Weila !!! Bellissimo questo capitolo ! A mio parere il migliore di tutti! I complienti sul tuo stile li evito, perché sono sei capitoli che ti ripeto le stesse cose e quanto ami il tuo bellissimo stile narrativo!
Mi è piaciuto tanto che tu abbia riitrodotto Gill, perchè se devo essere onesta cominciava a mancarmi davvero tanto la dottoressa Foster!
Anche l' indagine mi sta prendendo veramente tanto, ma soprattutto la tensione per Gill! Mi sembrava di sentir gelare il cuore solo leggendo di quell uomo...Poverina! Ma complimenti a te per aver reso cosi bene ! ;)
La mia parti preferite:
Buio.
Ancora buio.
Passi. Sempre gli stessi. Unico suono in quel disperato silenzio.
C'era anche il suo respiro, il battito del suo cuore, le voci dei suo ricordi.
Era tutto dentro di lei.
C'era la paura. Quella che la immobilizzava e la costringeva lì.
E c'era il dolore. Era ai polsi, era alla bocca, era ai muscoli, era in tutto il suo corpo.
Le lacrime. Ormai ne erano scese troppe. Avevano bagnato le guance, le guance dove lui l'aveva carezzata, le labbra, quelle stesse labbra che avevano incontrato le sue. La paura aveva coperto anche il suo sapore.
C'era un urlo intrappolato nella sua gola, un urlo disperato che la opprimeva togliendole il fiato, ed un rimpianto, uno di quelli che non le permetteva di pensare ad altro.
Ed un volto: un volto duro ed uno sguardo dolce. Ci aveva provato, sì con tutta se stessa, ad eliminare quell'immagine dal cuore, dalla testa, dai pensieri, dai ricordi. ma non ce l'aveva fatta. Inutile ogni sforzo. Eppure era sbagliato, era dannatamente sbagliato! Sbagliato il volto, sbagliato il pensiero. sbagliata la situazione, sbagliata la vita... questo si ripeteva, questo continuava a ripeterle una parte della testa, quella parte che le aveva detto di chiudere quella sera la porta del Lightman Group senza voltarsi indietro. Sbagliata la testa.
Aveva freddo.
Voleva fuggire.
Non poteva.
Uno scricchiolio. Passi. Sembrava scendessero... si avvicinavano. Rimase immobile: che senso aveva muoversi? Era cosciente di essere legata su una sedia, di avere la bocca e gli occhi coperti, era cosciente di non avere più alcuna volontà se non quella di aspettare a sperare.
I passi si fermarono.
- Salve dottoressa...
Era quella voce! Quella voce calda che le gelava il sangue ogni volta che sfiorava il suo orecchio.
- Spero si trovi a suo agio... - il tono che usava la spaventava: era come se la stesse stringendo tra le dita come un fragile insetto - Le prometto che faremo una gita fuori di qui... io, lei e i ragazzi...
L'uomo rise. Lei non poteva vederlo ma sentiva la sua presenza ovunque attorno a sè: quella voce sembrava avvolgerla e scivolarle sulla pelle come veleno.
Le tolse il bavaglio dalla bocca.
- A proposito - lo sentì abbassarsi alla sua altezza - spero che nessuno le abbia fatto un torto...
Le carezzò una guancia con il dorso della mano: era gelida.
- Basta... - riuscì a mormorare lei con le labbra che le tremavano - basta...
Si sentì afferrare per il collo con forza: le dita dell'uomo la stringevano impedendole di respirare.
- Basta? - chiese la voce con rabbia - BASTA?!
Stringeva più forte, sempre più forte... Era troppo forte per lei. Aveva bisogno d'ossigeno, era troppo debole... Provò a muovere un braccio per tentare di opporre resistenza, ma niente: era legata.
- Basta?! - gridò di nuovo l'uomo - Non ci sarà fine a questo!
Le lasciò il collo, finalmente. Lei tentò di recuperare fiato e di rimanere cosciente, ma era difficile... Sentiva ancora quelle dita di ghiaccio sul collo.
- Voglio che il suo dottore - gridò stringendole con forza il volto - capisca cosa vuol dire essere disperati! Voglio vedere il mondo sbriciolarsi tra le sue dita e sentirlo urlare!
