Recensioni per
Basta poco
di Bellatrix29

Questa storia ha ottenuto 4 recensioni.
Positive : 4
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
09/10/12, ore 13:39
Cap. 1:

Valutazione contest "Alla luce delle stelle"

Trama
Devo dire che la trama non è malvagia, anche se semplice e ricca di cliché. Due ragazzi amici da una vita che si scoprono innamorati, di certo non è una grande novità, però non per questo è una storia da scartare. La dolcezza che traspare da questa storia ci fa dimenticare che è abbastanza ovvia, ci fa fare il tifo per loro, sperare che si sblocchino in qualche modo. Mi piace molto il fatto che sia uno scorcio di vita quotidiana, i particolari aggiunti non fanno che rendere realistico il tutto: la madre che si preoccupa per il figlio, la voglia di fumare insieme, l’inghippo della luce accesa che li obbliga ad andare altrove e infine il gioco sotto le stelle. Ora, non ho ben capito quanti anni avessero i due ragazzi, però credo che quando due persone sono da sole sono sempre un po’ bambine, inventano giochi stupidi e si divertono pure. Credo che poi lo spinello abbia pure aiutato ad aprirsi, portandoli non solo a giocare con le stelle, ma addirittura a sbloccarsi e a baciarsi. Così la loro vita cambia, da coppia di amici diventano coppia vera, con tutte le difficoltà che questo comporta. Ma questa è un’altra storia.
Voto: 7/10

Lessico
Devo dire che è difficile giudicare il lessico che hai usato. Da una parte non posso che apprezzare che ai due ragazzi hai fatto usare un linguaggio giovane, un po’ dialettale in alcuni punti (anche se credo che la storia non sia ambientata nel bresciano, dato che hanno nomi americani i due protagonisti), quindi hai reso bene l’idea di loro due. Al contrario, nella parte narrata, ho trovato delle difficoltà nel seguire la storia, in quanto molte volte dovevo rileggere più volte una parte per capire chi stesse dicendo cosa. Mi spiego meglio, fino ad un certo punto, i due ragazzi erano intercambiabili, nel senso che le frasi dette potevano uscire sia dalla bocca di uno che da quella dell’altro. Questo perché il dialogo tra i due era abituale, non era importante chi lo dicesse, l’importante era dirlo. La capacità del narratore è di far capire chi dice una determinata frase, nonostante non sia così importante saperlo, ricordandolo spesso. Dopo un discorso diretto, si aggiunge solitamente una parte indiretta che serve proprio a questo scopo, parte che tu hai sfruttato a metà. Molte volte la inserisci per dare un tono alla frase, ma pochissime volte fai riferimento a chi parla, solo perché, magari, all’inizio uno dei due personaggi interpella l’altro, quindi di conseguenza uno dovrebbe pensare che è un continuo botta e risposta, quindi i due personaggi si alternano. Va bene, ma ogni tanto andrebbe ricordare a che punto siamo, perché altrimenti si va in confusione.
Voto: 7/10

Personaggi
Di solito quando parlo dei personaggi li prendo singolarmente, cercando di segnalare le caratteristiche positive e negative di ciascuno di loro. Questa volta, però, non posso farlo, perché devo ammettere che i due personaggi sono molto somiglianti tra loro, a parte una descrizione fisica finale li ho trovati simili, con poche caratteristiche che li contraddistinguano a tal punto da riuscire a fare due schede. Forse dovevi approfondire meglio i due caratteri, perché veramente sembrano due fotocopie. Entrambi vanno d’accordo con l’altro, stessi interessi, stessi sentimenti, stesse paure. Solo che uno dei due ha il coraggio di vincerle queste paure, ma alla fin fine chi sia stato poco importa. Secondo me è questa la vera e propria carenza della storia, carenza che si riflette su tutto il resto, come il riuscire a contraddistinguere chi dice cosa a cui accennavo prima. Secondo me potevi lavorarci meglio su di loro, trovare qualcosa che li differenziasse, che li caratterizzasse meglio.
Voto: 5/10

Prompt/parola/stelle
Beh, sull’utilizzo delle stelle non ho nulla da dire, quasi tutta la storia si svolge sotto un cielo stellato, addirittura si mettono a cercare costellazioni XD
Riguardo invece al prompt e alla parola, credo che non sia chiara la differenza tra le due cose. Non posso dire che tu sia andata fuori prompt completamente, perché effettivamente hai usato il dildo, anche se lo hai messo allo stesso livello della bandiera americana. Il dildo, prompt della storia, doveva essere una specie di filo conduttore di tutta la faccenda, invece appare in una piccola scena, insieme alla parola, che invece ha avuto l’esatto ruolo che doveva avere, ovvero “apparire”, appunto. Forse la trama che hai usato non si sposava bene con il prompt dildo, per questo non sei riuscita a inserirlo come si deve, comunque apprezzo lo sforzo.
Voto: 9/10 (3/3 stelle, 3/3 parola, 3/4 prompt)

