Recensioni per
All I can breathe is your life
di Lisa_Pan

Questa storia ha ottenuto 31 recensioni.
Positive : 31
Neutre o critiche: 0


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Nuovo recensore
29/04/13, ore 01:15
Cap. 6:

Adoro il modo in cui Abigail "scopre" le persone, tutto attraverso lo sguardo. Adoro la sua capacità di capire le cose più profonde, spingersi oltre, fino a "spogliare" le persone. Ricordo quello che mi ha scritto una mia amica quando l'ho usata come base per un mio personaggio: "mi sento come se qualcuno mi guardasse nuda attraverso il buco della serratura". Da un punto di vista è stato un complimento, ma dall'altro mi ha spaventata. 
Quante cose si capiscono con uno sguardo, eppure la maggior parte delle volte non siamo in grado di abbandonarci a questa vera "vista", quella pura, immediata, che ci mette in contatto con il nostro sè più istintivo e profondo. Quante volte mettiamo prima i nostri pregiudizi, le nostre conoscenze, la nostra razionalità. Vediamo una persona e iniziamo a catalogarla dal colore della pelle, dai vestiti, dai suoi gusti, dalla sua voce e perdiamo l'immediatezza dello sguardo. Perdiamo il modo di conoscerle davvero.
Abigail non mette retini davanti ai propri occhi, lei "vede" e fa sentire nude le persone intorno a lei. Mi è piaciuto un sacco lo stacco violento fra il dialogo e le descrizioni. Tutto parte con il tono dei capitoli precedenti e si schianta nella schiettezza delle parole dei personaggi, che ti riportano alla realtà delle persone e del goffo modo di comunicare. Quanto sono incomplete le parole rispetto alle sensazioni. La frattura fra queste due fasi del capitolo lo sottolinea meravigliosamente. 
Mi piace come lentamente Abigail sta iniziando a farsi conoscere, a ricordare pezzi di immagini che mi permettono di conoscerla...proseguo! 
Un bacione
Z.

Nuovo recensore
29/04/13, ore 00:48
Cap. 5:

Per qualche ragione quando penso a cosa scrivere nelle recensioni di questa storia mi viene da parlare di me. Sto iniziando a seguire i personaggi, a catturare dettagli dei loro occhi, dei capelli, della pelle, dei loro gesti, ma la protagonista di questo capitolo è la chitarra. La chitarra che vede questi ragazzi muoversi uno intorno all'altro, che vede Emike abbandonarsi su di lei e si lascia suonare con dolcezza, incurante dei graffi che significano ricordi e vita...
Questo strumento mi ricorda altre due chitarre acustiche, che sono state appese tutta la mia infanzia a fianco del letto dei miei genitori. La prima, una classica che appare nelle mani di mio padre in tutte le vecchie foto. La chitarra con cui suonava pezzi in spagnolo per mia madre e guantanamera per me da piccola, le corde su cui ho pizzicato le prime note, sui prati estivi delle mie vacanze, senza conoscere ancora le note. La seconda, una folk arrivata qualche anno più tardi. Bella, costosa, un suono meraviglioso e metallico che mio padre custodiva gelosamente. Non si poteva toccare quella chitarra, non si poteva cambiarle le corde: non l'ho mai visto suonarla, ma qualcosa di me sa che prendeva vita quando non ero lì, che si trattava del suo mondo, quello che custodiva gelosamente, segretamente. Poi ricordo come quelle dita non hanno più potuto suonare. Ricordo come mia madre ha conservato gli strumenti con testardaggine, perchè magari ancora una volta, magari un giorno di nuovo. 
Adesso la folk è in fondo alla mia stanza. Ho avuto paura di suonarla per mesi: mi veniva da piangere solo a prenderla in mano. Adesso sto ricominciando, lentamente...
Vorrei che fosse ancora appesa al muro vicino al letto dei miei genitori, vorrei che fosse ancora il tesoro esclusivo di mio padre...
Vedi alla fine sto parlando di me, ma non riesco a farne a meno, non quando si tratta di musica e di strumenti. Come diceva un mio vecchio amico: "la chitarra è lo strumento che si abbraccia e si tiene vicino al cuore". La chitarra è storia e vita...e ascoltare le ballate degli Stone Sour in questo momento non mi aiuta a scrivere cose sensate.
E' stato bello che entrasse una chitarra color miele in questa storia e ancora di più che a suonarla sia una donna. Scusami per questa recensione poco attinente a ciò che hai scritto...prometto che cercherò di essere pià pertinente :) 
Un bacione
Z.

