Poi dovrai spiegarmi perché ti si dovrebbe "stroncare a suon di critiche", eh.
Mettiamo da parte i miei incipit sempre così arguti e passiamo a noi.
C'è molto da dire su questa storia, quindi cercherò di fare in fretta, sperando di ricordare tutto quello che voglio dirti.
Prima di tutto, sentiti onorata (?!) perché questa è la prima Clato che leggo e non poteva farmi un'impressione migliore. Da quello che ho potuto capire, molte altre Clato sono ambientate all'interno dell'Arena, perciò, in virtù di questo, ho apprezzato moltissimo che tu abbia deciso di ambientare questa storia in un ipotetico dopoarena, perché questo ti ha permesso di dare un'interpretazione di Cato che, dentro l'Arena, non sarebbe stata fattibile.
Di Cato mi è piaciuto questo suo sentirsi perennemente in colpa, questa sua ossessione per Clove e, soprattutto, per non averla salvata; si capisce la portata del suo rimorso dalle allucinazioni che continua ad avere, dal fatto che, come hai eloquentemente spiegato tu, vede Clove in ogni dove, in ogni momento, in ogni circostanza (che si trastulla col coltello, che si guarda intorno, seduta sul pavimento; a proposito, ho interpretato queste immagini come quelle che sono rimaste più impresse nella mente di lui, i frangenti in cui Clove lo ha forse emozionato).
Certo, è presente questa sorta di contrapposizione tra il Cato che vuole soffrire e quello che invece vuole tenersi a galla, come se nella sua testa infuriasse una battaglia con se stesso, oltre che con il proprio senso di colpa.
Poi, mi è piaciuta molto l'alternanza tra ricordi e presente, momenti slegati tra loro ma che si susseguono tutti su quello stesso sfondo che è Clove.
Per quanto riguarda la ragazzina, ho una mia teoria: non credo sia la sorella di Clove, piuttosto penso che sia la proiezione del subconscio di Cato, della parte più ragionevole di sé, quella che in un certo senso è sfuggita al rimorso, rimanendo lucida e logica, abbastanza da mostrargli la realtà delle cose che lui rifiuta.
Per quel che concerne la sfera tecnica, non ho nessun appunto da farti; lo stile è il tuo, curato, pensato, in grado di fornire non descrizioni, ma immagini e, credimi, mi piace molto.
Lo stesso si dica per la parte lessico-grammaticale, è tutto impeccabile (a onor del vero, ti segnalo un errore che son certa sia stato di distrazione: "L’aspetto peggiore della situazione e che io riesco a vederla"--> trova l'errore, ma cher. xD) quindi, *clap clap* i miei complimenti.
Bon, ti saluto e vado a farmi un altro giro sul tuo profilo.
Sara. |