Forse una delle poche storie che rendono giustizia alla parola 'introspettivo'.
Bella, toccante, e vera. Non solo immagini fumose, ma anche sentite verità, legate tra loro, paradossalmente, dalla comune indipendenza.
A momenti sembra che nemmeno tu abbia un quadro preciso sull'uomo dai mille pensieri sparsi e autonomi: è artificio narrativo o è il riflesso di te ancora da scoprire? Comunque, a me farebbe piacere leggere qualche altro appunto di quell'agendina.

EDIT - Non preoccuparti: i capitoli che hai aggiunto finora sono perfetti, sono i lettori che si accontentano dei soliti cliché e che non si cimentano nell'interpretazione di una storia più articolata. Non vorrei che smettessi di continuare la pubblicazione poiché mi interessa molto seguirla, per questo il mio è stato un incoraggiamento (a quanto vedo efficace!). Descrizioni più approfondite sul protagonista non potrebbero che giovare al racconto, per il resto lascio ovviamente decidere a te. Per quanto riguarda il libro, non la scarterei come idea: come hai detto tu, anche solo raccontarne i contorni potrebbe rilevarsi un ulteriore via per l'introspezione del protagonista.
(Recensione modificata il 23/06/2013 - 04:21 pm)

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Ciao!
Come prefazione è davvero accattivante. Concordo con le parole che hai usato e allo stesso tempo mi hanno affascinata.
Io non credo che sarei riuscita ad esprimere tutto ciò come hai fatto tu.
Davvero geniale, oserei dire.
"Il problema non è fallire è credervi" questa frase mi ha colpito in particolare, poche parole ma vere.
Non so cos'altro aggiungere, davvero.
Sono pochi quelli che possono considerarsi scrittori, ma noi proviamo ad avvicinarci. Credo che tu abbia anche delle basi.
Se ti va passa da me, mi farebbe molto piacere conoscere il tuo pensiero.
Ancora complimenti.
Un bacio, scheggia!

Io credo che tutto ciò che ci circonda e tutto ciò che sentiamo si può rinchiudere dentro semplici frasi:le parole non mancano! Ma in fondo le parole non sono così importanti:scrivere va al di là di questo,scrivere significa trascrivere su un foglio le nostre emozioni,le paure,i sogni e le speranze e chi più ne ha più ne metta...
Sono pienamente daccoedo con te quando dici che scrivere non è un lavoro d'artista ma è semplicemente un'esigenza.
Questa è la frase che più mi ha colpito:''Ed allora non posso che dichiararmi un non scrittore, non posso scrivere se non allo scopo di cercarmi, di conoscermi e farmi conoscere per vivere l’ ultima vera illusione prima della morte infantile del mio essere. ''
Comunque,al di là del fatto che ti ritieni un non scrittore,da quello che ho letto credo che tu abbia le carte in regola per diventare un vero e proprio scrittore!

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Io credo che scrivere sia qualcosa di più di utilizzare delle parole, uno scrittore sente le voci dei propri personaggi (e no non è pazzo) credo che riesca a vedere la scena così come deve essere e questo è quanto.
Non c'entrano molto le parole. E poi i grandi scrittori beh rimangono tali perchè hanno fatto la storia e niente di più. Se vuoi scrivere qualcosa scrivila, potrebbe anche cambiarti la vita.
In bocca al lupo

Sì, il mondo dovrebbe essere un enorme foglio di carta e noi carcasse spiattellate a sanguinare inchiostro per disegnare la vita che vorremmo.

o un'enorme tastiera e noi un mucchio di pixel... vabbè avete capito.

Caro non scrittore, c'è una folla di gemelli qua fuori, che ti somigliano, che come te scrivono e ci credono. Perchè la penna per quelli come noi, o anche una tastiera di computer, è l'unico modo di farci sentire bene, pieni, noi veramente.

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