Nuovo recensore
23/04/13, ore 00:02
Cap. 3:

E' strano. La maggior parte delle persone cerca di buttare subito in pasto al lettore un numero pressapoco standard di informazioni stile prologo: chi, cosa, quando, ma soprattutto "perchè". C'è l'urgenza di dire quasi tutto subito, contestualizzare, per paura che chi legge si annoi, non capisca "dove va a parare" la storia, non sia abbastanza interessato, non si identifichi con i personaggi...ebbene, tu hai preso questa consuetudine, ne hai fatto una bella pallina e l'hai gettata nel cestino, ma non in quello di casa tua, in quello di tutte le persone che stanno leggendo. Sappiamo che le informazioni sono lì, da qualche parte, che prima o poi capiremo che sta succedendo, ma per ora restiamo persi nel mistero, nella polvere e nell'aria rarefatta. E' un po' come essere trascinati dalla corrente, lasciarsi portare e sapere che prima o poi arriveranno le risposte, ma intanto possiamo godere a pieno di tutte le emozioni, del suono esotico delle parole, delle rudi strette di mano e delle parole incomprensibili fra le labbra della tua protagonista...semplicemente unica Lisa, non ho altre parole;)

Nuovo recensore
22/04/13, ore 23:33

Guaranteed...sì iniziamo da guaranteed, da quel pezzo di carta stampato al computer appeso in camera mia, delle parole che so a memoria e dello stupido arpeggio di chitarra che per qualche ragione non sono ancora riuscita ad imparare. Iniziamo con il pugno nello stomaco alla frase "got my indignation but I'm pure in all my thoughts", per finire con il mezzo sorriso e le lacrime che mi salgono agli occhi tutte le fottute volte su "I knew all the rules but the rules did not know me". In mezzo ci sta la capacità di ascoltare le anime dei morti e trovarne conforto, una cosa che il mio cuore preso a martellate non è ancora in grado di fare. Ci sta la libertà, come quella di fissare le persone negli occhi, deliberatamente, perdersi e iniziare a capire quel mondo che non è fatto di parole, ma di gesti e di sguardi. Abigail ha due obbiettivi fotografici al posto degli occhi: guarda e mette a fuoco per tutto il tempo che le serve, poi gira lo sguardo, ritorna sul soggetto e scatta un'istantanea che si imprime sotto le sue palpebre. Non ha paura di essere diversa. Non le interessa. Imre è ancora un rebus, ma la sua mente è diretta, i suoi pensieri mi sembrano in grado di farsi strada attorno alle mille spire dello sguardo di Abigail e raggiungerla in linea retta, semplice ma non per questo facile. Non so, sono sensazioni...vado avanti a leggere^^

Nuovo recensore
22/04/13, ore 23:19
Cap. 1:

Dunque, da dove cominciare...ho deciso che per ricambiare le tue bellissime recensioni su Lily e Ziggy era ora che recensissi questa tua storia. L'ho già letta, quasi tutta, ma non si tratta di qualcosa di semplice di cui parlare. Mi ha colpito immensamente fin da subito, ma le parole tardano ad arrivare. Non si può parlare del "carattere" dei personaggi, o dello "stile" di questa storia, perchè l'effetto che fa è come guardare attraverso un caleidoscopio: immagini, dettagli, odori, polvere negli occhi e appena giri un pochino, appena salta un punto a capo ecco che tutto cambia di nuovo, che scegli un'altra minuscola immagine e la metti sotto il microscopio, la spogli e la fai diventare sentimento puro. Questa storia assomiglia a un disco. E' ritmica, tanto che quasi potresti andare a capo e farne della prosa poetica dannazione. Non so niente dell'Ungheria, ma a leggere questo capitolo ti si riempie la mente di sabbia e terra, di sole sulla pelle. Di polvere fra le mani...scrivi dannatamente bene, ma questo credo di averlo già scritto da qualche parte^^

Recensore Master
06/04/13, ore 11:26
Cap. 15:

Bravissima Lisa! Nei romantici sei particolarmente brillante, lo evidenzia il fatto che innanzitutto ti piace scriverli, una cosa deve piacere prima di tutto a se stessi. Continua cosi, col tuo stile impeccabile e le tue citazioni iniziali che mi piacciono veramente moltissimo. Evidenzi sempre il tuo amore per la musica e la fotografia, di cui sei una intenditrice perfetta. Spero di leggere sempre di più delle tue composizioni scorrevoli e assolutamente ben fatte, sperando che i miei pensieri ti giungano positivi e ben espressi!
Un saluto esclusivamente cordiale e affettuoso,
tantissima stima
a presto,
Paolo

Recensore Master
22/03/13, ore 16:12
Cap. 3:

Gentilissima e cordiale Lisa,
è un pò che non passavo dalle tue parti per apprezzare il tuo inconfondibile stile di scrittura; sai trattegiare trama, personaggi, luoghi e stati d'animo con una padronanza assoluta. Continua così perché il tuo, quello di scrivere, è un dono speciale e riesci a impressionarmi ogni volta che ti leggo.
A presto
un cordialissimo saluto
e tantissima stima
Paolo

Nuovo recensore
08/03/13, ore 19:52
Cap. 14:

