Davvero uno storia intensa, forse anche troppo.
Tratti il coming out, i pregiudizi e la religione in un modo così lontano dal mio (e dal tuo) punto di vista che se ti avessi di fronte in questo momento penso che me la prenderei con te, solo perché vivo nel terrore che scrivere in questi termini dell'omosessualità non possa aiutare.
Lo so che lo straniamento, il mostrare un punto di vista diverso dal proprio facendolo apparire come "giusto" nonostante non lo sia, è una tecnica utile e largamente utilizzata, tanto per dirne una lo usa pure Verga nei Malavoglia.. eppure ho paura che un omofobo vedendo una storia scritta in questo modo, non capisca, anzi ma si senta giustificato a comportarsi come fa tuttora.
Per questo la ritengo troppo intensa, non perché non sia bella, ma perché temo che non tutti la possano capire.
Mi piace il taglio che hai dato alla vicenda, traumatico ancora più che drammatico. Adoro la sua conclusione circolare, la ripresa di una scena interrotta a metà quasi una vita prima.
Adoro questa frase: "Andrea non capiva come potesse il Dio sanguinario di sua madre essere lo stesso di quello che si raccontava nel grande libro che leggeva Padre Colombo" perché è molto vicina alla mia spiritualità (non parlo di religione perché sarebbe scorretto dato che sono agnostica).
Mi fa rabbia invece l'incongruenza della gente: la madre che non ha più il coraggio di guardare il figlio negli occhi quado lo stesso Dio, quello che lo punirà il doppio, dice di amare tutti, di amare il nostro prossimo (a maggior ragione un figlio) come noi stessi.
Spero comunque che tu possa riuscire a aiutare altra gente a capire, che io mi sbagli e che in realtà sia lampante che il punto di vista della storia non coincida con un punto di vista logico e sensato, con il tuo e con il mio.
un grosso bacio Barby |
