Calì, gimme some tea!
Okay, volevo improvvisare con una rima alla cazzo, giudicando anche l'ora in cui mi appresto a scrivere una recensione, che non so se riuscirà a toccare tutti i punti che questo breve prologo ha spolverato nel mio cervello.
Allora, innanzitutto, il tuo modo di scrivere. Ero già sicura che tu fossi arcibrava e leggere le tue storie è sempre un piacere solo per il modo in cui sono presentate, per la scelta di parole e per la tue riflessioni che trasudano dal testo, ma, diciamocelo, sei una fottutissima genia anche nell'usare il registro giusto in base alla storia e all'ambientazione, come in questo caso. Arthur in queste vesti, così descritto e che sputa certe parole, be', mi manda in brodo di giuggiole, davvero!
Seconda cosa, Sex Pistols e filosofia. Mah. Cioè, davvero, un mix letale e quanto più accattivante per attirare la mia attenzione, amo entrambe le cose, panorama punk e seghe mentali di filosofi frustrati o con troppo cervello (mah, chi lo sa?)
Terza cosa, hai rispolverato una riflessione a cui io sono molto legata e che avevo accennato in una storia, quella degli uomini fautori del proprio destino o condizionati dal fato, mi fa piacere sapere che siamo sulla stessa lunghezza d'onda su molte cose, davvero. A proposito, spero di trovare una risposta a ciò durante questa storia, perchè io non sono riuscita a trovarne una (già, l'idea che la verità sta nel mezzo non mi convince del tutto ;) )
Be' megaipersbavosi bacioni, a presto! <3
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