Recensioni per
All I can breathe is your life
di Lisa_Pan
Adoro il modo in cui Abigail "scopre" le persone, tutto attraverso lo sguardo. Adoro la sua capacità di capire le cose più profonde, spingersi oltre, fino a "spogliare" le persone. Ricordo quello che mi ha scritto una mia amica quando l'ho usata come base per un mio personaggio: "mi sento come se qualcuno mi guardasse nuda attraverso il buco della serratura". Da un punto di vista è stato un complimento, ma dall'altro mi ha spaventata. |
Per qualche ragione quando penso a cosa scrivere nelle recensioni di questa storia mi viene da parlare di me. Sto iniziando a seguire i personaggi, a catturare dettagli dei loro occhi, dei capelli, della pelle, dei loro gesti, ma la protagonista di questo capitolo è la chitarra. La chitarra che vede questi ragazzi muoversi uno intorno all'altro, che vede Emike abbandonarsi su di lei e si lascia suonare con dolcezza, incurante dei graffi che significano ricordi e vita... |
E' strano. La maggior parte delle persone cerca di buttare subito in pasto al lettore un numero pressapoco standard di informazioni stile prologo: chi, cosa, quando, ma soprattutto "perchè". C'è l'urgenza di dire quasi tutto subito, contestualizzare, per paura che chi legge si annoi, non capisca "dove va a parare" la storia, non sia abbastanza interessato, non si identifichi con i personaggi...ebbene, tu hai preso questa consuetudine, ne hai fatto una bella pallina e l'hai gettata nel cestino, ma non in quello di casa tua, in quello di tutte le persone che stanno leggendo. Sappiamo che le informazioni sono lì, da qualche parte, che prima o poi capiremo che sta succedendo, ma per ora restiamo persi nel mistero, nella polvere e nell'aria rarefatta. E' un po' come essere trascinati dalla corrente, lasciarsi portare e sapere che prima o poi arriveranno le risposte, ma intanto possiamo godere a pieno di tutte le emozioni, del suono esotico delle parole, delle rudi strette di mano e delle parole incomprensibili fra le labbra della tua protagonista...semplicemente unica Lisa, non ho altre parole;) |
Guaranteed...sì iniziamo da guaranteed, da quel pezzo di carta stampato al computer appeso in camera mia, delle parole che so a memoria e dello stupido arpeggio di chitarra che per qualche ragione non sono ancora riuscita ad imparare. Iniziamo con il pugno nello stomaco alla frase "got my indignation but I'm pure in all my thoughts", per finire con il mezzo sorriso e le lacrime che mi salgono agli occhi tutte le fottute volte su "I knew all the rules but the rules did not know me". In mezzo ci sta la capacità di ascoltare le anime dei morti e trovarne conforto, una cosa che il mio cuore preso a martellate non è ancora in grado di fare. Ci sta la libertà, come quella di fissare le persone negli occhi, deliberatamente, perdersi e iniziare a capire quel mondo che non è fatto di parole, ma di gesti e di sguardi. Abigail ha due obbiettivi fotografici al posto degli occhi: guarda e mette a fuoco per tutto il tempo che le serve, poi gira lo sguardo, ritorna sul soggetto e scatta un'istantanea che si imprime sotto le sue palpebre. Non ha paura di essere diversa. Non le interessa. Imre è ancora un rebus, ma la sua mente è diretta, i suoi pensieri mi sembrano in grado di farsi strada attorno alle mille spire dello sguardo di Abigail e raggiungerla in linea retta, semplice ma non per questo facile. Non so, sono sensazioni...vado avanti a leggere^^ |
Dunque, da dove cominciare...ho deciso che per ricambiare le tue bellissime recensioni su Lily e Ziggy era ora che recensissi questa tua storia. L'ho già letta, quasi tutta, ma non si tratta di qualcosa di semplice di cui parlare. Mi ha colpito immensamente fin da subito, ma le parole tardano ad arrivare. Non si può parlare del "carattere" dei personaggi, o dello "stile" di questa storia, perchè l'effetto che fa è come guardare attraverso un caleidoscopio: immagini, dettagli, odori, polvere negli occhi e appena giri un pochino, appena salta un punto a capo ecco che tutto cambia di nuovo, che scegli un'altra minuscola immagine e la metti sotto il microscopio, la spogli e la fai diventare sentimento puro. Questa storia assomiglia a un disco. E' ritmica, tanto che quasi potresti andare a capo e farne della prosa poetica dannazione. Non so niente dell'Ungheria, ma a leggere questo capitolo ti si riempie la mente di sabbia e terra, di sole sulla pelle. Di polvere fra le mani...scrivi dannatamente bene, ma questo credo di averlo già scritto da qualche parte^^ |
