lingua italiana, e quando invece si ha la fortuna di scoprire autori che sanno maneggiare a dovere la nostra lingua, bisogna assolutamente rendere merito. E lo dico sinceramente, perché sono cose che apprezzo molto e che fanno parte anche del mio stile, quindi so riconoscerne il valore.
Appunti:
-"continua ricerca di qualcosa cui avvinghiarsi e ricoprire.": quel "ricoprire" nella parte finale suona male. Dovresti rivedere questa parte;
-"Mille e mille sensazione": errore di digitazione;
-"E chi li produceva? ... Forse quei misteriosi guizzi che di tanto in tanto si muovevano al di là della coltre opaca e che subito svanivano?": la frase con cui dividi queste domande le rende di difficile lettura. Dovresti unirle o trovare il modo di legarle di più;
-"ponendosi strane domande a cui ideava astruse risposte.": meglio "per le quali";
-"di fisico , impregnando": spazio ripetuto;
-"o forse, e questa era la vera speranza di Alteria, inghiottita da qualche grigio tentacolo.": manca qualcosa. Se togli la parte tra le virgole te ne accorgerai;
-"coperto dia un manto": errore di battitura;
-"alla punte": errore di battitura;
-"molecole": questo termine mi sembra un po' fuori luogo, visto lo stile linguistico che hai adottato, opterei per un'alternativa;
-"nebbia Madre": in altri punti hai utilizzato la maiuscola per sottolineare gli appellativi ideati da Alteria e credo che qui sarebbe opportuno che la usassi anche per "nebbia";
-"loro “realtà”, per il continuo": toglierei la virgola;
-"Ehi, ehi fermi.": manca la virgola dopo il secondo "ehi".
Spero di non averti fatto prendere un colpo.
Alla prossima!

Recensore Veterano
30/09/12, ore 19:09
Cap. 1:

Mi lasci senza parole.
Quasi.
Davvero, un racconto che sappia tessere un'atmosfera così densa e che ne mantenga tutte le sfumature così a lungo non si trova spesso. Mi hai incantato, stregato e, se non mi fossi impegnato per cercare di trovare spunti per migliorare ulteriormente quest'opera, non avrei avuto niente da scrivere.
Quindi, anzitutto, complimenti per la bellezza delle immagini e per la profondità del tuo racconto, in cui è un piacere immergersi e che stimola con molta efficacia i sensi del lettore.
Però tu mi hai chiesto un parere approfondito, dunque passerò a quello che, secondo me, potresti rivedere.
Ti esporrò tutto per punti, come hai fatto tu, così sarà più semplice per entrambi:
1- "Stagnava", un aggettivo interessante, ma privo della grazia che invece mi pare tu volessi dare a questa nebbia misteriosa. Puoi lasciarlo, se ti piace, ma a me pare stoni un po' con l'atmosfera generale.
2- "Nebbia-nebbia". Ovviamente la parola ritorna spesso nel testo, ma qui la metti quasi di seguito. Non è propriamente una ripetizione, può essere vista come una ripresa della frase precedente, ma non è necessaria. "Pensava che la nebbia che stagnava sulla foresta fosse...".
3- "Colori vaghi". La similitudine "come immagini viste..." spiega di per sè che sono vaghi, quindi io toglierei l'aggettivo e metterei subito la similitudine "Colori e forme, come immagini viste...."
4- "Con grande curiosità". Mah, non è necessaria, come specificazione.
5- "Strano comportamento". Hai usato "strano" già due volte. È un aggettivo, un po' come "bello", che può significare tutto o niente, io lo userei con prudenza, fossi in te. Certo, l'ambiente è indefinito, ma "strano" davvero non mi quadra, un po' come "sincopato" :)
6- "Stelo nebbioso". E se metti qualcosa come "Etereo"? Così togliamo un po' di "nebbia" da questa storia.
7- "Mille e mille sensazione". Sensazioni?
8- "Non-magica". "Comune, normale...". Non magica stona con l'eleganza del racconto.
9- "(o forse voci, Alteria...)". Metti direttamente "Suoni, o forse voci" oppure "suoni, o forse voci?,...", così ti eviti una parentesi. Io personalmente le evito sempre, mi sanno di intrusione forzata del narratore.
10- "Grigiore". Che brutta parola. "In quel grigio strisciante"?
11- "Assalto-grosso-ammasso-roccioso". L'immagine di per sè è molto bella, ma le parole che hai usato sono un po' ridondanti, io cercherei dei sinonimi.
12- "Avviluppandosi". "Avviluppandoglisi"?
13- "Finche tutto venne ben presto...". Anzitutti toglierei qualche aggettivo nella frase, un po' pesante; poi per me suona meglio "Fino a ricoprirlo sotto la massa...". È più scorrevole, mi pare.
14- "Bizzarri incantamente che impregnava". "Impregnavano"?
15- "Il suono di qualcosa che si muoveva pesante e goffo alle sue spalle". E se spezzi la frase? "Era il suono di qualcosa che si muoveva pesante e goffo" Ed era proprio alle sue spalle". Non crea più suspance/ritmo? E poi volendo fare i pignoli dalla tua frase sembra che le cose che si muovono pesanti e gosse alle spalle delal protagonista abbiano un suono diverso rispetto a quelle che le si muovono davanti o ai lati. Piuttosto metti una virgola dopo goffo.
16- "Solo un muro grigio." Io avrei messo "Solo un muro grigio che i suoi occhi blu non riuscivano a penetrare". Così, a gusto XD
17- "Riuscirono-riuscendo"
18- "Rugghio" ma dove l'hai trovata questa parola? Onore al tuo vocabolario, ma ha un suono più buffo, che cupo, secondo me.
19- "Forse s'era smarrita". All'inizio sembra riferito ad Alteria in quanto fonte del suo non sentirsi al sicuro. O almeno così è sembrato a me.
20- "Grosso masso". Suona male.
21- "Dia muschio". "Da"?
22- "Verde-velluto". È ridondante, non so se è voluto...
23- "Grosso sasso". Stesso problema di prima. Le dimensioni sono così importanti, per te? XD
24- "...e ancora più in alto". "...e, ancora più in alto, ..." secondo me così dai più enfasi alla frase, poi vedi tu.
25- "Sguardo-guardati". È nella parte della città grigia.
26- "I fiori della paura...". Prima dici che va "subito" nel panico, dando un certo ritmo alla scena, poi però ti dilunghi nella descrizione. Mi paiono un po' in contrasto, anche perchè il polline del panico arriva dopo.

