Avrei voluto recensirla prima, ma l’avevo letta di notte e non avevo voglia. Comunque mi è piaciuta così tanto che l’ho infilata tra le ricordate! Sei tipo la terza persona a parte me che si fila Barty in questo fandom, quindi non ti preoccupare per le recensioni, è normalissimo. Il brano in sé è molto bello, presenta un’eleganza sintattica invidiabile senza scadere nel manierismo, e titolo e citazione iniziali tratte dall’Hamlet, come potevo non lasciarti due righe?
L’inizio è lento, Barty coperto dal mantello, un Barty nascosto e sotto Imperius che si rigira in testa suoni e rumori – la parola mantra e qualche piccolo dettaglio mi hanno ricordato la mia Cage, roba che ho scritto senza molta cura ahimé, ma la tua è sicuramentissimamente meglio, si vede una riflessione più profonda di quanto non ci abbia sprecato io. Lui è come sotto l’effetto di una droga, il mondo è grigio e si concentra sui pochi dettagli esterni che riesce a percepire, costretto a stare sempre nello stesso luogo.
Stupendo come il mondo esterno sia ridotto ai confini della sua prigione: la terra è il pavimento che lui conosce così bene, il cielo è il velo, e tanto gli deve bastare.
“Con dolcezza chiude le palpebre e abbraccia il nero infinito, così diverso dal suo grigio, ed è, per un istante, re incontrastato di distese di nulla e popoli senza volti.
Non ha paura di non poterli riaprire, perché, nel suo mondo ovattato, la morte è solo l'ennesimo segreto che un giorno il silenzio gli svelerà.
Ed è allora, nelle tenebre del suo reame, che a volte si ricorda il suo nome.”
E qui c’è lo stacco, sempre contornato da quel pizzico di follia che hai detto, lo stacco perché, se prima c’era una sorta di dolcezza nell’Imperius, lo scontro con la realtà è uno schiaffo in viso, si rende conto della sensazione di claustrofobia in cui sopravvive, ricorda il suo nome, il senso di spersonalizzazione scompare e capisce chi è la Voce, il suo nemico, Barty Sr. è qui una presenza-assenza cupa e carceriera, un padre-padrone come deve averlo sempre sentito lui, e sta per uccidere Winky ed evadere quando vede la foto di sua madre e ricorda il funerale a cui non ha mai partecipato.
È come se inconsciamente il pensiero di sua madre lo sconvolgesse tanto da frenarlo, tanto da mettere di nuovo le cose sottosopra, ci sono troppi ricordi e lui non riesce ad afferrarli tutti insieme. Poi la confusione, suo padre, il presente e il passato che si mischiano, il tentativo di fuga andato male, l’odio immenso per il suo cognome ma il bene, in un certo senso, che prova per sua madre, il rimorso…
Se posso permettermi, nonostante ti sia venuta bene questa scena, poteva addirittura venirti meglio, ma è un’impressione che non so esprimerti a parole, fatto sta che mi è piaciuta di più la parte prima – nel senso: la parte prima mi ha tolto il fiato, questa ha funzionato in senso adrenalinico ma…uhm…capito? xP no! Non riesco proprio a spiegarmi, non farci caso…
Comunque dicevo, aprendo una breccia nel mondo del Velo verso la realtà, Barty perde un po’ della sua pazzia illuminandosi all’improvviso, squarciando la tela, e ha questo flusso di coscienza sfasato in cui le immagini si sovrappongono fino al ritorno nella dolcezza dell’Imperius, bellissima la chiusura ciclica che riprende le frasi dell’inizio.
E poi la fine! Forse è quella che ho apprezzato di più: il gelo, lo sgretolarsi dei ricordi, la coscienza di sé solo un attimo, ed essere un guscio vuoto, questa volta per sempre, guscio vuoto che è stato, comunque, per la maggioranza della sua vita. La parte più bella è “C'è un momento, una frazione di secondo, in cui la sua anima è sospesa tra il mostro e il suo corpo. Aleggia ancora nei suoi occhi, ma ormai l'ha persa; è solo l'ombra di un'ombra. E lui sorride e rivede i suoi cieli grigi.” Sai perché? Perché, oltre alla frase riuscitissima in sé, è un concetto originale e assolutamente azzeccato quello dell’uomo che, un momento prima di perdere l’anima, la vede uscire da sé, come se si stesse oggettivando, stavolta per sempre.
Poi…chiedi se noto citazioni shakespeariane, ma…uhm, in realtà no. Non le hai citate, vero? Vedo dei concetti, soprattutto il tuo parlare di nomi, di ombre…ma citazioni non ne scorgo, perdonami. xD
E basta, ho sproloquiato abbastanza, bravissima! Continua così.
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