Bravissima Lisa! Nei romantici sei particolarmente brillante, lo evidenzia il fatto che innanzitutto ti piace scriverli, una cosa deve piacere prima di tutto a se stessi. Continua cosi, col tuo stile impeccabile e le tue citazioni iniziali che mi piacciono veramente moltissimo. Evidenzi sempre il tuo amore per la musica e la fotografia, di cui sei una intenditrice perfetta. Spero di leggere sempre di più delle tue composizioni scorrevoli e assolutamente ben fatte, sperando che i miei pensieri ti giungano positivi e ben espressi! |
Gentilissima e cordiale Lisa, |
Tre, due, uno....eccomi qui!!!!!!! Lis, aribuonasera!!!!!!! Come vedi, da pazza quale sono, stasera non ti voglio abbandonare( ho qualche tentenza da stalker come Bianca.... Oh Dio, speriamo di no!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!) e ricomincio il mio delirio delirante di almeno un quarto d'ora anche se dovrei inziare a pensare a cosa mangiarmi stasera... Tu che fai a cena, qualche idea? |
Lis, buonasera. Inizio assicurandoti che io non sono una stronza, o meglio non lo sono in generale, forse lo sono un bel pò quando mi incazzo davvero, e non sono neanche una che dice frottole, potrei provarci con tutta la buona volontà del mondo ma comunque mi sgamerebbero subito. Pensa che l'unica volta in cui in cinque anni di superiori io abbia tentato di copioare mi hanno sgamato alla grande. Sono un genio insomma in questi affari. Quindi non sono una stronza e non sono una bugiarda. Ti dico questo perchè ti avevo detto che sarei passata a trovarti prima che pubblicassi il nuovo capitolo e sembrerebbe che io non lo abbia fatto, dico sembrerebbe perchè in realtà io l'ho fatto, sono passata, proprio la stessa sera in cui tu hai pubblicato e avevo scritto uno dei miei soliti monologhi senza nè capo e nè coda ma evidentemente io e la tecnologia proprio non ci prendiamo. Fatto sta che circa alle due di notte mi sono accorta che la mia recensione, che recensione non era, era magicamente sparita e sinceramente a quell'ora proprio non me la sono sentita di scriverla di nuovo. Ti faccio un breve sunto ora. |
Innanzitutto davvero complimenti! Usi parole molto belle e piene di emozioni. Con i tuoi capitoli ispiri molti miei racconti (che presto pubblicherò). La storia mi ha preso molto e continuerò a seguirla! Complimenti ancora! |
LIsetta, Lisotta, Lisuccia, Lisina, Lis. Ma quanto sono deficiente da uno a dieci? Beh, quindici. Non lo so proprio perchè ho preso quest'assurdo andazzo di iniziare le recdenzioni o qualsiasi altro tipo di commento sconclusionato come se fossi una tizia completamente folgorata e priva di materia grigia funzionante, ma ho inziato e tanto vale continuare, anche se, e tu non ci crederai mai, io nella realtà, nel mondo relae e non in quello virtuale, sono una persona seria, serissima, responsabile, tranquilla, senza troppo beghe per la testa, e che soprattutto conta fino a dieci prima di dire qualsiasi possibile cazzata, una tizia normale, inosomma, come ogni santo cristiano si auspicherebbe di essere. E invece qui mi sento e mi vedo scrivere in continuazione le prime cazzate che mi passano per la testa senza avere alcun tipo di filtro tra il cervello, bacato, e le mani, stronze. Quindi, te l'ho detto, ho iniziato tanto vale continuare ad oltranza. Comunque, Lis, ti devo confessare una verità: io amo i clichè. Te l'ho detto, no, che non sono normale?! Beh, sono sincera, io li adoro i clichè, non tutti, sia chiaro, ma quelli ben fatti, quelli che ti fanno sorridere e sperare, io li adoro, letteralmente. Se solo provi a scorrere le pagine del mio account ti accorgerai che sono colme, piene zeppe di clichè, forse perchè io stessa sono un clichè che vorrebbe poterti dire, visto che si è parlato anche di quelli ( ah, mi dispiace non aver recensito l'altro cap, ieri sera ho avuto tempo di leggere questo e oggi non lo so, ero frenetica e volevo recensirlo a tutti i costi), che il suo limite è il cielo ma che in