E con questo ho finito. Per la maggior parte sono errori da nulla, mi sono sforzato di darti un'analisi approfondita, che mi pareva fosse quello che chiedessi. Il mio obiettivo non era l'essere pignolo XD Spero di esserti stato utile, e ancora complimenti!

Nuovo recensore
17/09/12, ore 16:54
Cap. 1:

Sei un superaggettivatore recidivo :D
1) Con grane curiosità <-- typo
2) La rossa chioma di un albero venne annegò <-- Qui dev'esserci stata un'indecisione
3) Forse quei misteriosi guizzi che di tanto in tanto si muovevano al di là della coltre opaca e che subito svanivano? <-- questa frase non la manderei a capo, perché è in strettissimo riferimento (dipende dal soggetto) di quella precedente.
4) Alteria continuava a camminare nel bosco facendo attenzione a non diventarne preda ed osservando la stranezza <-- Non c'è niente di sbagliato, ma toglierei il gerundio. Prova a sentire come suona:
"Alteria continuava a camminare nel bosco facendo attenzione a non diventarne preda, ed osservava la stranezza e la magia che impregnava quel luogo". A parte che io toglierei anche "la stranezza e la magia" sostituendolo con, per esempio "i bizzarri incantamenti" o "le volute fantasmagoriche" per restare in tema poetico.
5) (così aveva deciso di chiamare le ombre sfuggenti, le voci impercettibili) <-- l'enorme descrizione che hai fatto delle ombre e delle voci è stata già piuttosto chiara. Qualsiasi lettore ha capito che sono figure sfuggenti e impercettibili e mille altre cose. Secondo me, potresti tranquillamente tagliare gli aggettivi. Appesantiscono.
6) era proprio un suono vero, <-- era autentico.
7) Tranne i soliti vaghi guizzi perlacei,  <-- abbiamo capito! :D soliti, vaghi e perlacei.