Tre, due, uno....eccomi qui!!!!!!! Lis, aribuonasera!!!!!!! Come vedi, da pazza quale sono, stasera non ti voglio abbandonare( ho qualche tentenza da stalker come Bianca.... Oh Dio, speriamo di no!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!) e ricomincio il mio delirio delirante di almeno un quarto d'ora anche se dovrei inziare a pensare a cosa mangiarmi stasera... Tu che fai a cena, qualche idea?
Oh Dio, mi sembro mia madre! -.-
Di nuovo è colpa tua, è sempre colpa tua se mi trovo a scriverti due volte in meno di un'ora perchè leggendo il tuo capitolo e le tue note finali in cui compare il mio nome quasi non mi è venuto un infarto! Non puoi dire così , con tutta quella tranquillità, a una povera scellerata stalkerizzante( stalker- che????) che il prossimo sarà l'epilogo perchè anche se l'avevo intuito , cazzo( che ci sta sempre bene), queste cose vanno dette con la dovuta calma. Mi rendo conto di essermi contraddetta da sola, ma ora che il puzzle è completo, ora che i fili si sono inrecciati e che gli uno e ottantotto pezzi mancanti che sembravano dispersi in chissà quale anfratto sono stati ritrovati, vorrei solo non lasciarli andare, tenerli ancora un pò con me, sfasciare il puzzle e ricominciare ma mi rendo conto che allora tutto sarebbe diverso, che niente tornerebbe al suo posto e che la minestra riscaldata non è mai buona. Sono lezioni di vita, eh, le mie!
E' meravigliosa l'abilità che hai avuto nel riallacciare le parti e, ad essere sincera, non sono sicura che io ne sarò capace con la mia di storia, è bella la distanza di uno sguardo che divide Imre e Abigail, il loro riconoscersi senza la necessita di troppe parole, è bello quell'"eri tu" soffiato a firo di labbra, non c'è bisogno di aggiungere altro perchè qualunque cosa uscirebbe dalla tua bocca sarebbe disarticolata e insufficiente per descrivere la sensazione che ti strippa il petto, quella che ti fa rinascere dopo aver vissuto una vita di ritmo e sussurri senza ricordi, quella che, finalmente, ti dona solo un gran fottuto silenzio, non c'è bisogno di altre parole perchè è il silenzio a parlare, sono gli occhi, le mani, le labbra, i muscoli, il cuore, le gambe, tutto di te lo fa ma non esce un solo suono dalla tua bocca e vorresti toccarlo, il silenzio, stringerlo e vorresti che tuttò ciò durasse in eterno perchè, forse, hai trovato la strada per ricominciare a vivere.
Credo che dovrei smetterla di dire stronzate e andare a magiare, credo che tu dovresti finirla di ringraziarmi perchè è un piacere leggerti per me, perchè è un piacere scriverti minchiate e perchè non so se tutto ciò è un bene per te visto che mi trioverai ad aspettarti alla tua prossima storia e che non mi tolgo dai piedi tanto facilmente.
Tante coccole Lis, ma proprio una marea, uno tsunami di coccole coccolissime,
A presto
Fal

Nuovo recensore
08/03/13, ore 19:22
Cap. 13:

