Ciao!
Allora, parto col dirti che ho il terribile vizio di chiamare mia sorella “nanetta” o “gnoma”, quindi quando ho letto “nanetto bianco” sono quasi sbottata a ridere – soprattutto per il fatto che alla sua veneranda età (?) di nove anni è stata molto attenta a seguire Death Note quando gliel’ho fatto vedere pochi mesi fa e l’inquietudine arriva dal fatto che ama Near in maniera esponenziale ò.ò (alias: un personaggio che io, per anni, ho detestato dalle viscere più remote di me per poi arrivare a dire “oh, lascialo perdere, è un bambino… un genio, è vero, ma pur sempre un bambino.”)
Ingigantita la mia filosofia di vita nei confronti del Nanetto e fatto il cosplay di Mello (non so se per fare felice mia sorella o me stessa, LOL, ormai non riesco a capire chi delle due era più entusiasta), si è pressoché auto convinta che può fregarmi la parrucca di Prussia per travestirsi da Near quando le pare e piace… ebbene, questo discorso ha un senso vero e proprio e credo sia il preambolo più giusto che possa fare alla recensione vera e propria: considero Mello e Near come due fratelli in continuo contrasto – da qui l’esempio con la mia nanetta.
Credo che come hai detto tu tra le righe della storia, in effetti siano importantissimi l’uno per l’altro.
Mi piace terribilmente il loro rapporto d’affetto/odio che per lo più viene da Mello e dal suo senso d’inferiorità (o volendo, possiamo semplicemente chiamarlo “complesso del secondo poto”).
Si sa che loro due siano stati i più geniali allievi della Wammy’s House, perciò è sempre molto bello leggere di questo e non mi sembra mai scontato come potrebbero pensare altri. Se contiamo, poi, che amo l’introspezione e in genere adoro Mello in maniera quasi anormale, ne consegue che ho adorato questa piccola OS.
Unica “pecca” che viene da un accenno di nerdismo (?) è che continuerò a sottolineare come Mello sia effettivamente superiore a Near: lui è arrivato alla soluzione del caso prima del nanetto, ci stava rimettendo le penne e ha sacrificato la vita per mandarlo avanti al suo posto.
In sostanza credo che sia un personaggio molto bello per via della sua evoluzione: anche se a parole sembrava lo stesso di sempre, in fin dei conti ha voluto mettere i puntini sulle i e lasciare la sua firma anche sulla conclusione del caso Kira, facendo di conseguenza anche felice lo stesso Roger che li voleva in collaborazione.
Ecco, ho adorato tutto questo e in effetti non è una pecca che tu non abbia scritto quanto effettivamente Mello è stato importante (come gli autori sottolineano, perché la sua è stata una morte necessaria per via delle troppe cose che sapeva), eppure mi dispiace terribilmente che in molti non capiscano quanto in realtà contasse >.<
Sono certa che te lo saprai (?), me lo sento (?)
Detto questo, finito il soliloquio, concludo dicendoti che hai come al solito i miei complimenti: hai trattato bene il tema dell’invidia più che presente in Mello e l’hai fatto in modo tale che arrivasse anche al lettore medio (alias: me).
Alla prossima,
xoxo |