Per ottenere un risultato onirico ti assicuro che non sono necessari tutti quegli aggettivi. E' sufficiente collocarne una manciata, scelti accuratamente, all'interno di una descrizione attiva e dinamica. L'attività nel tuo testo non manca, né mancano l'inventiva e l'ingegno. Ti consiglio di abbattere drasticamente il numero di aggettivi poiché tutto quel gran galà non fa altro che appesantire il testo.
Io sono una bestiaccia perché predico bene e tendo a razzolare malissimo. Ho lo stesso problema di sovraggettivazione (non nei testi che ho postato su EFP).
E' un po' come l'effetto dei puntini di sospensione o del corsivo. Se ne abusi, ben presto il lettore ne sarà assuefatto, e comincerà a non notarli nemmeno più. A parte che un eccesso di puntini di sospensione crea un effetto BIMBAMINKIA NUTELLOSA, un eccesso di corsivo crea un effetto fumetto. Insomma, il troppo stroppia.
Un eccesso di aggettivi costituisce un testo ampolloso che può risultare, alla lunga, pesante e dispersivo.

Dal mio punto di vista l'aggettivo dev'essere una medicina somministrata accuratamente, una pennellata al momento giusto. Un cazzotto dritto nel naso quando meno te lo aspetti. Se dopo (o prima) di ogni nome di cosa te ne ritrovi uno o due (o tre) - finisci per assuefarti. Per trascurarli. E tutto il tuo bel lavoro, la tua ricerca accurata del termine adatto (ed io SCOMMETTO che li hai cercati almeno un po', perché è una cosa che faccio pure io) sarà stata vana.
Pochi ma buoni ;) Anzi, pochi ma perfetti.

8) Il fruscio delle foglie spostate dai suoi piedi le sembrò ora forte quanto il ruggito di un gigante e allora si accorse che tutti i suoni sembravano svaniti, senza nemmeno il riverbero di un eco <-- sembrò, sembravano... Sembrare non aggiunge niente alla narrazione. Se sembrano svaniti o se sono svaniti, cambia oggettivamente qualcosa? Toglilo. Appesantisce.
*unA eco*
9) morbosamente curiosa <--- Sperando di dare una forma a quei rumori. Una forma che, sapeva, sarebbe stata quella delle sue paure.

10) La ragazza si guardò attorno quasi chiedendosi in che luogo fosse finita. <-- perché quasi? Io me lo sto decisamente domandando.

11) Confini però, entro cui le era permesso ammirare con grande nitidezza i colori e le forme della natura, apprezzandone ogni dettaglio: le goccioline d'acqua che si depositavano su qualsiasi asperità, dalla corteccia degli alberi alla punte degli aghi; <--- Stai correndo per sfuggire a qualcosa. Lo semini, forse. Non lo sai ancora. Cosa fai?
a) ti metti ad ammirare le goccioline d'acqua sulle asperità
b) ti chiedi se l'hai seminata
Ho visto che Alteria se lo domanda successivamente.
Se mai avrai voglia di rimettere le mani su Vapori, ti consiglio di invertire i due periodi. La descrizione falla dopo che Altesia sente di aver seminato la bestiaccia. Quando si sente al sicuro. Anche se magari non lo è.

11)  la mente della ragazza cominciò scivolò <-- come sopra
12) ma che una miriade di spiriti di vapore, delicati e inconsistenti, <-- togli gli aggettivi, metti qualcosa di più concreto tipo "sbuffi di fumo" o "arabeschi fumosi".
13)  in parte decidendola in parte lasciandosi trasportare, vivendo quindi il loro tempo similmente agli umani <-- bello, mi piace molto!
14) un leggero cicaleccio indecifrabile <-- non che i cicalecci siano per loro natura decifrabili ;)
14) Alteria  procedeva in una lenta avanzata attraverso soffici contrafforti, templi indistinti e vacui quartieri-alveare, <-- questo è un caso in cui gli aggettivi sono NECESSARI alla comprensione di che cosa Alteria si ritrova ad attraversare. Questo è un ottimo uso degli aggettivi ;)
15) Stava giusto per attraversare una magnifica arcata <-- Questo no! Magnifica non aggiunge nulla al lettore. E' magnifico, ok, dà l'idea di essere una cosa enorme. Ma puoi evitare l'aggettivo, volendo. Per esempio "Stava giusto per attraversare un'arcata fatta con le nuvole".
16) Non ho ben capito quel *diretta*.
17) Questa pioggia di sole scrosciando sulle corazze della Nebbia ed infrangendosi sulle acuminate lame del Vento, si scinse in mille schegge di colore.  <-- manca la virgola dopo sole. Anche se io, come t'ho detto su, toglierei i gerundi :) cacca gerundio! Usiamolo solo quando è strettamente necessario. Toglie scorrevolezza.
18) Mi piace molto la cosa dei fiori della paura, è atipica e assolutamente pertinente con l'onirico e bucolico della narrazione. Insomma, è perfetto. L'unico appunto: piuttosto che il polline, che ne pensi delle spore? Dà più l'idea di cattivissimo. Anche se non è proprio appiccicoso. No, per niente.