Lis, buonasera. Inizio assicurandoti che io non sono una stronza, o meglio non lo sono in generale, forse lo sono un bel pò quando mi incazzo davvero, e non sono neanche una che dice frottole, potrei provarci con tutta la buona volontà del mondo ma comunque mi sgamerebbero subito. Pensa che l'unica volta in cui in cinque anni di superiori io abbia tentato di copioare mi hanno sgamato alla grande. Sono un genio insomma in questi affari. Quindi non sono una stronza e non sono una bugiarda. Ti dico questo perchè ti avevo detto che sarei passata a trovarti prima che pubblicassi il nuovo capitolo e sembrerebbe che io non lo abbia fatto, dico sembrerebbe perchè in realtà io l'ho fatto, sono passata, proprio la stessa sera in cui tu hai pubblicato e avevo scritto uno dei miei soliti monologhi senza nè capo e nè coda ma evidentemente io e la tecnologia proprio non ci prendiamo. Fatto sta che circa alle due di notte mi sono accorta che la mia recensione, che recensione non era, era magicamente sparita e sinceramente a quell'ora proprio non me la sono sentita di scriverla di nuovo. Ti faccio un breve sunto ora.
Cara Lis( più o meno l'inizio era questo),
ti avviso che ho deciso di eliminare dal mio vocabolario virtuale il termine recensione fregandomene altamente del E' VIETATO scritto a caratteri cubitali qui sopra che mi ricorda che forse dovrei dare un senso a quello che scrivo qui sotto e se alla fine mi banneranno sarà anche colpa tua perchè sei stata tu a incominciare questo delirio con la tua zuppa di patate( piuttosto mi autoinvito acena a casa tua una di queste sere perchè cucini sempre cose troppo buone e io sono una buon gustaia, oppure pretendo una lezione di cucina virtuale!!) la prima volta che mi hai scritto per continuare con i ghiaccioli al naso, la vocina del mago Yoda e le partite a speed. Mi ricordo tutto come vedi e va benissimo così perchè io ti ho seguito a ruota e direi che ora le redini di questa ruota( quale redin?! Mah!) ce le abbia io.
Il delirio avrebbe continuato con una mia filippica sulla gente che si incontra sul treno, ce ne sono di pazzi scatenati... quello che si siede davanti a te e incomincia a parlare da solo, a tratti e urlando e tu non sai se ridere o se piangere, quello che sale sul vagone con tutto il suo armamentario di alcool e organetto e biascica canzoni natalizie e, come se non bastasse, nel momento in cui ti rifiuti di offrirgli l'ennesima bottiglia di vodka di manda direttamente a fanculo e ti ringrazia con qualche colpo nelle sua lingua bislacca, oppure ci sono quelli che occupano dieci posti per poi urlare, letteralmente, per parlarsi. Insomma, è un manicomio, rassicurante ogni volta che ci entro su perchè in qualche modo mi viene da pensare che ci siano persone più sceme e bacate di me. Comunque, detta questa vagonata di minchiate, ti avrei detto anche che loro due, Emike ed Imre, sono meravigliosi. E' bello lui, così non colorato, così piccolo con gli anfibi troppo grandi, con il dito puntato verso il cielo e io avrei tanto voluto allungarglielo o magari avrei voluto abbassare il cielo per fargli toccare quell'unica stella, solo quella, ed è bella lei che lo schiaffeggia, con gli aghi degli alberi che pungono tra le dita dei piedi, pizzicano e sembri ricordarteli tutti i loro pizzichi, è bella perchè con una mano, con uno sguardo lo conduce dove, forse, per pò riuscirà a stare meglio. Ed è bella Abigail con la sua falpa rossa, seduta su un marciapiede bagnato e sporco, talmente silenziosa, talmente piccola e trasparente da risulatere invisibile, impalpabile e mai esistita, ed è bella la donna con le mani dolorosamente sporche di ruggine, come se lla ruggine stessa fosse sangue, quello che fiotta dalle sue ferite mentre si arrampica sul cancello di un cimitero. Lis, la mia filippica sulla " gente dei treni" ( dovrei scriverci su qualcosa) non è nata a caso, sembro scema ma ancora, forse,non lo sono del tutto. Insomma, la donna che hai descritto me ne ha ricordato una che ho incontrato sul treno una sera mentre tornavo a casa, si è seduta di fronte a me. Era una donna sulla sessantina, aveva i capelli bianchissimi coperti da un cappello con la pelliccetta morbida, come quello dei russi, era rosso, rosso come la ruggine viva. Credo che da giovane fosse una gran bella donzella, aveva il viso di porcellana nonostante l'età, i lineamenti delicati e gli occhi azzurri, azzurrissimi, puliti e tristi. Ricordo che mi sorrise, parlammo un pò ma soprattutto ricordo le sue mani strette attorno a un foglio bianco, una lettera forse, era spiegazzato e lo rileggeva in continuazione come se le parole potessero sfuggirle, come se potessero scomparire all'improvviso, credo che avrebbe continuato in eterno per impararle a memoria; ricordo gli occhi lucidi, la dignità con cui tentava di celare il suo turbamento, il piede che batteva ritmico per terra tradendola, mi sembre ieri e non so perchè ti sto raccontando sta scemenza, forse solo perchè ogni tanto i rimorsi mi mangiano lo stomaco e mi dicono che avrei dovuto essere un pò meno vergognosa e vigliacca e varei dovuto dirle che tutto sarebbe andato bene qualsiasi cosa fosse, si dovrebbe fare ogni tanto, No?! Beh, lei l'avrebbe fatto. Sicuramente. NOn lo so perchè te lo dico, è solo una cosa stupida tremendamente bella che mi è venuta voglia di condividere con te. E' bella la donna di ruggine.
Ora che il mio sunto( quale sunto?!) si è concluso ti abbandono ma per poco visto che mi rivedrai tra meno di tre secondi...
Adios amigos!
Tante coccole
Fal

Nuovo recensore
08/02/13, ore 08:49
Cap. 3:

Innanzitutto davvero complimenti! Usi parole molto belle e piene di emozioni. Con i tuoi capitoli ispiri molti miei racconti (che presto pubblicherò). La storia mi ha preso molto e continuerò a seguirla! Complimenti ancora!