Giudizio personale
Non posso dire che la storia non mi sia piaciuta, come già detto nella trama, ho finito di leggerla con il sorriso sulle labbra, trovandomi a tifare per loro molto spesso, mettendomi a ridere sia quando la madre di Dylan era apprensiva, sia quando inventavano le costellazioni. Però devo penalizzare un po’ il giudizio per il fatto che ho dovuto rileggere più volte alcune parti per capirle, quindi la storia non è risultata fluida come dovrebbe. Comunque un buon lavoro, peccato che sia stato poco approfondito. Il limite di pagine era lontano, c’era tutto lo spazio per approfondire personaggi e trama. Sarà per la prossima volta.
Voto: 6/10

Totale: 34/50

Recensore Master
08/10/12, ore 16:40
Cap. 1:

Grammatica e sintassi
 
 
“Mamma esco!”
 
Manca la virgola per il complemento di vocazione.
Ti faccio qualche esempio.
 
"Buonasera, amica mia";
"Tu, vieni qui!";
"Marta, dove sei?";
"Non conosco nessun Peppe".

Sono tutti vocativi, tranne l'ultimo.
Ti chiederai allora perché questo complemento è sempre separato dal resto della frase con una virgola. L'inghippo sta proprio lì xD
Il complemento di vocazione indica, di fatto, la persona (o la cosa) a cui ci si rivolge. Mi rivolgo ad un'amica o a Marta, ma non a Peppe, perché in realtà io non sto parlando con lui, ma con un'altra persona di lui xD
Si separa con una virgola (fondamentale) proprio per differenziare le due cose: rivolgersi direttamente o indirettamente.
Se la vocazione sta in mezzo alla frase, si separa con due virgole:

"Ti sei chiesta, gioia mia, perché rincaso tardi tutte le domeniche?".

Ora ti correggo la tua frase, fai attenzione:

«Mamma, esco!».

 
 
“Mamma esco!” Gridò rivolto verso la cucina.
“Dove vai?” Ecco.
 
Sono due tipi di dialogo differenti, che però tu tratti allo stesso modo, confondendo il lettore.
Guarda.
 
BATTUTA SEMPLICE
“A_____.”
“Okay, facciamolo.”
“A_____!”
“Uh! Che bello!”
“A____?”
“C’è qualcosa che vorresti scrivere?”
 
BATTUTA SEMPLICE RETTA ESTERNAMENTE
“A____,” _____.
“Ricominciamo,” disse Thian.
“A____?” _____.
“Ma come fai a sparare così male?” chiese Thian con ammirazione.
 
Ecco, da questi due esempi si capisce che la prima tua frase che ho riportato è di fatto una battuta retta esternamente. Dunque, “gridò” dovrebbe iniziare con la lettera minuscola, in quanto subordinata.
La tua seconda frase, invece, è giustamente una battuta semplice, quindi ciò che segue necessita di lettera maiuscola.
So che è una sfumatura, ma serve a distinguere i due tipi di dialogo, e non è cosa che si possa ignorare.
Tra l’altro, ho notato che a volte scrivi giusto e a volte no. Non hai notato la differenza?
 
 
“Vado da Alex” urlò in risposta “E non faccio tardi” concluse.
 
Per frasi di questo genere consiglio di utilizzare una virgola o un punto e virgola a separare le due battute; senza nulla è un po’ spiacevole da leggere.
“Vado da Alex” urlò in risposta; “E non faccio tardi” concluse.
Oppure, ancora meglio, evitare del tutto una seconda frase complessa, ma piuttosto renderla semplice.
“Vado da Alex” urlò in risposta, “E non faccio tardi.”
 
 
Erano compagni di classe dalle elementari, e il fato li aveva fatti sedere vicini il primo giorno di scuola, due bambini spaventati dall’ inizio di una nuova grande avventura, come l’aveva definita la loro insegnante di allora. Si riferiva al percorso scolastico e, perché no, anche alla vita. E loro due si erano scelti, e, da quel giorno, non si erano più separati.
 
Noto che ti piace molto mettere la pausa prima della congiunzione. Ti dirò, anche a me piace, però ricorda che si può fare soltanto in certe occasioni; è una tecnica che si usa più facilmente nella prima persona, piuttosto che nella terza.
In questo caso, non c’era motivo d’inserire la virgola prima delle due “e”: la prima frase scorre meglio senza (è una narrazione pulita, perché rovinarla?), mentre la seconda, seppure potrebbe starci, viene automaticamente eliminata dalla virgola che segue, un po’ come accade con il “ma” se subito dopo ci aggiungi un inciso.
Poi direi che ci sono troppe “e” nel pezzo, in ogni caso. Probabilmente eliminando la prima “e” dell’ultima frase la lettura sarebbe stata più fluida.
Infine, “una nuova grande avventura” necessita di una virgola per separare i due aggettivi.
 
