Recensioni per
Bounded in a nutshell
di Kafkaesque

Questa storia ha ottenuto 6 recensioni.
Positive : 6
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
15/01/13, ore 13:50

Grammatica e ortografia: 9,9/10
Lessico e stile: 10/10
IC personaggi: 5/5
Originalità trama: 4/5
Utilizzo dell'opera shakespeariana: 8/10
Giudizio personale: 9,5/10
Totale: 46,4/50

Grammatica e ortografia:
non ho trovato un singolo errore, la tua grammatica e la tua sintassi sono perfette, complimenti! L'unica cosa che ho da segnalarti è che lo spazio va sia tra parola e trattino, che tra trattino e parola: per esempio, “Una -la Voce- è calma...” sarebbe “una – la Voce – è calma...” → - 0,10 punti

Lessico e stile:
sono entrambi perfettamente adatti al tipo di one shot che hai scritto. Mi è piaciuto moltissimo, non c'è una sola frase espressa male o una parola fuori posto, e la follia di Barty è resa alla meraviglia. Lo stile che hai utilizzato, così introspettivo, si accompagna perfettamente alla narrazione e rende questi pensieri così confusi quasi reali, come se il lettore riuscisse a immedesimarsi nel personaggio e nella storia.
Che altro posso dire? Questo punto è perfetto (come quasi tutti gli altri, del resto).

IC personaggi:
Anche qui non ho potuto fare altro che darti il massimo dei punti. Barty è reso al meglio, i suoi momenti di lucidità alternati a quelli di follia rispecchiano esattamente il personaggio descritto dalla Rowling. Senza contare che quest'idea delle voci che parlano, tra cui poi spicca la Voce (che, se ho capito bene, appartiene al padre) sono un elemento perfetto per rendere la confusione e, per certi versi, anche l'apatia che caratterizzano Barty. Per quanto sia un personaggio importante nello svolgimento del quarto libro, Barty Crouch Jr. alla fin fine non compare in molte scene, ma leggendo la tua storia mi viene in mente lo stesso identico Barty di quelle scene.

Originalità trama:
Qui sono stata costretta a toglierti un punticino, per il resto hai fatto strage!
Tutti conosciamo, più o meno, i pensieri di Barty nel periodo in cui ha vissuto col padre dopo la fuga da Azkaban, quindi è un argomento abbastanza usato; infatti è proprio per questo che non hjo potuto darti un punteggio pieno: è un argomento già letto. Ma nella tua storia è originale il modo in cui gli avvenimenti e i pensieri vengono narrati, le voci che Barty sente, il modo in cui vede il mondo... l'ho adorato!
In fin dei conti, la parte più originale di tutto il racconto è stato il tuo modo di narrare le cose,il ché ha contribuito enormemente ad alzare il tuo punteggio in questo elemento di valutazione.

Utilizzo dell'opera shakespeariana:
Qui, purtroppo, non ho potuto darti punteggio pieno. Certo, hai utilizzato delle citazioni dell'opera che hai scelto, ovvero l'Amleto, ma esse non sono assolutamente evidenziate nel testo. Ciò che essenzialmente veniva chiesto nel bando del contest era di mettere in risalto Shakespeare o un suo lavoro: non evidenziando affatto le citazioni e amalgamandole completamente col testo, esse sono andate un po' perse. Se qualcuno non avesse mai letto Amleto o non lo conoscesse bene, non le troverebbe né riconoscerebbe nel testo.

Giudizio personale:
Sinceramente... è la storia che mi è piaciuta più di tutte! Non vedevo l'ora di pubblicare i risultati solo per dirtelo. Non voglio ripetermi - e anche tu sarai stanca di sentirmelo dir... ehm...scrivere -, ma ho adorato soprattutto il modo in cui hai narrato tutta la storia. E' perfetto e tu scrivi da Dio. Non vedo l'ora di leggere qualcos'altro di tuo!

Nuovo recensore
06/01/13, ore 19:55

Bella, bella anche questa!
Hai descritto perfettamente la prigionia di Barty, il suo essere grigio e vuoto, la Voce che lo comanda. Ho adorato la scena in cui si ribella, si alza, urla e torna sé stesso e poi la calma che sopraggiunge nuovamente, riportandolo nel grigio. Nonostante Barty sia un Mangiamorte, mi è dispiaciuto per lui,  direi che la sua fine è una delle più tragiche di tutta la saga e tu l'hai descritta bene.
Bè il tuo delirio causato dalla febbre ha fatto nascere una bellissima shot! Ah, quasi dimenticavo, complimenti per lo stile, metti le parole sempre al posto giusto e le usi perfettamente! :)
Ciao, baci ;)