Una lascrima le rigò il viso mentre tentava di liberarsi da quella stretta muovendo il capo: no, non voleva che Cal... No perchè?!
- Voglio che provi quello che abbiamo provato io e mio fratello a causa sua, voglio privarlo di tutto!
No non poteva...
- No... per favore... - mormorò lei mentre le lacrime le scendevano copiose sul volto.
Lo sentì allontanarsi di poco e ridere.
- Per favore? Dottoressa - Gillian sentì altri passi oltre a quelli dell'uomo avvicinarsi a lei - ... credo proprio che sentirò gridare anche lei... presto.
Cosa?
- È lui la mente: Bras, il fratello di Guffry.
Ma...
- Si vendicherà per la morte del fratello... - continuò Cadhan.
- Guffry si è suicidato per non rivelare l'identità del fratello. - lo interruppe serio Lightman continuando a tenere le mani incrociate sul tavolo.
Quella storia stava prendendo una strana piega... eppure sembrava che quel piccolo dettaglio fuori posto fosse finalmente in linea con il resto.
- Perchè lo avete preso. - l'irlandese lo guardò dritto negli occhi - Perchè lei, dottor Lightman, l'ha preso.
Merda.
Cal si appoggiò lentamente allo schienale della sedia: era quello il motivo? Aveva fatto catturare Guffry e quindi era colpa sua se si era tolto la vita? Era colpa sua se Gillian era stata rapita da Bras? Aveva fatto un casino! Indirettamente ovviamente, ma non riusciva comunque a non sentirsi terribilmente in colpa.
Maledizione.
- Dottor Lightman. - lo chiamò Cadhan richiamandolo alla realtà - Bras non è si fermerà davanti a nulla. L'ho incontrato una sola volta, stava addestrando alcuni di noi: non ho mai visto occhi come i suoi.
Sguardo abbassato.
Paura.
La risata... quella risata raggelante. Più ci pensava più la voce di Gillian ridotta ad un piccolo sussurro gli risuonava in testa. Aveva chiesto aiuto, e lui non riusciva a darglielo.
- Ha ucciso Finn per aver parlato, ora tocca a lei. - Cadhan indicò con il mento la foto di Gillian - Inizierà da ciò che le è più caro.
Mio Dio...
- Come fai a sapere tutte queste cose Cadhan? - chiese Lightman in tono neutro: era arrivato al limite.
- È ciò che Bras ha insegnato ad ognuno di noi... ma solo lui aveva il coraggio di fare davvero questo - posò nuovamente lo sguardo su Gillian - Nemmeno Guffry ci è mai riuscito.
L'irlandese si morse un labbro.
Senso di colpa.
-Cadhan, perchè ti senti in colpa? - chiese Lightman.
- Io e Guffry eravamo amici. Lui... lui voleva dimostrare al fratello di essere come lui.
- Ma qualcosa è andato storto l'altro giorno in centro...
- Ci hanno scoperto. Io non so come abbiano fatto... - balbettò Cadhan evitando lo sguardo indagatore di Cal.
- Oh sì che lo sai. - mormorò il dottore inclinando di lato il capo. - Guffry ha sbagliato, Guffry si è punito per questo...
Cadhan prese a tormentarsi le mani.
Bingo.
- Non è questo il punto! - esclamò l'irlandese - Il punto è che Bras può sapere tutto di lei! Può arrivare ovunque! Può arrivare a me, alle guardie qui fuori, ai suoi amici, alla sua famiglia,...
Emily!
- La distruggerà pezzo a pezzo per quello che ha fatto.
Il quadro era completo.
Ah, ecco una cosa che non ti ho ancora detto (credo)...Mi piace tantissimo anche la parte scientifica di questa tua FF! Perchè per quanto io possa essere la òiù sfegatata fan di LTM* devo dire che apparte la prima stagione (ricca di riferimenti scientifici) è diventata più carente e priva, cosa che mi è mancata molto ma che tu hai saputo renedere benissimo!
Nuoo Emily! Non può portarle via anche lei, Cal degenererebbe del tutto!
Ancora tantissimi complimenti (e già che ci sono grazie ancora una volta per i consigli riguardanti la scuola che mi hai dato su fb (: )
Aggiorna appena puoi mi raccomando (:
Bacioni
Jenny |