Nuovo recensore
06/02/13, ore 21:12
Cap. 12:

LIsetta, Lisotta, Lisuccia, Lisina, Lis. Ma quanto sono deficiente da uno a dieci? Beh, quindici. Non lo so proprio perchè ho preso quest'assurdo andazzo di iniziare le recdenzioni o qualsiasi altro tipo di commento sconclusionato come se fossi una tizia completamente folgorata e priva di materia grigia funzionante, ma ho inziato e tanto  vale continuare, anche se, e tu non ci crederai mai, io nella realtà, nel mondo relae e non in quello virtuale, sono una persona seria, serissima, responsabile, tranquilla, senza troppo beghe per la testa, e che soprattutto conta fino a dieci prima di dire qualsiasi possibile cazzata, una tizia normale, inosomma, come ogni santo cristiano si auspicherebbe di essere. E invece qui mi sento e mi vedo scrivere in continuazione le prime cazzate che mi passano per la testa senza avere alcun tipo di filtro tra il cervello, bacato, e le mani, stronze. Quindi, te l'ho detto, ho iniziato tanto vale continuare ad oltranza. Comunque, Lis, ti devo confessare una verità: io amo i clichè. Te l'ho detto, no, che non sono normale?! Beh, sono sincera, io li adoro i clichè, non tutti, sia chiaro, ma quelli ben fatti, quelli che ti fanno sorridere e sperare, io li adoro, letteralmente. Se solo provi a scorrere le pagine del mio account ti accorgerai che sono colme, piene zeppe di clichè, forse perchè io stessa sono un clichè che vorrebbe poterti dire, visto che si è parlato anche di quelli ( ah, mi dispiace non aver recensito l'altro cap, ieri sera ho avuto tempo di leggere questo e oggi non lo so, ero frenetica e volevo recensirlo a tutti i costi), che il suo limite è il cielo ma che in realtà non riesce a guardare ooltre la soglia di una porta, forse perchè sono rassicuranti e io, in fondo, sono una sentimentalista, non hai bisogno di immaginarti chissà che cosa per sapere che alla fine ci sarà un lieto fine, che talvolta riderai delle scemenze dei protagonisti, che ci sarà il bello e impossibile, la ragazza seria e pudica e quella stronza e oca, sono quelle storie che leggo la sera, tardi, quando il cervello ha smarrito anche l'ultimo briciolo di materia grigia e già è tanto che io sia capace ancora di leggere, le leggo quando voglio rassicurarmi e liberare la mente, quando semplicemente non voglio pensare. Poi però ci sono altre storie, altre vite lì, tra le pagine del mio account, ci sono quelle che per me sono le Storie con la S maiuscola. Certo, sono le più impegnative, nascondono sempre tanto dietro ogni singola parola e tu devi stare attenta a non tralasciarne nessuna, magari devi rileggere un capitolo più volte per capirlo profondamente, sono quelle che ti portano via più tempo ma che necessariamente ti donano di più. Non hanno bisogno dei clichè per raccontarsi, per dire qualcosa, non hai bisogno di andare a rileggere il capitolo precedente ogni volta che c'è un nuovo aggiornamento, perchè ad ogni capitolo ti segnano, ti marchiano la pelle e ti intrippano il cervello stampandoti nella mente alcune parole, quelle per te più significative, quelle che ti fanno riflettere e ti fanno crescere anche se non ci sarà un lieto fine e ti lasceranno l'amaro in bocca, anche se ogni tanto i tuoi occhi si faranno lucidi, forse proprio per quello. Beh, loro parlano di sussurri, di ritmo, di colori, di cannella, di farina, di limiti, di sabbia, di un indice che insegue una stella, di un pick up e della corteccia di un albero, parlano della pioggia. C'è la tua Storia Lis nel mio account, tra le preferite, ed è una Storia.
Sai Lis, nei giorni in cui devo andare all'università, sia se prendo il treno o la macchina, il mio momento preferito è la mattina presto, non quando sei appena sveglia e sei ancora dentro al letto, ma quando sei già uscita di casa, sei in macchina o dove vuoi tu e conservi ancora quel senso di intontimento premattutino. Beh, io in quei momenti viaggio, mi faccio certi trip mentali che neanche puoi immaginare, osservo  e studio, penso a tutto e a niente, sono persa in una bolla e mi piace starci, dannatamente, è un momento mio, il primo della giornata e odio quando viene interrotto. Comunque il punto è che oggi mi sono alzata con il piede sbagliato, nonostante avessi calcolato tutto perfettamente, sono riuscita a fare tardi e oggi avevo un esame( sono arrivata per tempo Eh!!!!) ma il fatto è che quando ho messo piede fuori casa pioveva, da me diluviava, scendeva giù proprio bene ora che ci ripenso. IN genere, io la odio la pioggia, fprobabilmente perchè quando ero piccola, mentre io cercavo di ripararmi sotto l'ombrello, un deficiente è passato vicino a me con la macchina e mi ha inzuppato, cmpletamente, o forse perchè  i capelli diventano una stoppa indefinita con l'umidità e mi mette tristezza, sono una di quelle il cui umore cambia con il tempo. Oggi però ho riso quando ho guardato il cielo, ti ho pensato, ho pensato che il colore di quelle nuvole cinerine fosse proprio quello che immagino per gli occhi di Leonardo, mentre guadavo le gocce che si schiantavano sul finestrino dell'auto, ho sperato di poter tornare indietro nel tempo, a quando ero piccola, avrei voluto lasciar cadere l'ombrello a terra e inzupparmi per bene dandogliena nel didietro a quello stronzo che si credeva Alonso. Beh, mi sono tranquillizzata, non avevo nessun magone allo stomaco e non mi sono agitata per l'esame che, incrociando le dita, dovrebbe essere andato bene. Credo che se avessi avuto Abigail vicino lei mi avrebbe detto che la pioggia mi ha protetto. LIs , ti prego, con questa mia recensione( penso di non aver mai scritto così tanto) non mi prendere per matta ancora di più, lo so che sto dicendo tante di quelle cazzate da non riuscire a smettere più , però ti avevo avvisato che avrei continuato ad oltranza.
ORA BASTA!!!!!!!
Davvero, è stato strano e bello.
Tante, ma tante coccole LIs
Una scema