 
“Ehi Dylan!” lo salutò il ragazzo
 
Oltre a mancare di virgola per il vocativo, si potrebbe quasi dire che qui ci sia un doppio errore, in quando urge il segno d’interpunzione anche prima e/o dopo ogni esclamazione, in questo caso definita da “ehi”.
 
 
 
Sorrise ed annuì.
così confusi ed intrecciati
una piccola ed inutile
 
Vorrei spendere due parole sull’uso della d eufonica, visto che ti piace usarla spesso.
Un consiglio: usare la d quando la vocale iniziale della parola seguente è la stessa: ad andare, ed Europa, od obbligare; non usarla quando la vocale iniziale della parola seguente è diversa: a esempio, e io, o anche; non usarla nemmeno quando, pur essendo la vocale iniziale della parola seguente la stessa, vi sia nei dintorni un'altra d a dar noia all'orecchio: a Adamo, e educato, o odore.
Un consiglio, sia ben chiaro, e non una regola, e nemmeno una regoletta; tanto più che è difficile fare le regolette contro l'uso di un certo Manzoni, al quale piaceva abolire la d anche davanti a vocale uguale: a accudire, a andare, e esclamò, a aiutarvi.
La verità è che questa consonante, detta eufonica appunto per il compito di dare un buon suono alla lettura, non ha altra norma che quella dell'orecchio, e in simili sottigliezze l'orecchio può talvolta rimanere indifferente.
Perciò non posso considerare errore l’uso che ne fai (e non voglio nemmeno). Era solo per puntualizzare :)
 
 
“No cazzo, c’è il lampione acceso!”
 
La virgola è necessaria anche prima e/o dopo la forma di negazione (no) e di affermazione (sì).
“Cazzo” è di fatto un’esclamazione, al pari con “ehi”, quindi la virgola si comporta allo stesso modo.
 
 
“Che palle, proprio ‘stasera dovevano aggiustarlo?”
 
In realtà l’apostrofo di elisione non serve davanti a “stasera”, poiché è la forma contratta di “questa sera” riconosciuta già dal 1292.
 
 
 
Commento generale
 
Nonostante ci fossero altre imprecisioni nel testo, ho preferito non sovraccaricare la dose, anche perché erano di minore importanza. Un passo alla volta :)
Volevo invece spendere due parole sullo stile, che ho trovato sì interessante, ma anche più adatto a una prima persona che a una terza. Apprezzo il tentativo di non sfociare nello stile troppo scolastico, ma la difficoltà della terza persona sta proprio lì: elaborare uno stile impersonale, ma d’effetto. Il tuo scritto mi ha ricordato troppo una narrazione in prima persona, soprattutto all’inizio e nelle frasi troppo lunghe.
Ti consiglio di definire bene il tuo stile dal point of view di un personaggio; quando sarai riuscita a renderlo personale e a gestirlo egregiamente, allora potrai iniziare a formularne uno ben distinto anche nella terza.
 
In conclusione, dal punto di vista tecnico non hai carenze madornali, ma puoi sicuramente migliorarti. Spero che i miei consigli ti torneranno utili.
La storia in sé non è male. Non è pretenziosa; risulta piacevole nella sua semplicità, ma continuo a pensare che in prima persona avresti saputo renderla molto meglio, al tuo attuale livello di scrittura.
 
Grammatica e sintassi: 5/10
Gradimento personale: 5/10
 
 
Hilary

Recensore Veterano
20/08/12, ore 21:19
Cap. 1:

Carina, molto semplice, molto piacevole, anche se non propriamente originale.
Le caratterizzazioni dei personaggi mi sono sembrate abbastanze buone, anche se ammetto che m'aspettavo qualcosa di migliore da te. Ma penso che tutti gli autori e le autrici, prima o poi, finisco per sfornare qualcosina di semplice, quasi come fosse un capriccio del mestiere, ecco.
Comunque non male, davvero, è in ogni caso un racconto d'ottima fattura, scritto in modo impeccabile e intriso comunque di un'aria giovanile, proprio come i protagonisti, che non sopportano le loro mamme rompiballe e che s'approcciano finalmente all'amore.
Spero di leggere al più presto qualcos'altro di tuo, carissima, e so già che sarà così.

Recensore Veterano
18/08/12, ore 17:05
Cap. 1:

Wow! Sono la prima recensire! Domani piove ù.ù
Allora...E' la prima Yahoi che leggo e, a differenza di quanto mi aspettavo, è stata molto delicata, sì. Delicata!
Ciao,
Marty