Il finale è stato epurato dagli aggettivi di troppo, ed è estremamente più incisivo di tutto il resto. Very good.
COMPLESSIVAMENTE: Mi piace! Anche io come il saggio Ivan ero un po' preoccupata dal testo, poiché ho letto qualcosa su "Alice nel Paese della Vaporità" - stroncato a pieni voti. Però ne ero anche attratta.

E mi sono trovata in un mondo bucolico ed onirico. Due aggettivi che anche presi singolarmente mi piacciono molto. Amo Alice nel Paese delle Meraviglie, sono attratta dall'onirico. E amo la natura. Ne sono attratta.
Il connubio che risulta qui, nel tuo testo, è positivo e forte. Conquista il lettore. Scrivi bene, hai un buon vocabolario e ci metti cura nelle frasi che componi. A volte forse la cura è maniacale: il sovraggettivamento trasforma qualcosa di bello in qualcosa di eccessivo. Io ti consiglio di incrementare la stranezza e decrementare il numero di aggettivi.

Sei forte. Hai una fantasia eccellente. Mi sono divertita a leggerlo, e non m'è pesato affatto.
Ora puoi anche dirmi che sono una nazirompipalle, me lo stramerito. Se dovessi essere apparsa cattiva sei anche autorizzato a mandarmi dove non batte il sole.

Comunque sia, complimenti ;)

Recensore Veterano
02/09/12, ore 16:29
Cap. 1:

complimenti la tua storia mi è piaciuta molto, sei molto bravo a scrivere. continua così!
i miei più sinceri complimenti,
torak

Recensore Veterano
28/08/12, ore 14:32
Cap. 1:

ti dirò, dopo aver letto una recensione spietata su 'alice nel paese della vaporità' avevo quasi il terrore, visto l'elemento 'vapore' nel tuo scritto, che tu potessi aver cercato di imitare con scarsi risultati quel libro che, parliamone, è già abbastanza scarso di suo.
ho avuto anche un attimo di esitazione quando ho capito che avevi intenzione di utilizzare un registro più ricercato, perchè spesso e volentieri si parte con questi presupposti e si termina con l'aver combinato un grandissimo pasticcio, in bilico tra l'ostentare una conoscenza dell'italiano perfetta e una narrativa tolkieniana da brividi.
ho deciso però di fidarmi delle tue parole e della prima impressione positiva che mi avevi fatto, e così sono andato avanti con la lettura..