Recensore Veterano
14/12/12, ore 21:18

Ehi, ciao!
Sarà anche stata scritta in un momento di delirio, ma a me questa storia è piaciuta molto.
Poooovero Barty! ç__ç
Tutte le volte che penso a lui, l'odio nei confronti di suo padre cresce sempre di più. Quell'essere è insopportabile! Cioè, insomma, come si fa a condannare in quel modo il proprio figlio e poi tenerlo sotto Imperius dodici anni?
Barty sarà anche un Mangiamorte, - e poi il Lato Oscuro ha il suo fascino - ma suo padre è peggio.
Chiudendo questa parentesi sull'essere spregevole Barty Crouch senior, non posso fare a meno di dirti che ho apprezzato il tuo modo di descrivere i pensieri di Barty. La Maledizione Imperius di suo padre lo rende innocuo, ma lo annulla, lo rende grigio come tutto quello che vede. Quello non è il vero Barty, è solo un'ombra sbiadita di ciò che era. Ma dietro alla Voce della Maledizione, sente anche la propria, quella che gli ricorda chi è davvero, quella che esprime i suoi desideri più profondi. E alla fine riesce a seguirla, perché non ne può più di essere trattato così, ed esplode. Poi torna nel grigio.
Non parliamo del finale, però! ç__ç
Credo che la sua sia una delle morti più tristi della saga, per quanto a qualcuno possa stare antipatico perché è cattivo. A parte che sì, è un Mangiamorte, ma non è l'unico cattivo e, probabilmente, è tutta colpa di suo padre se è diventato così.
Comunque... stavo dicendo... lui vede come ultima cosa un Dissennatore, vede la sua anima andare via, vede la sua coscienza e il suo pensiero cancellarsi completamente. Di nuovo. Per sempre. E poi, cosa diventa? Una specie di cadavere che cammina, destinato, presto o tardi - più presto che tardi - a morire di stenti.
E lui alla fine sorride, perché non è più nulla.
Non c'è rimasto più niente di lui.
Solo il grigio, che ormai è diventato parte di Barty.
Ora è solo grigio.

Insomma, che altro dire?
Brava! :)
Alla prossima, un bacio!

Recensore Master
27/09/12, ore 13:47

Avrei voluto recensirla prima, ma l’avevo letta di notte e non avevo voglia. Comunque mi è piaciuta così tanto che l’ho infilata tra le ricordate! Sei tipo la terza persona a parte me che si fila Barty in questo fandom, quindi non ti preoccupare per le recensioni, è normalissimo. Il brano in sé è molto bello, presenta un’eleganza sintattica invidiabile senza scadere nel manierismo, e titolo e citazione iniziali tratte dall’Hamlet, come potevo non lasciarti due righe?
L’inizio è lento, Barty coperto dal mantello, un Barty nascosto e sotto Imperius che si rigira in testa suoni e rumori – la parola mantra e qualche piccolo dettaglio mi hanno ricordato la mia Cage, roba che ho scritto senza molta cura ahimé, ma la tua è sicuramentissimamente meglio, si vede una riflessione più profonda di quanto non ci abbia sprecato io. Lui è come sotto l’effetto di una droga, il mondo è grigio e si concentra sui pochi dettagli esterni che riesce a percepire, costretto a stare sempre nello stesso luogo.
Stupendo come il mondo esterno sia ridotto ai confini della sua prigione: la terra è il pavimento che lui conosce così bene, il cielo è il velo, e tanto gli deve bastare.
“Con dolcezza chiude le palpebre e abbraccia il nero infinito, così diverso dal suo grigio, ed è, per un istante, re incontrastato di distese di nulla e popoli senza volti.
 Non ha paura di non poterli riaprire, perché, nel suo mondo ovattato, la morte è solo l'ennesimo segreto che un giorno il silenzio gli svelerà.
Ed è allora, nelle tenebre del suo reame, che a volte si ricorda il suo nome.”
E qui c’è lo stacco, sempre contornato da quel pizzico di follia che hai detto, lo stacco perché, se prima c’era una sorta di dolcezza nell’Imperius, lo scontro con la realtà è uno schiaffo in viso, si rende conto della sensazione di claustrofobia in cui sopravvive, ricorda il suo nome, il senso di spersonalizzazione scompare e capisce chi è la Voce, il suo nemico, Barty Sr. è qui una presenza-assenza cupa e carceriera, un padre-padrone come deve averlo sempre sentito lui, e sta per uccidere Winky ed evadere quando vede la foto di sua madre e ricorda il funerale a cui non ha mai partecipato.
È come se inconsciamente il pensiero di sua madre lo sconvolgesse tanto da frenarlo, tanto da mettere di nuovo le cose sottosopra, ci sono troppi ricordi e lui non riesce ad afferrarli tutti insieme. Poi la confusione, suo padre, il presente e il passato che si mischiano, il tentativo di fuga andato male, l’odio immenso per il suo cognome ma il bene, in un certo senso, che prova per sua madre, il rimorso…
Se posso permettermi, nonostante ti sia venuta bene questa scena, poteva addirittura venirti meglio, ma è un’impressione che non so esprimerti a parole, fatto sta che mi è piaciuta di più la parte prima – nel senso: la parte prima mi ha tolto il fiato, questa ha funzionato in senso adrenalinico ma…uhm…capito? xP no! Non riesco proprio a spiegarmi, non farci caso…
Comunque dicevo, aprendo una breccia nel mondo del Velo verso la realtà, Barty perde un po’ della sua pazzia illuminandosi all’improvviso, squarciando la tela, e ha questo flusso di coscienza sfasato in cui le immagini si sovrappongono fino al ritorno nella dolcezza dell’Imperius, bellissima la chiusura ciclica che riprende le frasi dell’inizio.
E poi la fine! Forse è quella che ho apprezzato di più: il gelo, lo sgretolarsi dei ricordi, la coscienza di sé solo un attimo, ed essere un guscio vuoto, questa volta per sempre, guscio vuoto che è stato, comunque, per la maggioranza della sua vita. La parte più bella è “C'è un momento, una frazione di secondo, in cui la sua anima è sospesa tra il mostro e il suo corpo. Aleggia ancora nei suoi occhi, ma ormai l'ha persa; è solo l'ombra di un'ombra. E lui sorride e rivede i suoi cieli grigi.” Sai perché? Perché, oltre alla frase riuscitissima in sé, è un concetto originale e assolutamente azzeccato quello dell’uomo che, un momento prima di perdere l’anima, la vede uscire da sé, come se si stesse oggettivando, stavolta per sempre.
Poi…chiedi se noto citazioni shakespeariane, ma…uhm, in realtà no. Non le hai citate, vero? Vedo dei concetti, soprattutto il tuo parlare di nomi, di ombre…ma citazioni non ne scorgo, perdonami. xD
E basta, ho sproloquiato abbastanza, bravissima! Continua così.
 