Nuovo recensore
09/01/13, ore 13:55
Cap. 10:

Perdindirindina, Lis. Ok, veramente avevo intenzione di iniziare con un'esclamazione un tantino più colorita, ma poi ho pensato che avrei dato sfoggio alla migliore scaricatrice di porto quale sono, che se avessi avuto mio madre vicino mi avrebbe lanciato un'occhiataccia e iniziato una ramanzina sulle buone maniere( anche se, diaciamocelo, lei è peggio di me), e che probabilmente avrei dovuto fare la persona ben educata e non troppo cafona se volevo evitare di essere bannerata. Quindi, perdindirindina, dirindindina, Lis. Mi sembra che sia passato un secolo dall'ultima volta che ho messo piede qui dentro e forse non mi sbaglio più di tanto, da quando sono tornata da Praga, che Dio (visto che siamo in tema) benedica quella città, San Carlo e San Vito (che tra l'altro sono già benedetti, beh, fa nulla),non ho avuto un attimo di respiro visto che la maledetta sessione di esami è cominciata e sono convinta che sta volta andrà di merda. Bene, il mio proposito di di evitare di sproloquiare a casaccio è andato a farsi fottere, ma vista l'andazzo con cui ho incominciato, direi che possiamo sorvolare. Dovrei preparare il pranzo a quest'ora, far bollire l'acqua, apparecchiare e buttare giù la pasta, visto i ruggiti provenienti dal mio stomaco, ma sono qui a scriverti una recenzione dopo aver letto il tuo capitolo per la terza volta. Per me è stato uno dei capitoli più significativi e più belli che tu abbia mai scritto e ti faccio i miei complimenti. Forse perchè raschia ancora la pelle sue quella corteccia e ho paura di voltarmi per vedere i graffi sulla mia schiena, forse perchè ho amato Aàron che è il salvagente di Imre, quello che gli ricorda come sia il rumore della vita, forse perchè il capitolo è tragicomico e le parti in cui Luce e Dio battibeccano tra di loro sono esilaranti e allo stesso tempo mi hanno lasciato un pò di amaro in bocca visto che, a volte, vorrei avere, sulla mia vita, quel controllo imperfetto che non so di avere, forse perchè Dio e Luce non lo meritano un assolo di chitarra, quello lo voglio io, o probabilmente perchè ci sono stata anch'io, insieme al padre di Imre, a infilargli sul per lo sfintere un dito. Forse perchè ho capito meglio Imre e ogni tanto vorrei battere il suo stesso ritmo, forse perchè, nonostante non ti conosca, ci ho visto un pò di te e la tua passione per la musica al di là delle parole, al di là di Imre che ha bisogno di riempire una stanza con le note di una canzone per non morire, te che parli, parli, parli, batti il ritmo e tieni il tempo fino a consumarti la voce in una serata passata a giocare a speed con lo sfondo musicale di uno che tenta di rifare Mattew Bellamy.
Boh, non lo so, ci ho visto un pò di cose e mi è piaciuto o forse mi sei mancata un pò anche tu.
A presto, Lis
Tante coccole,
Fal

Recensore Master
15/12/12, ore 16:53
Cap. 9:

E ti dovevo anche ringraziare per lo spam ma soprattutto per le belle cose che hai detto nelle note a fine capitolo, ma mi sono dimenticata perché sono una svampita di merda. Quindi ti ringrazio adesso, e sappi che me lo merito molto meno di quanto te lo meriti tu. Almeno io qualche recensione ce l'ho e tu ne hai troppo poche e io mi tiro scema a cercare di capire il fottuto motivo. Comunque ogni tanto mi domando per quale motivo mi vengano queste amnesie fulminanti per cui mi dimentico quello che sto facendo, scrivendo, pensando. E non dico solo di aprire il frigorifero e domandarmi cosa cazzo stessi cercando. Quello mi capita quando penso ai fatti miei e capita a tutti, io parlo proprio dello svampitismo acuto che avvolge il mio cervellino bacato e che sta venendo mangiato dai tarli del legno (questa frase suona di merda, ma pace; e mi sto anche comportando da persona volgare, dovrei mettere meno parolacce nelle mie recensioni visto che qua vicino al riquadrino è pure scritto niente meno che in rosso).
E Mark Tremonti ha appena fatto su twitter gli auguri alla sua mogliettina per i dieci anni di matrimonio, quanto è dolce?
Passando alle cose serie, mi sento un po' responsabile di questo capitolo. Stavi parlando con me quando ti ho detto che mi era venuta voglia di bermi il the alla cannella e tu hai avuto l'imput per scrivere questa cosa. Che poi avevi già tutto chiaro in mente, solo che hai deciso di metterci di mezzo la cannella perché è una bella sensazione, io da piccola ero drogata di cicche (o gomme? Come dite voi?) alla cannella, erano troppo buone anche se diventavano cementose tipo dopo mezzo minuto. E ne cambiavo mille, erano le brooklyn u.u
Ecco, Imre si lascia andare ai ricordi. E ogni tanto dovrebbe, gli fa bene perché gli verrà una tendinite prima o poi se continua a tamburellare come un ossesso. E anche ad Abi verrà la tendinite se continua a pigiare il pulsantino della macchina fotografica (e anche a te cara Lis, sappilo). E a me verrà la tendinite se continuo a scrivere cagate. Mia mamma mi minaccia molto spesso di spaccarmi tendini e articolazioni quando mi vede battere i polpastrelli sulla tastiera. Adesso sta facendo altro, ma se non fosse occupata di sicuro me lo direbbe visto che sto scrivendo alla velocità del suono (chissà come facciamo a mettere le dita nel posto giusto senza guardarci? Non te lo chiedi mai? È una questione di spazio, le dita mica hanno gli occhi ma noi riusciamo lo stesso a beccare il tastino giusto! Moriremo venerdì prossimo senza saperlo xD). E, dicevo, anche ad Abi fa bene buttare fuori quello che prova ogni tanto (e lei dice che ha paura del vuoto, di non sentire niente, ma se è così terrorizzata forse dovrebbe capire che anche avere paura è sentire, e non è così difficile da capire. E anche Imre, lui sente troppo ma vorrebbe non sentire niente, vorrebbe il vuoto, ma è lo stesso discorso di Abi. Lui ha paura di sentire ma anche avere paura è sentire, quindi si arrampicano sugli specchi e basta. E non lo capiscono, però si baciano e si concentrano sul bacio e allora smettono di farsi tutte le paranoie. Lo so che non è così semplice, però ecco se vivessimo facendoci la metà delle seghe mentali che ci facciamo sarebbe tutto molto più semplice.
...e non ci sarebbero queste storie fighe come la tua. Quindi tante coccole alle paranoie e tante coccole anche a te, che se mi picchassi per la recensione di merda che ti sto lasciando sarebbe una bella cosa. E avevo anche detto che non avrei più scritto parolacce nelle recensioni, però che palle sono frustrata perché non riesco a dirti quello che voglio e mi scazzo. Ma di sicuro tu lo sai cosa ti voglio dire, riesci sempre a fare le recensioni alle mie recensioni e allora io mi sento un pochino più tranquilla perché di sicuro sai cosa voglio dirti. Yep!
Tra l'altro dovrei ancora leggere la one shot, quella angst, però dammi un po' di tempo e farò anche quella, ok? Lo sai che io non do mai buca, soprattutto a te.
Mio papà ha rotto i tre quarti di... niente parolacce. Lo so.
Tante coccole :)