mi associo con il parere di silencio per quanto riguarda il forte richiamo alle opere di miyazaki ( cacchio, c'ha preso pure con la principessa mononoke! ), ma rilancio con una citazione nerd facendo riferimento alle nubi di myst, ovvero la quintessenza della magia presente in alcuni episodi della saga di final fantasy. gli sprazzi di colore, le tonalità ora calde ed ora fredde, i riflessi spezzati di immagini catturate dalle nebbie..insomma, gran bella cosa.
questa atmosfera onirica e satura di magia è argomento già visto, è vero, e non è la prima volta che si sente parlare di nebbie dovute ad incanti, o nebbie addirittura vive, ma tu hai saputo trovare il modo giusto con cui esprimere le tue immagini e i tuoi pensieri, rendendo interessante l'argomento e riuscendo a trasmettere emozioni e figure in modo chiaro e diretto. fidati, non è cosa facile. insomma, sei andato ad infilare volutamente un piede in un nido di vipere ma te la sei cavata egregiamente. io non ce l'avrei mai fatta, ahah
sollevo qualche questione:
genere _ il riferimento alla magia, ai giganti e ai folletti sinceramente mi faceva pensare più ad un'ambientazione fantasy, piuttosto che a quella sovrannaturale, come mai questa scelta..?
folletti _ mi piace da morire come hai resi i personaggi: i loro movimenti, le loro voci, le loro forme e i cicli delle loro brevi vite. ottima anche la descrizione luridimensionale del loro mondo. non so perchè ma io me l'aspettavo un..'colpo di scena' finale. l'unico dubbio che mi rimane ( ed è giusto che sia così ) è: sono una versione differente e simpatica delle classiche sirene dell'odissea, che ti spingono volutamente in situazioni pericolose ( vedi, il picco di roccia che poi crolla ), o è un caso che la protagonista sia finita lì e che in quel momento la nebbia si sia aperta..? mi piacerebbe alquanto la decisione di..creare folletti negativi che irretiscono le persone per poi portarle alla morte.
la 'massima finale' _ non ho ancora capito se mi piace oppure no, se l'avrei lasciata o meno. è significativo il fatto che il racconto punti a lasciare qualcosa nel lettore, e che si presenti dunque come qualcosa di meglio rispetto ad un racconto fine a sè stesso, ma forse avrei puntato ad un messaggio meno complesso, espresso in maniera meno articolata..qualcosa che non ti spinga a rileggere due volte le frasi finali. in fondo di per sè è già 'dura' la lettura in genere, dato lo stile ricercato..il pezzo fondamentale lo avrei espresso in maniera più veloce, immediata.
binomio paura/fiore _ perfetto, più che altro perchè l'immagine relativa al fiore ( e dunque alla natura ), introduce bene il concetto ma senza allontanare troppo il cervello del lettore dal contesto naturale di cui stai parlando. mi spiego: se stessi parlando di natura e ti perdessi in 4 righe di similitudine con..i sistemi di una fabbrica, il cervello del lettore si allontanerebbe dal filo generale del racconto e dovrebbe ritornarci successivamente in maniera brusca. il fatto che invece tu mantenga sempre una certa linea ed una certa coerenza anche quando impreziosisci il racconto con queste immagini è un pregio inestimabile.

ci sono diversi errori di battitura, ma in mezzo ad uno scritto simile mi sembra quasi un insulto mettermi a riportarli uno ad uno. mi limiterò dunque a riportare le uniche cose che mi hanno fatto storcere il naso:
"la ragazza le CORSE dietro riTUFFANDOSI nel grigiore della Città Mutevole. Alteria  procedeva in una LENTA (?) avanzata" o corre e insegue da scavezzacollo il folletto, o prosegue lentamente. e se COMINCIA correndo e CONTINUA rallentando il passo..va detto. tipo..'aveva perso di vista il folletto e ora si guardava attorno'. son gusti personali, eh, ma a mio avviso uno stacco di una semplice battuta vuota non basta.
"queste multicolori gemme sfavillanti donarono colore"
e poi un piccolo discorso più ampio che riguarda la nebbia presentata nella parte iniziale: prima la presenti come..essenza fluttuante e quasi eterea in grado di riflettere al suo interno una miriade di colori e di sfumature di luce, quasi con fare caleidoscopico, caotico ma affascinante. talvolta è bianca, talvolta è nera ( non ho citato testualmente ma il senso dovrebbe essere questo ). per tutto il resto del racconto, però, la nebbia viene poi descritta come bianca, grigia, fumosa, perlacea ecc. dunque: prima era colorata e poi non lo è più per qualche motivo? se sì, quale? perchè io me lo sono perso. oppure..all'inizio era colorata solo perchè faceva figo, e poi man mano che scrivevi ti sei perso questo piccolo dettaglio e l'hai trattata come una normalissima nebbia?

non posso che tornare a citarmi:
ASSOLUTAMENTE decisamente profondamente esclusivamente un parere positivo.

ci sentiamo presto - credo..spero ahah.
buona giornata!
ivan

ps : non rileggo ciò che ho scritto..quindi perdona eventuali frasi assurde.

