L’aspetto che ho preferito in questa storia è stata la poesia del momento: la concentrazione di ogni pensiero nell’ambiente in cui si crea. Lo stile usato non è dei miei preferiti, ma credo (facendo i miei esperimenti) che sia il più azzeccato: non descrive, lascia i fatti lì, sospesi in un posto dal sapore amaro di sconosciuto. La storia è sospesa, irreale e lontana, per questo si armonizza con l’aria favoleggiante della storia di Alice. Un argomento doloroso, trattato evitando spargimenti di lacrime, ma con delicatezza. Niente tristezza per me, in questa storia, solo un profondo senso di dolce abbandono e di amore (quello dei genitori è sempre il più grande).
Un piccolo appunto: il significato del ‘desiderio nero’ mi era del tutto sfuggito e, sebbene le probabilità che sia colpa mia ci sono e sono tante, è anche vero che lo scrittore è chiamato a lasciare indizi chiari su quello che gli frulla per la testa, alla base della scrittura c’è il trasferimento di un messaggio o un’emozione.
Non mi sento di aggiungere nulla su questa storia che avrei preferito gustare con il sapore del freddo e la notte fuori dalla finestra, ma va bene così, le belle cose si possono leggere sempre.
zucchero e cannella (Aka Audrey_24th)

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