realtà non riesce a guardare ooltre la soglia di una porta, forse perchè sono rassicuranti e io, in fondo, sono una sentimentalista, non hai bisogno di immaginarti chissà che cosa per sapere che alla fine ci sarà un lieto fine, che talvolta riderai delle scemenze dei protagonisti, che ci sarà il bello e impossibile, la ragazza seria e pudica e quella stronza e oca, sono quelle storie che leggo la sera, tardi, quando il cervello ha smarrito anche l'ultimo briciolo di materia grigia e già è tanto che io sia capace ancora di leggere, le leggo quando voglio rassicurarmi e liberare la mente, quando semplicemente non voglio pensare. Poi però ci sono altre storie, altre vite lì, tra le pagine del mio account, ci sono quelle che per me sono le Storie con la S maiuscola. Certo, sono le più impegnative, nascondono sempre tanto dietro ogni singola parola e tu devi stare attenta a non tralasciarne nessuna, magari devi rileggere un capitolo più volte per capirlo profondamente, sono quelle che ti portano via più tempo ma che necessariamente ti donano di più. Non hanno bisogno dei clichè per raccontarsi, per dire qualcosa, non hai bisogno di andare a rileggere il capitolo precedente ogni volta che c'è un nuovo aggiornamento, perchè ad ogni capitolo ti segnano, ti marchiano la pelle e ti intrippano il cervello stampandoti nella mente alcune parole, quelle per te più significative, quelle che ti fanno riflettere e ti fanno crescere anche se non ci sarà un lieto fine e ti lasceranno l'amaro in bocca, anche se ogni tanto i tuoi occhi si faranno lucidi, forse proprio per quello. Beh, loro parlano di sussurri, di ritmo, di colori, di cannella, di farina, di limiti, di sabbia, di un indice che insegue una stella, di un pick up e della corteccia di un albero, parlano della pioggia. C'è la tua Storia Lis nel mio account, tra le preferite, ed è una Storia. |
Perdindirindina, Lis. Ok, veramente avevo intenzione di iniziare con un'esclamazione un tantino più colorita, ma poi ho pensato che avrei dato sfoggio alla migliore scaricatrice di porto quale sono, che se avessi avuto mio madre vicino mi avrebbe lanciato un'occhiataccia e iniziato una ramanzina sulle buone maniere( anche se, diaciamocelo, lei è peggio di me), e che probabilmente avrei dovuto fare la persona ben educata e non troppo cafona se volevo evitare di essere bannerata. Quindi, perdindirindina, dirindindina, Lis. Mi sembra che sia passato un secolo dall'ultima volta che ho messo piede qui dentro e forse non mi sbaglio più di tanto, da quando sono tornata da Praga, che Dio (visto che siamo in tema) benedica quella città, San Carlo e San Vito (che tra l'altro sono già benedetti, beh, fa nulla),non ho avuto un attimo di respiro visto che la maledetta sessione di esami è cominciata e sono convinta che sta volta andrà di merda. Bene, il mio proposito di di evitare di sproloquiare a casaccio è andato a farsi fottere, ma vista l'andazzo con cui ho incominciato, direi che possiamo sorvolare. Dovrei preparare il pranzo a quest'ora, far bollire l'acqua, apparecchiare e buttare giù la pasta, visto i ruggiti provenienti dal mio stomaco, ma sono qui a scriverti una recenzione dopo aver letto il tuo capitolo per la terza volta. Per me è stato uno dei capitoli più significativi e più belli che tu abbia mai scritto e ti faccio i miei complimenti. Forse perchè raschia ancora la pelle sue quella corteccia e ho paura di voltarmi per vedere i graffi sulla mia schiena, forse perchè ho amato Aàron che è il salvagente di Imre, quello che gli ricorda come sia il rumore della vita, forse perchè il capitolo è tragicomico e le parti in cui Luce e Dio battibeccano tra di loro sono esilaranti e allo stesso tempo mi hanno lasciato un pò di amaro in bocca visto che, a volte, vorrei avere, sulla mia vita, quel controllo imperfetto che non so di avere, forse perchè Dio e Luce non lo meritano un assolo di chitarra, quello lo voglio io, o probabilmente perchè ci sono stata anch'io, insieme al padre di Imre, a infilargli sul per lo sfintere un dito. Forse perchè ho capito meglio Imre e ogni tanto vorrei battere il suo stesso ritmo, forse perchè, nonostante non ti conosca, ci ho visto un pò di te e la tua passione per la musica al di là delle parole, al di là di Imre che ha bisogno di riempire una stanza con le note di una canzone per non morire, te che parli, parli, parli, batti il ritmo e tieni il tempo fino a consumarti la voce in una serata passata a giocare a speed con lo sfondo musicale di uno che tenta di rifare Mattew Bellamy. |