Recensore Veterano
24/09/12, ore 20:59

Spero che mi perdoni la deplorevole ignoranza, ma non ho individuato le frasi di Shakespeare, almeno non al primo colpo, e dal momento che sono troppo pigra per rileggere...vabbè, vorrà dire che farò a meno del biscotto (che ingrassa) e mi accontento di lasciarti due parole :)
Se questi sono i frutti di una febbre di 38° e di un vaneggiamento notturno, beh, che dire, ben vengano...
Seriamente, mi è piaciuta questa shot. Barty è un personaggio interessante: contorto e subdolo, e perciò interessante. E posso immedesimarmi in lui, in tutto quello che ha passato, nella sua prigionia ad Azkaban prima,sotto un Mantello poi, e posso addirittura comprendere, anche se non giustificare, l'odio per il padre-carceriere. Tutto ciò lo rende un essere umano, ancor prima che "il Cattivo". 
Il suo mondo ha un pavimento come terra, che lui ormai conosce a memoria, su cui scrive parole invisibili, e il Mantello come cielo. Una prigione, tristissima, opprimente, senza scampo. Completamente isolato dal resto del mondo, da quelle voci che non riesce ad afferrare, proprio come i pensieri nella sua testa (ignoro se siano parole tue o di Shakespeare, ma il paragone con le falene è azzeccato), addirittura  non ricorda nemmeno il suo nome. E' un essere cui è stata tolta la volontà e la dignità, fa compassione. 
La Voce, quella con la maiuscola, la voce del padrone, è terrificante: sembra una morsa d'acciaio che lo fa accucciare a terra- ma Barty è ridotto molto peggio di qualsiasi cane- e lo priva di qualsiasi libertà. Ci credo che sia ammattito. Solo un vero pazzo non avrebbe timore della morte (checchè ne dica Silente sulla mente ben organizzata e tutto...XD). 
Meravigliosa la scena della "resurrezione", la chiamerei così. Proprio come un annegato che riemerge alla luce, torna a respirare l'aria. Nessuno può trattenerlo, ora che la memoria e la vita e la consapevolezza si sono risvegliate in lui. E sta per uccidere Winky- commettere un altro omicidio, tanto per inaugurare la ripresa della sua vecchia esistenza di Mangiamorte- ma il ricordo di sua madre, che si è sacrificata per lui, lo trattiene, sembra appellarsi al briciolo di umanità che gli resta. Perchè gli resta, oh sì. 
E poi...puff la realtà sparisce, la coscienza torna ad addormentarsi, di nuovo l'Imperius. Ci avevo quasi creduto, stavolta :(
E, per finire, ho ammirato l'ostinazione con cui rimane aggrappato alla sua anima fino all'ultimo, quel suo rimanere sospesa tra se stesso e il Dissennatore, perchè, gente, questa è forza di volontà e istinto di conservazione, e mi suscita ammirazione. 
E' crudele che Barty abbia avuto così poco tempo per vivere davvero e così tanto tempo lo abbia sprecato facendo il male, ma- per quanto non lo giustifichi- non me la sento di considerarlo colpevole e nient'altro. Da questa shot emerge anche quanto sia stato vittima, anche se nessuno ci pensa mai. Bella, davvero.