...credo di essere peggiorato nel tempo...
Nel senso che in questo momento fatico ad immaginare un qualcosa che mi riporti alla tua poesia. Essendo un limbo deve necessariamente essere qualcosa di confuso, ma a me pare, più che un limbo, un qualcosa da superare. Non so se rendo l'idea, credo che non sia una condizione di incertezza, ma solo di instabilità. Mi spiego meglio: io non sento una persona perduta, senza una via di uscita, ma piuttosto sembra tanto (e ammetto che spero vivamente di sbagliare) che stiamo parlando di una persona che non accetta un cambiamento. L'immagine di un qualcuno attaccato alle spalle mi pare più l'idea di un passato troppo recente da superare, piuttosto che di un qualcosa che non se ne andrà mai più via. E l'irrequietezza di una persona che non esce di casa perché "il vento non porta la tua favola" mi sa tanto di qualcuno che non vuole rialzarsi dopo una brutta caduta.
E poi invece c'è la fine, c'è quella cosa che annulla tutto e che restituisce forza al personaggio (che puoi essere tu, che posso essere io, che può essere chiunque)
C'è quel richiamo ignorato, perché "nel limbo di assenza che mi culla la tua voce è un tintinnio lontano che mi strazia". Un po' come se proprio nel momento in cui questa persona ha deciso di rialzarsi quel qualcuno prova a farla girare verso un passato ormai lontano. E la decisione finale è: si non ti dimenticherò, ma scordati che torno da te!
Spero di essermi spiegato bene, ripeto che purtroppo credo di essere peggiorato nel tempo. E in virtù di questa mia osservazione non mi azzardo in nessun tipo di critica alla forma. Il responso finale è che mi piace, la considero veritiera e si può provare un senso di liberazione finale che ben conosco, e che in fondo amo tanto!
Infine colgo l'occasione per ringraziarti delle tue recensioni che apprezzo molto, e ti prometto che appena sarò di nuovo nella giusta condizione leggerò qualcos altro dal tuo profilo!
Nel frattempo buona giornata! :)

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Vorrei poterla vivere, questa poesia, ma la tua esperienza, in questo caso, non è affine alla mia. La v oce che io cerco non si è mai fatta sentire e le mie spalle sono sempre rimaste scoperte. Per Emily Dickinson, è meglio non amare che perdere l'amore, perchè dice lei il deserto è ancora più arido dopo la perdita. Io non so cosa sia meglio, ma, sinceramente, vorrei provare ad ascoltare il vento nella speranza di una voce, anzichè continuare ad afidargli le mie parole che, tanto, non vengono mai ascoltate.
Vuoi il mio parere? Credo che tu abbia riflettuto troppo su questa poesia. Non è sterile, ma è come se non volessi che ne trapelasse troppo. Si sente il lavorio delle parole, le frasi cercate e un po' affannate. Io sarei stata più violenta, più dura, più tagliente. Ma, alla fine, ognuno vive il proprio limbo. Diciamo che non sento il tuo soffocamento, la tua oppressione. Sento solo il dolore di una quotidianità quasi accettata. E non dico che sia un male, solo che, alla fine, è tutto molto confuso.
Questo non cambia il mio affetto, dato che ti seguo ormai da anni!

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