E ti dovevo anche ringraziare per lo spam ma soprattutto per le belle cose che hai detto nelle note a fine capitolo, ma mi sono dimenticata perché sono una svampita di merda. Quindi ti ringrazio adesso, e sappi che me lo merito molto meno di quanto te lo meriti tu. Almeno io qualche recensione ce l'ho e tu ne hai troppo poche e io mi tiro scema a cercare di capire il fottuto motivo. Comunque ogni tanto mi domando per quale motivo mi vengano queste amnesie fulminanti per cui mi dimentico quello che sto facendo, scrivendo, pensando. E non dico solo di aprire il frigorifero e domandarmi cosa cazzo stessi cercando. Quello mi capita quando penso ai fatti miei e capita a tutti, io parlo proprio dello svampitismo acuto che avvolge il mio cervellino bacato e che sta venendo mangiato dai tarli del legno (questa frase suona di merda, ma pace; e mi sto anche comportando da persona volgare, dovrei mettere meno parolacce nelle mie recensioni visto che qua vicino al riquadrino è pure scritto niente meno che in rosso). |
Ciao Lis, non so per quale motivo io sia qui a lasciarti questa recensione adesso visto che sono mezza tramortita e tutto il buon umore che avevo stamattina è scemato nel nulla. Ti spiego. Ho il torcicollo, che forse è la solita cervicale o forse è il freddo o si sa il cazzo che cosa è ma in ogni caso è qualcosa che mi rende un rottame e si va a sommare alle mie altre mille mila cose, e mia mamma ha voluto, come sempre, metterci le mani. Così mi ha fatto un massaggino con il Voltaren e adesso, oltre al mal di collo, ho anche mal di testa e nausea. E vorrei che non tralasciassimo il fatto che mia cugina è stata qui un'ora e mezza abbondante e mi ha rincoglionita per tutte le sue urla e per le torture alla mia povera Ginger che, davvero, le sono cresciute le palle. E adesso la suddetta Ginger è tornata se stessa, visto che la Rebecca se n'è andata, e continua a correre da una parte all'altra del salotto all'inseguimento di una pallina da ping pong e mi rincoglionisce pure lei. |
Recensisco la tua storia, come vedi. Finalmente, diresti e sicuramente hai anche ragione. Lo ribadisco, adoro il tuo modo di guardare, di descrivere e di vedere davvero, di scavare in profondità e non rimanere in superficie, il modo in cui cìò che può sembrare semplice e insignificante, ciò che talvolta è nulla diventi il tutto nelle tue mani. Come l'odore dell'argilla o di un'arena, come il viso impiastricciato di farina di un bambino e il blu di una stanza dalla parete colorata, come il sussurro speziato al sapore di cannella e il battito di un dito che segue un ritmo che sente solo lui, come il sapore e il rumore rassicurante della pioggia. Non me l'aspettavo questo capitolo, non così presto, non ora e mi hai stupito per questo. C'è tanto che credo sia niente in confronto a quello che deve arrivare, ma abbastanza da iniziare a definire i contorni, parole e ricordi che vengono a galla e gridano per uscire, graffiando la pelle dell'esofago fin su per la gola. C'è un bacio che sa tanto di incontro e che non è ancora amore, non può esserlo. E' uno scambio, di sapori, di mani, di emozioni, di storie; è un dolce riparo, un rifugio da quelle paure e sensazioni dolorose che sai di non avere soltanto tu, hai trovato qualcuno di talmente diverso da te da essere esattamente come te in fondo( ok, quest'ultima frase è puro delirio...). E' uno stop, un freno alla bocca e alle dita. Parole e suoni, sono come loro Abigail e Imre, talmente distanti, talmente diversi da non poter far a meno l'uno dell'altro, come le parole non possono fare a meno dei suoni. Ok...smetto di ciarlare, che forse qualche cazzata l'ho detta, per spaparanzarmi sul letto con una bella cioccolata calda e per farti i complimenti che non ti ho mai fatto finora. Mi piace la tua storia, davvero. Salutami Abigail e Imre e, se li vedi, anche Aàron e Emike, digli di passare, qualche volta, da me, magari per loro ci scappa un plaid morbido e una tazza calda. |