Nuovo recensore
26/08/12, ore 21:26
Cap. 1:

Davvero molto, molto bello. La fine inaspettata, colpisce molto. Il ritmo narrativo è ottimo anch'esso. Il lessico è appropriato. le atmosfere intriganti (la sena dei "polimorfi" mi ha immediatamente ricordato le atmosfere che spesso Miyazaki utilizza nei suoi film, come Mononoke o la Città incantata) Sei un bravo narratore. Tuttavia, rispetto l'altro racconto che ti ho recensito, qui ho notato una maggioranza d'errori (poche sviste nella battitura, diverse ridondanze, qualche virgola saltata) la stessa frase d'apertura, a mio avviso, andrebbe risistemata un po' proprio perché presenti termini ridondanti. Ho segnato qualcosina, ma esagererei nel trascrivere qui, non voglio fare il maestrino. Ti consiglio solamente di rileggere bene e abbreviare là dove possibile (a volte basta un solo termine per esporre un concetto altrimenti espresso con più parole; ma son sicuro tu lo sappia già, non sei affatto nuovo del "mestiere")
Ancora molto bravo, comunque. Buona fortuna per il concorso :)

Recensore Junior
22/08/12, ore 23:40
Cap. 1:

Diamine... Sei proprio bravo. La mia recensione, se paragonata alle quattro precedenti, sarà davvero pessima, sià perchè gli altri utenti hanno già detto tutto e sia perchè non mi vengono altre parole per descrivere questo racconto se non meraviglioso. Rende benissimo l'idea di ogni elemento, così che non ci sia fatica ad imprimerlo nella propria mente, le parole usate sono simili a sussurri bisbigliati all'orecchio di un bambino. Per qualche ragione mi è sembrato di stare dentro una macabra ninnananna (boh, forse dovrei cambiare spacciatore XP) che termina come mai ti saresti aspettato. Lo so che ti avevo promesso di fare la stronza ma ritengo impossibile Comportarmi in certi modi su una storia scritta tanto bene, di una persona più esperta e brava di me nella scrittura, tra l'altro. Bellissimo racconto, davvero -Jessica

Recensore Veterano
12/08/12, ore 18:14
Cap. 1:

E' bellissima, scritta benissimo, alcune parti sono poco chiare ma è questo il bello di questa storia, che siamo in una dimensione onirica, e nei sogni nulla è mai chiaro.
Se chiudo gli occhi riesco a immaginarmela, la Città Mutevole, come i suoi "costruttori", come la radura e il sasso coperto di muschio.
I miei più vivi complimenti.
-Heart

Nuovo recensore
09/08/12, ore 19:12
Cap. 1:

Mi è piaciuto veramente molto questo tuo esperimento e devo dire che è anche decisamente ben riuscito :) La narrazione è perfetta, il tuo ampio ed abilissimo uso del lessico riesce a trasmettere tutte quelle sensazioni in maniera veramente molto efficace, mi sembrava di essere dentro al testo! Il fatto poi che si tratti di una narrazione non convenzionale rende tutto più interessante, più intricato e in un certo senso rende il testo anche più libero all'interpretazione del lettore. Mi piace anche il tema dell'immaginazione e del potere di quest'ultima, che pervade tutto il testo e ne è il fulcro vero e proprio in fondo. Ti segnalo solo due piccoli errori che mi sono saltati all'occhio in modo che tu possa correggerli: riga 5 ti sei perso una "d" in "grande" e a riga 17 c'è un "venne" di troppo, ho notato solo questi leggendo, sono evidentemente errori di svista.
E' nato come esperimento nonsense completo, ma secondo me potresti ricavarci una storia molto interessante. A presto.
Dalon.

Nuovo recensore
03/08/12, ore 09:43
Cap. 1:

Davvero singolare questo brano. è qualcosa di sottilmente diverso da ciò che io abbia mai letto. Siamo talmente atrofizzati su storie costruite attorno ad un'ottima trama oppure su bei personaggi da dimenticare che possono esserci altri fini nella narrazione. Riuscire a trasmettere le esperienze sensoriali e il caleidoscopio di colori e sensazione che si rincorrono nel testo. Sommariamente abbiamo tre momenti diversi nella narrazione. La nebbia, la radura e il finale. il passaggio fra le prime due parti è molto tenue e delicato, come è giusto che sia. la narrazione procede lenta, soffermandosi sui dettagli e muta pian piano, come la grigia coltre che si apre facendo strada ad Alteria. Dal bosco passiamo alla radura. Molto bella la descrizione degli spiriti della nebbia, in particolare ho apprezzato il passaggio in cui tentavano di comunicare con la protagonista. Magistrale l'accostamento delle parole "illusioni reali" che fa emergere il lato più poetico del testo. un ossimoro, una dura contrapposizione che fa capire che alla base che bisogna leggere le scelte lessicali anche in base al suono e alle sfumature, che semplicemente sul significato. Decisamente più repentino è il passaggio fra la seconda parte e il finale. Un deciso e secco cambio di toni. Una lotta fra i colori e il grigio mondo della nebbia. la Natura sembra viva, sembra vibrare di una propria energia. Possiede un tale immensità che Alteria ( e tutti i lettori con lei ) non può che star lì ad ammirare, perdendosi nella vastità dell'orizzonte. Ho tre critiche ( e mezzo da fare al testo ).
Il passo in cui lo sperone di roccia crolla. Vieni da un tentativo di cambiare il tono della storia, il lento ritmo diviene più veloce. Ma è un a scintilla che dura poco. In particolare ti riporto la frase.

L’angoscia crebbe e i fiori della paura, trovando un fertile terreno, si dischiusero numerosi liberando il loro disgustoso polline di panico. E più l'angoscia cresceva, più la anima della ragazza s’impregnava di quell'appiccicoso nettare nero e ancor di più il suo corpo acquistava velocità e cadeva

é un immagine bellissima quella dei fiori della paura e del polline di panico, ma a mio avviso dovresti rivedere la struttura della frase. Penso che in linea con quanto stia accadendo dovresti adottare l'uso di frasi brevi, secche e veloci e non poggiarti su frasi lunghe che interrompono il senso della caduta.

La seconda critica ( anche se improprio chiamarla così ) sta proprio nel finale, che lega Alteria al lettore attraverso le sensazione del vuoto. è chiaro che c'è un significato dietro tutto ciò, ma io personalmente fatico a vederlo con chiarezza ( Dato l'orario e i deboli segnali del mio cervello ancora assopito può anche darsi che sia io il problema e non il testo! XD ). Inoltre sul concetto del vuoto - proprio quando la protagonista cade - ti soffemi molto poco. Basta fare un confornto con le prime due parti per vedere proporzionalmente quanto breve sia lo spazio che dai a questa parte - molto importante nel finale.
Un altro campanellino di allerta che voglio darti è sull'uso della doppia aggettivazioni molto frequente sopratutto nella prima parte. Non è nulla di troppo pesante o ridondante, è chiaro che sottostà al fine principale del testo - ovvero quello delle esperienze sensoriali - ma un uso troppo frequente potrebbe sovracaricare il testo. Chiediti quanti fra i doppi aggettivi usati aggiungono e trasmettono qualcosa in più rispetto al primo aggettivo. Questa review potrebbe giovare alla scorrevolezza del testo ( anche se ti ripeto non è pesante da leggere :D ). Un ultimo commento ( davvero ultimo ) su la creatura che nella nebbia inseguiva Alteria. Rimane inspiegata e fa solo una breve ( quanto ottima scomparsa ). Qualche lettore potrebbe accusarti di aver lasciato la cosa sospesa e non aver chiuso il testo.
Mi sono messo di impegno nel mostrarti qualche lieve difetto o per lo meno le parti meno solide della narrazione. Spero che non mi coprirai di brutte parole per quanto detto. Ricorda che mi è piaciuto molto il tuo testo. Decisamente sopra le righe. Un esperimento poetico. così lo hai definito e così lo chiamo anch'io. Ma con qualcosa in più. Un esperimento poetico ben riuscito :) Ottima prova di stile e originalità, Fab :)
PepperS

Recensore Junior
01/08/12, ore 21:58
Cap. 1:

Prosa poetica o no,sai scrivere bene e si vede anche :)
Quando ho letto la tua fic,m'è parso quasi di leggere un vero e proprio libro fantasy. E sai perché?
Perché hai il talento della narrazione. Non male,fidati.
In te c'è il gusto del raccontare,l'amore del dettaglio che arricchisce l'esperienza e non è neanche troppo ricorrente,non è insomma preso in man iera eccessiva.
Ottimo lavoro,continua così! :)
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Dave.