Recensore Master
15/12/12, ore 16:35

Ciao Lis, non so per quale motivo io sia qui a lasciarti questa recensione adesso visto che sono mezza tramortita e tutto il buon umore che avevo stamattina è scemato nel nulla. Ti spiego. Ho il torcicollo, che forse è la solita cervicale o forse è il freddo o si sa il cazzo che cosa è ma in ogni caso è qualcosa che mi rende un rottame e si va a sommare alle mie altre mille mila cose, e mia mamma ha voluto, come sempre, metterci le mani. Così mi ha fatto un massaggino con il Voltaren e adesso, oltre al mal di collo, ho anche mal di testa e nausea. E vorrei che non tralasciassimo il fatto che mia cugina è stata qui un'ora e mezza abbondante e mi ha rincoglionita per tutte le sue urla e per le torture alla mia povera Ginger che, davvero, le sono cresciute le palle. E adesso la suddetta Ginger è tornata se stessa, visto che la Rebecca se n'è andata, e continua a correre da una parte all'altra del salotto all'inseguimento di una pallina da ping pong e mi rincoglionisce pure lei.
Però devo recensirti, così almeno recupero questo capitolo (lo sai che zero recensioni non mi piacciono e devo salvare la situazione, perché altrimenti mi indispongo ed è fin troppo facile farmi indisporre, così quando posso rimedio) e il prossimo, perché sono quei due capitoli che più mi preme recensirti, anche se ovviamente mi sono già dimenticata tutto quello (facciamo quasi tutto, che è meglio) che ti volevo dire. La prossima volta che mi mandi un capitolo (e spero sia presto, visto che dall'ultima volta è passato un bel pezzo di tempo) mi scrivo la recensione mentre leggo e beto, così sono già a posto xD
Ok, dai, passiamo a fare le serie che sto già rubando un sacco di punti di cui, alla fine, non me ne farò nulla. Ecco.
La primissima volta che ho letto questo inizio, me lo ricordo benissimo stranamente, ho pensato: "per quale cazzo di motivo Imre si bacia Emike?". Già il fatto che dormano insieme mi indispone, perché Emike è di Aaron e Imre è di Abi e viceversa, quindi qua c'è un po' di promiscuità ed è male malissimo. Però poi ho realizzato che ognuno fa come gli pare, che loro sono amici e si sono aiutati in varie situazioni così è giusto che dormano insieme, se gli va, perché hanno condiviso tanto e quel che ti pare.
Aaron è quello che mi ha stupito più di tutti, perché, nonostante avessi già capito che in lui c'è molto di più di quello che lascia trasparire al mondo, vederlo messo così a nudo mi ha fatto un certo effetto. Lui è cotto perso di Emike, perché lei è sulle nuvole, perché fa quello che le pare (come alzarsi con la luna sul blu e cambiare il colore di una parete solo perché le va e spendere soldi su soldi in pittura... piacerebbe anche a me, ma che sbatti immane) e anche lui fa quello che gli pare senza rendere conto a nessuno, quindi si sente un po' affine a lei, no? Sono cose belle. Anche Imre e Abi fanno quello che gli pare (che pare loro, ma non suona così bene), però lo fanno in modo diverso perché loro sono condizionati da quello che sentono e non sentono, ma a questo ci arriviamo... al prossimo capitolo, giusto? Non ce ne sono di mezzo altri, se non sbaglio.
Comunque sono contenta del fatto che, quando (in quella scena di immensa dolcezza che è l'immagine di Aaron che guarda Emi con quei suoi occhioni sognanti e cotti persi) lei lo scopre perso di lei e senza quella maschera da duro e scazzato e tutto il resto, decida di togliere la maschera a sua volta e di dimostrargli quanto anche lei tiene a lui e bla bla bla. Hanno bisogno l'uno dell'altra, e soprattutto hanno bisogno di dimostrarselo. Sono molto più vicini all'amore di quanto non lo siano Imre ed Abi, e io devo smetterla 1) di paragonarli e 2) di parlare del prossimo capitolo. Però io continuo a pensare a loro perché ho in mente quella cosa che ti devo photoshoppare e non ci riesco e mi tiro scema. Giuro. E a me giurare non piace.
Bene, passo al prossimo capitolo così poi mi metto a scrivere, visto che ho quasi finito il capitolo di Joey (me ne manca un quarto e dovrei finirlo abbastanza velocemente) e poi te lo voglio mandare.
Bene di nuovo, a fra poco (o a pra foco, come dice Luca Giurato). Coccole.

Nuovo recensore
13/12/12, ore 16:27
Cap. 9:

Recensisco la tua storia, come vedi. Finalmente, diresti e sicuramente hai anche ragione. Lo ribadisco, adoro il tuo modo di guardare, di descrivere e di vedere davvero, di scavare in profondità e non rimanere in superficie, il modo in cui cìò che può sembrare semplice e insignificante, ciò che talvolta è nulla diventi il tutto nelle tue mani. Come l'odore dell'argilla o di un'arena, come il viso impiastricciato di farina di un bambino e il blu di una stanza dalla parete colorata, come il sussurro speziato al sapore di cannella e il battito di un dito che segue un ritmo che sente solo lui, come il sapore e il rumore rassicurante della pioggia. Non me l'aspettavo questo capitolo, non così presto, non ora e mi hai stupito per questo. C'è tanto che credo sia niente in confronto a quello che deve arrivare, ma abbastanza da iniziare a definire i contorni, parole e ricordi che vengono a galla e gridano per uscire, graffiando la pelle dell'esofago fin su per la gola. C'è un bacio che sa tanto di incontro e che non è ancora amore, non può esserlo. E' uno scambio, di sapori, di mani, di emozioni, di storie; è un dolce riparo, un rifugio da quelle paure e sensazioni dolorose che sai di non avere soltanto tu, hai trovato qualcuno di talmente diverso da te da essere esattamente come te in fondo( ok, quest'ultima frase è puro delirio...). E' uno stop, un freno alla bocca e alle dita. Parole e suoni, sono come loro Abigail e Imre, talmente distanti, talmente diversi da non poter far a meno l'uno dell'altro, come le parole non possono fare a meno dei suoni. Ok...smetto di ciarlare, che forse qualche cazzata l'ho detta, per spaparanzarmi sul letto con una bella cioccolata calda e per farti i complimenti che non ti ho mai fatto finora. Mi piace la tua storia, davvero. Salutami Abigail e Imre e, se li vedi, anche Aàron e Emike, digli di passare, qualche volta, da me, magari per loro ci scappa un plaid morbido e una tazza calda.
A presto,
Fal

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